Cosa Si Vota Il 25 Settembre? - []

Cosa Si Vota Il 25 Settembre?

A cosa servono le elezioni del 25 settembre?

Lo scorso 25 settembre gli italiani hanno votato per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.

Per cosa si vota in Italia a settembre?

Elezioni settembre 2022: per chi si vota – Questo settembre si torna al voto per rinnovare i membri del Parlamento, dopo le dimissioni dell’esecutivo Draghi. Gli elettori sono chiamati a scegliere i 400 rappresentanti che andranno a sedere sugli scranni della Camera e i 200 che invece siederanno su quelli del Senato.

Il presidente della Repubblica fa le consultazioni tra i partiti che hanno raccolto più voti alle elezioni politiche; in base ai risultati emersi da queste consultazioni, ha il compito di incaricare il presidente del Consiglio di formare il nuovo esecutivo e di indicare i nomi dei ministri di cui intende circondarsi in Consiglio; dopodiché il nuovo governo procede giuramento ufficiale per legge; Entro 10 giorni dal decreto di nomina, il nuovo governo si presenta in Parlamento, per ottenere il voto di fiducia di Deputati e Senatori.

Ecco perché queste elezioni politiche 2022 sono molto importanti.

Chi si potrà votare alle elezioni del 25 settembre?

3) Elezioni politiche 25 settembre 2022: voto in comune diverso da quello di residenza – La legge prevede che possano votare in Italia fuori del comune di residenza solo alcune categorie di elettori, come:

  • quelli ricoverati in ospedali e case di cura,
  • militari, naviganti,
  • i componenti dell’Ufficio elettorale di sezione e le Forze dell’ordine;
  • inoltre i rappresentanti di lista, designati dai partiti, possono votare presso il seggio in cui svolgono tali funzioni qualora siano elettori dello stesso collegio plurinominale alla Camera e della stessa regione al Senato.

Per gli elettori che, non rientrando in tali categorie, per esercitare il diritto di voto devono raggiungere il comune di residenza recandosi presso il proprio seggio di iscrizione elettorale, sono previste agevolazioni tariffarie per viaggi in treno, aereo o nave.

Come si vota per Camera e Senato il 25 settembre?

Elezioni 25 settembre: come votare spiegato passo passo – Vediamo ora, con l’aiuto di fac-simile e immagini, cosa occorre fare per votare senza commettere errori sulle schede, senza quindi il pericolo di voto nullo o annullato. Una volta arrivati al seggio, agli elettori vengono consegnate due schede,

una per la Camera ed una per il Senato,

Su ogni scheda è scritto:

il nome del candidato nel collegio uninominale e,per il collegio plurinominale, il simbolo di ciascuna lista o i contrassegni delle liste in coalizione ad esso collegate.

Leggi qui >> Tutti i nomi dei candidati e i simboli in corsa Accanto ai contrassegni delle liste sono stampati i nomi dei relativi candidati nel collegio plurinominale. Il voto si esprime tracciando un segno X sul rettangolo contenente il contrassegno della lista e i nomi dei candidati. Vediamo come.

Si può votare solo una lista (tracciando la X sul simbolo). In questo modo il voto verrà esteso anche al candidato collegato a quella lista.

in alternativa, si può votare il nome di un candidato. In questo modo il voto viene esteso alla lista o liste collegate a quel candidato. Il voto sarò proporzionato in base ai voti ottenuti nel collegio da ogni singola lista.

Oppure si può votare sia un candidato uninominale che una lista collegata,

Non può essere espresso un voto disgiunto. E’ nullo quindi il voto dell’elettore che traccia la X sul nome e cognome del candidato uninominale e una X sul simbolo della lista a cui esso non è collegato

Cosa succede se non si raggiunge il quorum alle elezioni del 25 settembre?

Qualora non si siano raggiunte tali percentuali, l’elezione è nulla.

Chi si elegge con le elezioni politiche?

In Italia ogni cinque anni si svolgono le elezioni politiche per la scelta dei componenti dei due rami del Parlamento: la Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica.

Per cosa si vota nel 2023?

Domenica 14 e lunedì 15 maggio 2023 si svolge il turno annuale di elezioni amministrative, comunali e circoscrizionali, che interessa 595 comuni delle regioni a statuto ordinario.

Quanti giorni si vota il 25 settembre?

Elezioni politiche 2022: si vota domenica 25 settembre – La data delle elezioni politiche 2022 è domenica 25 settembre, dalle 7:00 alle 23:00. Il popolo italiano è quindi chiamato ad esprimersi in una sola giornata. Chiuse le urne, partiranno gli exit poll.

  1. Poi si procederà con lo spoglio delle schede, le prime proiezioni e i risultati,
  2. Nelle ultime ore alcuni esponenti del mondo politico, soprattutto appartenenti a Forza Italia, hanno provato a insistere per un raddoppiamento della data prevista per votare.
  3. I fedeli di Berlusconi vorrebbero infatti che si andasse al voto anche il giorno dopo, lunedì 26 settembre,

Una richiesta che, almeno al momento, sembra destinata a rimanere tale, non trovando appoggio nemmeno negli alleati di coalizione. Nel corso della storia repubblicana del nostro Paese si è votato in due giorni in 12 occasioni, l’ultima in ordine di tempo risale al 2013:

IV Legislatura 1963: 28-29 aprile V Legislatura 1968: 19-20 maggio VI Legislatura 1972: 7-8 maggio VII Legislatura 1976: 20-21 giugno VIII Legislatura 1979: 3-4 giugno IX Legislatura 1983: 26-27 giugno X Legislatura 1987: 14-15 giugno XI Legislatura 1992: 5-6 aprile XII Legislatura 1994: 27-28 marzo XV Legislatura 2006: 9-10 aprile XVI Legislatura 2008: 13-14 aprile XVII Legislatura 2013: 24-25 febbraio

Quanti anni devo avere per votare il 25 settembre?

La legge costituzionale 18 ottobre 2021, n.1 ” Modifica all’articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l’elezione del Senato della Repubblica ” è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.251 del 20/10/2021, La proposta di legge costituzionale AS.1440-B ” Modifica all’articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l’elezione del Senato della Repubblica ” è stata approva ta dal Senato, in seconda deliberazione, l’ 8 luglio 2021 con 178 voti favorevoli, 15 contrari e 30 astenuti,

  • Finalmente i giovani tra i 18 e i 25 anni potranno votare per l’ elezione del Senato,
  • Viene così abrogata la previsione che limitava l’elettorato attivo per il Senato a coloro che avevano compiuto il venticinquesimo anno di età.
  • E’ una riforma che rafforza la partecipazione dei giovani alla vita politica del paese e conferma bontà e l’efficacia delle riforme costituzionali di carattere puntuale.
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Si ricorda che Il testo di legge costituzionale era s tato approvato in via definitiva in data 8 luglio 2021 e non essendo stata raggiunta la maggioranza dei due terzi dei componenti è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 13 luglio 2021, per consentire l’eventuale richiesta di referendum costituzionale da parte di un quinto dei membri di ciascuna Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

  • Il termine di tre mesi previsto della Costituzione per la richiesta di referendum confermativo è scaduto il 14 ottobre 2021.
  • In sintesi La legge costituzionale si compone di un articolo unico che, attraverso la modifica dell’articolo 58, primo comma, della Costituzione, riduce il limite di età per gli elettori del Senato da 25 a 18 anni,

Con tali modifiche l’ elettorato attivo per il Senato della Repubblica viene uniformato a quello già previsto per la Camera dei deputati (art.56 Cost.). Il tema dell’abbassamento dell’età dell’elettorato attivo era emerso in occasione del dibattito sulla riduzione del numero dei parlamentari.

Iter parlamentare A.C.1440 -B – vai alla pagina dedicata

I Dossier di documentazione delle Camere

Il Dossier n.128/2 del 21 ottobre 2019 dei Servizi studi delle Camere ” Note sull’A.S.n.1440 modificativo dell’articolo 58 della Costituzione approvato dalla Camera dei deputati in prima deliberazione ” Il Dossier n.128/1 del 18 luglio 2019 dei Servizi studi delle Camere ” Modifica all’articolo 58 della Costituzione in materia di elettorato per l’elezione del Senato della Repubblica ” – Elementi per l’esame in Assemblea Il Dossier n.128 del 14 maggio 2019 dei Servizi studi delle Camere ” Modifica all’articolo 58 della Costituzione in materia di elettorato per l’elezione del Senato della Repubblica ” – Schede di lettura

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Chi si vota alla Camera?

Votano per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica gli elettori che abbiano compiuto, rispettivamente, il diciottesimo e il venticinquesimo anno di età, entro il primo giorno della votazione.

Chi può votare queste elezioni?

Chi può votare – La Costituzione italiana sancisce il principio del suffragio universale In Italia il diritto di voto (elettorato attivo) è garantito dal principio del suffragio universale; di conseguenza, tutti i cittadini italiani maggiorenni sono iscritti d’ufficio nelle liste degli elettori,

  • L’8 luglio 2021 il Parlamento ha approvato in via definitiva il disegno di legge costituzionale di modifica all’articolo 58 della Costituzione che regola l’elezione del Senato.
  • La riforma approvata ha modificato l’età necessaria per eleggere i senatori, portandola da 25 a 18 anni di età.
  • Pertanto, chiunque abbia compiuto la maggiore età può votare sia per la Camera dei Deputati sia per il Senato della Repubblica.

L’introduzione del suffragio universale risale al 1945 con l’estensione del diritto di voto alle donne: in precedenza, la facoltà di partecipare alla vita politica era appannaggio esclusivo dei cittadini maschi. In particolare, con l’ unità d’Italia era stata mutuata la normativa del Regno di Sardegna, che prevedeva un suffragio ristretto per sesso, età, grado di istruzione e censo; un primo allargamento della base elettorale fu determinato nel 1882.

  1. Nel 1912 furono ammessi al diritto di voto tutti i maschi che avessero compiuto i 30 anni, mentre per gli uomini di età inferiore rimanevano in vigore delle restrizioni basate sul reddito e sul titolo di studio.
  2. Tali condizioni furono definitivamente abolite nel 1918, allorché fu adottato il suffragio universale maschile.

Nel 1975 la maggiore età fu infine portata da 21 a 18 anni. I cittadini degli altri stati membri dell’Unione europea residenti in Italia hanno diritto di voto alle elezioni per il Parlamento europeo e alle elezioni amministrative, purché abbiano fatto richiesta al sindaco del comune di residenza entro il 90º giorno antecedente le votazioni nel primo caso, ed entro il 40º giorno precedente le elezioni nel secondo caso.

Quante schede per le elezioni?

Come si vota per le elezioni politiche L’elettore, al momento della votazione riceve 2 schede: una di colore rosa per l’elezione della Camera ed una di colore giallo per l’elezione del Senato. I modelli delle schede sono identici. A cominciare dalle Politiche del 2022, votano, anche per il senato, tutti i cittadini che abbiano compiuto i 18 anni.

Chi potrà votare al Senato?

Chi alla data delle elezioni politiche avrà compiuto la maggiore età potrà, dunque, esercitare il diritto di elettorato attivo per il Senato, dopo la modifica apportata all’articolo 58, comma 1, della Costituzione dalla legge costituzionale 18 ottobre 2021, n.

Quando si vota alla Camera dei deputati?

Si vota domenica 25 settembre 2022, dalle ore 7 alle ore 23, per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.

Come funziona elezione Senato?

Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione Estero. Il numero dei senatori elettivi è di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero. Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due, la Valle d’Aosta uno.

Cosa comporta l’astensione al voto?

Procedure parlamentari – Nel diritto parlamentare, a un membro può venir richiesto di astenersi nel caso di un conflitto di interessi (sia esso vero o anche solo percepito). Le astensioni non concorrono allo spostamento del voto in negativo o positivo; quando un votante si astiene, questi influenza solo il quorum, se è previsto per la validità dell’esito della votazione.

Cosa succede a chi non va a votare?

Il diritto di voto nel passato – Ma da dove nasce la credenza secondo cui chi non vota rischia di perdere più di un diritto? Va detto che le cose non sono andate sempre come oggi, in quanto in passato chi non votava rischiava diverse conseguenze, talvolta anche gravi.

Ad esempio nel 1957 votare era un obbligo a cui nessun cittadino poteva sottrarsi secondo il Testo Unico delle Leggi sulle elezioni. Per spiegare meglio la situazione basti sapere che l’art.115 recitava: “L’elettore che non abbia esercitato il diritto di voto, deve darne giustificazione al sindaco. L’elenco di coloro che si astengono dal voto senza giustificato motivo è esposto per la durata di un mese nell’albo comunale.

Per il periodo di cinque anni la menzione ‘non ha votato’ è iscritta nei certificati di buona condotta”. La norma è stata abrogata nel 1993 ; da più di 20 anni la situazione è cambiata radicalmente dal momento che per chi non vota non sono previste sanzioni o conseguenze.

Che percentuale ci vuole per governare?

Varianti regionali – Le regioni Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria, Toscana e Veneto hanno introdotto alcune modifiche alla normativa nazionale; in Trentino-Alto Adige e in Valle d’Aosta sono in vigore regole specifiche allo scopo di garantire la rappresentanza delle minoranze linguistiche. La facciata del Palazzo dell’Esposizione all’ Aquila, sede del consiglio regionale dell’Abruzzo Abruzzo Nel 2013 sono state approvate alcune variazioni rispetto alla legislazione nazionale, In particolare, è stata cancellata la quota di seggi assembleari da attribuire con il sistema maggioritario (sono dunque stati aboliti i cosiddetti «listini»); all’insieme di liste che sostengono il presidente eletto sono comunque assegnati di norma almeno i tre quinti dei seggi del consiglio regionale,

  • È stata inoltre inserita una soglia di accesso unica al 4% per le liste e per le coalizioni; all’interno di queste ultime è stata fissata una clausola di sbarramento meno restrittiva, pari al 2% per ciascuna delle liste collegate,
  • La facoltà di esercitare il voto disgiunto è stata eliminata,
  • Calabria Le norme vigenti prescrivono che alla coalizione più votata sia attribuito almeno il 55% degli scranni nell’ambito del consiglio,
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La soglia di sbarramento è stabilita all’8% per le coalizioni e al 4% per le liste; dal 2014 il voto disgiunto non è ammesso, Campania Il sistema elettorale campano è sostanzialmente identico a quello definito dalla normativa nazionale; dal 2009 è prevista la possibilità di esprimere una doppia preferenza di genere per i candidati alla carica di consigliere regionale,

Emilia-Romagna La legislazione adottata in Emilia-Romagna dal 2014 ha disposto la sostituzione dei listini bloccati con una quota di seggi da distribuire fra i candidati mediante criteri maggioritari, È inoltre in vigore un meccanismo di salvaguardia delle minoranze analogo a quello previsto dalla legge Tatarella,

Friuli-Venezia Giulia In Friuli-Venezia Giulia le elezioni regionali sono disciplinate da un sistema proporzionale corretto con un premio di maggioranza: la coalizione collegata al presidente eletto ha diritto ai tre quinti dei seggi assembleari qualora abbia superato il 45% dei consensi; in caso contrario, la quota degli scranni attribuiti alle liste vincenti scende al 55%, Il Grattacielo Pirelli di Milano è la sede istituzionale del consiglio regionale della Lombardia Lombardia Nel 2012 la Lombardia si è dotata di un sistema elettorale che differisce dalla legge Tatarella per alcuni aspetti, I listini sono stati aboliti e sostituiti da un premio di maggioranza assegnato direttamente: se il presidente eletto ha ottenuto meno del 40% dei voti validi, alla sua coalizione è attribuito il 55% dei seggi del consiglio ; se invece il candidato vincitore ha conseguito una percentuale non inferiore al 40% dei suffragi, alle liste collegate spetta almeno il 60% dei seggi assembleari,

  1. Come forma di tutela delle minoranze, è previsto che alla coalizione vincente non possa in nessun caso essere assegnato più del 70% dei seggi,
  2. Nel 2017 è stata istituita la facoltà di esprimere una doppia preferenza di genere per i candidati alla carica di consigliere regionale,
  3. Marche Nelle Marche, il voto disgiunto non è più consentito dal 2004,

Puglia Nel 2005 i listini sono stati sostituiti da un premio di maggioranza da assegnare alle liste vincitrici nell’ambito del collegio unico regionale, La normativa pugliese ha disposto anche l’introduzione di una soglia di sbarramento unica al 4% a partire dal 2010,

Sardegna In Sardegna vige un sistema proporzionale con eventuale premio di maggioranza: se il candidato eletto alla carica di presidente ha conseguito una percentuale compresa fra il 25% e il 40% dei voti validi, le liste a lui collegate si dividono il 55% dei seggi all’interno del consiglio regionale ; se la quota di consensi ottenuti è superiore, alla coalizione vincente è attribuito almeno il 60% degli scranni,

L’elettore dispone inoltre di una preferenza a favore di un candidato consigliere regionale; la soglia di accesso è pari al 10% per le coalizioni e al 5% per le liste, Sicilia La prima consultazione popolare che contemplava l’elezione diretta del presidente, svoltasi nel 2001, fu disciplinata in via transitoria dalla legge Tatarella,

Quattro anni più tardi fu approvata una nuova legislazione, in virtù della quale i nove decimi dei membri dell’ assemblea regionale siciliana sono eletti in maniera indipendente nelle varie circoscrizioni provinciali mediante uno schema proporzionale; i seggi restanti sono assegnati su base maggioritaria, a condizione che la coalizione più votata non abbia già ottenuto i due terzi dell’intero consiglio,

Di conseguenza, al presidente eletto non è sempre garantita la maggioranza assoluta dell’assemblea, La clausola di sbarramento è fissata al 5% dei voti validi a livello regionale, Toscana A partire dal 2004, la Toscana ha operato una revisione radicale della normativa in materia di elezioni regionali,

Il sistema elettorale toscano prevede un meccanismo di candidati regionali e provinciali, fissando al 45% la soglia di voti validi necessari per ottenere il 60% dei seggi in consiglio regionale ; qualora tale quota non sia stata raggiunta, i seggi assegnati alle liste vincenti scendono al 57,5% del totale,

È stabilita inoltre una clausola di garanzia delle minoranze, che non possono in ogni caso ricevere meno del 35% degli scranni, Sono ammessi fino a tre voti di preferenza e il voto disgiunto ; la soglia di sbarramento è posta al 10% per le coalizioni, al 5% per le liste singole e al 3% per le liste collegate, L’aula del consiglio regionale del Trentino-Alto Adige, a Trento Trentino-Alto Adige Il Trentino-Alto Adige è di fatto una confederazione formata dalle due province autonome di Trento e di Bolzano, che sono entrambe dotate delle prerogative proprie delle regioni a statuto speciale : le elezioni di livello regionale si svolgono dunque separatamente nei due territori,

La legge stabilisce infatti che il consiglio regionale sia costituito dall’unione dei due consigli provinciali, mentre la carica di presidente della regione sia ricoperta a turno dai presidenti delle due province, In entrambi i territori le consultazioni elettorali sono disciplinate da un sistema proporzionale con voti di preferenza, corretto con un premio di maggioranza in Trentino; sono previsti inoltre alcuni accorgimenti volti a garantire la rappresentanza del gruppo linguistico ladino,

Il presidente della provincia è eletto dalla cittadinanza solo in Trentino, dal momento che in Alto Adige è scelto dal consiglio fra i propri componenti, Umbria In Umbria vige un sistema proporzionale con doppia preferenza di genere, modificato con un eventuale premio di maggioranza: alla coalizione del presidente eletto sono attribuiti i tre quinti dei seggi dell’assemblea regionale, con il vincolo che il partito più votato non può ottenere più della metà degli scranni complessivi,

Il voto disgiunto non è consentito, mentre la soglia di accesso è pari a un quarantesimo dei suffragi, Valle d’Aosta Il consiglio regionale della Valle d’Aosta, noto anche con la denominazione in lingua francese di « Conseil de la Vallée », è eletto mediante un sistema proporzionale privo di clausole di sbarramento e corretto con un premio di maggioranza: tre quinti dei seggi sono assegnati d’ufficio alla lista o al gruppo di liste che abbia conseguito la maggioranza assoluta dei voti validi; qualora nessuno dei soggetti politici concorrenti abbia ottenuto oltre la metà dei suffragi, si ricorre a un ballottaggio fra le due liste o coalizioni più votate,

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Al primo turno sono ammessi inoltre fino a tre voti di preferenza, Il presidente della regione è prescelto dal consiglio fra i suoi membri, dunque non è contemplata l’elezione diretta da parte dei cittadini, Veneto La normativa introdotta nel 2012 ha abrogato i listini bloccati, sostituendoli con un premio di governabilità a beneficio della coalizione più votata, che in ogni caso ha diritto a una percentuale non inferiore al 55% dei seggi assembleari,

Chi elegge il presidente della?

Requisiti ed eleggibilità – Ai sensi dell’ art.83 della Costituzione : «Il Presidente della Repubblica italiana è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze.

  • l’avere cittadinanza italiana ;
  • aver compiuto i 50 anni d’età;
  • godere dei diritti civili e politici,

La Costituzione prevede inoltre l’incompatibilità con qualsiasi altra carica. L’elezione del Presidente della Repubblica avviene su iniziativa del Presidente della Camera dei deputati e la Camera dei deputati è la sede per la votazione. Il Presidente della Camera convoca la seduta comune trenta giorni prima della scadenza naturale del mandato in corso.

Nel caso di impedimento permanente, di morte o di dimissioni del presidente in carica, il Presidente della Camera convoca la seduta comune entro quindici giorni. Nel caso le camere siano sciolte o manchino meno di tre mesi alla loro cessazione, l’elezione del presidente della Repubblica avrà luogo entro il quindicesimo giorno a partire dalla riunione delle nuove camere.

Nel frattempo sono prorogati i poteri del presidente in carica. Quest’ultima previsione serve a svincolare l’elezione del nuovo presidente della Repubblica dalla conflittualità tipica del periodo pre-elettorale e a fare in modo che il nuovo presidente risulti eletto da un Parlamento completamente legittimato.

  1. La previsione di una maggioranza qualificata per i primi tre scrutini e di una maggioranza assoluta per gli scrutini successivi serve a evitare che la carica sia ostaggio della maggioranza politica.
  2. La carica rinvia infatti a un ruolo indipendente dall’indirizzo della maggioranza politica e un mutamento dei quorum deliberativi (ipotizzato in sede di revisione costituzionale ) è stato per questo oggetto di rilievi in dottrina.

Il presidente assume l’esercizio delle proprie funzioni solo dopo aver prestato giuramento innanzi al Parlamento in seduta comune (ma senza i delegati regionali), al quale si rivolge, per prassi, tramite un messaggio presidenziale.

Come funziona Camera e Senato?

La struttura del Parlamento – Il Parlamento italiano si trova a Roma ed è diviso in due Camere (si dice perciò che ha una struttura di tipo bicamerale): la Camera dei Deputati, con sede a Palazzo Montecitorio, e il Senato della Repubblica, con sede a Palazzo Madama,

Chi elegge i deputati in Italia?

Elettorato attivo e passivo – La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto. Gli elettori devono aver raggiunto la maggiore età, Sono eleggibili alla carica di deputato tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni abbiano compiuto i venticinque anni di età.

Qual è lo scopo delle elezioni?

Tipologie – Le elezioni possono servire per designare cariche pubbliche o private. Esistono diverse tipologie di elezioni pubbliche:

  • Elezioni presidenziali, per la carica di capo dello Stato;
  • Elezioni parlamentari (o legislative o, in Italia, “politiche”), per l’elezione del parlamento ;
  • Elezioni amministrative, per l’elezione degli organi rappresentantivi delle amministrazioni territoriali (in Italia, province, comuni e città metropolitane ; impropriamente, vi sono talvolta ricomprese le elezioni regionali);
  • Elezioni primarie, per stabilire in anticipo il candidato, in rappresentanza di un determinato partito o coalizione, alle venture elezioni politiche/amministrative.

A queste partecipano in genere tutti i cittadini della nazione o i residenti nell’ente territoriale in cui si vota.

Elezioni europee per il Parlamento Europeo,

Il metodo dell’elezione viene anche usato da molte organizzazioni private, dai club alle associazioni senza scopo di lucro, per scegliere i propri amministratori. La scelta del candidato può essere diretta o indiretta. Nelle elezioni dirette i votanti si esprimono direttamente sui candidati.

Cosa serve per le elezioni?

L’elettore che si presenta a votare deve essere, innanzitutto, identificato. L’identificazione può avvenire: mediante presentazione della carta d’identità o di un altro documento di identificazione, rilasciato da una pubblica Amministrazione, purchè munito di fotografia.

Per cosa si vota nel 2023?

Domenica 14 e lunedì 15 maggio 2023 si svolge il turno annuale di elezioni amministrative, comunali e circoscrizionali, che interessa 595 comuni delle regioni a statuto ordinario.

Quanti anni servono per votare il 25 settembre?

La legge costituzionale 18 ottobre 2021, n.1 ” Modifica all’articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l’elezione del Senato della Repubblica ” è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.251 del 20/10/2021, La proposta di legge costituzionale AS.1440-B ” Modifica all’articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l’elezione del Senato della Repubblica ” è stata approva ta dal Senato, in seconda deliberazione, l’ 8 luglio 2021 con 178 voti favorevoli, 15 contrari e 30 astenuti,

  1. Finalmente i giovani tra i 18 e i 25 anni potranno votare per l’ elezione del Senato,
  2. Viene così abrogata la previsione che limitava l’elettorato attivo per il Senato a coloro che avevano compiuto il venticinquesimo anno di età.
  3. E’ una riforma che rafforza la partecipazione dei giovani alla vita politica del paese e conferma bontà e l’efficacia delle riforme costituzionali di carattere puntuale.

Si ricorda che Il testo di legge costituzionale era s tato approvato in via definitiva in data 8 luglio 2021 e non essendo stata raggiunta la maggioranza dei due terzi dei componenti è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 13 luglio 2021, per consentire l’eventuale richiesta di referendum costituzionale da parte di un quinto dei membri di ciascuna Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

  • Il termine di tre mesi previsto della Costituzione per la richiesta di referendum confermativo è scaduto il 14 ottobre 2021.
  • In sintesi La legge costituzionale si compone di un articolo unico che, attraverso la modifica dell’articolo 58, primo comma, della Costituzione, riduce il limite di età per gli elettori del Senato da 25 a 18 anni,

Con tali modifiche l’ elettorato attivo per il Senato della Repubblica viene uniformato a quello già previsto per la Camera dei deputati (art.56 Cost.). Il tema dell’abbassamento dell’età dell’elettorato attivo era emerso in occasione del dibattito sulla riduzione del numero dei parlamentari.

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I Dossier di documentazione delle Camere

Il Dossier n.128/2 del 21 ottobre 2019 dei Servizi studi delle Camere ” Note sull’A.S.n.1440 modificativo dell’articolo 58 della Costituzione approvato dalla Camera dei deputati in prima deliberazione ” Il Dossier n.128/1 del 18 luglio 2019 dei Servizi studi delle Camere ” Modifica all’articolo 58 della Costituzione in materia di elettorato per l’elezione del Senato della Repubblica ” – Elementi per l’esame in Assemblea Il Dossier n.128 del 14 maggio 2019 dei Servizi studi delle Camere ” Modifica all’articolo 58 della Costituzione in materia di elettorato per l’elezione del Senato della Repubblica ” – Schede di lettura

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