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Cosa Fare Il 25 Aprile?

Cosa si fa di solito il 25 aprile?

Da cinquant’anni il 25 aprile è festa, la festa della liberazione: è vacanza nelle scuole; si fanno cerimonie e discorsi ufficiali; gli italiani vanno a spasso o in gita fuori città ; la primavera contribuisce a dare alla ricorrenza un sapore di evasione e di svago.

Cosa si fa per la Festa della Liberazione?

Celebrazioni – Tra gli eventi del programma della festa c’è il solenne omaggio, da parte del Presidente della Repubblica Italiana e delle massime cariche dello Stato, al sacello del Milite Ignoto con la deposizione di una corona d’alloro in ricordo ai caduti e ai dispersi italiani nelle guerre.

  • Inoltre in tutte le città italiane – specialmente in quelle decorate al valor militare per la guerra di liberazione – vengono organizzate manifestazioni pubbliche in memoria dell’evento.
  • Nel 1955, in occasione del decennale, il presidente del Consiglio Scelba rivolse un messaggio alla Nazione tramite la RAI.

«Se ricordiamo le tragiche vicende della più recente storia d’Italia non è per rinfocolare odi o riaprire ferite, coltivare la divisione, ma perché vano sarebbe il ricordo dei morti e la celebrazione dei sacrifici sofferti se non ne intendessimo il significato più genuino ed il valore immanente, se gli italiani non avessero a trar profitto dagli insegnamenti delle loro comuni esperienze, e, tra gli italiani, i giovani sopra tutto, a cui è servato l’avvenire della Patria.» Nell’aprile dello stesso anno il Movimento Sociale Italiano portò avanti una campagna per l’abolizione dei festeggiamenti del 25 aprile tramite il « Secolo d’Italia », su iniziativa di Franz Turchi, Sandro Pertini a Milano il 25 aprile 1973 Per la ricorrenza del 1973 Sandro Pertini tenne un discorso in piazza Duomo a Milano, dopo le violenze del 12 aprile commesse da militanti di gruppi neofascisti e del MSI durante una manifestazione vietata dalla questura.

Cosa festeggiare il 25 aprile?

Il 25 aprile di ogni anno si celebra in Italia la Festa della Liberazione, un anniversario molto significativo nella storia italiana perché commemora la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, con la fine dell’occupazione nazista e la caduta del fascismo.

È una festa nazionale, simbolo della Resistenza, della lotta partigiana condotta dall’8 settembre 1943 (il giorno in cui gli italiani seppero della firma dell’armistizio a Cassibile). La guerra non finì il 25 aprile 1945, Questo è un giorno simbolico, scelto perché in questa data cominciò la ritirata dei tedeschi e dei soldati della Repubblica di Salò da Milano e Torino, in seguito allo sfondamento della Linea Gotica da parte degli alleati e all’azione della Resistenza.

Su proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il 22 aprile 1946, il Re Umberto II emanò un decreto: “A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale”. La ricorrenza venne celebrata anche negli anni successivi, ma solo nel 1949 è stata istituzionalizzata come festa nazionale, insieme al 2 giugno, festa della Repubblica.

  1. Da allora ogni anno, in varie città d’Italia da Nord a Sud, il 25 aprile vengono organizzate manifestazioni pubbliche in memoria della Liberazione.
  2. Tra gli eventi c’è il solenne omaggio, da parte del presidente della Repubblica italiana e delle alte cariche dello Stato, al Milite Ignoto presso l’ Altare della Patria a Roma, con la deposizione di una corona di alloro in ricordo ai caduti e ai dispersi italiani nelle guerre.

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Dove andare dal 22 al 25 Aprile 2023?

Ponte del 25 aprile 2023 al caldo Tra Tra le migliori consigliamo le isole Canarie, le Baleari, Palermo e l’isola di Lampedusa in Sicilia, l’Andalusia e Malta.

Cosa è successo il 25 aprile 2023?

Il giorno della ricomposizione dell’unità nazionale, nel nome della libertà – Il 25 aprile, sessant’anni fa, fu per le città del Nord d’Italia il giorno della Liberazione. Per l’Italia tutta, fu il giorno della ricomposizione dell’unità nazionale, nel nome della libertà.

  • Si dischiuse, quel giorno, il luminoso orizzonte della democrazia.
  • Si aprì un’epoca nuova della nostra storia.
  • Ancora la stiamo vivendo.
  • Un filo ininterrotto lega gli ideali e le gesta del Risorgimento alle imprese della Lotta di Liberazione e alla rinascita dell’Italia: repubblicana, per libera scelta del popolo italiano.
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Non furono soltanto le armate alleate, con l’apporto in combattimento delle quattro divisioni dell’Esercito italiano, a liberare, a prezzo di gravi perdite, l’Italia. Alla propria liberazione diede un contributo determinante il popolo italiano: in primo luogo, con l’opera tenace ed eroica delle formazioni partigiane costituitesi nelle campagne, nelle montagne, nelle città d’Italia.

Quel 25 aprile del 1945, all’indomani dell’ordine di insurrezione generale delle forze della Resistenza dato dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, molte città del Nord, grandi e piccole, vennero liberate dai partigiani, prima dell’arrivo delle forze alleate. Nei loro cuori batteva forte l’amor di Patria.

Tra le città liberate quel giorno di sessant’anni fa, Milano: Milano delle Cinque Giornate; Milano da sempre protagonista della storia d’Italia. In quello stesso giorno, nelle città che avevano già visto la fine della lunga occupazione, gli Italiani si unirono in spontanei, esultanti cortei.

  1. Il popolo scese nelle strade e nelle piazze, in festa.
  2. Iniziammo allora a vivere l’esperienza esaltante della nostra rinascita di popolo libero e unito.
  3. Le gesta di quelle giornate formarono, per sempre, la nostra coscienza democratica.
  4. Rievocando quei momenti, ricordiamo coloro che ne furono protagonisti.

Ricordiamo le donne, anch’esse partecipi della lotta per la liberazione. Ricordiamo i caduti. Ricordiamo le popolazioni di villaggi trucidate dalle forze naziste. Ricordiamo le migliaia di Italiani di religione ebraica deportati e sterminati nei campi nazisti.

  1. Ricordiamo la gloria di quella moltitudine di cittadini italiani, donne e uomini di ogni ceto sociale, che a rischio e spesso a prezzo della loro vita protessero e salvarono tutti coloro che si battevano contro l’insana barbarie fascista e nazista.
  2. Gloria a coloro che salvarono l’onore del popolo italiano e diedero il loro vitale contributo alla riconquista della libertà: la libertà per tutti, anche per coloro che li avevano combattuti,

Carlo Azeglio Ciampi Presidente della Repubblica dal 1999 al 2006 Senatore di diritto e a vita (Dall’ intervento in occasione della cerimonia conclusiva delle celebrazioni per il 60° Anniversario della Liberazione Milano. Piazza del Duomo, 25 aprile 2005) Se un ignoto, un nemico, diventa morendo una cosa simile, se ci si arresta e si ha paura a scavalcarlo, vuol dire che anche vinto il nemico è qualcuno, che dopo averne sparso il sangue bisogna placarlo, dare una voce a questo sangue, giustificare chi l’ha sparso.

  • Guardare certi morti è umiliante.
  • Non sono più faccenda altrui; non ci si sente capitati sul posto per caso! Si ha l’impressione che lo stesso destino che ha messo a terra quei corpi, tenga noialtri inchiodati a vederli, a riempircene gli occhi.
  • Non è paura, non è la solita viltà.
  • Ci si sente umiliati perché si capisce – si tocca con gli occhi – che al posto del morto potremmo essere noi: non ci sarebbe differenza, e se viviamo lo dobbiamo al cadavere imbrattato.

Per questo ogni guerra è una guerra civile: ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione. A volte penso se una rappresaglia, un capriccio, un destino folgorasse la casa e ne facesse quattro muri diroccati e anneriti. A molta gente è già toccato.

  • Che farebbe mio padre, che cosa direbbero le donne? Il loro tono è «La smettessero un po’», e per loro la guerriglia, tutta quanta questa guerra, sono risse di ragazzi, di quelle che seguivano un tempo alle feste del santo patrono.
  • Se i partigiani requisiscono farina o bestiame, mio padre dice: – Non è giusto.

Non hanno il diritto. La chiedano piuttosto in regalo. – Chi ha il diritto? – gli faccio. – Lascia che tutto sia finito e si vedrà, – dice lui. Io non credo che possa finire. Ora che ho visto cos’è guerra, cos’è guerra civile, so che tutti, se un giorno finisse, dovrebbero chiedersi: – E dei caduti che facciamo? perché sono morti? – Io non saprei, cosa rispondere. La prima pagina de “il Nuovo Corriere” del 26 aprile 1945. Dal sito della Fondazione Corriere della Sera In occasione dell’anniversario della Liberazione del nostro Paese dal nazifascismo, il portale web di Rai Storia ha realizzato un esclusivo WebDoc per ripercorrere quello storico evento nazionale con preziosi video dall’archivio delle teche Rai, infografiche, numeri, fotogallery, etc.

Cosa fecero i partigiani il 25 aprile?

I Partigiani, combattenti per la libertà Il 25 aprile è la Festa della Liberazione, il giorno in cui il nostro Paese festeggia la liberazione dell’Italia dall’orrore del nazismo e del fascismo avvenuta nel 1945.

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Cosa si mangia per la Festa della Liberazione?

Il piatto imperdibile è la Jota, zuppa di crauti, fagioli e patate. Altro piatto della tradizione è ‘risi e bisi’, un risotto in bianco con piselli.

Perché non si festeggia il 25 aprile?

Perché non celebro il 25 aprile Cosa Fare Il 25 Aprile Non celebro il 25 aprile per sette motivi, Uno, perché non è una festa inclusiva e nazionale, ma è sempre stata la festa delle bandiere rosse e del fossato d’odio tra due italie. Due, perché è una festa contro gli italiani del giorno prima, ovvero non considera che gli italiani fino allora erano stati in larga parte fascisti o comunque non antifascisti e dunque istiga alla doppiezza e all’ipocrisia.

Tre, perché non rende onore al nemico ma nega dignità e memoria a tutti coloro che hanno dato la vita per la patria, solo per la patria, pur sapendo che si trattava di una guerra perduta. Quattro, perché l’antifascismo finisce quando finisce l’antagonista da cui prende il nome: il fascismo è morto e sepolto e non può sopravvivergli il suo antidoto, nato con l’esclusiva missione di abbatterlo.

Cinque, perché quando una festa aumenta l’enfasi col passare degli anni anziché attenuarsi, come è legge naturale del tempo, allora regge sull’ipocrisia faziosa e viene usata per altri scopi; ieri per colpire Berlusconi, oggi Salvini. Sei, perché è solo celebrativa, a differenza delle altre ricorrenze nazionali, si pensi al 4 novembre in cui si ricordano infamie e orrori della Grande Guerra; invece nel 25 aprile è vietato ricordare le pagine sporche o sanguinarie che l’hanno accompagnata e distinguere tra chi combatteva per la libertà e chi voleva instaurare un’altra dittatura.

  1. Sette, perché celebrando sempre e solo il 25 aprile, unica festa civile in Italia, si riduce la storia millenaria di una patria, di una nazione, ai suoi ultimi tempi feroci e divisi.
  2. Troppo poco per l’Italia e per la sua antica civiltà.
  3. Quando avremo una memoria condivisa? Quando riconosceremo che uccidere Mussolini fu una necessità storica e rituale per fondare l’avvenire, ma la macelleria di Piazzale Loreto fu un atto bestiale d’inciviltà e un marchio d’infamia sulla nascente democrazia.

Quando riconosceremo che Salvo d’Acquisto fu un eroe, ma non fu un eroe ad esempio Rosario Bentivegna con la strage di via Rasella. Quando ricorderemo i sette fratelli Cervi, partigiani uccisi in una rappresaglia dopo un attentato, e porteremo un fiore ai sette fratelli Govoni, uccisi a guerra finita perché fascisti.

Quando diremo che tra i partigiani c’era chi combatteva per la libertà e chi per instaurare la dittatura stalinista. Quando distingueremo i partigiani combattenti sia dai terroristi sanguinari che dai partigiani finti e postumi, che furono il triplo di quelli veri. Quando onoreremo con quei partigiani chiunque abbia combattuto lealmente, animato da amor patrio, senza dimenticare “il sangue dei vinti”.

Quando celebrando le eroiche liberazioni, chiameremo infami certi suoi delitti come per esempio l’assassinio del filosofo Giovanni Gentile, dell’archeologo Pericle Ducati o del poeta cieco Carlo Borsani. Quando celebrando la Liberazione ricorderemo che nel ventennio nero furono uccisi più antifascisti italiani nella Russia comunista che nell’Italia fascista (lì centinaia di esuli, qui una ventina in vent’anni); che morirono più civili sotto i bombardamenti alleati che per le stragi naziste; che ha mietuto molte più vittime il comunismo in tempo di pace che il nazismo in tempo di guerra, shoah inclusa.

Quando sapremo distinguere tra una Resistenza minoritaria che combatté per la patria e la libertà, cattolica, monarchica o liberale, come quella del Colonnello Cordero di Montezemolo o di Edgardo Sogno, e quella maggioritaria comunista, socialista radicale o azionista-giacobina che perseguiva l’avvento di un’altra dittatura.

I comunisti, che erano i più, non volevano restituire la patria alla libertà e alla sovranità nazionale e popolare ma volevano una dittatura comunista internazionale affiliata all’Urss di Stalin. Da italiano avrei voluto che la Resistenza avesse davvero liberato l’Italia, scacciando l’invasore.

Avrei voluto che la Resistenza fosse stata davvero il secondo Risorgimento d’Italia. E avrei voluto che il 25 aprile avesse unito un’Italia lacerata. Sarei stato fiero di poter dire che l’Italia si era data con le sue stesse mani il suo destino di nazione sovrana e di patria libera. In realtà l’Italia non fu liberata dai partigiani ma dagli alleati che ci dettero una sovranità dimezzata.

Il concorso dei partigiani fu secondario, sanguinoso ma secondario. La sconfitta del nazismo sarebbe avvenuta comunque, ad opera degli Alleati e dei Sovietici. I partigiani non agirono col favore degli italiani ma di una minoranza: ci furono altre due italie, una che rimase fascista e l’altra che si ritirò dalla contesa e ripiegò neutrale e spaventata nel privato o si rifugiò a sud sotto le ali della monarchia.

  • Il proposito di unire gli italiani non rientrò mai nelle celebrazioni in rosso sangue del 25 aprile.
  • Fu sempre una festa contro: contro quei morti e i loro veri o presunti eredi.
  • Chi ha provato a unirsi alla Festa da altri versanti è stato insultato e respinto in malo modo.
  • Accadrà quest’anno pure ai grillini ignari? Non vanno dimenticati gli italiani che restarono fascisti fino alla fine, combatterono, morirono senza macchiarsi di alcuna ferocia, pagarono di persona la loro lealtà, la loro fedeltà a un’idea, a uno Stato e a una Nazione; la futura classe dirigente dell’Italia fu falcidiata dalla guerra civile.
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Sia tra gli antifascisti che tra i fascisti vi furono patrioti e mazziniani che pensarono, credettero e combatterono nel nome della patria. L’antifascismo fu una pagina di dignità, fierezza e libertà quando il fascismo era imperante; ma non lo fu altrettanto l’antifascismo a babbo morto, cioè a fascismo sconfitto e finito.

  • Era coraggioso opporsi al regime fascista, non giurargli fedeltà, ma fu carognesco sputare sul suo cadavere e oltraggiarlo.
  • E infame è farlo ancora oggi, 74 anni dopo.
  • Distinguiamo perciò tra gli antifascisti che rifiutarono di aderire al regime fascista, pagandone le conseguenze; e gli antifascisti del 25 aprile da corteo postumo e permanente.

MV, La Verità 24 aprile Condividi questo articolo Tags:,,, : Perché non celebro il 25 aprile

Che si fa il 25 aprile a Roma?

Festa della Liberazione: celebrazioni per Roma Tra gli eventi di aprile in Roma è il giorno della liberazione si celebra attorno ad uno dei monumenti simbolo di questa manifestazione: il Vittoriano detto anche Altare della Patria. Il motivo delle celebrazioni Roma, il 25 aprile celebra, come ogni anno, insieme a tutta la nazione questa giornata chiamata anche Festa della Liberazione per ricordare il tempo in cui l’Italia, grazie alle forze partigiane, si liberò dal regime fascista durante la seconda guerra mondiale. Cosa Fare Il 25 Aprile La cerimonia ufficiale In piazza Venezia che ogni anno si tiene la cerimonia ufficiale a Roma, quando il Presidente della Repubblica Italiana si recherà sull’altare della Patria per rendere omaggio con fiori alla tomba del Milite Ignoto, un momento per ricordare tutti i soldati che, nel corso della seconda guerra mondiale persero la vita per liberare l’Italia dalla repubblica nazista. Cosa Fare Il 25 Aprile Altri eventi in programma a Roma Il 25 aprile, oltre ad essere un momento da ricordare, è un’occasione per conoscere meglio Roma, partecipando a tutti gli eventi pensati per godersi qualche giorno di festa. In questo periodo Roma ha grandi mostre nei suoi musei più importanti come il Palazzo delle Esposizioni, l’Ara Pacis o il Chiostro del Bramante, ma sarà il momento ideale per visitare il Roseto Comunale che si aprirà per mostrare i suoi esemplari di rose e opportunità per gustare il miglior Street Food italiano all’Egeria Village. Cosa Fare Il 25 Aprile : Festa della Liberazione: celebrazioni per Roma

Dove andare al mare ponte 25 aprile?

Canarie – Sei un amante dei viaggi al caldo ? Le Canarie sono la soluzione perfetta per il mese di aprile. Infatti se in alcune mete può ancora esserci il rischio di trovare maltempo e temperature basse, in queste isole il clima è perfetto, Il ponte del 2 giugno nel 2023 sarà breve e quindi ti consigliamo di aggiungere 1 giorno di ferie.

Più adatto il ponte del 25 aprile quest’anno, che offre la possibilità di vedere Fuerteventura, Lanzarote, Tenerife e Gran Canaria, le isole più facilmente raggiungibili. Le prime due in questo periodo sono il paradiso dei surfisti, in quanti senza dubbio più ventose. Gran Canaria invece è un colpo sicuro per i più festaioli, perché lì la movida non si ferma mai: party esclusivi, musica, discoteche, karaoke e anche il casinò.

Tenerife è l’isola dei contrasti. Da un lato le spiagge bianche e dall’altro quelle nere, di origine vulcanica. Qualsiasi meta sceglierai, in questo arcipelago sarai senza dubbio in costume al sole, come piace a te. Noi abbiamo preparato diversi itinerari alle Canarie, anche se ti costringerebbero a prendere qualche giorno di ferie in più. Cosa Fare Il 25 Aprile Speriamo che queste mete ti facciano venire voglia di partire e organizzare un viaggio per questo ponte del 2 giugno e del 25 aprile! Un’ultima cosa: Sapevi che per molte di queste location abbiamo una guida ad hoc ? Ad esempio qui trovi tutti gli articoli sull’Islanda,

Cosa fare 25 Aprile 2023 Roma?

Musei statali e comunali aperti gratuitamente il 25 – Martedì 25 aprile 2023, per la Festa della Liberazione, i musei e i parchi archeologici statali e comunali saranno aperti gratuitamente, così come proposto dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, per la prima volta nella storia repubblicana.

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