Cosa Mangiano I Vegetariani?
Elvira Olguin
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Chi è vegetariano può mangiare il pesce?
Dieta vegetariana: cosa si mangia? – Solitamente la dieta di una persona vegetariana esclude alimenti a base di proteine animali come tutti i tipi di pesce e di carne. Cosa non mangiano i vegetariani : salumi, insaccati, pesce, frutti di mare, carne rossa e carne bianca (quindi anche il pollo, tacchino e le carni bianche).
Cosa mangiano i vegetariani al posto della carne?
Legumi al posto di carne – I legumi sono l’alternativa per eccellenza alla carne, Fagioli, fave, ceci, lenticchie, soia, lupini, ecc sono imprescindibili per chi decide di adottare una alimentazione vegetariana (senza carne e pesce) e, soprattutto, vegana (senza nessun tipo di cibo di origine animale).
Al contrario di quanto si pensa, la carne e i legumi non hanno grandi differenze a livello proteico (un esempio: il pollo cotto ha circa 31g di proteine ogni 100 g di prodotto, mentre la soia secca 36g di proteine ogni 100 g). Chi intraprendere una dieta a base vegetale, quindi, più che temere un deficit proteico, dovrebbe porre attenzione ad altri nutrienti come il ferro e le vitamine.
Tuttavia i legumi, – come ricorda l’Istituto Superiore di Sanità – «oltre a rilevanti quantità di amido e di fibra, riescono a fornire nutrienti essenziali che sono caratteristici della carne, del pesce e delle uova, come ferro, altri oligoelementi e notevoli quantità di proteine di buona qualità biologica ».
Chi è vegetariano mangia la mozzarella?
I formaggi davvero vegetali – La pizza margherita, quella originale, è fatta con materie prime semplici e gustose che a una prima occhiata potrebbero sembrare adatti alla dieta vegetariana, La verità è che la mozzarella classica può essere fatta con un’ingrediente che i vegetariani puri non dovrebbero assolutamente mangiare: il caglio animale,
- Chi non si intende di questi argomenti potrebbe pensare che i formaggi (essendo fatti con il latte e non con la carne dell’animale) siano un alimento tollerato dai vegetariani, ma non è sempre così perché moltissime tipologie vengono fatte con il caglio di origine animale.
- L’aggettivo “vegetariano” in realtà è un termine piuttosto generico usato per indicare diversi tipi di stili alimentari a base vegetale: la dieta vegetariana più conosciuta è quella latto-ovo-vegetariana (LOV) che esclude il consumo di tutti i tipi di carne e dei relativi derivati mentre ammette prodotti di origine animale come latte, uova, miele,
Chi appartiene a questa categoria non consuma molti tipi di formaggio e sulla sua pizza di certo non potrà mettere una mozzarella qualsiasi, perché questo prodotto caseario viene fatto cagliare spesso con un derivato della carne. Il caglio è una sostanza acida necessaria nella coagulazione della proteina del latte ed è la base per tutte le tipologie di formaggio.
Chi è vegetariano mangia le uova?
Non mangiare animali (quindi “carne” e “pesce”) non è sufficiente a evitare la loro uccisione: latte e uova (ma anche miele) non si possono materialmente ottenere senza uccidere animali. I vegetariani mangiano le uova e il latte, ma se la loro scelta è fatta per salvare gli animali, quando si informano meglio si rendono conto che, per lo stesso identico motivo, occorre diventare vegani,
Le mucche producono latte quando partoriscono un vitellino, come le donne producono latte quando partoriscono un figlio: il vitello viene allontanato dalla madre appena nato, e macellato dopo 6 mesi; la madre stessa, dopo 3-4 anni di sfruttamento, viene macellata. Ecco perché consumare latte e latticini non è diverso dal consumare carne: in entrambi i casi, gli animali vengono uccisi per questa produzione.
I vitelli a sei mesi, le mucche a qualche anno, dopo una vita di sofferenza sia fisica che psicologica. Per ogni pulcino femmina che viene fatto nascere per diventare una “gallina ovaiola”, nasce per forza di cose anche un pulcino maschio, perché non si può sapere prima se da un uovo fecondato nascerà un maschio o una femmina.
- Ogni pulcino maschio subito ucciso, tritato vivo, in quanto inutile per la produzione di uova.
- Le femmine invece diventano da adulte “galline ovaiole”: sono imprigionate per 2 anni per produrre uova (queste non fecondate, naturalmente) per il consumo umano, dopodiché finiscono al macello.
- Quindi, è impossibile consumare uova senza uccidere i pulcini maschi prima e le galline dopo.
Questo è il normale funzionamento di TUTTI i tipi di allevamenti (anche quelli piccoli, anche quelli biologici, anche quelli familiari): per evitare questa violenza,, scegliendo invece tra i tanti tipi di latte vegetale e imparando che le uova in cucina non servono.
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Perché fa bene essere vegetariani?
Gli elementi che non possono mancare in una dieta vegetariana – Il gruppo di lavoro della Società italiana di nutrizione umana ha affermato che la dieta vegetariana non comporta rischi per la salute quando è pianificata in modo equilibrato, In questo caso, infatti, la dieta vegetariana può rispondere al fabbisogno energetico della popolazione adulta e può essere seguita nelle diverse condizioni fisiologiche del ciclo della vita.
Tuttavia, nell’ infanzia e nell’ adolescenza, o in periodi di gravidanza e allattamento, può essere utile affidarsi a un medico o un nutrizionista, che saprà consigliare e valutare le scelte più adeguate da fare in base alle esigenze nutrizionali. Il segreto sta nel consumare una gran varietà di cibi, nella quantità giusta,
Vi sono comunque alcuni componenti della dieta ai quali è necessario fare particolare attenzione, vediamo quali sono. Le proteine costituiscono tutti i tessuti del nostro corpo, in primo luogo i muscoli. Inoltre partecipano alla formazione degli ormoni e degli enzimi e forniscono energia, esattamente come i grassi e gli zuccheri.
- In una dieta vegetariana, la maggior parte delle proteine dovrebbe provenire dai legumi (ceci, lenticchie, fagioli, piselli, soia, ecc.) e da cereali e derivati (pane, pasta, riso, farro, orzo, avena, grano saraceno ecc.).
- Eppure in tanti credono che chi segue le diete vegetariane, in particolare quella vegana, sia a rischio di carenza proteica.
Questo non è sempre vero, purché la dieta preveda varietà nel consumo di alimenti, in particolare la combinazione nell’arco della giornata di legumi e cereali, I primi contengono molte proteine, anche se di qualità inferiore a quelle della carne, uova e latticini.
- Nei legumi non si trovano infatti tutti gli aminoacidi essenziali, cioè i mattoncini costitutivi delle proteine che il nostro organismo non è capace di sintetizzare da zero.
- I cereali, invece, contengono buone quantità di quegli aminoacidi che sono scarsi nei legumi, e per questo l’ associazione tra i due tipi di alimenti (come nella pasta e fagioli, nella pasta e lenticchie e nelle insalate di farro e legumi) è una valida alternativa alla fettina di carne.
Non è indispensabile comunque consumare cereali e legumi nello stesso pasto, gli alimenti vegetali fonte di proteine possono essere distribuiti nei vari momenti della giornata per ottenere lo stesso obiettivo. Dati scientifici alla mano, le proteine di origine vegetale sono però meno digeribili rispetto a quelle di origine animale, contenute in carne, latte e uova.
- Per questo, potrebbe essere opportuno per i vegetariani consumare una quantità di proteine leggermente superiore rispetto a quanto suggerito per la popolazione generale.
- Anche se, come ribadito dalla Società italiana di nutrizione umana, le evidenze scientifiche mostrano che generalmente nelle diete vegetariane l’apporto proteico è adeguato,
Per le persone in condizioni di elevato fabbisogno (come donne in gravidanza e allattamento, bambini in crescita e anziani) si può raggiungere facilmente questo incremento variando giornalmente tutte le fonti vegetali, La vitamina B12 è essenziale per il funzionamento dell’organismo, in particolare del sistema nervoso e del fegato.
- Si trova principalmente in alimenti di origine animale.
- Per questo la sua possibile carenza è una delle principali criticità da affrontare quando si segue una dieta strettamente vegetariana.
- Tra gli alimenti vegetali, le alghe possono presentare quantità molto variabili di vitamina B12 e per questo non rappresentano una garanzia di un’adeguata assunzione.
Inoltre alcune specie di alghe contengono molecole simili alla vitamina B12 che però sono biologicamente inattive e che possono addirittura ridurre la biodisponibilità delle forme attive. Il cosiddetto tempeh, un alimento fermentato ricavato dai semi di soia gialla, è spesso considerato da molti vegetariani come una buona fonte di vitamina B12, anche se le evidenze scientifiche a oggi non lo dimostrano,
Per questi motivi, si consiglia a tutti coloro che seguono una dieta vegetariana di confrontarsi con uno specialista della scienza della nutrizione ( nutrizionista o dietista ) o con il medico curante per integrare la propria alimentazione con fonti affidabili di vitamina B12 (alimenti fortificati o integratori).
Il ferro è un micronutriente fondamentale per il trasporto dell’ossigeno ai tessuti: è contenuto nell’emoglobina, il pigmento dei globuli rossi. Una sua carenza determina sintomi quali stanchezza, pallore e fragilità dei tessuti a rapido ricambio come sangue, capelli e unghie.
- Oltre che nella carne, il ferro è presente in molti alimenti di origine vegetale, come legumi, cereali e addirittura alcuni tipi di verdure (principalmente a foglia verde, come la rucola e il radicchio) e frutta a guscio (per esempio pistacchi, mandorle e arachidi).
- L’ assorbimento del ferro in una dieta vegetariana si aggira intorno al 5-12 per cento, mentre in quella onnivora al 14-18 per cento.
Per questo a chi segue una dieta latto-ovo-vegetariana o vegana si raccomanda di assumere l’80 per cento di ferro in più rispetto agli onnivori. Se da un lato è vero che il ferro presente nei vegetali si trova nella forma meno facile da assorbire, il cosiddetto ferro non-eme, dall’altro lato si può favorire il suo assorbimento trasformando la forma chimica in quella maggiormente assimilabile (forma eme) attraverso piccoli accorgimenti in cucina.
L’ abbinamento con alimenti che contengono acido ascorbico, o vitamina C, favorisce l’assorbimento di ferro. Cosa fare? Si può utilizzare del succo o della scorza di limone per condire un secondo piatto di legumi; accompagnare il piatto con un contorno di peperoni o pomodori crudi ; oppure concludere il pasto con fragole, kiwi e arance, Questo suggerimento è da tenere a mente anche per gli alimenti di origine animale fonte di ferro, che presentano una buona percentuale di ferro non-eme.Alcune modalità di preparazione degli alimenti ( macinazione, ammollo e germinazione di cereali e legumi, lievitazione acida del pane) permettono una rottura parziale dei composti con capacità legante del ferro (fitati e tannini). Questi composti sono generalmente presenti negli alimenti ricchi di fibra, in particolare nei legumi.
Quindi le diete vegetariane sono in grado di fornire quantità adeguate di questo minerale variando l’alimentazione e adattando alcune strategie. L’ integrazione di ferro è necessaria solamente in specifiche situazioni che dovranno essere definite da proprio medico, dopo una valutazione clinica dello stato del ferro.
- Il calcio è un elemento fondamentale per il funzionamento delle cellule, per il consolidamento delle ossa e dei denti.
- Le fonti vegetali di calcio sono principalmente i legumi e i prodotti derivati dalla soia (tofu, bevanda vegetale a base di soia), alcuni vegetali a foglia verde (cime di rapa, verze scure, biete), frutta secca e alcuni semi oleosi,
Tuttavia, la biodisponibilità di questo minerale negli alimenti vegetali è minore rispetto alle più conosciute fonti di calcio (latte e i suoi derivati, yogurt e formaggi) perché al loro interno sono spesso presenti dei composti, prevalentemente ossalati e fitati, che possono formare dei complessi insolubili con il calcio, responsabili del ridotto assorbimento.
- I soggetti più a rischio di carenza sono quelli che seguono una dieta vegetariana più restrittiva, con l’esclusione anche di latte e derivati.
- I vegani, quindi, dovrebbero prestare attenzione nella composizione dei loro pasti, in particolare aumentando il consumo di alimenti che sono una buona fonte di calcio (verdure a basso contenuto di ossalati e fitati, soia e derivati) e introducendo prodotti fortificati di questo minerale (come le bevande vegetali, nelle quali i sali di calcio presentano una biodisponibilità simile a quella del latte).
Infine, anche l’ acqua è un’ importante fonte altamente disponibile di questo minerale, Tenere a portata di mano durante i pasti e nell’arco della giornata una borraccia può sicuramente contribuire al fabbisogno giornaliero di calcio. Lo zinco è un micronutriente necessario a molte reazioni biochimiche ed è coinvolto nel funzionamento del sistema immunitario.
Più della metà del contenuto di zinco nelle diete onnivore proviene da carne e derivati, prodotti lattiero-caseari, prodotti della pesca e uova, e circa il 40 per cento da alimenti vegetali, Tra questi, i più ricchi di zinco sono i cereali integrali, i legumi, la frutta secca e i semi oleosi, Contemporaneamente, questi vegetali presentano una quantità elevata di fitati, ossalati e fibra, composti che possono legarsi allo zinco e limitarne l’ assorbimento a livello intestinale.
Si stima infatti che nelle diete vegane e latto-ovo-vegetariane l’assorbimento vari tra il 15-26 per cento, mentre in una dieta onnivora tra il 33 e il 35 per cento. Come per il ferro, alcune modalità di preparazione possono migliorare la biodisponibilità di zinco, andando a degradare questi composti.
- Per esempio, una valida strategia è rispettare i tempi di ammollo e cottura di legumi e cereali,
- Inoltre, nelle diete vegetariane si suggerisce di aumentare l’apporto di zinco e di consumare alimenti ricchi di questi minerali accompagnati da vegetali fonte di acidi organici, che si trovano prevalentemente nella frutta e nelle verdure della famiglia delle Brassicaceae (broccoli, cavoli ecc.).
Generalmente le diete vegetariane sono più ricche dei cosiddetti grassi buoni rispetto alle diete onnivore. Ciò a cui si deve prestare attenzione è una particolare classe di grassi insaturi, gli omega-3, che hanno effetti benefici per la prevenzione delle malattie croniche,
- Negli alimenti di origine vegetale l’unico acido grasso omega-3 presente è l’acido α-linolenico (ALA),
- Si tratta del capostipite di questa classe di composti, da cui il nostro organismo è in grado di produrre acido eicosapentaenoico (EPA) e docosaesaenoico (DHA), chiamati anche omega-3 a lunga catena.
Nelle diete onnivore, EPA e DHA si ottengono principalmente dal pesce. La raccomandazione per i vegetariani è di:
Introdurre regolarmente nella dieta alimenti ottime fonti di ALA, Ne sono ricchi la frutta a guscio come le noci e i semi oleosi (semi di lino, di chia e olio derivati da questi). Al fabbisogno giornaliero degli acidi grassi omega-3 a lunga catena possono contribuire anche le alghe, Favorire la conversione di ALA in EPA e DHA prestando attenzione ad assumere adeguatamente alcuni nutrienti (proteine, piridossina, biotina, calcio, rame, magnesio e zinco). Limitare il consumo di alimenti che presentano sostanze che possono interferire con il processo di conversione, come acidi grassi omega-6, acidi grassi trans e alcol.
Infine, potrebbe essere necessario integrare con fonti di microalghe a contenuto titolato, in alcune fasi della vita in cui il fabbisogno di omega-3 fisiologicamente aumenta (donne in gravidanza, in allattamento e bambine e bambini fino a 2 anni di vita) o nelle persone che possono presentare una capacità di conversione minore, come anziani o pazienti affetti da malattie croniche.
Cosa bevono i vegetariani?
Curiosità sul vino – di Winepoint Staff 28/08/2017 Che vino bevono vegani e vegetariani nella loro abitudine alimentare dove si sostituiscono diversi alimenti della gastronomia italiana? Cominciamo subito con le cene povere di carne compresi i suoi derivati fino a concludere con la scelta del vino. Le decisioni sono la conseguenza della diversa interpretazione filosofica della gastronomia, escludendo i prodotti di derivazione animale e il loro utilizzo nella lavorazione della vigna.
- Vegani e vegetariani non compiono scelte alimentari simili ma si distinguono in maniera determinante.
- Questi ultimi, a differenza dei vegani, accettano di consumare soltanto prodotti di origine animale come latticini e uova,
- I vegetariani preferiscono bere esclusivamente vini biologici,
- Questa specifica tipologia di vino deriva da una lavorazione particolare, scrupolosamente attenta a rispettare la natura.
Conviene ricordare che questi vini provengono da un’ agricoltura sana, capace di sfruttare la naturale fertilità del suolo, tutelare accuratamente la biodiversità di un territorio e utilizzare soltanto concimi organici, rame e zolfo. Nel processo di lavorazione dei vini biologici le quantità di anidride solforosa adoperate in cantina devono essere limitate; è consentito l’utilizzo di albumine derivate dall’uovo e di caseina per ottenere la chiarificazione del vino.
- Vegani e vegetariani rispettano la natura facendo le relative scelte riguardanti la gastronomia.
- Quando prepariamo vini adeguati ai vegani è fondamentale non utilizzare in cantina l’albumina, la caseina del latte e la colla di pesce, che vengono sostituiti da prodotti minerali come l’argilla, la bentonite, il carbone digitale, le terre di Spagna e il caolino.
C’è un abbondante varietà di prodotti da conoscere per gli appassionati di vino vegani oppure vegetariani i quali desiderano sorseggiare soltanto una bevanda rigorosamente biologica, I prodotti devono avere le certificazioni come quella della Cantina di Aldeno, certificata Bio-vegan, che produce vini che esprimono un territorio come lo Chardonnay Bio e il Gewztraminer Bio,
Quanti vegetariani tornano a mangiare carne?
Perché quasi tutti i vegetariani e vegani tornano a mangiare carne? Una delle mie figlie mi ha recentemente chiesto alcuni consigli sul tipo di carne che potrebbe piacergli. Ero scioccato. Vegetariana per quasi 18 anni, ha sempre trovato la carne nauseante.
A posteriori, non mi sarei dovuto sorprendere sul suo nuovo interesse al mangiare carne. Dopo tutto, come ricercatore, ho studiato i vegetariani che tornano a mangiare la carne. Ma non avrei mai immaginato che lei avrebbe fatto parte di quel gruppo di ex-vegetariani, quindi le ho chiesto di annotare qualche parola sul perché avesse precedentemente rinunciato al consumo di carne e perché invece ora si sentisse costretta a cambiare le sue abitudini vegetariane.
Qui quello che ha scritto Smisi di mangiare carne quando avevo 13 anni. Dissi a mio padre e mia madre che la mia decisione era basata sul benessere animale e sull’alto impatto ambientale della carne. Ma la verità è che, benché mi importasse degli animali e del nostro pianeta, principalmente volevo solo essere diversa.
Vivevo in una piccola città del sud, dove era più facile vedere un’immagine di Gesù su un toast che incontrare una vegetariana in carne e ossa. Quindi, malgrado le mie motivazioni non fossero completamente pure, smettere di mangiare carne mi rese decisamente differente: 9.427 abitanti a Cullowhee, di cui solo 1 vegetariano.
Nei 17 anni successivi mangiai grano, prodotti agricoli, legumi e prodotti di simil-carne come quelle strisce di bacon Morningstar che hanno meno valore nutrizionale del cibo per gatti. E per i successivi 17 anni sembrava che avessi sempre fame, non importava quanto fosse grande la mia scodella di fagioli e riso.
Peggio ancora della fame continua, mi sembrava di non godermi il cibo come facevano gli altri. Mangiare era un compito, come ripiegare il bucato o pagare le bollette, ma molto più fastidioso perché se non l’avessi fatto sarei morta. Ero stanca di essere sempre affamata, ero stanca di fagioli e riso, quindi a 31 anni ho deciso: proverò a mangiare carne.
Grazie al, ora sappiamo molto di più sulla psicologia del perché così tanti vegetariani e vegani, come mia figlia, hanno rinunciato al loro stile alimentare vegetariano. I metodi Lo Humane Research Council è un’organizzazione non-profit che utilizza le tecniche di ricerca del mercato per valutare le opinioni pubbliche in tema di animali.
La loro missione è fornire informazioni, che le organizzazioni di protezione animale possano poi utilizzare per diffondere il loro messaggio in maniera più efficace. Per questo studio hanno impiegato un gruppo dei migliori scienziati di scienze sociali, per realizzare un sondaggio che esamini le differenze tra attuali ed ex-vegetariani/vegani.
Il campione dello studio era unico per un paio di ragioni. Innanzitutto era molto grande: 11.399 adulti con diete varie sono stati reclutati tra un gruppo rappresentativo di americani, grazie anche al sostegno dell’istituto “Harris Interactive”. In secondo luogo, anche se il campione non rappresenta perfettamente il pubblico americano, è una riproduzione più vicina alla popolazione degli Stati Uniti rispetto a quella utilizzata per altri studi sulle nostre scelte alimentari collettive.
- I risultati Per chiunque sia interessato alla psicologia del mangiare carne e dell’evitare carne, questi dati sono una miniera d’oro.
- Qui di seguito una veloce visione d’insieme di alcune delle più interessanti scoperte: Quanti? – La proporzione di veri vegetariani e vegani negli Stati Uniti è sorprendentemente piccola.
Solo circa il 2% degli intervistati non consuma alcuna carne – 1,5% erano vegetariani e 0,5% erano vegani. Questi risultati sono generalmente in accordo con altri studi.
- Tornare indietro – 5 vegetariani su 6 abbandonano la loro dieta vegetariana.
- Vegani contro Vegetariani – I vegani “ricadono nel peccato” meno rispetto ai vegetariani: mentre l’86% dei vegetariani ritorna a mangiare carne, solo il 70% dei vegani lo fa.
- Visioni politiche – Più della metà dei vegetariani e dei vegani ha indicato di essere politicamente più liberale che conservatore.
Demografia – In confronto agli attuali vegetariani/vegani, gli ex-vegetariani sono tendenzialmente più vecchi, più conservatori e più Cristiani. Non c’erano differenze di genere, razza/etnia tra i vecchi e i nuovi vegetariani/vegani.
- Differenze di genere – Come previsto, ci sono quote maggiori di donne sia tra i vecchi che gli attuali vegetariani (quasi ogni studio ha trovato che le donne si preoccupano di più delle questioni animali).
- Ragioni per diventare vegetariani – Gli attuali vegetariani/vegani hanno originariamente abbandonato il consumo di carne per ragioni di gusto, preoccupazione per gli animali, senso di disgusto, giustizia sociale e credenze religiose.
- Problemi di salute – Solo il 29% degli ex-vegetariani/vegani ha indicato di aver provato specifici problemi di salute mentre consumava una dieta senza carne.
Ritorno alle verdure ? – Il 37% degli ex-vegetariani/vegani ha indicato che in futuro sarebbe interessato a tornare a una dieta senza carne. Il problema della purezza – Il 43% degli ex-vegetariani/vegani dice di aver trovato troppo difficile l’essere “puri” nella propria dieta.
- Le implicazioni: la riduzione del consumo di carne è più efficace della sua completa eliminazione Le implicazioni di questo studio sono importanti.
- Solo il 2% degli americani non mangia alcun prodotto animale (questo numero non è cambiato in maniera rilevante negli ultimi 20 anni).
- Inoltre, il fatto che 5 vegetariani su 6 tornino a mangiare carne suggerisce che una dieta solo a base di vegetali sia molto difficile da mantenere per un lungo tempo per la maggior parte delle persone.
Di conseguenza, gli autori del report discutono del fatto che sarebbe meglio che gli animalisti concentrassero i loro sforzi soprattutto nel persuadere la maggioranza a ridurre il proprio consumo di carne, piuttosto che provare a convincere pochi ad intraprendere la via assolutistica e ad eliminare completamente il consumo di carne.
Perché il parmigiano non è vegetariano?
Il caglio animale: quando il formaggio non è “ammesso” nella dieta vegetariana – Ne consegue che tutti i formaggi ottenuti dalla lavorazione di latte coagulato con caglio animale, sono invece esclusi dalla dieta vegetariana. Per citarne alcuni: Parmigiano Reggiano, Grana Padano, caciocavallo della Sila, pecorino romano, groviera, gorgonzola, ecc.
- In altre parole, nei formaggi italiani DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta) è consentito l’utilizzo di caglio di origine animale, laddove richiesto dalla lavorazione, pertanto il loro consumo viene escluso da una qualsiasi dieta vegetariana,
- Ciò detto, ci sentiamo di suggerire una riflessione dedicata alle certificazioni DOP e IGP che, in generale, riguardano prodotti enogastronomici realizzati con materie prime di altissima qualità.
In particolare, il garantisce al consumatore che l’intero processo produttivo, dall’inizio alla fine, debba svolgersi in una determinata zona. Nel caso del Parmigiano Reggiano il latte viene raccolto da bovine allevate, accudite, nutrite e munte in prossimità dei caseifici di lavorazione, entro i confini della zona compresa tra le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna (a sinistra del fiume Reno) e Mantova (a destra del fiume Po).
Il tutto avviene nel rispetto dei tempi di lavorazione e del mantenimento della freschezza della materia prima. Pertanto, concetti come cura dell’ambiente, sostenibilità, benessere animale, salubrità ed etica nella gestione delle risorse animali e umane che ci consentono di produrre quotidianamente il nostro formaggio, rientrano a pieno titolo tra le linee guida di produzione del Parmigiano Reggiano,
Inoltre, la stessa materia prima così ottenuta, ci consente di creare un, essendo ricco di proteine, sali minerali, grassi insaturi e altre innumerevoli sostanze utili per la crescita e le difese immunitarie. Fermo restando che la scelta alimentare di ognuno deriva anche da fattori non opinabili, tra cui quello ideologico e religioso, pensiamo che i sani valori della tradizione, del rispetto e dell’amore per il territorio e l’ambiente possano trovare giusta espressione anche nella pratica quotidiana di antichi mestieri, come quello del casaro, e di lavorazioni artigianali, come quella del Parmigiano Reggiano, che hanno attraversato quasi dieci secoli di storia anche per ricordarci da dove veniamo e di cosa si sono nutriti per decenni i nostri padri,
Cosa succederebbe se tutto il mondo fosse vegetariano?
Cosa accadrebbe al pianeta se diventassimo tutti Vegetariani/Vegani? Uno scenario irrealistico, ma utile per capire che impatto hanno le nostre abitudini alimentari sul Pianeta. E quanto sia importante la moderazione nelle scelte di consumo. Il consumo d’acqua di una dieta che includa la carne o latticini è decisamente maggiore di una dieta vegan (che esclude i derivati animali); ed il tema dello spreco d’acqua, soprattutto proiettato negli anni a venire, è di scottante attualità.
Per esempio, si pensi che per produrre un kg di manzo possono occorrere fino a 100.000 litri d’acqua, mentre per un chilo di frumento ne occorrono solo 900 e per un chilo di soia 2000. I numeri potrebbero sembrare eccessivi, ma basta riflettere un attimo sull’iter di produzione. Per un chilo di frumento è necessario in totale utilizzare circa 900 litri di acqua.
Ma per produrre una bistecca, bisognerà prima di tutto coltivare quello stesso frumento, anzi molto di più, dato che andrà usato per nutrire dei bovini per svariato tempo; tempo nel quale andrà dato loro da bere, ma anche utilizzata molta acqua per tenere pulite le stalle; ed infine bisogna anche considerare l’acqua utilizzata all’interno dei macelli.
In totale, non è poi così strano vedere che mangiando carne si consumi circa CENTO volte più acqua che non mangiando vegan! Senza dimenticare che quanto detto è vero anche per gli altri alimenti animali. Ad esempio, le considerazioni sull’acqua necessaria per allevare un bovino sono valide anche per la produzione di latte; in questo caso addirittura si deve considerare anche l’impiego di acqua, non indifferente, necessario per tenere pulite le sale di mungitura e soprattutto i macchinari per mungere.
Si arriva facilmente ad un fabbisogno di circa 100 litri al metro quadro per giorno. Decidendo semplicemente di essere vegan si possono risparmiare più di 5 milioni di acqua ogni anno. Si potrebbe lasciare aperta la doccia 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno.
Senza riuscire a sprecare così tanta acqua come fa una persona che segue una dieta a base di prodotti animali. EFFETTO SERRA Andando oltre, un altro aspetto fortemente negativo dell’allevamento, anche questo poco conosciuto, è la sua incidenza sull’effetto serra. Infatti sono molti gli studi che indicano chiaramente come il contributo della produzione di alimenti animali al totale dei gas serra sia molto rilevante.
In particolare, sotto forma di metano prodotto dal sistema digerente degli animali con l’emissione di gas intestinali, mentre le deiezioni degli animali diffondono nell’ambiente sostanze acidificanti ed eutrofizzanti. Ricordando anche che, come già sottolineato, l’allevamento implica una maggiore serie di attività inquinanti rispetto al coltivare vegetali destinati direttamente all’alimentazione umana, come ad esempio il trasporto di vegetali e la loro trasformazione in cibo per animali.
- Tutto questo porta un altro forte contributo all’effetto serra.
- Per avere qualche dato ufficiale, basta riportare che la FAO, nella relazione “Livestock’s long shadow” presentata il 29 novembre 2006, afferma che il bestiame produce circa il 9% del principale gas serra, il biossido di carbonio, ma è responsabile di alte emissioni di altri importanti gas serra: il 35-40% delle emissioni di metano e il 65% di quelle di ossido di azoto (che è circa 300 volte più dannoso del CO2 per il riscaldamento globale) vengono prodotte infatti dal bestiame.
Le emissioni totali di gas serra causate dal settore zootecnico sono pari al 18% del totale dovuto alle attività umane; una percentuale simile a quella da addebitare all’industria e maggiore di quella dovuta all’intero settore dei trasporti.
Un recente studio condotto in Germania (dall’associazione FoodWatch insieme ai ricercatori dell’Istituto tedesco per la Ricerca sull’Economia Ecologica) effettua un calcolo preciso su quanta CO2 si produca, in un anno, seguendo diversi tipi di alimentazione; per risultare più comprensibile il raffronto è stato esplicitato in termini di km equivalenti percorsi in auto e il risultato vi stupirà: Alimentazione vegan – Da agricoltura bio: 281 kmDa agricoltura convenzionale: 629 km Alimentazione vegetariana Da agricoltura bio: 1978 kmDa agricoltura convenzionale: 2427 km Alimentazione onnivora Da agricoltura bio: 4377 kmDa agricoltura convenzionale: 4758 kmCi sono altri aspetti poco conosciuti dell’impatto degli allevamenti. Uno di questi è il suo peso rispetto alla DEFORESTAZIONE le foreste pluviali vengono abbattute non tanto per prenderne il legname, come molti credono, ma soprattutto per ottenere pascoli per l’allevamento di bovini destinati a fornire carne all’Occidente. Il problema consiste ancora una volta nella necessità di produrre grandi quantità di vegetali non per nutrire direttamente l’uomo ma per sostenere l’allevamento, per poi – alla fine dei conti – produrre cibo per una quantità molto minore di esseri umani.
Ad esempio, i dati riportano che la maggior parte della deforestazione della Foresta Amazzonica è dovuta all’allevamento di bovini (la cui carne verrà poi principalmente esportata), circa il 60%. Solo circa il 30% è dovuta all’agricoltura di sussistenza o di piccola scala.
- Una ulteriore riflessione importante: anche per quanto riguarda l’agricoltura c’è un problema collegato dall’allevamento; infatti una grossa fetta di risorse vegetali, soprattutto la soia, vengono coltivate per diventare foraggio per gli animali.
- Quindi, semplificando al massimo: si abbattono grandi aree di foresta per fare campi di soia e cereali, che invece di essere usati per nutrire gli uomini (magari di quelle stesse zone), sono usati per sostenere l’allevamento e produrre carne da esportare nei paesi più industrializzati.
Ancora un aspetto dal quale emerge lo spreco e il grave impatto ambientale del consumo di carne e altri alimenti animali. Per salvare l’ambiente Riassumendo, i dati oggettivi sono incontrovertibili: l’allevamento di animali – sia per produrre carne che per produrre altri derivati – comporta un enorme spreco d’acqua, contribuisce in maniera rilevante all’effetto serra, è la principale causa della deforestazione ed è altamente inquinante non solo a causa dell’allevamento stesso ma anche per la produzione di foraggio, per i trasporti, dei mangimi e degli animali.
Questa forte critica all’allevamento ovviamente va fatta nella misura in cui esiste una valida alternativa: scegliere una alimentazione priva di alimenti animali, ossia seguire una dieta vegana. Essere vegani è una filosofia di vita, un modo di essere sensibili e rispettosi di tutte le vite e dell’ambiente e si esprime con il rifiuto di ogni forma di sfruttamento degli animali.
A tavola significa non consumare prodotti di origine animale – carne, salumi, pesce, ma anche uova, latte, formaggi, miele – sapendo che non solo gli alimenti derivanti dall’uccisione, ma anche tutti quelli presentati tradizionalmente come “incruenti” significano sofferenza e morte per gli animali, comportano gravi danni per la salute della Terra e riducono le risorse a disposizione per i paesi più poveri.
I prodotti vegetali che la natura ci offre sono davvero tanti e sta alla nostra fantasia abbinarli per realizzare piatti prelibati e nutrienti. Diventare vegani vuol dire scoprire e riscoprire tutto un mondo di cibi sani, gustosi e genuini e quello che spesso passa inosservato è che già molti dei piatti tradizionali della cucina mediterranea e non solo, sono vegani e che tantissimi altri possono facilmente diventarlo.
L’ADA(American Dietetic Association) dal 1987 dichiara che una dieta vegana correttamente bilanciata è salutare, adeguata dal punto di vista nutrizionale e adatta a tutti gli stadi del ciclo vitale (inclusi gravidanza, allattamento, svezzamento, infanzia e terza età) perché garantisce lo sviluppo fisiologico dell’organismo.
I BENEFICI PER LA SALUTE. Gli studi di Springmann hanno anche mostrato che la cessazione del consumo di carne porterebbe a una diminuzione della mortalità globale del 6-10%, per la riduzione di malattie cardiovascolari, cancro e patologie croniche. La dieta vegetariana preverrebbe 7 milioni di morti all’anno, quella vegana, 8 milioni.
: Cosa accadrebbe al pianeta se diventassimo tutti Vegetariani/Vegani?
Cosa manca ai vegetariani?
Dieta vegana, cosa può mancare e come rimediare – Ma quali sono gli elementi nutritivi che possono venire meno seguendo una dieta vegana? Si tratta ovviamente di sostanze presenti soprattutto negli alimenti di origine animale ai quali si decide di rinunciare: tra le mancanze più comuni ci sono quelle di vitamina B12, zinco, calcio, ferro, vitamina D, proteine e acidi grassi omega-3.
In generale, per una dieta vegana sana ed equilibrata di consumare almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, bere molti liquidi, considerare l’utilizzo di integratori ed evitare alimenti che contengano molti grassi a favore di legumi e carboidrati complessi contenuti in patate, pane, riso e pasta, questi ultimi meglio se integrali.
Oltre a queste linee guida, ci sono però alcune soluzioni per colmare le possibili ‘lacune’ nutrizionali di una dieta vegana.
Che cambia tra vegano è vegetariano?
Dal punto di vista alimentare, quali differenze ci sono tra vegetariani e vegani? – «I vegetariani non mangiano carne e pesce, I vegani oltre a questo rifiutano di utilizzare tutti i prodotti di derivazione animale, Quindi non consumano nemmeno, ad esempio, uova, latte e derivati e miele».
Qual è la differenza tra un vegano è un vegetariano?
Qual è la differenza tra dieta vegetariana e vegana? – I vegetariani escludono dalla propria dieta la carne e il pesce; i vegani, invece, sono vegetariani che si astengono completamente da tutti gli alimenti di origine animale, quindi non mangiano neanche le uova, il latte e i suoi derivati e il miele.
Cosa mangiano a colazione i vegetariani?
Come preparare una perfetta colazione proteica vegetariana Ultimamente si sente molto parlare di alimenti e pasti proteici, tra cui la ; ma è davvero utile e sano cominciare la giornata facendo il pieno di proteine? La risposta è sì, se segui una dieta vegetariana e devi quindi prestare molta attenzione a raggiungere un adeguato apporto proteico.
- Ecco tutti i benefici di una colazione a base di proteine: 1.
- Ti dà la giusta carica per la giornata! Il nostro corpo funziona grazie al nutrimento che gli forniamo.
- Dopo il digiuno della notte, è fondamentale introdurre subito nutrienti di qualità e nelle giuste proporzioni in modo che muscoli e cervello possano attivarsi e affrontare la giornata al massimo.2.
Attiva il metabolismo e blocca la fame Gli alimenti proteici risvegliano il metabolismo perchè vengono digeriti e assorbiti più lentamente rispetto ai carboidrati. Assumendoli opportunamente a colazione ti sentirai sazio fino all’ora di pranzo, Ciò contribuirà a consumare degli spuntini leggeri a metà mattina con conseguente calo delle calorie assunte 3. Cosa mangiare, quindi, per una perfetta colazione proteica vegetariana? È semplice, se sai come fare: ecco alcuni tra i migliori ingredienti per la tua colazione veggie, Via libera a latte e latticini : oltre a essere ottime fonti di proteine, sono anche ricchi di calcio, vitamine e minerali.
- Yogurt, latte, formaggi freschi da spalmare sul pane integrale sono ottimi ingredienti per la tua colazione; per assumere ancora più proteine, prova il latte di pecora, un alimento sorprendentemente proteico.
- E se vuoi provare una colazione vegana, puoi sostituirli con bevande o yogurt a base di mandorla o di riso.
Aggiungi alimenti proteici a biscotti, muffin e dolci fatti in casa. Qualche idea? La frutta secca e oleosa è perfetta per integrare proteine e grassi buoni, mentre la frutta fresca apporta vitamine e fibre. Ottimi sono anche i semi, come semi di lino, semi di chia e di canapa, ognuno con proprietà benefiche diverse. Hai voglia di liberare la tua fantasia in cucina e portare in tavola una colazione buona, sana e che metterà tutti di buon umore ? Ecco tre esempi di ricette vegetariane che puoi provare subito. Frullati e smoothies Buoni, freschi e sani: frullati e sono perfetti per la colazione, specialmente in estate.
Sbizzarrisciti con frutta e verdura, per dei frullati super salutari, aggiungi latte e, se vuoi, cioccolato amaro per una coccola più golosa. E per i più sportivi, esistono in commercio proteine vegane in polvere perfette per essere aggiunte ad ogni ricetta. Toast e piadine Per gli amanti della colazione salata, ecco alcuni consigli per degli ottimi toast o piadine, ovviamente senza strutto.
Potete farcirli con hummus, frittatine di ceci, crema di legumi, avocado, formaggio di pecora o di capra, Queste ricette richiedono un po’ più di preparazione, ma una volta che ci avrete preso la mano, non potrete più farne a meno! Pancakes proteici I famosi pancakes possono essere preparati anche in chiave proteica.
Se sei deciso a cambiare la tua alimentazione e curare la tua salute, ricordati che il benessere passa dalla tavola, ma non solo. Comincia la giornata con una colazione sana e proteica, fai attività fisica e bevi molta acqua per mantenerti idratato: ne gioverai nel corpo e nella mente.
Se hai deciso di seguire uno stile di vita vegetariano, sicuramente sai che creatività e sperimentazione ai fornelli sono fondamentali per avere un’alimentazione varia e non incorrere in carenze. Informati su tutte le fonti proteiche vegetali e trova il modo di inserirle nella tua dieta, alternandole e variando di volta in volta.
Oltre al cibo, anche le bevande giocano un ruolo fondamentale per la colazione; questo perché il tuo corpo ha perso liquidi durante la notte, e ha quindi bisogno di reintegrarli, Una tazzina di caffè non basta; scegli acqua e limone, the, una spremuta fresca o un frullato.
Cosa mangiano i vegetariani a pranzo?
Vegetariani e vegani cosa mangiano e cosa non mangiano Quante volte ci siamo chiesti cosa mangiano i vegetariani ? Si tratta di una domanda e di una curiosità più che legittima (anche se nel 2020 dovremmo saper rispondere a menadito e soprattutto evitare di fare commenti sulla, repetita iuvant).
- Scelta sempre più diffusa, provate a fare la conta tra i vostri amici e familiare e a quanto sono aumentate le occasioni di cene vegetariane per far contenti tutti – la verità è che quando si decide di diventare vegetariani il passaggio non è immediato.
- Posto che come per tutti i cambi di regime alimentare farsi seguire da un esperto è saggio, per sposare una dieta vegetariana bisogna essere disposti a dare un taglio netto alle proprie abitudini alimentari.
Anche se sono tante, anzi tantissime, le ricette veg nella cucina tradizionale italiana per diventare vegetariani non basta per cui un ripassino su cosa mangiano e cosa non mangiano i vegetariani può essere utile a tutti. Cosa mangiano i vegetariani Una dieta vegetariana consiste nell’escludere dalla propria alimentazione gli alimenti “animali”, ovvero sia carne che pesce. In Italia in questo momento una persona su 10 è vegetariana, un trend in costante crescita nel corso degli ultimi anni.
Tra le motivazioni che spingono sempre più persone verso questo tipo di scelta c’è come prima cosa la “questione etica”. In molti hanno un rispetto così forte per la vita degli altri animali che decidono di non mangiarne più la carne. Ma c’è anche un aspetto ecologico. L’allevamento di animali è infatti fonte di un fortissimo inquinamento, in moltissime zone del mondo si è provveduto a disboscare per creare allevamenti ad alta intensità che finiscono per produrre un fortissimo effetto inquinante.
E c’è chi lo fa anche per una questione di salute visto che un eccessivo consumo di carne, soprattutto rossa è conclamato non faccia bene al nostro organismo. Alimenti vegetariani Nel mondo del vegetarianismo esistono però differenti approcci alla dieta.
Ad esempio la dieta latto-ovo vegetariana ammette anche il comune di latte, miele, formaggi e uova, oltre a quelli di origine vegetale. Si tratta di una dieta piuttosto equilibrata nonostante la rinuncia a pesce e carne, ed è probabilmente la dieta vegetariana più diffusa in Occidente. Esiste poi la dieta latto-vegetariana che ammette il consumo del latti dei formaggi, ma esclude le uova.
Questo tipo di dieta è invece molto diffusa in Asia e in India. Esistono poi le diete vegane che invece escludono qualsiasi cibo di originale animali, si tratta di una dieta che in alcuni casi potrebbe avere la necessità di integratori di vitamine e ferro sotto forma di integratori.
- Vegetariani e vegani cosa mangiano e cosa non mangiano Quando parliamo di dieta vegetariana dobbiamo dunque escludere dall’elenco tutti i cibi di origine animale.
- I vegetariani mangiano tutto ciò che è vegetale quindi cereali, pane, pasta, riso, miglio, cous cous, seitan, soia, miso, legumi, ortaggi, alghe, semi, frutta fresca e secca, e per alcune correnti anche uova e latticini.
Una menzione particolare la merita il seitan. Si tratta di un prodotto che viene molto spesso usato al posto della carne, in quanta ne ricorda l’odore e il sapore e si prepara proprio come la carne, dunque per fare hamburger, polpette e addirittura il ragù.
Si tratta però di un alimento particolarmente ricco di glutine e dunque sconsigliato a chi ha problemi di intolleranza. I vegetariani mangiano pesce? La risposta corretta a questa domanda è naturalmente no. I vegetariani non dovrebbero includere il pesce nella loro dieta, in quanto si tratta appunto di un animale.
Ma ovviamente ci sono anche persone che decidono questa scelta di vita per motivi specifici, magari per problemi di salute o altro, e quindi decidono di non rinunciare al pesce all’interno della loro alimentazione. : Vegetariani e vegani cosa mangiano e cosa non mangiano
Che pasta mangiano i vegetariani?
La pasta secca è vegana? La pasta secca di semola di grano duro è composta unicamente da farina e acqua. Quindi sì, la pasta è vegana.
Cosa mangiare al sushi se sei vegetariano?
6. Kaiten-zushi – Questi simpatici ristoranti di sushi, noti come kaiten-zushi (回転ずし) sono perfetti per i viaggiatori vegetariani. Se pensi che la parola “sushi” equivalga a “pesce”, sappi che non è così: in un ristorante di sushi si possono trovare vari tipi di piatti vegetariani, inclusi alcuni contorni e dessert.
Alcuni esempi di sushi vegetariani sono gli hosomaki di cetriolo ( kappa-maki かっぱ巻き), il sushi di verdure in salamoia, il sushi con la frittata d’uovo ( tamagoyaki 卵焼き), il sushi con mais e maionese e l’ inarizushi, un tipo di sushi leggermente dolce fatto con tofu fritto marinato in salsa mirin,
La cosa migliore del kaiten-zushi è che puoi scegliere il cibo mentre ti passa davanti su un nastro trasportatore, così assaggerai solo quello che ti va! E non dovrai porti il problema di dedurre dal menù cosa puoi o non puoi ordinare. Ancora una volta, tieni a mente che il dashi può essere presente in alcuni piatti e persino nella salsa di soia, quindi dovrai stare sempre molto attento.
Come si chiamano le persone che non mangiano la carne ma il pesce?
S.m. e agg. Fautore di una dieta che esclude la carne rossa e bianca a favore della carne di pesce e di animali acquatici invertebrati, come i crostacei.
Come si chiamano i vegani che mangiano pesce?
La dieta pesco-vegana esclude latte, uova e formaggi ma include pesce e “frutti di mare”: vediamo insieme il perché di questa scelta Tempo di lettura: 4 minuti I pesco-vegani sono coloro che escludono dalla propria dieta carne, uova, latte e formaggi, ma che non rinunciano ai “frutti di mare” e al pesce : una tendenza che si differenzia dalle scelte dei “pescetariani”, coloro che decidono di seguire una dieta vegetariana ma di continuare a consumare pesce.
Al di là delle polemiche che questi stili alimentari potrebbero innescare – sono tanti, infatti, coloro che li considerano “incoerenti” a livello etico – sono numerosissime le persone sostengono che questo tipo di alimentazione sia tra le più salutari in assoluto per l’uomo: esiste anche un sito, Pesco-vegan.com, che tratta dell’argomento e fornisce agli utenti ricette e consigli pratici, come quello su “Come cucinare il pesce perfetto”,
Per avere un chiarimento riguardo al pensiero che si nasconde dietro a questo stile alimentare, sul sito – che è gestito dalla Aspen Naturopathic Wellbeing, una casa editrice con sede a Melbourne (in Australia) – leggiamo: “Abbiamo ricevuto un paio di e-mail da persone che credono che non dovremmo utilizzare il termine ‘vegano’ associandolo a ‘pesce’, dal momento che appare, nelle loro menti, come una contraddizione terminologica,
Non siamo d’accordo: Respingiamo l’idea che solo il più puro dei vegani possa usare il termine ‘vegan’. Non è giusto – è una parola che tutti noi possiamo utilizzare per descrivere il cibo e le diete, anche quelle meno rigorose, Si può mangiare un panino vegano per la prima colazione, poi un pranzo pesco-vegano, poi una cena onnivora.
Si può mangiare soprattutto cibo vegano, si può mangiare solo cibo vegano, si può non magiare mai cibo vegano. Tutti noi facciamo una scelta personale su ciò che mangiamo, e la scelta di mangiare cibo vegano è solo una”. I pesco-vegani non considerano una dieta vegetariana una “buona scelta” e il motivo è presto spiegato: le diete che includono prodotti di origine animale (pesce e carne compresi) sarebbero infiammatorie per il nostro organismo; ma la portata infiammatoria del pesce sarebbe compensata dalla sua ottima quantità di omega-3, tale da “rovesciarne” gli effetti sul nostro organismo, rendendo addirittura questo stile alimentare anti-infiammatorio per l’uomo.
Gli autori del sito ci spiegano come questo tipo di alimentazione sia fondamentale per combattere le malattia autoimmuni infiammatorie, alterazioni del sistema immunitario che danno origine a risposte immunitarie anomale che possono compromettere in maniera molto seria la salute di chi ne è affetto.
E in risposta alle polemiche suscitate dalla scelta di continuare a cibarsi di pesce, leggiamo: “Sappiamo che ci sono alcuni tra noi che non potrebbero pensare che una vita umana sia più importante della vita di un animale, e francamente siamo completamente d’accordo.
Tranne quando qualcuno di noi deve morire. Noi – e altre persone affette da malattia autoimmune infiammatoria – scegliamo di vivere, a spese di pesce e frutti di mare, e facciamo questa scelta con occhi e cuore aperti”. Il sito, inoltre, è diviso in molteplici sezioni dove chiunque sia affetto da intolleranze alimentari di qualsiasi genere, possa trovare una risposta e un aiuto concreto per affrontarle, seguendo comunque sempre una dieta vegana (o pesco-vegana),
Anche in Italia la dieta pesco-vegana ha raccolto moltissime adesioni e su Facebook il dottor Pier Luigi Rossi – medico specialista in scienze dell’alimentazione – ne loda i benefici: “Ritengo che il modello alimentare vegano possa essere integrato e completato con inserimento del pesce.
Consiglio il pesce (almeno due-tre porzioni in una settimana) perché apporta due molecole lipidiche primarie : EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico), essenziali per l’integrità strutturale e funzionale delle membrane delle nostre cellule e per le funzioni cognitive e comportamentali”.
Pescetariani: una nuova specie? Pubblicato il: 7 Dicembre 2016 Ultimo aggiornamento: 7 Dicembre 2016
Perché il pesce non è carne?
2019-06-05T13:06:39+02:00 Con il termine “carne” si indicano tutte le parti commestibili degli animali omeotermi, quindi anche gli organi interni, interiora o frattaglie. Nel linguaggio comune e in molte normative il termine esclude i prodotti ittici e della pesca, quindi per “pesce” si intende la carne dei pesci.
Secondo il Consiglio Europeo, la carne è divisa in diverse categorie a seconda dell’animale da cui deriva: ungulati domestici (bovini, suini, ovini, caprini, equini); pollame; conigli, lepri e roditori; selvaggina. Un altro modo comune di suddividere le carni è basato sul colore: carni rosse (bue, cavallo, montone e di alcuni volatili come faraona, oca, piccione e anatra); rosate (suino e vitello); bianche (pollo, tacchino, coniglio, agnello e capretto).
Anche le carni derivate dai pesci sono bianche. Il colore della carne dipende dalla concentrazione di mioglobina, una molecola pigmentata contenente ferro che rappresenta la riserva di ossigeno nel muscolo. Conseguentemente, il contenuto di ferro nelle carni è mediamente proporzionale al loro colore.
- Da un punto di vista nutrizionale la carne è classificata tra gli alimenti del primo gruppo, ossia quelli caratterizzati dall’elevata concentrazione di proteine ad elevato valore biologico.
- Il valore biologico di una proteina dipende dal suo contenuto di aminoacidi essenziali, ossia quelli che è indispensabile introdurre con la dieta, poichè l’uomo non è in grado di sintetizzarli.
La carne contiene 16 -22 g di proteine ogni 100 g di parte edibile cruda, con una variabilità dipendente dalla specie, dalle caratteristiche di allevamento e dal taglio considerato. Le proteine non sono però l’unica peculiarità nutrizionale della carne, che è caratterizzata anche dalla presenza di ferro in una forma più facilmente assorbibile rispetto a quello che si trova nei vegetali, e di vitamine del gruppo B.
- Tra esse, in particolare la vitamina B12, presente esclusivamente negli alimenti di origine animale.
- Anche il pesce fa parte degli alimenti del primo gruppo, e contiene 15-20g di proteine ogni 100 g di parte edibile, cruda.
- Anche nel pesce la variabilità è legata alla specie ed alle condizioni di allevamento.
Analogamente alla carne, il pesce fornisce ferro biodisponibile e vitamine del gruppo B, in particolare B12. In più il pesce è fonte di un altro importante minerale, lo iodio, indispensabile per il corretto funzionamento della tiroide. Ma la grande differenza tra carne e pesce è nel tipo di grassi: nel pesce la percentuale di grassi varia tra le diverse specie dallo 0,5% al 27%, ed è caratterizzata dall’ alta concentrazione di acidi grassi omega 3 a lunga catena (EPA e DHA).
Gli effetti positivi di questi acidi grassi, in particolare a livello cardiovascolare, sono conosciuti da tempo: essi si trovano esclusivamente nei prodotti ittici, e proprio alla loro presenza è legata la raccomandazione di consumare pesce almeno 2-3 volte alla settimana. Circa la problematica relativa alla presenza di mercurio, ricordiamo che esso si accumula in maniera significativa nei pesci molto grandi (tonno, pesce spada, ecc) mentre il rischio è inesistente per i pesci di pezzatura piccola.
In conclusione, carne e pesce sono alimenti simili ma diversi, e proprio questa loro diversità fa sì che essi debbano essere entrambi presenti nella nostra dieta settimanale, ovviamente nella giusta quantità. Alessandra Bordoni Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari Università di Bologna
Qual è la differenza tra un vegano è un vegetariano?
Qual è la differenza tra dieta vegetariana e vegana? – I vegetariani escludono dalla propria dieta la carne e il pesce; i vegani, invece, sono vegetariani che si astengono completamente da tutti gli alimenti di origine animale, quindi non mangiano neanche le uova, il latte e i suoi derivati e il miele.