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Cardirene A Cosa Serve?

Cardirene A Cosa Serve

Perché si prende il Cardirene?

04.1 Indicazioni terapeutiche –

  1. Per tutti i dosaggi (75 mg – 100 mg – 160 mg – 300 mg)
  2. – Prevenzione degli eventi atero-trombotici maggiori:
  3. – Dopo
  4. – Dopo o attacchi ischemici transitori (TIA)
  5. – In pazienti con instabile
  6. – In pazienti con pectoris stabile cronica
  7. – Prevenzione della riocclusione dei e nell’ percutanea transluminale (PTCA)
  8. Prevenzione degli nei pazienti con malattia ateromasica conclamata, nella di, nei pazienti in e nella prevenzione della durante circolazione extracorporea
  9. Per il solo dosaggio di 100 mg :
  10. – Prevenzione degli eventi in pazienti ad elevato rischio *
  11. * In soggetti a rischio elevato di un primo evento cardiovascolare maggiore (rischio a 10 anni > 20% in base alle carte di rischio del Progetto dell’Istituto Superiore di Sanità).

Quando è meglio prendere il Cardirene?

Come si usa Cardirene ? Dosi e modo d’uso – Nell’adulto 1 bustina al giorno da sciogliersi in un bicchiere d’acqua. Il trattamento deve iniziare con Cardirene 160 mg o Cardirene 300 mg, secondo prescrizione medica, subito dopo la comparsa dei primi sintomi e proseguire per almeno 5 settimane. É possibile proseguire la terapia con Cardirene 75 mg o Cardirene 100 mg. Dopo infarto miocardico oltre che nell’angina instabile il trattamento sarà iniziato il più presto possibile sia in caso di primo episodio che in caso di recidiva. La “Prevenzione degli eventi cardiovascolari in pazienti ad elevato rischio*” dovrà essere effettuata con il dosaggio di 100 mg. * In soggetti a rischio elevato di un primo evento cardiovascolare maggiore (rischio a 10 anni > 20% in base alle carte di rischio del Progetto Cuore dell’Istituto Superiore di Sanità). Da utilizzarsi solamente su prescrizione del medico. SOVRADOSAGGIO

Quando si prende il Cardirene prima o dopo i pasti?

Cardioaspirina: prima o dopo i pasti? – Le compresse di cardioaspirina sono gastroresistenti e a rilascio graduale. La posologia indica una pillola al giorno. Esistono anche formulazioni in bustine da preferire in gravidanza per la formulazione da 160 mg.

  • Nel foglietto illustrativo viene suggerito di prenderla prima dei pasti per avere un’efficacia maggiore.
  • In realtà, l’assunzione a stomaco vuoto può provocare effetti collaterali fastidiosi, soprattutto a livello gastrointestinale.
  • Di conseguenza, è consigliabile prendere la cardioaspirina a stomaco pieno, preferibilmente la sera, dopo cena.

Il ginecologo potrebbe anche suggerire di accoppiare un gastroprotettore al mattino, un farmaco che protegge la mucosa gastrica, riducendo gli effetti avversi. Le informazioni pubblicate in questo articolo non si sostituiscono al parere del medico. Ti invitiamo a consultarlo in caso di dubbi o necessità.

Cosa succede se si sospende Cardirene?

L’effetto boomerang dell’aspirina: se la terapia a basso dosaggio viene interrotta il rischio di infarto aumenta Fa bene quando viene seguita alla lettera, fa male quando viene interrotta. La terapia a lungo termine con aspirina in basso dosaggio assunta quotidianamente funziona nella prevenzione di eventi cardiovascolari come infarto e ictus.

Ma quando viene sospesa, il rischio di andare incontro alle complicanze cardiache aumenta. È la conclusione a cui è giunto un gruppo di cardiologi svedesi che, sulla rivista Ciruclation dell’American Heart Association, invita i pazienti a evitare interruzioni della terapia non giustificate da ragioni cliniche.

I ricercatori hanno raccolto informazioni su più di 600 mila persone che hanno assunto basse dosi di aspirina ogni giorno tra il 2005 e il 2009 per prevenire infarto e ictus, come suggeriscono le linee guida dell’American Heart Association. Tutti i partecipanti avevano più di 40 anni, non avevano tumori e avevano un livello di aderenza alla terapia pari all’80 per cento nel primo anno di cura.

Gli scienziati hanno osservato il campione per tre anni, annotando tutti i problemi di salute emersi durante l’intero periodo. Nel corso dello studio ci sono stati in tutto 62.690 eventi cardiovascolari. Tra i pazienti che avevano smesso di assumere l’aspirina, una persona ogni 74 ha registrato un evento cardiovascolare in più ogni anno.

In percentuale, il numero di eventi cardiovascolari tra chi aveva interrotto la terapia era del 37 per cento superiore rispetto a chi invece aveva seguito diligentemente le indicazioni prescritte dal medico. I ricercatori hanno anche notato che il rischio di eventi cardiovascolari aumentava subito dopo la sospensione della terapia e non diminuiva con il passare del tempo.

  1. «La terapia con aspirina a basso dosaggio – afferma Johan Sundstromis, professore di epidemiologia alla Università di Uppsala in Svezia e principale autore dello studio – è una terapia semplice ed economica.
  2. Finché non compaiono sanguinamenti e non ci sono interventi chirurgici in vista, la nostra ricerca dimostra che la terapia ha grandi benefici sulla salute pubblica quando però i pazienti vi aderiscono».

Ma i dati statistici dimostrano che di “bravi pazienti” non ce ne sono molti: dal 10 al 20 per cento delle persone che sono sopravvissute a un infarto interrompe l’assunzione di aspirina entro i tre anni dall’evento. Non solo: dal 30 al 50 per cento dei pazienti non rispetta le regole della prescrizione.

  1. C’è chi ogni tanto salta l’appuntamento quotidiano con la pillola e chi assume dosaggi diversi da quelli indicati.
  2. In tutti questi casi, avvertono i ricercatori, la terapia può avere un effetto boomerang.
  3. L’aspirina, infatti, serve per fluidificare il sangue evitando la comparsa di rischiosi coaguli.
  4. In assenza di questa azione fluidificante perché la pillola non viene più assunta, il rischio di coaguli aumenta.

«Speriamo che la nostra ricerca- concludono i cardiologi – possa aiutare i medici, il personale sanitario e i pazienti a prendere decisioni informate sull’opportunità o meno di interrompere l’assunzione di aspirina». : L’effetto boomerang dell’aspirina: se la terapia a basso dosaggio viene interrotta il rischio di infarto aumenta

Cosa non si deve mangiare quando si prende la cardioaspirina?

di Luca Pacciolla – I farmaci anticoagulanti hanno un ruolo molto importante nel ridurre il rischio trombotico. In base alla modalità di somministrazione (per bocca o iniettabili), al meccanismo d’azione ed ai possibili effetti collaterali, si dividono in tre grandi categorie: anticoagulanti orali o cumarinici, eparine e nuovi farmaci anticoagulanti orali (NOAC o NAO).

Riferendoci agli anticoagulanti orali, è di fondamentale importanza non trascurare le possibili interazioni con gli alimenti (oltre che ovviamente con altri farmaci). Gli anticoagulanti orali o cumarinici (Coumadin e Sintrom) si assumono una volta al giorno, preferibilmente alla stessa ora, meglio se lontano dai pasti, nelle ore centrali del pomeriggio o la sera prima di andare a letto.

Poiché la dose di farmaco necessaria è molto variabile tra i diversi individui, è necessario misurare il tempo di coagulazione attraverso uno specifico esame del sangue ( da cui si ricava il valore del noto INR), per verificare l’efficacia e la sicurezza del trattamento.

MECCANISMO D’AZIONE DEL FARMACO Questi farmaci interferiscono con la vitamina K (fondamentale per l’attività dei fattori di coagulazione che servono per la formazione del coagulo). Capiamo quindi come i cibi ricchi di Vitamina K ostacolino l’effetto del farmaco. La vitamina K, di cui disponiamo anche come farmaco, è in parte introdotta con il cibo e in parte direttamente prodotta nel nostro intestino dai germi che normalmente vi abitano; questo ci consente di averne sempre la quantità necessaria.

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Solo eccezionalmente l’apporto di vitamina K non è sufficiente alle normali necessità dell’organismo. Con una dieta regolare, equilibrata e soprattutto varia, molto raramente si hanno irregolarità di risposta agli anticoagulanti. Non è necessario, quindi, seguire diete specifiche durante la terapia anticoagulante orale e nessun cibo pertanto deve essere considerato “proibito” di per sé.

  1. Non ci sono motivazioni per abolire o ridurre l’assunzione di verdura e frutta.
  2. Questi cibi non alterano la risposta alla terapia, mentre sono in grado di aiutarci a non aumentare di peso e a regolarizzare l’intestino.
  3. Le verdure sono ricche di vitamine e sali minerali, elementi indispensabili per il nostro organismo.

L’assunzione costante di verdure ci aiuta a mantenere nel giusto equilibrio l’azione anticoagulante del farmaco. A questo proposito è importante sottolineare che, nel corso degli ultimi anni, è stato dimostrato che coloro che assumono regolarmente verdure hanno anche un più basso rischio di andare incontro a malattie cardiovascolari.

  1. Si dovrà, invece, prestare attenzione tutte le volte che ci sottoporremo a qualche regime dietetico che vada a modificare le abitudini avute fino ad allora.
  2. In tal caso dovremo accorciare per alcune settimane l’intervallo tra i controlli dell’INR.
  3. Coloro che devono iniziare diete specifiche per altre malattie (ad esempio il diabete) devono segnalarlo al loro Centro di riferimento.

Infatti, variazioni importanti nel modo abituale di alimentarsi possono influenzare l’INR. Devono inoltre essere considerate eventuali situazioni in cui, per i motivi più diversi, (ascesso dentale, diarrea o altre malattie) si riduca in modo drastico per qualche giorno la quantità di cibo assunta.

Ridurre il consumo di grassi soprattutto di origine animale, di bevande ed alimenti ricchi di zuccheri e assumere adeguate porzioni di frutta e verdura Variare il più possibile l’alimentazione in modo da introdurre tutti i nutrienti necessari per il nostro organismo

ALIMENTI CONSENTITI CON MODERAZIONE

Alcolici, Interferiscono con la metabolizzazione epatica degli anticoagulanti. L’alcool è una sostanza tossica per il nostro organismo ed esistono nel fegato sistemi capaci di eliminarlo. Tuttavia, tali sistemi in parte sono gli stessi che eliminano i farmaci anticoagulanti. Quando assumiamo alcool rallentiamo l’eliminazione degli anticoagulanti orali aumentandone l’effetto. Di conseguenza ci sono buone ragioni per contenere l’assunzione di tutte le bevande alcoliche. Alimenti ad alto contenuto di vitamina K (>100 mcg/100 gr) da assumere occasionalmente, in quantità limitate e mai associati tra di loro:

Spezie: prezzemolo, basilico, salvia, origano, erba cipollina. Verdura: cicoria, lattuga, spinaci freschi, broccoli, cavolo, cime di rapa, cavoletti di Bruxelles, rucola, verza. Olio di soia. Bevande: tè verde e tè nero.

Alimenti a medio contenuto di vitamina K (30-100 mcg/100gr) da assumere non più di due volte alla settimana in quantità ridotte e mai associati tra di loro:

Ortaggi: porri, sedano, peperoncino rosso, asparagi. Frutta: kiwi, avocado, frutta secca (soprattutto pistacchi). Semi: semi di zucca, pinoli. Legumi: piselli, soia. Condimenti: margarina, maionese. Carni: fegato di bovino, fegato di maiale. Tuorlo d’uovo. Tonno sott’olio. Cereali integrali (pasta, riso, crusca, farine, polenta). Olio di mais, olio extravergine di oliva. Caffè.

ALIMENTI CONSENTITI E CONSIGLIATI

Alimenti a basso contenuto di vitamina K (< 30 mcg/100gr) come:

Verdura: pomodori, melanzane, carote, zucchine, cetrioli, zucca, ravanelli, peperoni verdi, funghi. Frutta: uva, pere, albicocche, mele, ciliegie, pesche, prugne, agrumi, melone, banane.formaggi freschi come mozzarella, certosino, scamorza fresca, caciottine fresche, o 50 g di formaggi stagionati come il Grana o Parmigiano Carne: maiale, manzo, pollame scelte nelle parti più magre e private del grasso visibile. Adottare metodi di cottura come la griglia, il forno o anche in umido purché il tutto venga cucinato senza far friggere i condimenti. Affettati: preferire quelli più magri (prosciutto cotto, crudo e bresaola) privati del grasso visibile. Pesce: come tonno al naturale, crostacei (scampi, gamberi ecc.), molluschi (seppia, calamaro, polpo ).Latte, preferibile se parzialmente scremato, latte di soia, yogurt di latte vaccino. Cereali: pane, pasta, riso, pizza, crackers, mais.Legumi: lenticchie, ceci, fagioli.Erbe o piante aromatiche: capperi, aglio.Albume d’uovo.

CONSIGLI COMPORTAMENTALI Informare il medico curante circa l’eventuale assunzione di prodotti a base di erbe. Tali prodotti infatti presentano un contenuto non noto di vitamina K e di sostanze interferenti per cui possono influenzare anche in maniera considerevole il valore di INR. Alcuni infusi, in particolare quello di the verde, possono contrastare in maniera elevata l’azione degli anticoagulanti così come lo possono fare anche alcuni integratori a volte assunti sotto forma di tisane, e/o compresse (Ginkgo Biloba, Mirtillo, Fieno Greco, Ginseng, Coenzima Q, Gambo d’ananas, Iperico). Leggere le etichette dei prodotti, soprattutto per accertarsi del loro contenuto in vitamina K.

Credo da sempre nella Medicina della persona e per la persona, quella che si concede il lusso di prendere e dare in egual misura (ricevere esperienza e offrire consapevolezza), quella che entra in punta di piedi nella vita dei pazienti senza pretendere di decidere per loro ma con loro; SCOPRI DI PIÙ Il cibo riveste un ruolo fondamentale per l’essere umano, rappresenta il carburante indispensabile al funzionamento del corpo e prima ancora della mente, esprime una valenza preventiva, curativa, sociale e culturale, ci identifica e ci qualifica.

Chi soffre di pressione alta può prendere la cardioaspirina?

Indicazioni CARDIOASPIRIN ® Acido acetilsalicilico – CARDIOASPIRIN ® è utilizzata a scopo preventivo per ridurre l’incidenza di trombosi coronarica dopo infarto del miocardio, in pazienti con aumentato rischio ed affetti da angina pectoris, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, obesità, diabete mellito e familiarità per cardiopatie,

Che differenza c’è tra la cardioaspirina e l’aspirina?

La Cardioaspirina non è altro che l’acido acetilsalicilico, cioè la normale aspirina, con un dosaggio da 100 mg. La normale aspirina in compresse ha un dosaggio cinque volte superiore, 500 mg per ogni pastiglia, mentre quella effervescente è poco più di tre volte, 325 mg.

Quanta aspirina prendere per fluidificare il sangue?

Introduzione – L’ aspirina ha un’efficacia dimostrabile nella prevenzione di un nuovo attacco cardiaco o di un nuovo ictus, in determinati soggetti a rischio Quando usata a tal fine, si parla di prevenzione secondaria con aspirina, ossia l’assunzione del medicinale per prevenire un secondo episodio di un evento cardiovascolare.

Cardioaspirin (e non Cardioaspirina), Ascriptin, Cardirene,

Le dosi più comunemente prescritte prevedono l’assunzione di circa 100 mg al giorno (contro i 500 mg di una compressa di Aspirina usata per raffreddore e/o dolori), ma sono disponibili anche formulazioni con dosaggi leggermente diversi (75 mg, 300 mg, ). Cardirene A Cosa Serve iStock.com/Paul Bradbury

Quando sospendere la terapia anticoagulante?

Sospensione del farmaco anticoagulante (quando e come) negli interventi di elezione: Premessa fondamentale per gli interventi in elezione è la pianificazione della data di intervento. Il timing ottimale di sospensione dei farmaci AVK è 5 giorni prima dell’intervento.

Qual è la differenza tra antiaggreganti e anticoagulanti?

Anticoagulanti. Essi rallentano la coagulazione, riducendo la formazione della fibrina e impedendo che i coaguli si formino e crescano. Antiaggreganti. Essi impediscono la formazione di piastrine e impediscono che i coaguli si formino e crescano.

Chi prende anticoagulanti può prendere il sole?

Mentre in Italia l’ondata di calore non accenna a diminuire Federfarma consiglia ai cittadini alcune regole da adottare per assumere farmaci in sicurezza in estate le temperature elevate, infatti, impongono particolare attenzione alla corretta conservazione dei farmaci.

  1. C’è poca consapevolezza del fatto che i farmaci esposti ad alte temperature possono deteriorarsi, perdere efficacia o provocare danni”, osserva Roberto Tobia, segretario di Federfarma.
  2. Durante l’estate, invece, occorre prestare massima attenzione oltre che alla data di scadenza, alla temperatura di conservazione, che non dovrebbe superare i 25 gradi”.
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I farmaci più deperibili sono quelli per l’epilessia, gli anticoagulanti, gli antipertensivi e quelli per il diabete, come le insuline, che vanno conservate in frigo. Per questo, è buona regola non portarli mai in borsa in spiaggia ne’ lasciarli in auto al sole, ma tenerli a casa o in albergo, a temperature adeguate.

Comunque, sarebbe opportuno, prima di assumerli, controllare che non vi siano alterazioni nel colore e nell’aspetto. Altro consiglio è portare in vacanza l’intera confezione e non il solo blister. “Mettere insieme tutti i blister per risparmiare spazio in valigia – precisa Tobia – è un errore che, specie in persone anziane, rischia di provocare confusione tra le terapie.

Va invece portata tutta la scatola, incluso il bugiardino, che è bene aver sempre dietro per consultarlo in caso di necessità”. Chi viaggia in aereo deve. Bisogna ricordare di non mettere i farmaci in stiva, ma nel bagaglio a mano, e dovrebbe portare con sé la prescrizione del medico, per giustificare l’ingresso di farmaci in altri Paesi che o per riacquistarli in caso di necessità.

  1. Gli spray andrebbero trasportati in buste termiche.
  2. In genere in estate son preferibili compresse e pasticche, meno sensibili alle alte temperature rispetto alle formulazioni liquide.
  3. Altro aspetto da non sottovalutare è l’interazione tra farmaci e raggi UV: “nel caso si assumano cortisonici, antinfiammatori non steroidei (FANS), antibiotici e terapie ormonali, l’esposizione al sole può provocare dermatiti e eczemi o macchie sulla pelle”.

In questi casi, è opportuno applicare sulla pelle una protezione solare con SPF molto elevato. Infine, attenti a non cadere nella tentazione di modificare autonomamente le terapie per adattarle ai ritmi dell’estate: “chi, ad esempio, soffre di ipertensione e in estate ha una pressione più bassa, non deve dividere le compresse: ogni modifica alla terapia va concordata col medico”.

Chi prende la cardioaspirina può prendere il sole?

Aspirina e esposizione al sole – Secondo i dati raccolti dal sistema d vigilanza dei farmaci sulle reazioni avverse non risultano esserci problemi legati all’esposizione al sole dopo l’assunzione dell’acido acetilsalicilico, il principio attivo della comune Aspirina. : Farmaci da evitare con l’esposizione al sole

Quando si prende la cardioaspirina bisogna prendere la protezione per lo stomaco?

Bruciore di stomaco, dieci azioni utili per contrastarlo Cardirene A Cosa Serve «Nel 90 per cento dei casi quella fastidiosa sensazione di bruciore e acidità che si registra al centro dell’addome è dovuta a disturbi dell’apparato digerente», spiega il professor Alessandro Repici, responsabile e coordinatore dei Servizi di Endoscopia digestiva della Clinica Fornaca e degli ospedali Humanitas.

  1. Bruciore di stomaco : alzi la mano chi non lo ha mai avuto.
  2. Senza contare lo stress, può bastare qualche eccesso a tavola per favorire quella fastidiosa sensazione di bruciore e acidità al centro dell’addome che nel 90 per cento dei casi è dovuta a disturbi dell’apparato digerent e per via della risalita di succhi gastrici in direzione dell’esofago.

Su tutti il tanto temuto reflusso gastroesofageo : «È causato dalla risalita verso l’esofago di materiale acido proveniente dallo stomaco che provoca un’ azione irritante, In genere, il bruciore compare subito dopo il pasto, mentre altri possibili sintomi sono rappresentati dal rigurgito acido e da un senso di digestione lenta e faticosa», spiega il professor Alessandro Repici, responsabile e coordinatore dei Servizi di Endoscopia digestiva della Clinica Fornaca e degli ospedali Humanitas nonché professore di Gastroenterologia alla Humanitas University di Milano.

  • Un’altra causa frequente del bruciore di stomaco è la dispepsia : «Si tratta di un disturbo funzionale collegato a cattiva alimentazione, ansia, stress e tensioni – conferma il professor Repici -.
  • Di solito il bruciore di stomaco si manifesta poco dopo il pasto, mentre altri sintomi possibili sono la digestione lenta e la pancia gonfia».

Attenzione però anche alla gastrite da farmaci : «L’infiammazione della mucosa dello stomaco è legata a un eccessivo utilizzo di antidolorifici e antinfiammatori non steroidei, tra i quali figura la cardioaspirina utilizzata nella prevenzione cardiovascolare.

In questo caso, il bruciore compare una o due ore dopo il pasto e, se con il passare del tempo si avverte un dolore trafittivo, potrebbe essere spia di un’ ulcera », aggiunge il professor Repici, Molto temuta è l’infezione con Helicobacter Pylori : «Questo batterio favorisce lo sviluppo di gastrite, ulcera gastrica e ulcera duodenale.

Anche con la gastrite, in genere, il bruciore fa capolino una o due ore dopo il pasto e, in caso di ulcera, quattro o cinque ore dopo il pasto. Può essere presente un dolore trafittivo, simile a una pugnalata, appena sotto lo sterno», prosegue il professor Repici,

  • Non occorrono particolari accertamenti quando il bruciore è occasionale, ma se persiste e non migliora con i farmaci può diventare utile eseguire la ricerca dell’Helicobacter pylori, con il test del respiro o un esame delle feci nonché la gastroscopia,
  • «La gastroscopia, associata alla biopsia di alcuni frammenti della mucosa gastrica, è indicata in particolar modo in chi ha più di 45-50 anni per escludere un’ulcera grave o un tumore o in chi ha meno di 50 anni nel caso in cui, dopo la terapia, continuano a persistere disturbi gastrici o presenza di certi sintomi quali, ad esempio, calo di peso e anemia anche in assenza di evidenti perdite di sangue», puntualizza il professor Repici,

Che sulle cure aggiunge: «Quando il bruciore di stomaco è occasionale si ricorre a farmaci antiacidi come bicarbonato di sodio o prodotti a base di sali di magnesio e alluminio. L’alternativa è rappresentata dai cosiddetti alginati o dai farmaci che combinano acido ialuronico e condroitin solfato e che proteggono in modo meccanico lo stomaco dall’acido impedendone il reflusso in esofago».

E se i disturbi sono ricorrenti o cronici? «Si ricorre a farmaci che inibiscono la secrezione acida, i cosiddetti PPI o inibitori della pompa protonica ». risponde il professor Repici, In presenza dell’Helicobacter pylori la terapia prevede invece un particolare cocktail di antibiotici da associare per dieci giorni all’assunzione di PPI, mentre in presenza di un’ulcera provocata dall’abuso di farmaci antinfiammatori non steroidei il trattamento prevede l’abolizione di questi ultimi e il ricorso a una terapia capace di diminuire l’acidità gastrica con farmaci mirati.

Il professor Repici ricorda che chi segue una terapia con cardioaspirina dovrebbe assumere a scopo preventivo farmaci gastroprotettori, mentre in caso di dispepsia occorre rivedere il proprio stile di vita e migliorare l’alimentazione. Infine ecco il decalogo di azioni utili a contrastare il bruciore di stomaco:

– non fumare. – limitare gli alcolici. – limitare le bevande contenenti caffeina come caffè, tè e cola. – ridurre l’assunzione di cibi ad alto contenuto acido come agrumi, aceto, pomodori, menta, liquirizia e cioccolato. – evitare di usare troppe spezie, in particolar modo pepe e peperoncino. – ridurre i cibi e i condimenti grassi. – evitare pasti abbondanti. – evitare di indossare abiti o pantaloni stretti che possono comprimere l’addome. – non mettersi a letto subito dopo un pasto. – alzare la testata del letto di 20-30 centimetri se si soffre di reflusso.

: Bruciore di stomaco, dieci azioni utili per contrastarlo

Che differenza c’è tra la cardioaspirina e l’aspirina?

https://www.farmaciasanlorenzoparabiago.it/wp-content/uploads/2018/10/FB_IMG_1540299902210.jpg 478 319 Carlo Dr. Taiariol Carlo Dr. Taiariol https://secure.gravatar.com/avatar/05ebae7932e34e25ecde167c3fb880ce?s=96&d=mm&r=g 23 Ottobre 2018 23 Ottobre 2018 ASPIRINA, ASPIRINETTA e CARDIOASPIRINA In farmacia capita spesso di dover rispondere a domande solo apparentemente semplici e banali.

  • Un esempio classico è: “ma che differenza c’è tra?” Rispondiamo qui proprio a questa domanda, focalizzandoci su tre specialità farmaceutiche: Aspirina, Cardioaspirina e Aspirinetta.
  • Tre farmaci ed un solo principio attivo: l’Acido Acetil-Salicilico.
  • Uno dei farmaci più antichi e conosciuti, vero capostipite della classe degli antinfiammatori non steroidei (FANS), con molteplici proprietà terapeutiche, la principale legata all’azione antinfiammatoria, dovuta all’inibizione della ciclossigenasi di tipo 2 (COX-2) responsabile della cascata infiammatoria.
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Altra proprietà terapeutica non trascurabile, correlata ad un effetto indesiderato della molecola stessa, è l’azione anti-aggregante (da non confondere con un’azione anti-coagulante). La differenza tra le tre specialità non va quindi ricercata nel principio attivo ma nel dosaggio:

L’Aspirina ha un dosaggio che arriva fino a 500 mg, superiore rispetto alle altre specialità; viene utilizzata e prescritta esclusivamente per la sua azione antinfiammatoria. L’Aspirinetta è presente sul mercato ad un dosaggio pari a 100 mg. Ha attività prevalentemente anti-aggregante e fluidifica il sangue opponendosi alla formazione di trombi e coaguli in generale. Viene quindi utilizzata per prevenire il rischio di ictus o altre problematiche cardiovascolari. La Cardioaspirina si differenzia dall’Aspirinetta non per il dosaggio, sempre 100 mg di principio attivo, ma dalla formulazione costituita da un rivestimento gastro-resistente. La compressa non si dissolve a livello gastrico bensì a livello intestinale e questo permette di ridurre l’attività gastrolesiva di questa classe farmaceutica.

Come comportarsi? In caso di assunzione cronica o prolungata di queste specialità, bisogna porre attenzione soprattutto alla loro attività lesiva ai danni della mucosa gastrica. Proprio per questo è consigliato assumere tali farmaci in corrispondenza dei pasti e in caso non dovesse bastare, in accordo con il proprio medico si può combinare alla cura dei protettori gastrici (ad esempio i PPI, inibitori della pompa protonica).

In contrapposizione a questo, recenti teorie suggeriscono l’assunzione di cardioaspirina la sera prima di coricarsi, poiché la maggior probabilità di insorgenza di eventi cardiovascolari è riscontrabile soprattuto al mattino (studio dell’American Hearth Association). Quando si assumono farmaci anti-aggreganti e anti-coagulanti bisogna prestare attenzione a ferite ed emorragie.

Come agisce l’aspirinetta? L’Acido Acetilsalicilico già a bassi dosaggi è in grado di andare ad inibire la formazione di Trombossano A2 (TXA2), tramite un’azione specifica inibente dell’enzima ciclossigenasi. Il trombossano favorisce fisiologicamente l’aggregazione delle piastrine per modifica della loro struttura e forma.

  1. Venendo meno questa molecola, inibendo l’enzima che la produce, le piastrine non si aggregano più e quindi il sangue si fluidifica: l’acido acetilsalicilico determina una riduzione del 97-99% della sintesi piastrinica di TXA2 nei soggetti sani.
  2. Il trattamento prevede un dosaggio di 325 mg/die (approvato dalla FDA) per la profilassi primaria dell’infarto miocardico.

Il monitoraggio di questi farmaci viene effettuato ogni giorno da tutti i medici e farmacisti presenti sul territorio.

Quante Cardioaspirine si possono prendere al giorno?

Dosi e Modo d’usoCome usare Cardioaspirin: Posologia Se ha dubbi consulti il medico o il farmacista. La dose raccomandata è: 1 compressa al giorno in un’unica somministrazione.

Quando si prende la cardioaspirina bisogna prendere la protezione per lo stomaco?

Bruciore di stomaco, dieci azioni utili per contrastarlo Cardirene A Cosa Serve «Nel 90 per cento dei casi quella fastidiosa sensazione di bruciore e acidità che si registra al centro dell’addome è dovuta a disturbi dell’apparato digerente», spiega il professor Alessandro Repici, responsabile e coordinatore dei Servizi di Endoscopia digestiva della Clinica Fornaca e degli ospedali Humanitas.

Bruciore di stomaco : alzi la mano chi non lo ha mai avuto. Senza contare lo stress, può bastare qualche eccesso a tavola per favorire quella fastidiosa sensazione di bruciore e acidità al centro dell’addome che nel 90 per cento dei casi è dovuta a disturbi dell’apparato digerent e per via della risalita di succhi gastrici in direzione dell’esofago.

Su tutti il tanto temuto reflusso gastroesofageo : «È causato dalla risalita verso l’esofago di materiale acido proveniente dallo stomaco che provoca un’ azione irritante, In genere, il bruciore compare subito dopo il pasto, mentre altri possibili sintomi sono rappresentati dal rigurgito acido e da un senso di digestione lenta e faticosa», spiega il professor Alessandro Repici, responsabile e coordinatore dei Servizi di Endoscopia digestiva della Clinica Fornaca e degli ospedali Humanitas nonché professore di Gastroenterologia alla Humanitas University di Milano.

Un’altra causa frequente del bruciore di stomaco è la dispepsia : «Si tratta di un disturbo funzionale collegato a cattiva alimentazione, ansia, stress e tensioni – conferma il professor Repici -. Di solito il bruciore di stomaco si manifesta poco dopo il pasto, mentre altri sintomi possibili sono la digestione lenta e la pancia gonfia».

Attenzione però anche alla gastrite da farmaci : «L’infiammazione della mucosa dello stomaco è legata a un eccessivo utilizzo di antidolorifici e antinfiammatori non steroidei, tra i quali figura la cardioaspirina utilizzata nella prevenzione cardiovascolare.

In questo caso, il bruciore compare una o due ore dopo il pasto e, se con il passare del tempo si avverte un dolore trafittivo, potrebbe essere spia di un’ ulcera », aggiunge il professor Repici, Molto temuta è l’infezione con Helicobacter Pylori : «Questo batterio favorisce lo sviluppo di gastrite, ulcera gastrica e ulcera duodenale.

Anche con la gastrite, in genere, il bruciore fa capolino una o due ore dopo il pasto e, in caso di ulcera, quattro o cinque ore dopo il pasto. Può essere presente un dolore trafittivo, simile a una pugnalata, appena sotto lo sterno», prosegue il professor Repici,

  1. Non occorrono particolari accertamenti quando il bruciore è occasionale, ma se persiste e non migliora con i farmaci può diventare utile eseguire la ricerca dell’Helicobacter pylori, con il test del respiro o un esame delle feci nonché la gastroscopia,
  2. «La gastroscopia, associata alla biopsia di alcuni frammenti della mucosa gastrica, è indicata in particolar modo in chi ha più di 45-50 anni per escludere un’ulcera grave o un tumore o in chi ha meno di 50 anni nel caso in cui, dopo la terapia, continuano a persistere disturbi gastrici o presenza di certi sintomi quali, ad esempio, calo di peso e anemia anche in assenza di evidenti perdite di sangue», puntualizza il professor Repici,

Che sulle cure aggiunge: «Quando il bruciore di stomaco è occasionale si ricorre a farmaci antiacidi come bicarbonato di sodio o prodotti a base di sali di magnesio e alluminio. L’alternativa è rappresentata dai cosiddetti alginati o dai farmaci che combinano acido ialuronico e condroitin solfato e che proteggono in modo meccanico lo stomaco dall’acido impedendone il reflusso in esofago».

  1. E se i disturbi sono ricorrenti o cronici? «Si ricorre a farmaci che inibiscono la secrezione acida, i cosiddetti PPI o inibitori della pompa protonica ».
  2. Risponde il professor Repici,
  3. In presenza dell’Helicobacter pylori la terapia prevede invece un particolare cocktail di antibiotici da associare per dieci giorni all’assunzione di PPI, mentre in presenza di un’ulcera provocata dall’abuso di farmaci antinfiammatori non steroidei il trattamento prevede l’abolizione di questi ultimi e il ricorso a una terapia capace di diminuire l’acidità gastrica con farmaci mirati.

Il professor Repici ricorda che chi segue una terapia con cardioaspirina dovrebbe assumere a scopo preventivo farmaci gastroprotettori, mentre in caso di dispepsia occorre rivedere il proprio stile di vita e migliorare l’alimentazione. Infine ecco il decalogo di azioni utili a contrastare il bruciore di stomaco:

– non fumare. – limitare gli alcolici. – limitare le bevande contenenti caffeina come caffè, tè e cola. – ridurre l’assunzione di cibi ad alto contenuto acido come agrumi, aceto, pomodori, menta, liquirizia e cioccolato. – evitare di usare troppe spezie, in particolar modo pepe e peperoncino. – ridurre i cibi e i condimenti grassi. – evitare pasti abbondanti. – evitare di indossare abiti o pantaloni stretti che possono comprimere l’addome. – non mettersi a letto subito dopo un pasto. – alzare la testata del letto di 20-30 centimetri se si soffre di reflusso.

: Bruciore di stomaco, dieci azioni utili per contrastarlo

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