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Colesterolo Totale 240 Cosa Fare?

Colesterolo Totale 240 Cosa Fare

Quale valore del colesterolo è preoccupante?

Quando è pericoloso – Ma come facciamo a sapere se abbiamo superato il livello di guardia? Dato che il colesterolo alto non provoca di per sé alcun sintomo, c’è soltanto un modo: fare gli esami del sangue, che devono essere tanto più frequenti quanto l’età aumenta.

Il primo campanello d’allarme ce lo danno i valori del colesterolo totale, che non dovrebbero mai superare i 200 mg/dl; tra 200 e 239 si parla di colesterolo moderatamente alto, una condizione in cui si trova il 37% dei maschi e il 34% delle donne. Al di sopra dei 240 mg/dl si parla, infine, di colesterolo alto.

Per avere una stima migliore del rischio di incorrere in complicazioni cardiovascolari, bisogna, però, guardare anche alla composizione di quel valore totale. Nel sangue, infatti, il colesterolo può essere legato a due differenti tipi di proteine, che danno origine rispettivamente al ” colesterolo cattivo” ( LDL ), correlato con un rischio maggiore di sviluppare patologie cardiovascolari, e al ” colesterolo buono ” ( HDL ).

Il primo, LDL, dovrebbe restare al di sotto dei 130 mg/dl (valore ottimale è 100) e il secondo, HDL, sopra i 39 nell’uomo e sopra i 45 nella donna. La strategia migliore per evitare di incappare nei problemi legati a un eccesso di colesterolo è cercare di evitare che i valori si alzino, cosa possibile perché nell’insorgenza dell’ipercolesterolemia gli stili di vita hanno in genere un ruolo di grande rilievo.

Ovviamente, bisogna a maggior ragione attenersi a sane abitudini alimentari quando il fatidico livello di 200 è già stato superato.

Qual è il super farmaco che dimezza il colesterolo?

Che cos’è Inclisiran e caratteristiche generali – Inclisiran è il nome di un principio attivo indicato per contrastare elevati livelli ematici di colesterolo, in particolare, di colesterolo LDL, Si tratta di un farmaco di recente approvazione il cui impiego è stato autorizzato dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) nel dicembre del 2020.

L’inclisiran è disponibile in un’unica specialità medicinale avente nome commerciale Leqvio® e prodotta da Novartis®. Per tale medicinale, con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 3 ottobre 2022, è stata approva da AIFA (l’Agenzia Italiana del Farmaco) la rimborsabilità. Esso, infatti, è stato classificato come farmaco di fascia A, pertanto, il suo costo può essere rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

per la sua dispensazione è, tuttavia, necessaria la presentazione di ricetta medita ripetibile di tipo limitativo (RRL – farmaci vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti). Esso si pone come farmaco innovativo nell’ambito della lotta contro il colesterolo elevato per il suo particolare meccanismo d’azione e per la modalità e la frequenza di somministrazione: iniezione sottocutanea da praticare due volte l’anno.

Tali caratteristiche hanno spinto alcuni medici a definire l’inclisiran come una sorta di “vaccino anti-infarto”. Naturalmente, tale definizione è impropria, in quanto – nonostante via di somministrazione e frequenza di assunzione possano ricordare in un qualche modo una sorta di ciclo vaccinale – di fatto non si tratta di un vaccino, ma di un farmaco che certamente può rappresentare una svolta nel trattamento dell’ipercolesterolemia in determinate categorie di pazienti.

A questo proposito, si segnala che nelle prime settimane di marzo 2022, tramite comunicato stampa, il Centro Cardiologico Monzino ha comunicato di aver arruolato i primi tre pazienti che prenderanno parte ad uno studio multicentrico internazionale denominato Victorion-2,

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Tale studio vedrà il coinvolgimento di oltre 10.000 pazienti in tutto il mondo, con l’obiettivo di dimostrare che il farmaco in questione è in grado di ridurre il rischio di eventi cardiovascolari gravi (quali ad esempio, infarto e ictus ), dimezzando i livelli di colesterolo “cattivo” o colesterolo LDL (LDL-C).

Nel corso di quest’articolo, invece, ci occuperemo delle principali caratteristiche del principio attivo inclisiran.

Chi ha il colesterolo alto può mangiare la pizza?

Se per colesterolo alto intendiamo 200–230 di ‘totale’ con una porzione cattiva media (LDL o VLDL), si puo’ certamente mangiare ogni tanto purche’ si scelga una pizza leggera con pochi grassi, quantita’ di formaggio moderata e pomodoro.

Quando il colesterolo comincia a diventare pericoloso?

iStock – Non sempre i cattivi nascono malvagi. È il caso del colesterolo, che non è pericoloso in senso assoluto, perché si tratta di una sostanza necessaria al buon funzionamento dell’organismo: per esempio, è il principale costituente delle membrane cellulari e partecipa alla sintesi di alcuni ormoni, oltre che della vitamina D,

«Il problema nasce quando aumentano troppo i livelli di colesterolo in particolare quelli della frazione LDL, perché queste molecole tendono a depositarsi sulle pareti delle arterie fino a formare placche che ostruiscono come un “tappo” il normale flusso del sangue», racconta il dottor Roberto Volpe, medico ricercatore dell’Unità prevenzione e protezione del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma.

«Oltre a impedire a organi e tessuti di ricevere il giusto livello di ossigeno e nutrienti, queste placche rischiano di rompersi e i loro frammenti possono staccarsi, migrare all’interno dell’albero arterioso e occludere arterie distanti. I tre distretti più a rischio sono cervello, cuore e arti inferiori, dove possono manifestarsi rispettivamente malattie acute come ictus, infarto miocardico e ischemia degli arti inferiori, con esiti anche molto gravi ».

Quando preoccuparsi del colesterolo alto Per chi non ha mai avuto un evento cardiovascolare (come infarto, ictus o angina), il campanello d’allarme deve iniziare a suonare quando il valore di colesterolo totale supera i 200 mg/dl e, in particolare, quando i livelli di LDL oltrepassano i 130 mg/dl (ma l’asticella per una reale prevenzione dovrebbe essere posta già a 100 mg/dl).

«Minore tolleranza è concessa invece a chi ha già avuto eventi acuti o soffre di particolari patologie, come il diabete, oppure presenta un’ipercolesterolemia genetica-familiare. In questo caso, bisognerebbe mantenere i valori di LDL al di sotto dei 70 mg/dl», raccomanda il dottor Volpe.

Come calcolare il valore di LDL se non lo troviamo nelle ultime analisi del sangue? Basta utilizzare la cosiddetta formula di Friedewald: colesterolo totale – (colesterolo HDL + trigliceridi/5). Sul web sono disponibili siti che consentono un rapido calcolo, evitandoci di fare troppe operazioni se la matematica non è il nostro forte.

«Unica pecca: questa formula perde accuratezza quando i trigliceridi sono elevati, già oltre 250-300 mg/dl, perché l’LDL risulta “falsamente” troppo basso», spiega l’esperto. Quali sono i fattori che fanno alzare il colesterolo L’eccesso di colesterolo può essere causato da stili di vita scorretti, che includono fumo di sigaretta, sedentarietà e una dieta non equilibrata, caratterizzata dal consumo di grandi quantità di grassi saturi.

«Può esistere anche una predisposizione genetica, mai da sottovalutare: circa il 16 per cento delle donne e il 36 degli uomini con ipercolesterolemia familiare ha un infarto prima dei 50 anni, perché alle spalle ci sono molti più anni di accumulo arterioso rispetto a chi manifesta il colesterolo alto in età avanzata», specifica Volpe.

«Basti pensare che la diagnosi di ipercolesterolemia familiare può essere fatta già sul sangue del cordone ombelicale: se i bambini sani nascono con un colesterolo LDL sui 40 mg/dl, in quelli con familiarità potrebbe attestarsi sugli 80 mg/dl, seppure con le dovute differenze individuali».

  • Possiamo comunque fare molto: avere il colesterolo alto sin dalla nascita non è un fatto “naturale”, ma resta un fattore negativo da contrastare fin da subito con un corretto stile di vita.
  • È possibile abbassare il colesterolo in poco tempo? Chi si accorge del problema colesterolo alto vorrebbe spesso correre ai ripari in tempi brevi e senza troppi sforzi.
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«In realtà, il colesterolo non determina rischi da un giorno all’altro, ma sul lungo periodo: ciò significa che non è necessario dargli un’improvvisa sforbiciata, peraltro impossibile», ammette Volpe. «L’unico modo per ottenere risultati in breve tempo, già in 15-20 giorni, è una terapia farmacologica : oggi abbiamo diversi strumenti a disposizione, come statine, ezetimibe e inibitori della PCSK9, che vanno scelti in base alla propria situazione e risposta individuale».

Spesso invece ci si affida al fai-da-te, acquistando autonomamente integratori a base di riso rosso fermentato, percepito come naturale e quindi meno “pericoloso” dei medicinali. « Si tratta di prodotti che contengono una sostanza attiva, la monacolina K, che di fatto è una statina e va a interferire con la produzione di colesterolo a livello epatico.

Dunque, anche il riso rosso fermentato potrebbe provocare disturbi muscolari, rigidità e dolore che talvolta vengono attribuiti alle statine, ma che in realtà sono eventi piuttosto rari e spesso sono confusi con i dolori da artrosi ». Riassumendo: deve sempre essere il medico a consigliare e poi supervisionare la terapia.

Cosa evitare a tavola La dieta deve limitare i grassi saturi di origine animale (carni rosse, insaccati, formaggi, latte intero, panna, burro, strutto), mentre sulle uova è giusto sfatare un falso mito: «Un uovo apporta 75 calorie e contiene il 9 per cento di grassi, di cui solamente un terzo è saturo.

In più contiene lecitine, che favoriscono il trasporto inverso del colesterolo “cattivo” dalle arterie al fegato, potenziando l’attività di quello “buono”, il colesterolo HDL. Questo significa che non dobbiamo accanirci contro questo alimento, tra l’altro nobilissimo e ricco di virtù.

  1. Due o tre uova alla settimana non sono dannose, l’importante è non mangiarne due insieme, peggio se fritte».
  2. Meglio evitare poi, o comunque limitare, anche i dolci, spesso correlati solamente al rischio di diabete, ma in realtà altrettanto ricchi di grassi più o meno nascosti.
  3. Cosa mangiare con il colesterolo alto Come iniziare la giornata? Con una tazza di latte parzialmente scremato o un tè e una fonte di cereali integrali: bastano tre porzioni di questi ultimi (l’equivalente di 50 grammi) al giorno per ridurre del 20 per cento il rischio cardiovascolare.

«Una fetta di pane integrale oppure quattro fette biscottate corrispondono a una porzione, così come 80 grammi di pasta o riso. Quindi non serve molto per raggiungere la quota consigliata». Un’altra buona abitudine mattutina può essere l’assunzione di uno yogurt addizionato con fitosteroli, molecole di origine vegetale che aiutano a diminuire l’assorbimento del colesterolo alimentare a livello intestinale (il consumo può, in alternativa, essere spostato a fine pranzo o cena), senza scordare l’importante apporto delle fibre, presenti ad esempio nella frutta.

  • Tutte routine salutari che possono aiutarci ad abbassare il colesterolo del 5-10 per cento, un piccolo traguardo in apparenza, ma comunque importante per limitare i danni a lungo termine».
  • Chi invece preferisce una colazione salata può abbinare al pane integrale qualche foglia di insalata e pomodoro oltre a fesa di tacchino, bresaola, prosciutto cotto o crudo (privato del grasso visibile) oppure speck.
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Naturalmente, sì alla frutta che assicura un elevato apporto di fibre, che contribuiscono a ridurre l’assorbimento intestinale del colesterolo e favoriscono il senso di sazietà, aiutando anche a controllare meglio il peso corporeo. «Inoltre, la frutta contiene vitamine antiossidanti che sono fondamentali per bloccare l’ossidazione del colesterolo LDL nelle arterie, considerata il principale fattore patogeno dell’aterosclerosi», conclude l’esperto.

  1. «La stessa azione antiossidante può essere svolta da tè verde, verdura, olio extravergine di oliva, cioccolato fondente in moderate quantità e un bicchiere di vino rosso al giorno».
  2. Quali sono i formaggi che si possono mangiare Secondo diversi studi, i prodotti lattiero-caseari contengono acidi grassi saturi a corta e media catena che causano sì un aumento del colesterolo LDL, ma aumentano anche la percentuale di quello HDL, seppure una dieta vada sempre considerata nel complesso.

Basta seguire le linee guida nazionali, che accendono il semaforo verde su 50 grammi di formaggi stagionati e 100 grammi di freschi, da consumare due volte alla settimana. «Ovviamente, la precedenza va sempre concessa ai formaggi meno grassi, come i fiocchi di latte o la ricotta di mucca, senza lasciarsi ingannare dalla consistenza meno solida di alcune tipologie : per esempio, stracchino e robiola si aggirano rispettivamente intorno al 24 e 28 per cento di grassi».

Qual è il colesterolo più alto è pericoloso?

Il colesterolo LDL (colesterolo ‘cattivo’) Tale processo prende il nome di aterosclerosi e, progredendo, può causare la comparsa degli ateromi, placche vere e proprie che bloccano o comunque rallentano il flusso del sangue.

A cosa è dovuto il colesterolo alto?

Il colesterolo appartiene alla famiglia dei lipidi o grassi; è una delle componenti della membrana delle cellule ed è presente nel sangue e in tutti i tessuti. Mentre, in quantità fisiologiche, è indispensabile per la costruzione di cellule sane, quando i livelli circolanti sono alti, costituisce uno dei fattori di rischio maggiori per le malattie cardiache,

Quanto deve essere alto il colesterolo per essere pericoloso?

Non c’è un limite inferiore: più basso è, meglio è. Tra 150 e 200 mg/dl è considerato un valore accettabile. Valori tra 200 e 240 mg/dl sono associati a un aumentato rischio di sviluppo di malattia coronarica. Valori superiori a 240 mg/dl sono ad alto rischio.

Qual è il colesterolo più alto è pericoloso?

Il colesterolo LDL (colesterolo ‘cattivo’) Tale processo prende il nome di aterosclerosi e, progredendo, può causare la comparsa degli ateromi, placche vere e proprie che bloccano o comunque rallentano il flusso del sangue.

Qual è il limite massimo del colesterolo LDL?

Il valore del colesterolo-LDL è ‘desiderabile’ quando non supera i 100 mg/dl. Il valore del colesterolo-HDL è ‘desiderabile’ quando è uguale o superiore a 50 mg/dl. Il valore dei trigliceridi è ‘desiderabile’ quando non supera i 150 mg/dl.

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