Augmentin A Cosa Serve?
Elvira Olguin
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Contents
- 1 Quando si deve prendere l’Augmentin?
- 2 Come capire se l’infezione è virale o batterica?
- 3 Come si prende Augmentin prima o dopo i pasti?
- 4 Quanto dura l’effetto dell Augmentin?
- 5 Qual è la differenza tra amoxicillina e Augmentin?
- 6 Perché l’antibiotico va preso ogni 12 ore?
- 7 Quando ce il catarro bisogna prendere l’antibiotico?
- 8 Cosa succede se prendo l’antibiotico e non ne ho bisogno?
- 9 Quanto dura l’effetto dell Augmentin?
- 10 Per cosa si usa amoxicillina e acido clavulanico?
- 11 Quale antibiotico per infezioni intestinali?
Quando si deve prendere l’Augmentin?
Dosaggio e posologia – Augmentin esiste sotto forma di
compresse, bustine (da adulti e da bambini), sospensione in un liquido (sciroppo)
e si assume per bocca. In genere, viene assunta prima di un pasto o di uno spuntino ogni 8 ore (tre volte al giorno) od ogni 12 ore (due volte al giorno), a giudizio del medico, e la cura proseguita per un periodo generalmente non inferiore a 6 giorni, che tuttavia in alcuni casi viene prolungato fino a 14 giorni o più.
- Fanno eccezioni i casi in cui il farmaco è usato a scopo preventivo, per esempio in caso di pazienti a rischio di sviluppo di endocardite batterica,
- Si raccomanda di scuotere bene lo sciroppo prima di ogni somministrazione per mescolare uniformemente il principio attivo e si ricorda che questa formulazione, una volta preparata, si conserva per 7 giorni in frigorifero.
Le compresse possono essere suddivise lungo la linea di frattura per rendere più facile l’assunzione (hanno dimensione piuttosto grande), ma entrambi i pezzi della compressa vanno assunti contemporaneamente.
Quali batteri uccide Augmentin?
Amoxicillina/acido clavulanico – La Redazione Augmentin (GlaxoSmithKline) Clavulin (Fournier Pharma) Neoduplamox (Procter & Gamble) 12 buste 1 g 12 compresse 1 g 12 buste uso pediatrico 400 + 57 mg sospensione uso pediatrico 400 + 57 mg 35 ml sospensione uso pediatrico 400 + 57 mg 70 ml Classe A del PTN 1 flacone 1,2 g e.v.
- 1 fiala 20 ml solvente (Augmentin GlaxoSmithKline) 1 flacone 2,2 g e.v.
- Augmentin GlaxoSmithKline) USO OSPEDALIERO Indicazioni approvate : infezioni batteriche sostenute da germi sensibili, quali comunemente si riscontrano nelle: infezioni delle vie respiratorie ed infezioni otomastoidee; delle vie urogenitali; della pelle e dei tessuti molli; infezioni ginecologiche; enteriche e delle vie biliari e, solo per le forme farmaceutiche iniettabili, infezioni ossee ed articolari; infezioni gastro-intestinali; setticemie, peritoniti, endocarditi, sepsi post-operatorie, profilassi in chirurgia.
Proprietà farmacologiche Si tratta dell’associazione tra amoxicillina e acido clavulanico (come sale potassico), un inibitore delle beta-lattamasi che contiene un anello beta-lattamico, ma è privo di una significativa attività antimicrobica. Questa caratteristica strutturale gli permette tuttavia di attraversare la parete dei batteri Gram-negativi e di legarsi alle beta-lattamasi nello spazio periplasmatico.
Nei Gram-positivi il legame, altamente specifico, avviene con le beta-lattamasi liberate al di fuori della cellula. L’occupazione del centro catalitico dell’enzima, che ne costituisce il sito recettoriale, e la successiva acilazione comportano un’inibizione irreversibile dell’attività enzimatica. Ciò fa sì che l’amoxicillina sia protetta dall’idrolisi da parte delle beta-lattamasi, consentendole di esplicare a pieno la sua attività battericida anche contro i batteri produttori di tali enzimi.
Il sinergismo non si manifesta se il germe è sensibile alla sola amoxicillina, così come, ovviamente, non si ha attività nei confronti dei germi resistenti all’amoxicillina per meccanismi diversi da quelli della produzione di beta-lattamasi. Condizione essenziale perchè questo sinergismo possa attuarsi è il mantenimento di adeguate concentrazioni a livello tessutale dove risulta critico un rapporto ottimale dei due componenti.
- Tutti gli studi effettuati in vitro hanno utilizzato formulazioni di amoxicillina e acido clavulanico nella proporzione di 2:1 e 4:1.
- In Italia, le specialità commercializzate per uso orale presentano un rapporto di 7:1, con l’indicazione di 2 sole somministrazioni al giorno, mentre quelle iniettabili 5:1.
La formulazione per uso orale con rapporto 7:1 avrebbe, secondo alcuni studi, uguale efficacia terapeutica rispetto alla formulazione 4:1, permettendo, però, di distanziare maggiormente le somministrazioni (ogni 12 ore anziché ogni 8 ore) e risultando, in questo modo di più facile assunzione per il paziente.
- Inoltre questo tipo di formulazione sarebbe associato a una minore incidenza di diarrea.
- L’amoxicillina da sola è attiva contro un’ampia gamma di batteri Gram-positivi e Gram-negativi compresi streptococchi (inclusi quelli di gruppo A), pneumococchi, enterococchi e molti anaerobi, Neisseria meningitidis, diversi ceppi di Salmonella, Stafilococchi non produttori di beta-lattamasi, Haemophilus influenzae e Branhamella catarrhalis (un patogeno dell’otite media).
L’aggiunta di acido clavulanico estende lo spettro in vitro dell’amoxicillina sino a comprendere ceppi di H. influenzae produttori di beta-lattamasi, E. Coli, Proteus, Klebsiella pneumoniae, Neisseria gonorrhoeae, Staphylococcus aureus (ma non i ceppi meticillino-resistenti) e Branhamella catarrhalis,
- All’associazione risultano sensibili anche Bacteroides fragilis (un anaerobio), Legionella pneumophila.
- Pseudomonas aeruginosa, Serratia mentre molti ceppi di Enterobacter, Morganella e Providencia sono resistenti al farmaco.
- Amoxicillina e acido clavulanico sono stabili in ambiente acido e ben assorbiti dopo somministrazione orale.
L’assorbimento non viene influenzato né dagli alimenti né dagli antiacidi. Il picco delle concentrazioni sieriche dei due componenti viene raggiunto dopo un’ora circa. Il legame proteico è del 20% per l’amoxicillina e del 30% per l’acido clavulanico, l’emivita di 1,3 e 1 ora rispettivamente.
I due principi attivi si distribuiscono ampiamente nei vari tessuti ed organi (ad eccezione del SNC, a meno che le meningi siano infiammate); alte concentrazioni attive si raggiungono nelle urine. Vengono escreti principalmente per via renale: l’amoxicillina (60-75%) per secrezione tubulare, l’acido clavulanico (25-45%) per filtrazione glomerulare in forma immodificata.
Nei pazienti con insufficienza renale (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min.) si ha un allungamento dell’emivita plasmatica dei due farmaci e la posologia va adeguatamente modificata. Il farmaco è rimovibile tramite emodialisi. Efficacia clinica L’associazione amoxicillina/acido clavulanico ha indicazioni elettive d’impiego nel trattamento di infezioni causate da ceppi batterici produttori di beta-lattamasi, comprese le infezioni del tratto respiratorio(ad esempio riacutizzazioni delle bronchiti croniche), le infezioni odontostomatologiche e le ferite da morso di animali.
Effetti indesiderati Il farmaco è generalmente ben tollerato. Reazioni di ipersensibilità (rash cutanei, prurito, orticaria) e disturbi gastrointestinali (nausea, vomito e diarrea) sono gli effetti indesiderati più frequenti. Rispetto alla sola amoxicillina è associato a una maggiore incidenza di diarrea.
Occasionalmente possono comparire dolori addominali, flatulenza, modesto aumento delle transaminasi di incerto significato clinico, epatite e ittero colestatico, più frequente nei pazienti con più di 65 anni e di sesso maschile. Raramente si possono riscontrare un prolungamento del tempo di sanguinamento, vertigini, cefalea, convulsioni (in particolare con dosi alte o in caso di insufficienza renale), colite pseudomembranosa e discrasie ematiche, di norma reversibili con la sospensione della terapia.
- Controindicazioni Ipersensibilità alle penicilline e agli altri antibiotici beta-lattamici; comparsa di ittero o insufficienza epatica durante il trattamento con penicilline o con l’associazione amoxicillina/acido clavulanico.
- Avvertenze L’uso di aminopenicilline nei pazienti affetti da mononucleosi infettiva comporta una maggior incidenza di rash cutaneo.
Durante trattamenti prolungati con le aminopenicilline, soprattutto in pazienti affetti da insufficienza epatica o renale, occorre monitorare periodicamente la funzionalità epatica e renale. In caso di insufficienza renale risulta necessario aggiustare il dosaggio in relazione alla gravità della patologia, dell’infezione e alla sensibilità dell’agente infettante al trattamento.
Con i contraccettivi orali: la possibilità che le penicilline ad ampio spettro riducano l’efficacia dei contraccettivi orali rimane tuttora un problema controverso. L’ipotesi che sta alla base di tale interazione è che le penicilline, interferendo con la crescita della normale flora intestinale, riducano sia l’assorbimento del contraccettivo orale che il ricircolo enteroepatico dell’estrogeno. Tuttavia i dati disponibili non supportano tale ipotesi (in diversi studi, la somministrazione del farmaco non ha influenzato significativamente i livelli plasmatici di etinilestradiolo, levonorgestrel, noretiestrone, FSH, LH) e, complessivamente, il rischio di gravidanze indesiderate dovute a possibile fallimento del contraccettivo in caso di impiego concomitante di antibiotici è ricompreso nel “range” del rischio generale di fallimento di questo metodo di contraccezione. In alcune donne la concentrazione plasmatica di estradiolo effettivamente diminuisce e le donne sembrano ovulare. Anche se questo evento non si traduce necessariamente in una gravidanza, indica che una percentuale di donne vulnerabili esiste. Tuttavia, non esistono fattori predittivi che consentano di stabilire quali donne siano più a rischio. Con il warfarin: il valore di INR potrebbe variare in corso di terapia con penicilline ad ampio spettro.
Somministrazione e dosi usuali Adulti : 1 g (pari a 875 mg di amoxicillina) ogni 8-12 ore a seconda della gravità dell’infezione. Nell’ insufficienza renale lieve o moderata (clearance della creatinina compresa tra 50 e 10 ml/min.) 500 mg ogni 12 ore, grave (clearance della creatinina inferiore a 10 ml/min.) 500 mg ogni 24 ore.
In questo caso, il farmaco può essere più facilmente dosato utilizzando la sospensione pediatrica. I pazienti sottoposti ad emodialisi dovrebbero ricevere una dose addizionale di amoxicillina/acido clavulanico durante il trattamento e una al termine (il farmaco è parzialmente dializzabile). Per via endovenosa (da effettuarsi in 3-4 minuti) o per infusione endovenosa: 1,2 g (come amoxicillina) ogni 8 ore o ogni 6 ore se l’infezione è grave, aumentabili fino a 2,2 g infusi in 30 minuti ogni 8 ore.
Bambini di peso superiore a 40 kg: dovrebbe essere utilizzato lo stesso schema posologico valido per gli adulti ; di peso inferiore a 40 kg : 12,5mg/kg ogni 8 ore, aumentabile a 25 mg/kg ogni 8 ore nelle infezioni più gravi. L’associazione fra amoxicillina e acido aclavulanico può essere utile per il trattamento orale di infezioni causate da batteri beta-lattamasi produttori fra cui infezioni delle basse vie aeree, otiti medie, sinusiti, infezioni delle vie urinarie e ferite da morsicature ma provoca diarrea e altri sintomi gastrointestinali con maggiore frequenza rispetto alla sola amoxicillina.
- Sono dispoinibili alternative meno costose.
- Bibliografia – Amoxicillin/clavulanate potassium, AHFS Drug Information 95, 292-297 – Amoxicillin and potassium clavulanate (Co-amoxiclav), Drug Facts and Comparisons, 1232-1233 – Calver A.D., Walsh N.S., Quinn P.F., Baran C.
- Et al., Dosing of Amoxicillin/Clavulanate given every 12 hours is as effective as dosing every 8 hours for t reatment of lower respiratory tract infection, Clinical Infectious Diseases, 1997, vol 24(4), 570-574 – Hoberman A., Paradise J.L., Burch D.J., Valinski W.A.
et al., Equivalent efficacy and reduced occurrence of diarrhea from a new formulation of amoxicillin/clavulanate potassium (Augmentin) for treatment of acute otitis media in children, The pediatric infectious desease journal, 1997, vol.16(5), 463-470 – Co-amoxiclav, British National Formulary 43 a edizione, marzo 2002, 263 -British National Formulary 43 a edizione, Appendix I: Interactions -British National Formulary 43 a edizione, Appendix 4: Pregnancy -British National Formulary 43 a edizione, Appendix 5: Breast-feeding – Dosaggio dei farmaci antimicrobici (amoxicillina-acido clavulanico), Guida alla terapia antimicrobica,The Medical Letter, edizione 2002, 176-177 -Zanfi D., I contraccettivi orali, Interazioni clinicamente significative, Informazione sui Farmaci, anno XXVI, 5, 2002, 130-133 Data di pubblicazione 2/2003
Quali infezioni cura amoxicillina?
A cosa serve l’Amoxicillina? – É un antibiotico battericida con ampio spettro d’azione che si utilizza in particolare nel trattamento delle:
infezioni delle vie respiratorie (broncopolmonite, polmonite, bronchiectasia, faringite, tonsillite, sinusite, otite media, bronchite acute e croniche, ascesso polmonare); nelle infezioni della milza; nelle setticemie, peritoniti ed endocarditi; nella sepsi postoperatoria; nel trattamento dell’otite media acuta; nelle infezioni otorinolaringoiatriche e stomatologiche; nelle infezioni delle vie urogenitali; nelle infezioni di pelle e tessuti molli; nelle infezioni gastrointestinali, incluse quelle biliari, salmonellosi.
In diversi casi l’Amoxicillina è il farmaco che viene scelto prioritariamente rispetto ad altri antibiotici beta-lattamici, perché meglio assorbito dopo la somministrazione per via orale.
Come capire se l’antibiotico sta facendo effetto?
La terapia antibiotica non fa effetto all’istante. È buona regola aspettare circa 48 ore dall’inizio della terapia per valutare i primi segni di miglioramento. In alcuni casi devi riportare il bambino a visita: sarà lo stesso Pediatra, se necessario o utile, a chiederti di riportarlo.
Cosa non si deve fare quando si prende l’antibiotico?
Se ti stai curando con l’antibiotico, stai attenta all’alimentazione: scegli alimenti delicati e facilmente digeribili come quelli suggeriti da Starbene – Gli antibiotici sono tra i medicinali con il rischio più elevato di provocare disbiosi intestinale, cioè l’alterazione della flora batterica dell’intestino.
Sono de farmaci risolutivi (e quindi indispensabili) per le infezioni batteriche, ma talvolta risultano estremamente aggressivi sulle pareti dell’intestino e sulla relativa mucosa. «Ogni volta che si assumono antibiotici, nello specifico, è necessario proteggersi con un dieta ad hoc, evitando alimenti irritanti che vadano ad aumentare il rischio di sviluppare sintomi fastidiosi al livello dell’intestino e di alterare la flora batterica.
Quest’ultima, infatti, è distrutta proprio dai medicinali e va ripristinata con l’integrazione di fermenti lattici vivi, I fermenti, però, andrebbero presi preferibilmente appena terminato il ciclo di antibiotici perché gli effetti non si vanifichino durante le cure» – spiega Berardino Vaira, professore di Medicina Interna e Gastroenterologia presso l’Università di Bologna. Banane, contro acidità e infiammazione Uno degli alimenti da favorire durante l’assunzione di antibiotici e antinfiammatori, è la banana, Questo frutto, infatti, agisce efficacemente contro l’eventuale acidità di stomaco ed è astringente a livello intestinale (spesso gli antibiotici causano veri e propri episodi di colite acuta).
Yogurt al posto del latte Tra i latticini, mentre si assumono antibiotici, il solo “innocuo” e ben tollerato è lo yogurt (meglio se parzialmente scremato, ancor più digeribile). Infatti, latte e formaggi possono provocare dissenteria e rallentare la digestione, fermentando.
Riso, veloce da digerire e leggero sullo stomaco Quando i bruciori di stomaco iniziano a farsi sentire, è consigliabile puntare su alimenti che tamponino l’acidità e che siano soprattutto semplici e rapidi da digerire. Uno di questi è, senza dubbio, il riso.
Bollito o cotto al forno (pilaf) il riso è un carboidrato complesso che reintegra l’energia e si digerisce senza affaticare ulteriormente lo stomaco. A livello intestinale, il riso va anche a bloccare eventuali episodi di dissenteria “da antibiotico”. Se si sceglie il riso integrale, è opportuno però ricordarsi che la fibra può irritare il colon e quindi peggiorare manifestazioni di colite causata dai medicinali.
«Un piatto salva-stomaco è, ad esempio, riso al vapore condito con un filo di olio EVO. Per chi non soffre di gastrite anche l’aggiunta al riso di succo di limone può fornire all’organismo vitamina C e potassio ed esercita una funzione lievemente astringente sull’intestino» – puntualizza il Prof. Patate, carote e finocchi Altri alimenti permessi durante le terapie antibiotiche, perché benefici su stomaco e intestino, sono patate, carote e finocchi. Meglio ancora se questi ortaggi vengono cotti al vapore, per preservarne anche vitamine e sali minerali (sempre utili contro la spossatezza da medicinali).
- Un piatto a base di patate e carote lessate è anche un vero e proprio “tampone” anti-dissenteria e un antidoto naturale contro l’ acidità di stomaco, che essa si sia già presentata o come prevenzione mentre si assumono medicinali “aggressivi” su stomaco e intestino.
- Il finocchio, inoltre, aiuta in modo naturale a calmare il mal di stomaco ed è rapido da digerire,
Non da ultimo, questo ortaggio è ricchissimo di vitamine e sostanze benefiche anti-astenia quali potassio, vitamina C e acido folico. COSA NON MANGIARE Quando si assumono antibiotici una delle regole alimentari da seguire, per non incorrere in gastriti, acidità e dissenteria, è evitare assolutamente tutti quei cibi dal potenziale effetto irritante sulle pareti di stomaco e intestino.
- Tra questi spiccano: verdure crude (troppo fibrose per il colon provato dai farmaci), caffè, cioccolato, spezie, frutta acida, pomodori, salumi e insaccati, formaggi, alcol, bibite gassate, chewing gum e cibi lievitati (pizza, focaccia, dolci da forno).
- «Se ai pasti si mangia il pane, meglio senza mollica e leggermente tostato (è più digeribile).
Infine, è buona norma mangiare poco (pasti leggeri) e spesso, per riempire lo stomaco costantemente ma senza “intasarlo”» – conclude l’esperto.
Quanti giorni si deve prendere l’antibiotico?
Per quanto tempo? – Più spesso vengono somministrati gli antibiotici, maggiore è il rischio che i batteri sviluppino delle resistenze a scapito dell’efficacia del farmaco. Le resistenze si generano attraverso mutazioni casuali o la trasmissione del patrimonio genetico di un batterio resistente a uno non resistente.
- Oggi solitamente gli antibiotici vengono prescritti per tre fino a 14 giorni, più raramente come monodose, ad esempio in caso di infezioni alle vie urinarie.
- Quello che una volta aperta una confezione di antibiotici è necessario finirla è un mito da sfatare.
- Tuttavia, la terapia non deve essere in nessun caso sospesa di propria iniziativa non appena i sintomi si affievoliscono.
Gli antibiotici vanno presi per tutto il periodo di trattamento indicato dal medico. In caso di malessere o di domande, rivolgetevi immediatamente al vostro farmacista o al medico. Autore: Kurt Meyer LA FARMACIA consiglia In caso di domande in merito all’utilizzo corretto degli antibiotici potete rivolgervi anche al vostro farmacista.
Fatevi scrivere la posologia sulla confezione per evitare errori. Possibili effetti collaterali: la terapia antibiotica indebolisce la flora intestinale. In farmacia vi indicheranno presidi probiotici che la riequilibreranno. Per saperne di più È da tempo che desiderate porre una domanda sulla professione di farmacista o sui medicinali, ma non ci siete mai riusciti? Oppure volete semplicemente approfondire un tema relativo alla salute? Non esitate, chiedete e riceverete una risposta esaustiva per iscritto.
Inoltre, alcuni estratti delle risposte potranno essere pubblicati in forma anonima nella rivista feelgood’s news.
Scriveteci via mail: o per posta: Winconcept SA, Domande dei lettori Feelgood’s, Untermattweg 8, 3001 Berna
: Feelgoods Farmacie
Come capire se l’infezione è virale o batterica?
Quando un bambino si ammala, saper riconoscere l’agente patogeno che ha determinato il malessere è importante ai fini della cura. Prendiamo allora piena consapevolezza di quali sono le grandi differenze tra virus e batteri, in modo da comprendere il criterio con cui il pediatra prescrive tutte le cure del caso.
La differenza tra virus e batteri è che i secondi sono esseri viventi unicellulari, dotati di un metabolismo autonomo, mentre i primi sono microrganismi che entrano in relazione con noi solo perché hanno bisogno di una cellula ospite per la replicazione. I batteri sono suscettibili all’azione degli antibiotici, mentre i virus no,
Non appena si presenta un rialzo febbrile, subito dopo avere finito la visita, la grande attesa del genitore nei confronti del pediatra è legata a un dubbio: prescriverà l’antibiotico? In caso affermativo, l’immediata domanda successiva sarà: ma era proprio così necessario? In caso contrario, invece, il dubbio è sempre lo stesso: ma non sarebbe stato il caso di darglielo? In generale possiamo dire che il sentimento delle mamme e dei papà nei confronti di questo tipo di cure è ambivalente : c’è chi pensa che in questo modo il problema si risolverà più rapidamente e chi ritiene, invece, che affidarsi alle capacità del sistema immunitario, anche se magari è una strada più lunga, sia senz’altro quella preferibile,
In realtà ogni discorso dovrebbe essere affrontato a partire dall’agente responsabile della malattia, cioè avere la consapevolezza del fatto che l’infezione alla base della febbre e degli altri sintomi sia di tipo virale o batterico. Leggi anche: La febbre: smontiamo i falsi miti L’infezione virale L’infezione virale è causata ovviamente da virus,
I virus sono strutture biologiche antichissime, le più antiche che si siano mai affacciate sul pianeta. Hanno dimensioni estremamente piccoli e, a causa di alcune loro caratteristiche, la comunità scientifica non è nemmeno concorde sul fatto di poterli considerare degli esseri viventi a pieno titolo,
Infatti, ad esempio, il ciclo biologico di un virus si limita alla colonizzazione di una cellula ospite e alla propria riproduzione; non esegue alcuna sintesi di proteine, non possiede strutture interne deputate alla conversione di cibo in energia e, insomma, non compie alcuna delle funzioni che possiamo attribuire normalmente a un essere vivente.
I virus sono contraddistinti da una grande instabilità genetica : mano a mano che si trasmettono da un vivente all’altro possono mutare con rapidità, Queste trasformazioni fanno sì che, nel tempo, sviluppino la capacità di eludere il sistema immunitario e, quindi, causare nuovamente la malattia.
- La malattia da virus I virus generano malattie perché, avendo bisogno delle cellule per la loro moltiplicazione, inducono all’interno della cellula ospite alcune modificazioni che possono portare a un danno,
- Spesso si dice che per i virus non ci siano cure: è più corretto affermare che non vale sempre la pena curare le malattie virali con farmaci specifici perché un sistema immunitario sano è in grado di debellare quasi sempre un’infezione virale in maniera autonoma.
Va anche detto che non è sempre semplice eliminare un virus dopo che ha cominciato a colonizzare le cellule del corpo, Solo per alcuni virus (come quelli delle epatiti, alcuni herpes virus, quello dell’HIV) si è riusciti a mettere a punto medicine in grado di agire su alcuni dei meccanismi di replicazione,
Inoltre, l’alta instabilità genetica di questi microrganismi può portare in tempi rapidi alla creazione di ceppi virali resistenti, I batteri I batteri sono esseri viventi a pieno titolo : si tratta di organismi unicellulari, di più grandi dimensioni (sono visibili al microscopio ottico) che, per sopravvivere, hanno bisogno di nutrimento e compiono operazioni metaboliche,
La parola batterio, negli ultimi anni, è diventata meno minacciosa poiché abbiamo scoperto che uomini e batteri possono essere anche buoni alleati. Basti pensare alle tante funzioni positive della flora batterica cutanea, intestinale, delle parti intime, eccetera,
I batteri nocivi, definiti patogeni, sono invece in grado di generare infezioni : in genere queste sono localizzate (pensiamo alle ferite infette, ma anche all’otite batterica) e solo nei casi gravi danno infezioni sistemiche, Una differenza tra malattie virali e batteriche è quella relativa all’esordio delle manifestazioni cliniche: l’infezione virale in genere porta a un’impennata febbrile repentina e con temperature molto alte, il cui momento acuto dura in genere due o tre giorni e poi i sintomi tendono a scemare.
Viceversa le forme batteriche emergono in maniera più progressiva ma si caratterizzano per la persistenza, se non per il peggioramento dei sintomi. La malattia batterica Anche per le malattie batteriche, così come per quelle virali, il sistema immunitario si attiva ed è spesso in grado di contrastare l’attività patogena.
- Tuttavia le infezioni batteriche sono più persistenti di quelle virali e anche più difficili da debellare,
- È per questo motivo che, dopo un eventuale periodo di osservazione che varia a seconda della malattia, se non c’è stato un miglioramento spontaneo il medico potrà ricorrere alla prescrizione degli antibiotici,
Gli antibiotici sono efficaci solo contro i batteri e non contro i virus perché i loro meccanismi d’azione sono specifici per interagire con i primi. Leggi anche: Come fanno i bambini a guarire dalle malattie? La differenza diagnostica Queste diversità portano inevitabilmente a malattie differenti,
- Ci sono quelle spiccatamente virali (come la varicella, l’influenza, le epatiti, i raffreddori eccetera) e quelle evidentemente batteriche (le otiti suppurative, la tonsillite) che già a una prima occhiata consentono al curante di valutare il giusto approccio terapeutico,
- Più incerte sono invece le gestioni delle infezioni delle basse vie respiratorie e quelle intestinali che, pur nascendo la maggior parte delle volte come virali, possono poi “complicarsi” in forme batteriche perché i tessuti diventano più suscettibili ad altre infezioni, definite opportunistiche,
L’esordio virale è più violento Un’altra differenza è quella relativa all’esordio delle manifestazioni cliniche : ad esempio, l’infezione virale in genere porta a una impennata febbrile repentina e con temperature molto alte, Il momento acuto dura in genere due o tre giorni e poi i sintomi tendono a scemare.
Viceversa le forme batteriche emergono in maniera più progressiva, ma si caratterizzano per la persistenza, se non per il peggioramento dei sintomi. Sono, anche queste, informazioni importanti da riferire al pediatra curante, che potrà essere aiutato nella diagnosi, nel caso i sintomi fossero di incerta attribuzione.
Leggi anche: L’alimentazione migliore per il sistema immunitario
Come si prende Augmentin prima o dopo i pasti?
Amoxicillina + acido clavulanico 1. Cosa è e a cosa serve L’amoxicillina è un antibiotico appartenente al gruppo delle penicilline. E’ associato ad una sostanza, l’acido clavulanico, che ne aumenta l’attività nei confronti di alcuni batteri, che altrimenti sarebbero penicillino-resistenti.
- L’associazione è impiegata per curare alcune infezioni: le infezioni del tratto respiratorio (ad es.: riacutizzazioni delle bronchiti croniche), le infezioni odontostomatologiche o prevenire l’insorgenza di infezioni sistemiche, in conseguenza, ad esempio, a ferite infette da morso di animali.2.
- Come si usa Va assunto per bocca, indifferentemente lontano o durante i pasti.
E’, invece, importante assumere il farmaco a intervalli regolari come da prescrizione medica (in genere ogni 12 ore): le dimenticanze possono compromettere la buona riuscita della terapia. La durata del trattamento dipende dalla gravità dell’infezione ed in genere non supera i 7-10 giorni.3.
Se si stanno assumendo altri farmaci o se si soffre di “allergie” a farmaci (in particolare a penicilline). Segnalare se si è sofferto in passato di “allergie” a farmaci o di malattie quali eczema, asma, orticaria. (Per le pazienti): segnalare se si è in gravidanza o se si sta allattando.
4. Possibili disturbi Oltre agli effetti benefici ogni farmaco puo’ comportare alcuni effetti indesiderati. Questo farmaco è in genere ben tollerato; talora pero’ possono comparire disturbi quali: nausea, vomito, diarrea. Contattare urgentemente un medico se compaiono: rossore, bolle sulla pelle, prurito, difficoltà nel respiro, diarrea grave.
- Segnalare al medico eventuali altri disturbi ritenuti imputabili all’assunzione del farmaco.5.
- E’ bene sapere che.
- L’assunzione a stomaco pieno può minimizzare la comparsa di nausea.
- L’affermazione riportata sul foglietto illustrativo secondo la quale l’amoxicillina “può ridurre l’efficacia dei contraccettivi orali” (pillola anticoncezionale) è spiegabile col fatto che le alterazioni della flora intestinale prodotte dall’antibiotico possono ridurre l’assorbimento dell’estrogeno presente nel contraccettivo.
Però, di fatto, gli studi sinora condotti hanno dimostrato che tale effetto non si riflette automaticamente in una minor efficacia.6. Conservazione A temperatura ambiente, in un luogo fresco e asciutto e al riparo della luce. Non utilizzare il farmaco se l’etichetta indica che è scaduto.
Quanto dura l’effetto dell Augmentin?
BUSSOLA La Redazione Formulazioni per uso orale
sospensione uso pediatrico | es. Velamox Sintofarm Farmaceutici |
capsule e compresse solubili 500 mg | es. Zimox Pharmacia & Upjohn |
compresse e compresse solubili 1 g | es. Zimox Pharmacia & Upjohn |
Formulazioni per uso parenterale
1 flacone di liofilizzato per uso i.m.e.v.500 mg + 1 fiala solvente | es. Simplamox Isf-RM, Velamox Sintofarm Farmaceutici |
1 flacone liofilizzato per uso i.m.e.v.1 g + 1 fiala solvente 4 ml | es. Simplamox Isf-RM, Velamox Sintofarm Farmaceutici |
Classe A del PTN Formulazioni per uso parenterale u so ospedaliero
50 e 100 flaconi 500 mg | Amoxicillina K24 K24 Farmaceutici |
50 e 100 flaconi 1 g | Amoxicillina K24 K24 Farmaceutici |
Indicazioni approvate : infezioni da germi sensibili all’amoxicillina: infezioni acute e croniche delle vie respiratorie, infezioni otorinolaringoiatriche e stomatologiche; infezioni dell’apparato urogenitale, infezioni enteriche e delle vie biliari; infezioni dermatologiche e dei tessuti molli; infezioni di interesse chirurgico.
L’amoxicillina è indicata nell’eradicazione dell’Helicobacter pylori, producendo un conseguente decremento della ricorrenza dell’ulcera peptica. Proprietà farmacologiche L’amoxicillina è una penicillina semisintetica, differisce dall’ per la presenza di un gruppo ossidrilico nell’anello fenilico della catena laterale ed è stabile in ambiente acido.
Al pari delle altre penicilline, agisce inibendo la sintesi della parete cellulare batterica in quanto lega, inattivandoli, uno o più degli enzimi coinvolti in tale processo (PBPs: penicillin binding proteins), esercitando attività battericida: l’autolisi della parete da parte degli enzimi litici (autolisine e mureina-idrolasi) prodotti dai batteri stessi non è più controbilanciata dalla produzione ex-novo di componenti della parete stessa.
- Presenta uno spettro d’azione sovrapponibile a quello dell’ampicillina risultando attiva contro numerosi germi Gram-positivi e Gram-negativi quali streptococchi, enterococchi, E.
- Coli, Haemophilus influenzae, Proteus mirabilis, Neisseria meningitidis e Neisseria gonorrhoeae,
- Rispetto all’ampicillina è meno attiva nei confronti di Shigella sp.
e più attiva, per via parenterale, nei confronti delle salmonelle resistenti al cloramfenicolo e, per via orale, nella eradicazione delle salmonelle nei portatori sani. È inattivata dalle beta-lattamasi. Somministrata per via orale, l’amoxicillina viene ben assorbita ed inoltre il suo assorbimento non viene influenzato dalla presenza di cibo.
- Rispetto all’ampicillina, presenta un miglior assorbimento e il picco ematico raggiunto dopo la somministrazione di dosi identiche è 2-2,5 volte superiore; tale picco viene raggiunto dopo circa 2 ore.
- Circa il 20-25% è legato alle proteine plasmatiche; si distribuisce ampiamente nei diversi organi e tessuti.
L’emivita dell’amoxicillina è breve (1,5 ore) però concentrazioni plasmatiche terapeuticamente efficaci si protraggono alle dosi usuali per 4-6 ore. Viene parzialmente metabolizzata (20%) a livello epatico ma la maggior parte di una dose viene rinvenuta nelle urine come tale.
Effetti indesiderati Controindicazioni Avvertenze Gravidanza e allattamento : gli studi condotti nell’animale e l’esperienza clinica riguardanti l’uso dell’amoxicillina in gravidanza non hanno evidenziato alcun effetti tossico o teratogeni. Interazioni
Sono generalmente poco frequenti, non gravi e simili a quelli delle altre penicilline. Le reazioni di ipersensibilità (rash cutanei, prurito, orticaria) sono gli effetti collaterali più frequenti. Occasionalmente possono comparire disturbi gastrointestinali (glossite, stomatite, nausea, vomito e diarrea).
- Raramente si possono riscontrare: discrasie ematiche (leucopenia, trombocitopenia e anemia emolitica), colite pseudomembranosa e nefrite interstiziale di norma reversibili alla sospensione del trattamento.
- Ipersensibilità alle penicilline e agli altri antibiotici beta-lattamici.
- L’uso di aminopenicilline nei pazienti affetti da mononucleosi infettiva comporta una maggior incidenza di rash cutaneo.
Durante trattamenti prolungati con le aminopenicilline, soprattutto in pazienti affetti da insufficienza epatica o renale, occorre monitorare periodicamente la funzionalità epatica e renale. In caso di insufficienza renale risulta necessario un aggiustamento del dosaggio in relazione alla gravità della patologia, dell’infezione e alla sensibilità dell’agente infettante al trattamento.
Con i contraccettivi orali: la possibilità che le penicilline ad ampio spettro riducano l’efficacia dei contraccettivi orali rimane tuttora un problema controverso. L’ipotesi che sta alla base di tale interazione è che le penicilline interferendo con la crescita della normale flora intestinale, interferiscano sia con l’assorbimento del contraccettivo orale che col ricircolo enteroepatico dell’estrogeno. Tuttavia i dati disponibili non supportano tale ipotesi (in diversi studi, la somministrazione del farmaco non ha influenzato significativamente i livelli plasmatici di etinilestradiolo, levonorgestrel, noretiestrone, FSH, LH) e, complessivamente, il rischio di gravidanze indesiderate dovute a possibile fallimento del contraccettivo in caso di impiego concomitante di antibiotici è ricompreso nel “range” del rischio generale di fallimento di questo metodo di contraccezione. In alcune donne la concentrazione plasmatica di estradiolo effettivamente diminuisce e le donne sembrano ovulare; anche se questo evento non si deve necessariamente tradurre in una gravidanza, indica che una percentuale di donne vulnerabili esiste. Tuttavia, non esistono fattori predittivi che consentano di stabilire quali donne siano più a rischio. Con il warfarin: il valore di INR potrebbe variare in corso di terapia con penicilline ad ampio spettro.
Somministrazione e dosi usuali Le singole dosi o la durata del trattamento variano notevolmente in rapporto all’infezione da trattare, all’età del paziente e alla funzionalità renale: Via orale : Adulti : 500 mg-1 g ogni 8-12 ore. Bambini (di peso inferiore a 20 kg o fino a 10 anni): 12,5-25 mg/kg ogni 8-12 ore Via i.m. e e.v. : Adulti : 500 mg-2 g ogni 6-8 ore;
Bambini : 12,5-25 mg/kg ogni 6-8 ore.
Nell’insufficienza renale: di grado lieve o moderato (clearance della creatinina compresa tra 50 e 10 ml/min.): 500 mg ogni 12 ore; di grado severo (clearance della creatinina inferiore a 10 ml/min.): 500 mg ogni 24 ore. I pazienti sottoposti ad emodialisi dovrebbero ricevere una dose addizionale di amoxicillina dopo ogni trattamento (il farmaco è dializzabile).
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Bibliografia – Goodman Gilman, T.W. Rall et al., Amoxicillina, Le basi farmacologiche della terapia 9 a edizione, 1007 – Aminopenicillins general statement, AHFS Drug Information 95, 276-289 – Amoxicillin, AHFS Drug Information 95, 289-291 – Amoxicillin, Drug Facts and Comparisons, 1231 – Amoxicillin, British National Formulary 43 a edizione, 261-262 -British National Formulary 43 a edizione, Appendix I: Interactions -British National Formulary 43 a edizione, Appendix 4: Pregnancy – Amoxil, Phisicians’ Desk Reference 53 a edizione, 1999, 3019-3023 – Dosaggio dei farmaci antimicrobici (amoxicillina), Guida alla terapia antimicrobica,The Medical Letter, edizione 2002, 176-177 – Zanfi D.
Qual è la differenza tra amoxicillina e Augmentin?
Augmentin, noto anche come ‘coamoxiclav’, contiene due principi attivi: amoxicillina, un antibiotico della famiglia dei beta-lattamici (la stessa delle penicilline), e acido clavulanico, un ‘inibitore della beta-lattamasi’.
Cosa non mangiare con amoxicillina?
Le avvertenze con antibiotici e antinfiammatori – «Alcune classi di antibiotici, come le tetracicline, possono presentare un’interazione con il calcio, per cui occorre distanziare l’assunzione di latte e latticini di un paio d’ore», spiega l’esperto.
- Nessun problema particolare, invece, con gli antibiotici più frequentemente usati nei bambini.
- «Amoxicillina e acido clavulanico non richiedono attenzioni alimentari specifiche: è vero però che l’assunzione a stomaco pieno può migliorarne la tollerabilità, riducendo nausea e vomito che possono correlarsi alla sua assunzione».
Lo stesso vale per alcuni dei più comuni antinfiammatori di uso pediatrico, come l’ibuprofene: uno spuntino può aiutare a proteggere lo stomaco. Invece il paracetamolo non presenta tossicità a livello gastrico, per cui il momento della somministrazione è indifferente: semplicemente, a pancino vuoto si avrà un effetto più rapido.
Perché l’antibiotico va preso ogni 12 ore?
Come si classificano gli antibiotici? – Gli antibiotici possono essere classificati in diversi modi. Il primo è in base agli effetti ottenuti sul microrganismo. A seconda della quantità di farmaco somministrata, possono essere:
- batteriostatici, cioè che bloccano la crescita e facilitano l’eliminazione da parte dell’ospite;
- battericidi, cioè che provocano la morte del parassita.
Gli antibiotici possono essere classificati anche in base allo spettro d’azione. In questo caso si dividono in:
- ad ampio spettro, ovvero antibiotici che sono attivi sia verso batteri gram positivi che gram negativi;
- a spettro ristretto, ovvero attivi solo su batteri specifici.
Alcuni antibiotici hanno un’attività che dipende prevalentemente dalla concentrazione presente nel sangue. Per altri, invece, l’attività dipende dalla durata del tempo in cui la concentrazione nel sangue supera la soglia minima per inibire la crescita dei batteri (attività tempo dipendente).
Nel secondo caso, è necessario rispettare l’intervallo di assunzione tra le dosi. Per esempio, in caso di faringite, è necessario assumere l’antibiotico amoxicillina due volte al giorno, ogni 12 ore. Questo schema fa sì che l’antibiotico sia presente nel sangue in una concentrazione efficace per un periodo di tempo sufficiente.
Quando due antibiotici somministrati insieme uniscono le loro attività, potenziandole in quanto agiscono su due bersagli diversi, si parla di sinergismo. Invece, quando le attività di ciascun antibiotico hanno un effetto negativo l’una sull’altra perché agiscono entrambi sullo stesso bersaglio, si parla di antagonismo.
- ci si trova di fronte a infezioni causate da più batteri
- ci si trova di fronte a batteri resistenti
- si vuole avere un effetto sinergico
Quando ce il catarro bisogna prendere l’antibiotico?
Quando chiamare il medico – I sintomi che dovrebbero indurre il paziente a rivolgersi al medico sono:
- febbre oltre 38°,
- febbre e tosse con muco denso o sanguinolento,
- cardiopatia o problema polmonare cronici,
- affanno o difficoltà a respirare,
- sintomi che si protraggono oltre 3 giorni,
- episodi ripetuti di bronchite/ bronchiolite,
Nel caso di un bambino, se ha meno di tre mesi e ha la febbre, è importare chiamare il medico con tempestività. La bronchite acuta di solito guarisce spontaneamente nel giro di alcuni giorni, ma andate dal medico se:
- La tosse è molto forte oppure vi impedisce di dormire. Il medico vi può prescrivere farmaci antitosse per aiutarvi a riposare bene.
- Avete una febbre lieve che continua per più di tre giorni oppure una febbre maggiore di 38°, accompagnata da difficoltà respiratorie e produzione di muco giallastro, verdastro o con tracce di sangue. In questo caso potreste avere la polmonite, Il catarro più denso di solito è indice di infezione batterica, che può essere curata con gli antibiotici, Potreste anche essere stati colpiti da una sinusite batterica.
- La tosse dura per più di tre settimane. In alcuni pazienti l’infiammazione provocata da un’infezione cronica può condurre all’asma.
- Avete problemi cronici ai polmoni o al cuore, compresa l’asma, l’enfisema o l’ insufficienza cardiaca congestizia e pensate di aver contratto la bronchite. Queste malattie, infatti, aumentano il rischio di complicazioni originate dalle infezioni bronchiali.
- Avete episodi di bronchite ripetuti. Potreste avere una bronchite cronica oppure un’altra malattia grave, come ad esempio l’asma o una dilatazione delle vie respiratorie che rimangono ostruite dal muco.
Cosa si prende insieme agli antibiotici?
I fermenti lattici vanno assunti insieme con l’antibiotico o dopo la cura? – Salute & Benessere L’antibiotico va a braccetto con i fermenti lattici. Anche chiamati probiotici, ceppi batterici in grado di proteggere e di riequilibrare la flora batterica intestinale colpita dall’azione dell’antibiotico.
- Ma quando vanno assunti? Insieme alla terapia antibiotica o dopo averla terminata? La risposta e’ falsoL’antibiotico va a braccetto con i fermenti lattici.
- Anche detti probiotici, sono ceppi batterici in grado di proteggere e di riequilibrare la flora batterica intestinale colpita dall’azione dell’antibiotico.
Ma quando vanno assunti? Insieme alla terapia antibiotica o dopo averla terminata? “L’antibiotico – risponde la dottoressa Lucilla Ricottini, pediatra e docente Consulcesi Club – distrugge la flora intestinale, e quindi l’azione del probiotico assunto durante la terapia potrebbe ridursi.
Assumere i fermenti lattici insieme all’antibiotico può quindi avere senso per tamponare alcuni effetti collaterali della terapia, come ad esempio la diarrea, ma non serve a riequilibrare la flora intestinale. Significherebbe perdere risorse importanti”.”È invece necessario assumere probiotici dopo aver terminato la terapia antibiotica – prosegue la dottoressa Ricottini -.
In questo modo, i fermenti lattici ristabiliranno l’equilibrio della flora microbiotica intestinale, quindi il microbioma, che è fondamentale per la modulazione del sistema immunitario e per proteggere la parete intestinale”. Tra pochi giorni al quesito della rubrica VERO O FALSO di ANSA Salute risponderà l’esperto indicato da Consulcesi Club RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA : I fermenti lattici vanno assunti insieme con l’antibiotico o dopo la cura? – Salute & Benessere
Perché torna la febbre dopo l’antibiotico?
Febbre elevata dopo prima somministrazione di meropenem Autore: Nicoletta Ho iniziato terapia antibiotica in vena con merrem e nebicina. Dopo la prima somministrazione ho iniziato ad avere febbre altissima (39.8°) e alla fine ho dovuto sospendere la terapia.
Volevo sapere quale antibiotico può avere scatenato questa reazione, e se potrò più in futuro assumerlo. Grazie Bisognerebbe essere certi innanzitutto che la febbre di cui si parla non sia stata la continuazione, esacerbata, di una febbre preesistente al trattamento antibiotico e indipendente dal trattamento.
Tuttavia, alcuni antibiotici, seppur raramente, possono causare febbre. Una febbre elevata che non esisteva prima e che fa seguito di poche ore al primo trattamento antibiotico potrebbe essere dovuta al tumultuoso effetto battericida (effetto di uccisione dei batteri) di quell’antibiotico: la rapida distruzione di una grande quantità di batteri potrebbe liberare nel sangue una grande quantità di sostanze derivate dalla distruzione batterica capaci di indurre febbre (effetto pirogeno).
Un tale effetto era stato osservato originariamente dopo la prima somministrazione di antibiotico nella sifilide ed era stato chiamato reazione di Herxheimer. Un simile effetto è eccezionalmente possibile anche nel trattamento di altre infezioni, comprese quelle che si hanno in fibrosi cistica, quando si impiegano antibiotici della grande famiglia dei cosiddetti beta-lattamici: tra questi vi sono i vari tipi di penicilline ed anche i carbapenemici, che includono il meropenem (merrem).
Questa febbre scompare spontaneamente di solito dopo i primi 2-3 giorni. Questi stessi antibiotici possono dare anche una febbre su base immuno-allergica: questa compare peraltro dopo alcuni giorni di trattamento, in genere verso il 10° giorno e può accompagnarsi ad altri sintomi, specie eruzioni cutanee.
Nel caso particolare, se di effetto indesiderato dell’antibiotico si trattasse, è del tutto improbabile che esso dipenda dalla tobramicina (nebicina) e si dovrebbe tener in considerazione invece il meropenem. Queste questioni andrebbero ben discusse con il centro di cura, e con i medici del centro si dovrebbe anche discutere sul da farsi per il futuro nel caso si dovesse ricorrere ancora allo stesso antibiotico per mancanza di altri antibiotici attivi sull’infezione in causa, una volta appurato che la febbre era dovuta veramente a quell’antibiotico.
Vi sono modalità per prevenire o contenere le eventuali reazioni. Nel caso si concludesse per una reazione di tipo immuno-allergico bisognerà anche tener conto delle possibili (non obbligatorie) reazioni verso altri antibiotici della categoria “beta-lattamici”.G.M.
Quando si prende l’antibiotico si può bere il caffè?
Quando si prende l’antibiotico si può bere il caffè? – La maggior parte degli antibiotici può essere presa con il caffè, ma ci sono alcune eccezioni. Ad esempio, alcuni antibiotici, come la ciprofloxacina e l’azitromicina, possono interagire con la caffeina, aumentando i suoi effetti stimolanti.
Perché l’antibiotico abbassa le difese immunitarie?
Antibiotici e microbiota – Il microbiota esercita più funzioni benefiche per l’organismo, tanto da essere considerato un vero e proprio organo sistemico addizionale. Tra le funzioni più note vi sono quelle di produrre vitamina K, di fermentare le fibre vegetali altrimenti indigeribili e di stimolare la funzione immunitaria.3 Essendo gli antibiotici farmaci ad attività antibatterica, ed essendo il microbiota intestinale costituito da batteri, è intuibile come l’esposizione agli antibiotici danneggi il microbiota con importanti ripercussioni sullo stato di salute dovute, tra l’altro, alla compromissione immunitaria associata.2,4 Infatti, numerose evidenze scientifiche confermano che gli antibiotici sono causa di disbiosi, ovvero di alterazioni quali-quantitative delle specie batteriche e di compromissione della funzione del microbiota; gli antibiotici di uso più comune riducono del 30% circa la quantità dei batteri presenti nel lume intestinale con impoverimento della diversità di specie.2,4 Dal punto di vista funzionale, poi, il microbiota post-antibiotico dimostra attività biologiche alterate rispetto alla condizione normale con profili metabolici e funzionali più vicini a quelli che caratterizzano gli stati di malattia che non a quelli tipici del benessere fisico.2,5 Una volta che il trattamento antibiotico è terminato, il microbiota va incontro a una ripresa che tuttavia è lenta (mesi o addirittura anni) e parziale (non viene a ripristinarsi la stessa varietà di specie batteriche presenti prima della terapia antibiotica, ma solo di alcuni dei ceppi preesistenti).2 Nelle condizioni di disbiosi, che come accennato durano mesi-anni dopo la fine del trattamento antibiotico, si realizza una certa compromissione del sistema immunitario che esita in una condizione di aumentata sensibilità alle infezioni, sia intestinali, sia sistemiche.2,3 L’impatto negativo della disbiosi da antibioticoterapia sul sistema immunitario è ancor più invalidante se si realizza nella prima infanzia, periodo critico per la maturazione del sistema immunitario e per lo sviluppo della tolleranza immunologica; molti casi di malattie allergiche, infiammatorie e autoimmuni sono risultati associati, infatti, alla disbiosi in fase neonatale per uso massiccio e continuativo di antibiotici.2,6
Cosa succede se prendo l’antibiotico e non ne ho bisogno?
Campagna informativa 2022-2023 Gli antibiotici sono una risorsa preziosa: il loro utilizzo ha permesso di salvare molte vite. Spesso però sono usati a sproposito. Se si usano inutilmente, potrebbero non funzionare più quando se ne avrà davvero bisogno. L’uso eccessivo di antibiotici rende i microbi resistenti e riduce, nel tempo, l’efficacia di questi farmaci.
Quanto dura l’effetto dell Augmentin?
BUSSOLA La Redazione Formulazioni per uso orale
sospensione uso pediatrico | es. Velamox Sintofarm Farmaceutici |
capsule e compresse solubili 500 mg | es. Zimox Pharmacia & Upjohn |
compresse e compresse solubili 1 g | es. Zimox Pharmacia & Upjohn |
Formulazioni per uso parenterale
1 flacone di liofilizzato per uso i.m.e.v.500 mg + 1 fiala solvente | es. Simplamox Isf-RM, Velamox Sintofarm Farmaceutici |
1 flacone liofilizzato per uso i.m.e.v.1 g + 1 fiala solvente 4 ml | es. Simplamox Isf-RM, Velamox Sintofarm Farmaceutici |
Classe A del PTN Formulazioni per uso parenterale u so ospedaliero
50 e 100 flaconi 500 mg | Amoxicillina K24 K24 Farmaceutici |
50 e 100 flaconi 1 g | Amoxicillina K24 K24 Farmaceutici |
Indicazioni approvate : infezioni da germi sensibili all’amoxicillina: infezioni acute e croniche delle vie respiratorie, infezioni otorinolaringoiatriche e stomatologiche; infezioni dell’apparato urogenitale, infezioni enteriche e delle vie biliari; infezioni dermatologiche e dei tessuti molli; infezioni di interesse chirurgico.
- L’amoxicillina è indicata nell’eradicazione dell’Helicobacter pylori, producendo un conseguente decremento della ricorrenza dell’ulcera peptica.
- Proprietà farmacologiche L’amoxicillina è una penicillina semisintetica, differisce dall’ per la presenza di un gruppo ossidrilico nell’anello fenilico della catena laterale ed è stabile in ambiente acido.
Al pari delle altre penicilline, agisce inibendo la sintesi della parete cellulare batterica in quanto lega, inattivandoli, uno o più degli enzimi coinvolti in tale processo (PBPs: penicillin binding proteins), esercitando attività battericida: l’autolisi della parete da parte degli enzimi litici (autolisine e mureina-idrolasi) prodotti dai batteri stessi non è più controbilanciata dalla produzione ex-novo di componenti della parete stessa.
Presenta uno spettro d’azione sovrapponibile a quello dell’ampicillina risultando attiva contro numerosi germi Gram-positivi e Gram-negativi quali streptococchi, enterococchi, E. Coli, Haemophilus influenzae, Proteus mirabilis, Neisseria meningitidis e Neisseria gonorrhoeae, Rispetto all’ampicillina è meno attiva nei confronti di Shigella sp.
e più attiva, per via parenterale, nei confronti delle salmonelle resistenti al cloramfenicolo e, per via orale, nella eradicazione delle salmonelle nei portatori sani. È inattivata dalle beta-lattamasi. Somministrata per via orale, l’amoxicillina viene ben assorbita ed inoltre il suo assorbimento non viene influenzato dalla presenza di cibo.
Rispetto all’ampicillina, presenta un miglior assorbimento e il picco ematico raggiunto dopo la somministrazione di dosi identiche è 2-2,5 volte superiore; tale picco viene raggiunto dopo circa 2 ore. Circa il 20-25% è legato alle proteine plasmatiche; si distribuisce ampiamente nei diversi organi e tessuti.
L’emivita dell’amoxicillina è breve (1,5 ore) però concentrazioni plasmatiche terapeuticamente efficaci si protraggono alle dosi usuali per 4-6 ore. Viene parzialmente metabolizzata (20%) a livello epatico ma la maggior parte di una dose viene rinvenuta nelle urine come tale.
Effetti indesiderati Controindicazioni Avvertenze Gravidanza e allattamento : gli studi condotti nell’animale e l’esperienza clinica riguardanti l’uso dell’amoxicillina in gravidanza non hanno evidenziato alcun effetti tossico o teratogeni. Interazioni
Sono generalmente poco frequenti, non gravi e simili a quelli delle altre penicilline. Le reazioni di ipersensibilità (rash cutanei, prurito, orticaria) sono gli effetti collaterali più frequenti. Occasionalmente possono comparire disturbi gastrointestinali (glossite, stomatite, nausea, vomito e diarrea).
- Raramente si possono riscontrare: discrasie ematiche (leucopenia, trombocitopenia e anemia emolitica), colite pseudomembranosa e nefrite interstiziale di norma reversibili alla sospensione del trattamento.
- Ipersensibilità alle penicilline e agli altri antibiotici beta-lattamici.
- L’uso di aminopenicilline nei pazienti affetti da mononucleosi infettiva comporta una maggior incidenza di rash cutaneo.
Durante trattamenti prolungati con le aminopenicilline, soprattutto in pazienti affetti da insufficienza epatica o renale, occorre monitorare periodicamente la funzionalità epatica e renale. In caso di insufficienza renale risulta necessario un aggiustamento del dosaggio in relazione alla gravità della patologia, dell’infezione e alla sensibilità dell’agente infettante al trattamento.
Con i contraccettivi orali: la possibilità che le penicilline ad ampio spettro riducano l’efficacia dei contraccettivi orali rimane tuttora un problema controverso. L’ipotesi che sta alla base di tale interazione è che le penicilline interferendo con la crescita della normale flora intestinale, interferiscano sia con l’assorbimento del contraccettivo orale che col ricircolo enteroepatico dell’estrogeno. Tuttavia i dati disponibili non supportano tale ipotesi (in diversi studi, la somministrazione del farmaco non ha influenzato significativamente i livelli plasmatici di etinilestradiolo, levonorgestrel, noretiestrone, FSH, LH) e, complessivamente, il rischio di gravidanze indesiderate dovute a possibile fallimento del contraccettivo in caso di impiego concomitante di antibiotici è ricompreso nel “range” del rischio generale di fallimento di questo metodo di contraccezione. In alcune donne la concentrazione plasmatica di estradiolo effettivamente diminuisce e le donne sembrano ovulare; anche se questo evento non si deve necessariamente tradurre in una gravidanza, indica che una percentuale di donne vulnerabili esiste. Tuttavia, non esistono fattori predittivi che consentano di stabilire quali donne siano più a rischio. Con il warfarin: il valore di INR potrebbe variare in corso di terapia con penicilline ad ampio spettro.
Somministrazione e dosi usuali Le singole dosi o la durata del trattamento variano notevolmente in rapporto all’infezione da trattare, all’età del paziente e alla funzionalità renale: Via orale : Adulti : 500 mg-1 g ogni 8-12 ore. Bambini (di peso inferiore a 20 kg o fino a 10 anni): 12,5-25 mg/kg ogni 8-12 ore Via i.m. e e.v. : Adulti : 500 mg-2 g ogni 6-8 ore;
Bambini : 12,5-25 mg/kg ogni 6-8 ore.
Nell’insufficienza renale: di grado lieve o moderato (clearance della creatinina compresa tra 50 e 10 ml/min.): 500 mg ogni 12 ore; di grado severo (clearance della creatinina inferiore a 10 ml/min.): 500 mg ogni 24 ore. I pazienti sottoposti ad emodialisi dovrebbero ricevere una dose addizionale di amoxicillina dopo ogni trattamento (il farmaco è dializzabile).
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Bibliografia – Goodman Gilman, T.W. Rall et al., Amoxicillina, Le basi farmacologiche della terapia 9 a edizione, 1007 – Aminopenicillins general statement, AHFS Drug Information 95, 276-289 – Amoxicillin, AHFS Drug Information 95, 289-291 – Amoxicillin, Drug Facts and Comparisons, 1231 – Amoxicillin, British National Formulary 43 a edizione, 261-262 -British National Formulary 43 a edizione, Appendix I: Interactions -British National Formulary 43 a edizione, Appendix 4: Pregnancy – Amoxil, Phisicians’ Desk Reference 53 a edizione, 1999, 3019-3023 – Dosaggio dei farmaci antimicrobici (amoxicillina), Guida alla terapia antimicrobica,The Medical Letter, edizione 2002, 176-177 – Zanfi D.
Per cosa si usa amoxicillina e acido clavulanico?
È opportuno utilizzare la terapia con amoxicillina e acido clavulanico nei neonati e nei bambini per trattare le seguenti infezioni: infezioni dell’orecchio medio e dei seni nasali (otiti e sinusiti); infezioni del tratto respiratorio (polmonite); infezioni a carico dei denti (ascessi );
Quale antibiotico per infezioni intestinali?
‡La selezione dell’antibiotico deve essere guidata dal test di sensibilità, quando disponibile, poiché la resistenza alla doxiciclina, ai fluorochinoloni e al trimetoprim/sulfametossazolo aumenta in alcune aree e ceppi. In generale, la doxiciclina è l’antibiotico di prima scelta raccomandato per gli adulti non gravidi.