Cosa Sono Gli Enzimi?
Elvira Olguin
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Contents
- 1 Che cosa sono gli enzimi in parole semplici?
- 2 A cosa serve fare gli enzimi?
- 3 Dove si trovano gli enzimi?
- 4 Quando assumere gli enzimi?
- 5 Come si chiama l’enzima dell’infarto?
- 6 Quali sono gli enzimi del corpo umano?
- 7 Quanti tipi di enzimi ci sono?
- 8 Cosa prendere per prevenire infarto?
- 9 Come si Vedono gli enzimi cardiaci?
Che cosa sono gli enzimi in parole semplici?
Che cosa sono gli enzimi? – Gli enzimi sono sostanze di natura proteica prodotte dalle cellule con funzione di catalizzatori, in grado cioè di favorire o accelerare determinate reazioni chimiche negli organismi viventi.
A cosa serve fare gli enzimi?
Cosa sono gli enzimi? – Gli enzimi sono catalizzatori biologici che regolano e velocizzano le reazioni metaboliche, mantenendo così l’ omeostasi cellulare. Gli enzimi cardiaci rivestono interesse clinico come marcatori di lesione miocardica, in quanto riflettono la presenza di necrosi (senza indicarne, però, il meccanismo responsabile).
Dove si trovano gli enzimi?
Dove si trovano gli enzimi digestivi – Gli enzimi digestivi sono prodotti naturalmente nel pancreas, nello stomaco, nel fegato nell’intestino tenue e in bocca dalle ghiandole salivari, dove cominciano a scomporre le molecole del cibo mentre si sta masticando. IL TUO STOMACO VUOLE RITROVARE LA SERENITÀ? Con 5 domande troveremo il Biochetasi più adatto a rispondere al tuo disturbo gastrico. Specialmente con l’avanzare dell’età, l’organismo comincia a produrre meno enzimi, ecco che soprattutto allora, seguire una buona alimentazione può aiutare a contrastare alcuni disagi legati alla cattiva digestione.
Cosa sono gli enzimi nel sangue?
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Gli enzimi cardiaci sono elementi proteici che fanno parte della struttura muscolare del cuore e sono fondamentali per una rapida verifica della funzionalità cardiaca. Vengono rilevati tre enzimi o markers: MIOGLOBINA, TROPONINA E CREATINCHINASI CK-MB. Il loro livello aumenta in presenza di un infarto del cuore (miocardio) o quando il tessuto cardiaco risulta in qualche modo danneggiato.
Quale organo produce gli enzimi?
Gli enzimi digestivi | Scienze | Rai Scuola Questa serie di unità audiovisive, realizzata da Rai Educational in coproduzione con l’UER (Unione Europea di Radiotelevisione), affronta i grandi argomenti delle scienze fisiche, chimiche, biologiche e matematiche con un linguaggio rigoroso e nello stesso tempo divulgativo.
Con disegni, animazioni ed esperimenti di laboratorio l’unità descrive il funzionamento degli enzimi digestivi, molecole che accelerano la trasformazione del cibo in sostanze più semplici. I principali enzimi digestivi sono secreti dallo stomaco e dal pancreas. Lo stomaco produce acido cloridrico, pepsina (che scinde le proteine in composti più semplici), lipasi gastrica.
Il pancreas secerne due enzimi, la secretina e la pancreozimina, che demolisce peptoni, amminoacidi e acidi grassi. : Gli enzimi digestivi | Scienze | Rai Scuola
Cosa vuol dire quando gli enzimi sono alti?
Infarto e enzimi cardiaci – La presenza di alti valori di enzimi cardiaci come troponina alta o LDH altissimo è spesso un segno inequivocabile di un possibile infarto, soprattutto se questi valori sono associati ad un quadro sintomatologico più vasto, che include:
Dolore al petto Stanchezza Respiro corto Sensazione di nausea Sudorazione associata a brividi
In questi casi è necessario eseguire specifiche analisi per monitorare i valori degli enzimi cardiaci per una diagnosi precoce di infarto del miocardio. Tuttavia, per poter avere una diagnosi certa bisogna affiancare alle analisi del sangue anche valutazioni basate sui sintomi del paziente e sui risultati dell’ECG.
Cosa comporta la mancanza di enzimi?
Malattie lisosomiale, Bembi: “Difetta un enzima, prima si comincia la terapia e meglio è” Grazie agli enzimi sostitutivi oggi si può garantire una buona qualità della vita. Quando si parla in Italia di malattie lisosomiale, dalla che è una delle più note a quelle ancor meno conosciute, c’è sempre un nome che prima o poi viene fuori, quello del dottor Bruno Bembi, Direttore del Centro di Coordinamento Regionale per le Malattie Rare, Ospedale Universitario “S.
- Maria della Misericordia” di Udine.
- C’era anche lui al convengo ‘La normalità delle patologie rare: nuove prospettive per la Malattia di Gaucher ‘ organizzato dalla casa farmaceutica in occasione del lancio del nuovo farmaco orfano che potrà d’ora in poi essere impiegato appunto per la malattia di Gaucher.
A lui è toccato il compiuto di fare il punto di queste patologie, sulle terapie esistenze e sui possibili sviluppi per il futuro. Le malattie da accumulo lisosomiale comprendono più di 40 diverse patologie: quali sono gli elementi comuni? L’elemento comune a questo tipo di patologie è l’alterazione a carico delle vescicole digestive delle cellule, i lisosomi, che può essere secondario sia a un deficit di differenti enzimi lisosomiali, deputati ai processi di digestione cellulare, sia dei meccanismi di trasporto all’interno delle cellule.
- La mancanza di enzimi per il processo digestivo, o delle proteine di trasporto, provoca un accumulo che ingolfa i lisosomi e altera l’attività metabolica della cellula, portando alla morte cellulare e al danno del tessuto specifico di cui quelle cellule fanno parte.
- La Malattia di Gaucher è una patologia ereditaria causata da un accumulo lisosomiale: quali organi colpisce? È una patologia dovuta alla mancanza di un enzima chiamato beta-glucosidasi acida, necessario per il corretto metabolismo di alcuni grassi del nostro organismo che, per la maggior parte, derivano dalle pareti delle cellule che quotidianamente distruggiamo e ricicliamo.
La mancanza di questo enzima impedisce il riutilizzo di questi lipidi, che si accumulano all’interno dei macrofagi, le cellule “spazzine” del nostro organismo, rendendole schiumose, cariche di grassi e alterandone l’attività. L’accumulo di grassi colpisce prevalentemente le cellule del sistema reticolo-endoteliale, presenti in larga misura nei tessuti della milza e del fegato: ciò determina un evidente ingrossamento di questi organi, sul quale molto spesso si basa il sospetto diagnostico.
Come si manifesta la Malattia di Gaucher e qual è la sua diffusione? Quali sono le ripercussioni della Malattia di Gaucher sulla qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti? In cosa consiste il trattamento enzimatico sostitutivo? Quali sono attualmente le prospettive terapeutiche per altre malattie da accumulo lisosomiale, quali ad esempio la Malattia di Fabry e la Sindrome di Hunter?
La Malattia si presenta in forme diverse, che vanno da un tipo più benigno, senza compromissione neurologica e che dà segni solo in età avanzata, a quelle neurologiche sub-acute croniche, che permettono un lungo periodo di vita normale prima di rendersi evidenti, per arrivare alle forme neurologiche acute, fortunatamente molto rare, giacché interessano meno del 5 per cento di tutte le persone colpite dalla patologia, che si manifestano severamente già nel primo anno di vita.
La Malattia di Gaucher è panetnica: il Tipo 1 presenta un’incidenza di 1 caso ogni 40.000 persone e mostra una diffusione maggiore nella popolazione ebraica di origine Aschenazita, dove la frequenza alla nascita è di circa 1 caso ogni 600-1.000 nati.In alcuni casi, quando la persona continua a possedere un residuo di attività enzimatica e la malattia si manifesta solo in età adulta, le ripercussioni sulla qualità della vita possono essere lievi; tuttavia, la maggioranza delle persone ha segni della patologia in giovane età, se non da bambini.
In passato, una malattia come quella di Gaucher, che dura per tutta l’esistenza e che progressivamente peggiora, offriva una qualità di vita bassa e una limitazione nell’aspettativa di sopravvivenza, anche per la presenza di complicanze importanti, come le fratture ossee derivanti da un’osteoporosi diffusa.
Ma ora, con il trattamento enzimatico sostitutivo, il quadro è completamente cambiato e i pazienti possono contare su un’aspettativa e una qualità di vita normali.Il trattamento sostitutivo consiste nella somministrazione endovenosa dell’enzima umano ottenuto in laboratorio utilizzando le tecniche dell’ingegneria genetica.
La tecnologia del DNA ricombinante permette di inserire in colture cellulari un segnale che codifica la produzione dell’enzima interessato. Questo viene poi estratto e purificato e utilizzato come sostituto di quello che l’organismo non è capace di produrre naturalmente.
- Assumendo una o due volte al mese tale enzima, la persona affetta dalla malattia lisosomiale può vivere bene e con una qualità di vita molto buona.
- Anche qui molte cose nel tempo sono cambiate, basti pensare che un tempo questi enzimi venivano estratti dalla placenta umana e poi purificati.
- I procedimenti di oggi sono molto più sicuri.Il trattamento enzimatico sostitutivo attraverso la somministrazione per via endovenosa degli specifici enzimi mancanti è efficace anche per la Malattia di Fabry e la Sindrome di Hunter.
Rispetto alla Malattia di Gaucher, sia la Malattia di Fabry sia la Sindrome di Hunter possono dare complicanze più severe, giacché la prima colpisce il rene, i vasi cerebrali e il cuore e la seconda è caratterizzata da una grave compromissione ossea e neurologica.
Quando assumere gli enzimi?
Come e quando – Gli integratori con enzimi digestivi naturali, possono essere utilizzati anche ogni giorno, senza alcuna interruzione e dovrebbero essere assunti prima dei pasti principali per procedere alle trasformazioni chimiche del cibo e vanno assunti continuativamente per almeno -2 mesi.
Come si chiama l’enzima dell’infarto?
Quali sono gli enzimi cardiaci – Gli enzimi cardiaci sono tanti, ma solo alcuni di essi sono abbastanza specifici, cioè presenti esclusivamente nel cuore e non in altre parti del corpo, da poter essere indicativi di un danno a questo organo. Fino a qualche anno fa, l’enzima cardine utilizzato per la valutazione dei danni cardiaci era la creatin-chinasi, o CK-MB.
Quali sono gli enzimi che fanno dimagrire?
La lipasi è l’enzima responsabile della scomposizione dei lipidi. Scompone i trigliceridi in molecole più semplici che possono essere assimilate dall’organismo e utilizzate come fonte di energia. Pertanto, impedisce l’accumulo di grasso.
Quali sono gli enzimi del corpo umano?
Cosa Sono gli Enzimi Digestivi? – Gli enzimi vengono prodotti dal nostro organismo: si chiamano Amilasi, Proteasi, Lattasi, Lipasi, Glucosidasi, Transferasi, Emicellulasi, Betaglucanasi e la loro attività è fondamentale per la scomposizione, l’assorbimento e l’assimilazione dei principi nutrizionali e dei cofattori essenziali quali vitamine, minerali e oligoelementi.
- La digestione è un processo lungo e complesso che consiste nell’assimilare i cibi attraverso la scomposizione degli elementi nutritivi.
- Una ricerca condotta dal Dr.
- Beazell sul “Journal of Laboratory and Clinical Medicine” ha dimostrato che nella prima ora di tale processo gran parte del cibo può essere pre-digerita nella parte alta dello stomaco proprio dagli enzimi digestivi, prima di arrivare all’intestino tenue, dove il pancreas secerne i propri enzimi.
E questo significa che se il cibo viene adeguatamente predigerito il pancreas fatica decisamente meno! Esiste una vera e propria teoria in proposito, chiamata “Adattamento Secretivo degli Enzimi Digestivi”: tanto maggiore è il carico che viene assolto nella digestione dagli enzimi alimentari esogeni (cioè introdotti con il cibo), tanto minore sarà il carico enzimatico posto su pancreas e intestino tenue, conservando la capacità enzimatica propria dell’organismo per svolgere altri fondamentali processi metabolici.
Quanti tipi di enzimi ci sono?
Caratteristiche degli enzimi – Sono Proteine con attività catalitica, esistono migliaia di enzimi diversi, tutti necessari per il normale funzionamento di una cellula. Il nome di un enzima deriva spesso da quello che l’enzima fà piuttosto che da quello che l’enzima è.
- Ossidoreduttasi (reazioni di ossido-riduzione);
- Transferasi (trasferimento di gruppi funzionali);
- Idrolasi (reazioni di idrolisi);
- Liasi (addizione al doppio legame);
- Isomerasi (reazioni di isomerizzazione);
- Ligasi (formazione di legami con consumo di molecole di ATP).
Quali valori del sangue indicano un infarto?
Salute del cuore: Esami del Sangue – Nella valutazione di eventuali disturbi cardiaci, gli esami del sangue possono rivelare molteplici fattori di rischio per lo svilupo di malattie cardiovascolari del paziente. Attraverso un prelievo venoso si possono identificare dosaggi di colesterolo totale, colesterolo HDL ( colesterolo buono che elimina quello cattivo dal sangue e protegge il cuore ), colesterolo LDL ( colesterolo cattivo che si deosita nell arterie e le ostruisce) e trigliceridi,
Questi quattro valori vengono definiti come profilo lipidico, Il colesterolo in eccesso costituisce uno dei maggiori fattori di rischio per le malattie cardiache, Causa la formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie, respinsabili di infarto e ictus, Questi valori, che rivelano appunto i grassi nel sangue, sono fortemente influenzati dall’ alimentazione,
Il valore ideale di colesterolo LDL non dovrebbe superare 130 mg/dL, mentre il valore del colesterolo HDL non dovrebbe essere inferiore a 50-60 mg/dL. Il colesterolo totale non dovrebbe superare i 200 mg/dL, e valori superiori a 240 mg/dl costituiscono un fattore di rischio cardiovascolare,i.
Come si chiama l’esame del sangue per vedere se c’è un infarto in corso?
Biomarcatori cardiaci – Gli Esami Solo pochi biomarcatori cardiaci sono usati in routine. Attualmente, il test d’elezione per il danno cardiaco è la misura della troponina, Gli altri marcatori sono meno specifici per il cuore e possono aumentare per altre cause, come il danno al muscolo scheletrico. I biomarcatori cardiaci usati come supporto per la diagnosi, la valutazione ed il monitoraggio dei pazienti in cui si sospetta la sindrome coronarica acuta, al momento includono:
- Troponina (I o T); è il test usato più frequentemente e più specifico per i marcatori cardiaci, Aumenta (positivo) entro poche ore dal danno cardiaco e rimane alto per più di due settimane. L’aumento della serie di test della troponina nelle ore successive può contribuire a stabilire la diagnosi di infarto
- Attualmente è raccomandato dalle linee guida il test di laboratorio della Troponina I e T denominato ad alta Nel laboratorio clinico: 1. Capacità di un test di identifi care correttamente coloro che sono affetti da una certa patologia 2. Minima concentrazione di una sostanza che un test è in grado di rilevare significativamente. “>sensibilità (h- TnI e hs- cTnT ). Poiché questa più recente versione del test è più sensibile, diventa positiva più precocemente e può essere di supporto nel determinare ACS più velocemente rispetto all’esame meno sensibile che era utilizzato precedentemente. Inoltre, la troponina ad alta sensibilità può risultare positiva in pazienti con angina stabile e anche in coloro che non hanno sintomi. In questi casi, il suo incremento indica un rischio elevato di eventi cardiaci futuri (infarto)
- Creatina chinasi (CK) e CK-MB ; il CK-MB è una particolare forma dell’ Proteina in grado di aumentare la velocità di una reazione senza essere degradata nel corso della reazione stessa; gli enzimi, pertanto, sono dei veri e propri catalizzatori biologici delle innumerevoli reazioni che continuamente si compiono nell’organismo. Quasi sempre il nome degli enzimi termina con il suffisso –asi (per es. aminotrasferasi, fosfatasi, lattato deidrogenasi, lipasi, etc). “>enzima creatin-chinasi che si trova principalmente nel muscolo cardiaco. La CK-MB aumenta nel sangue quando è presente un danno cardiaco. Tutte le linee-guida non raccomandano più di utilizzare la misura della CK-MB per diagnosi di ACS o AMI. Infatti, la misura della CK-MB è attualmente rimpiazzata dalla misura delle troponine con metodi ad alta sensibilità (hs- cTnI e hs-cTnT).
- Mioglobina ; è un esame che era in passato utilizzato insieme alla troponina per diagnosticare precocemente l’infarto. Anche questo test non è più raccomandato dalla linee-guida per diagnosi di CS e AMI.
Altri biomarcatori sono:
- PCR ad alta sensibilità; può essere usato per stimare il rischio di un infarto futuro in persone che hanno avuto episodi analoghi in passato.
- BNP (o NT-proBNP); di solito usato per riconoscere l’insufficienza cardiaca; un’alta concentrazione in pazienti con ACS indica un aumentato rischio di eventi ricorrenti.
Lo stato dell’arte : altri biomarcatori sono in fase di studio per il loro potenziale utilizzo nel valutare le persone con ACS. Al momento sono utilizzati solo a scopo di ricerca e non sono disponibili nella pratica clinica. Altri test di laboratorio sono di frequente prescritti insieme ai biomarcatori per valutare la salute generale del paziente, nonché lo stato dei reni, del fegato, degli elettroliti e dell’equilibrio Prodotto chimico che ha almeno un atomo di idrogeno, un gusto acido, colora in rosa o rosso la cartina di tornasole e forma un sale quando si combina con una base (l’acido cloridrico fa parte del succo gastrico prodotto dallo stomaco). Con l’espressione colloquiale ‘acido’ si intende il diethylamide dell’acido lisergico (lsd), una droga che causa le allucinazioni. “>acido / 1. struttura di supporto; 2.parte principale di un composto chimico; 3. sostanza che contiene un gruppo idrossilico (OH), dal gusto amaro, colora la cartina tornasole di blu, se combinata con un acido genera un sale. “>base, della glicemia e delle Grandi molecole che formano la parte strutturale della maggior parte degli organi e costituiscono gli enzimi e gli ormoni che regolano le funzioni dell’organismo. “>proteine plasmatiche:
Altri esami (non di laboratorio) Questi test permettono al medico di visualizzare grandezza, forma e, attraverso il battito, la funzionalità del cuore. Possono essere usati per rivelare cambiamenti nel ritmo ed eventuali danni ai tessuti o ostruzioni delle arterie.
- ECG ( Noto anche come: ECG, EKG Registrazione grafi ca dell’attività elettrica del cuore. “>elettrocardiogramma )
- Risonanza magnetica
- Angiografia delle coronarie
- Ecocardiogramma (ecografia al cuore, Procedura diagnostica che utilizza le onde ad ultrasuoni per studiare il cuore, la sua struttura e la funzionalità. E ‘utilizzato per valutare i disturbi della funzione del muscolo cardiaco e delle valvole cardiache, o altre anomalie. (sostantivo: ecocardiogramma). “>ecocardiografia transtoracica)
- Test di stress
- Raggi X al torace
Per maggiori informazioni a riguardo, consultare Non-Invasive Tests and Procedures article sul sito dell’ American Heart Association,
Cosa prendere per prevenire infarto?
Farmaci – L’infarto miocardico è un’emergenza a tutti gli effetti, di conseguenza la prognosi dipende dalla prontezza con cui vengono richiesti i soccorsi medici; l’aritmia costituisce il problema più pericoloso durante un infarto, che può provocare la morte del malcapitato.
Il trattamento d’urgenza per l’aritmia include la defibrillazione (scariche elettriche collegate direttamente con il cuore ) e la rianimazione cardiopolmonare, indispensabile per fornire ossigeno al cervello e a tutte le altre sedi anatomiche. Essenziale è ricordare che ogni minuto che trascorre dalla comparsa dell’infarto senza trattamenti può aggravare le condizioni del paziente, sino alla morte: più si temporeggia di fronte ad un infarto, più il tessuto cardiaco si deteriora, rimanendo senza ossigeno.
I pazienti con storie pregresse d’infarto dovrebbero riconoscere i segnali e avvisare immediatamente i soccorsi sanitari; per questi malati, si raccomanda di seguire scrupolosamente tutte le misure e le raccomandazioni ricevute dai medici, soprattutto dalle primissime avvisaglie di infarto al miocardio.
- Acido acetilsalicilico (es. Aspirina, Cardioaspirin, Aspirinetta ): riducendo la coagulazione ematica, contribuisce a mantenere fluido il sangue in un’ arteria ristretta. Si raccomanda di assumere 160-162,5 mg di farmaco per via orale, una volta al giorno, iniziando la terapia entro il più breve tempo possibile dalla manifestazione dell’infarto al miocardio: continuare con questa posologia per 30 giorni. Dopo questo periodo di tempo è possibile modificare la dose, previo consulto medico. Per la profilassi dell’infarto al miocardio, si raccomanda di assumere 75-325 mg di attivo per via orale, una volta al giorno, per tutta la vita.
- Eparina (es. Eparina Cal Acv, Eparina Sod.Ath, Ateroclar, Trombolisin): abbatte il rischio della formazione di coaguli. La somministrazione per via endovenosa o sottocutanea è spesso utilizzata nei giorni immediatamente successivi ad un attacco di cuore. Indicativamente, nel contesto dell’infarto al miocardio, assumere 5000 UI di farmaco una volta al giorno ( infusione in bolo), seguite da 1000 unità all’ora (per infusione continua). La Dalteparina (es. Fragmin) va assunta per via sottocutanea, e richiede una frequenza di somministrazione ridotta rispetto l’eparina (comune): il farmaco è disponibile in dosi variabili da 2500UI/0,2 ml, fino a 18000UI/0,72 ml. Il dosaggio per la profilassi dall’infarto al miocardio è di competenza esclusivamente medica.
- Warfarin (es. Coumadin) : eventualmente associato ad acido acetilsalicilico. Quando utilizzato in monoterpia, aumenta enormemente il rischio di emorragia. Iniziare la terapia con una dose di farmaco variabile da 2 a 5 mg, da assumere per os o per via endovenosa, una volta al giorno per 1-2 giorni; successivamente, la dose dev’essere perfezionata dal medico in base allo stato di salute generale del paziente e alla sua risposta alla cura. La dose di mantenimento prevede di assumere 2-10 mg di farmaco al giorno. La durata indicativa della terapia per la cura dell’infarto al miocardio con il warfarin è di circa tre mesi.
- Clopidogrel ( Plavix, Zyllt, Zylagren, Zopya, Iscover, Grepid, Clopidogrel Winthrop, Clopidogrel Acino ): da utilizzare per un periodo di 14 giorni, in associazione con acido acetilsalicilico. Indicativamente, per la terapia dell’infarto al miocardio assumere 75 mg di farmaco a stomaco pieno o a digiuno.
- Alteplase (es. Actilyse): il farmaco è un trombolitico indicato per dissolvere i coaguli di sangue (responsabili dell’ostruzione dell’afflusso di sangue al cuore). Si raccomanda di assumere il farmaco nel più breve tempo possibile dopo la manifestazione dell’infarto miocardico. Per la terapia dell’infarto miocardico acuto, si consiglia di assumere il farmaco (20-50 mg) per via endovenosa (infusione di 90 minuti) entro 6 ore dalla comparsa dei sintomi; prolungare la durata dall’infusione a 3 ore quando il farmaco viene somministrato dopo 6-12 ore dalla manifestazione dei prodromi. In questo modo, la mortalità viene ridotta a 30 giorni nei soggetti con infarto acuto al miocardio. Consultare il medico.
Betabloccanti : si raccomanda di protrarre la terapia per almeno 2-3 anni, per tutti i pazienti a rischio di infarto al miocardio o con storia pregressa. Alcuni betabloccanti sono in grado di ridurre il rischio di ricadute. Non interrompere la terapia improvvisamente: un comportamento simile potrebbe aggravare le condizioni e favorire un ulteriore episodio di infarto al miocardio.
- Acebutololo Cloridrato (es. Prent, Sectral): il farmaco appartiene alla classe dei beta bloccanti. Si raccomanda di assumere una compressa da 200 mg di farmaco, preferibilmente prima di colazione, È possibile aumentare gradatamente il dosaggio fino ad un massimo di 400 mg al dì.
- Metoprololo Tartrato (es. Seloken, Lopresor, Metoprololo AGE ) per il trattamento immediato: iniziare la terapia per l’infarto al miocardio con una dose di farmaco pari a 5 mg, ripetuta tre volte per infusione in bolo (una iniezione endovenosa ogni 2-5 minuti). Se questo schema terapeutico è tollerato (la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa non devono scendere, rispettivamente, sotto i 60 bpm ed i 100 mmHg), il metoprololo viene somministrato per via orale a dosi di 50 mg ogni 6 ore, per 48 ore. La prima dose va somministrata a distanza di 15 minuti dopo l’ultima infusione in bolo da 5 mg. Terminate le 48 ore di trattamento, la terapia dell’infarto miocardico prosegue con la dose di mantenimento: 100 mg per via orale, due volte al giorno.
- Propanololo (es. Inderal ): indicativamente, assumere 180-240 mg al giorno di attivo, possibilmente frazionati in 3-4 dosi durante le 24 ore.
- Timololo Maleato (es. Blocadren, Cusimolol, Ialutim): iniziare la terapia con una dose di farmaco pari a 10 mg, da assumere per bocca, due volte al giorno.
- Verapamil (es. Isoptin, Kata): il farmaco appartiene alla classe dei calcio-antagonisti ed è controindicato se la funzione ventricolare sinistra è compromessa, Il farmaco è reperibile in compresse a rilascio immediato: iniziare la terapia con una dose di attivo pari a 80-120 mg, da assumere tre volte al giorno; in alternativa, assumere 40 mg di farmaco, 3 volte al giorno. L’esatta dose di mantenimento dipende dalla risposta alla cura, e può essere eventualmente aumentata giornalmente o settimanalmente. Consultare il medico. Il farmaco è reperibile anche sotto forma di compresse a lento rilascio: nel contesto dell’infarto miocardico, iniziare la terapia con una dose di 180 mg, da assumere per via orale, prima di andare a letto. Anche in questo caso, la dose di mantenimento va stabilita sulla base della risposta alla cura.
ACE-inibitori : da utilizzare in terapia per la prevenzione di ricadute di infarto al miocardio, anche nei pazienti in cui la funzione ventricolare sinistra risulta compromessa, Ad ogni modo, non tutti i pazienti con storia di infarto miocardico tollerano questi farmaci.
- Ramipril (es. Triatec, Unipril, Eclipse): iniziare la terapia per l’infarto al miocardio con una dose di 2,5 mg di principio attivo, da assumere due volte al giorno. Aumentare la posologia a 5 mg (da assumere due volte al giorno) per la terapia di mantenimento.
- Lisinopril (es. Zestril, Ensor, Nosilix): la dose iniziale indicata per la cura dei pazienti colpiti da un attacco di cuore è di 5 mg, da assumere per via orale entro le 24 ore dalla comparsa dei sintomi. Dopo 24 ore, procedere con un’ulteriore dose da 5 mg. Dopo altre 24 ore, assumere 10 mg di farmaco. La dose di mantenimento prevede di somministrare 10 mg di farmaco per via orale, una volta al giorno. Continuare con questa posologia per 6 settimane. La posologia può essere modulata dal medico sulla base dei valori pressori del paziente. Il farmaco può anche non essere indicato per alcuni pazienti.
Nitrati : questa categoria di farmaci è indicata per prevenire l’infarto miocardico, soprattutto nei pazienti con angina pectoris,
Nitroglicerina (es. Venitrin T per infusione, Trinitrina per infusione, Natispray Spray, Triniplas cerotti, Trinitrina compresse rivestite): dilatando temporaneamente i vasi sanguigni arteriosi, migliora l’afflusso di sangue al cuore, abbattendo il rischio di ricomparsa d’infarto. Da somministrare entro le 24-48 ore dalla manifestazione sintomatologica dell’infarto al miocardio. Iniziare la terapia per lenta infusione continua con una dose di farmaco pari a 5 mcg/min, da aumentare di altri 5 mcg/min ogni 3-5 minuti (fino ad un massimo di 20 mcg/min); successivamente, aumentare gradualmente la dose a 10-20 mcg/min, se necessario, fino ad un massimo di 200-400 mcg/min.
In terapia per l’infarto al miocardio possono essere utilizzati anche farmaci come l’Isosorbide dinitrato (es. Carvasin, Dinike, Nitrosorbide) e l’ Isosorbide mononitrato (es. Duronitrin, Elan, Ismo Diffutab, Ismo-20, Leicester, Monocinque, Monoket, Vasdilat), più utilizzati, tuttavia, nella cura per l’angina pectoris.
Morfina (es. Twice, Oramorph, Morf CL FN): la posologia d’assunzione della morfina varia enormemente in base al dolore percepito. Le dosi di seguito descritte sono puramente indicative, Per via orale o sublinguale, è possibile assumere una dose di morfina variabile da 5 a 30 mg, ogni 3-4 ore, al bisogno. Il farmaco è reperibile anche come compresse a lento rilascio: in questo caso, assumere 10-600 mg al giorno, ogni 8-12 ore o in un’unica dose (una volta al giorno). Per via intramuscolare o sottocutanea, assumere 2,5-20 mg ogni 3-4 ore, al bisogno; per iniezione endovenosa, assumere 4-15 mg di attivo al bisogno (infusione lenta in 4-5 minuti). Per infusione continua, assumere 0,8-10 mg di farmaco all’ora. Consultare il medico.
Farmaci per trattare l’ipercolesterolemia : quando i pazienti che subiscono un infarto al miocardio sono affetti anche da ipercolesterolemia è indispensabile la somministrazione di farmaci per ridurre i livelli di colesterolo nel sangue : statine, fibrati e sequestranti gli acidi biliari sono le categorie di farmaci più utilizzate in terapia. Di seguito, alcuni esempi:
- Fluvastatina (es. Lescol, Lipaxan, Primesin): iniziare la terapia con una dose di farmaco (classe: statine) variabile da 20 a 40 mg al dì, una volta al giorno, prima di coricarsi. La dose di mantenimento varia da 20 a 80 mg al giorno.
- Gemfibrozil (es. Lopid, Genlip, Gemfibrozil DOC): il farmaco appartiene alla classe dei fibrati. Per il trattamento dell’ipercolesterolemia, la posologia normalmente raccomandata è di 600 mg di attivo, da assumere per via orale, due volte al giorno, preferibilmente 30 minuti prima di colazione e della cena.
- Colestiramina (es. Questran ): in generale, si raccomanda di iniziare la cura per il colesterolo alto con una dose di farmaco pari a 4 grammi, da assumere per via orale, due volte al giorno. Per la dose di mantenimento, si consiglia di somministrare 4 grammi di farmaco per os, 3 volte al giorno, prima dei pasti. La dose va comunque perfezionata dal proprio medico, sulla base della gravità della condizione e della risposta alla cura.
Per approfondimenti: vedi l’articolo sui farmaci per la cura del colesterolo alto Quando somministrati subito dopo un attacco di cuore, questi farmaci aiutano a migliorare la sopravvivenza del paziente.
Come si chiama il cibo che lascia lo stomaco?
Bolo, chimo e chilo: come si formano e qual è la loro funzione – Il primo passo della digestione avviene con l’introduzione del cibo nella bocca, dove viene masticato e ridotto in parti più piccole dai denti; grazie anche all’azione della lingua, viene mescolato alla saliva, che contiene un enzima, l’ amilasi, prodotta dalle ghiandole salivari.
- L’azione dell’ amilasi salivare (o ptialina) permette una prima digestione degli amidi.
- L’impasto che si forma in seguito all’azione meccanica dei denti e chimica degli enzimi viene chiamato bolo, che quindi può essere considerato il primo prodotto della digestione.
- La saliva ha anche il compito di aggiungere acqua e muco a questo composto, in modo da lubrificarlo e facilitarne la progressione verso l’esofago (deglutizione).
Grazie ai processi della deglutizione, il bolo dal cavo orale passa attraverso la faringe, supera il cardias per effetto dell’apertura dello sfintere esofageo inferiore e arriva nell’esofago. Da qui, favorito dai movimenti peristaltici, giunge allo stomaco.
- Nel tratto gastrico, il bolo alimentare viene mescolato ai succhi gastrici e agli enzimi digestivi che vengono prodotti durante la digestione gastrica (pepsina e lipasi gastrica): dopo alcune ore diventa un composto semi-liquido che prende il nome di chimo,
- Il chimo è quindi il prodotto della fase della digestione che avviene nello stomaco, prima di passare nel duodeno.
Nella formazione del chimo, è di fondamentale importanza anche l’attività della muscolatura liscia dello stomaco che, contraendosi, permette di rimescolare il cibo e di farlo venire a contatto con tutti i prodotti della secrezione gastrica in maniera omogenea.
- La secrezione gastrica, così importante per la corretta formazione del chimo, è regolata dall’azione di varie molecole come la gastrina, l’istamina, l’acetilcolina e la somatostatina, nonché dal sistema nervoso enterico.
- Il chimo è un liquido molto ricco di acqua ed è composto dai succhi gastrici, dal cibo digerito, dall’acido cloridrico prodotto dallo stomaco e dagli enzimi digestivi ; ha un pH acido che viene poi neutralizzato dal contatto con la bile e le secrezioni pancreatiche.
L’elevata acidità del chimo permette la distruzione di eventuali batteri presenti nel cibo e stimola la secrezione di pepsina da parte delle ghiandole dello stomaco. La pepsina è un enzima che serve a digerire le proteine scindendole in molecole più piccole.
L’ aspetto del chimo può variare in base al tipo di alimenti introdotti: se il pasto era ricco di grassi, il chimo apparirà oleoso e schiumoso; oppure, se il cibo non è masticato in maniera corretta, il chimo presenterà pezzi di cibo non adeguatamente trasformati. La sua composizione può essere modificata anche dall’assunzione di alcune sostanze come alcol e tabacco e da alcune condizioni come lo stress cronico o gli squilibri ormonali.
Il chimo svolge un ruolo importante nel conservare lo stato di salute dell’intestino, perché mantiene il corretto equilibrio di fluidi ed elettroliti dell’apparto digerente e favorisce lo sviluppo di un’adeguata flora microbica intestinale, Inoltre, insieme alla masticazione, permette di ridurre il cibo in parti molto piccole, favorendo così l’azione degli enzimi digestivi, e stimola le ghiandole preposte alla digestione, cioè il pancreas e il fegato, a produrre i loro rispettivi secreti (enzimi digestivi e bile).
- L’azione del chimo è favorita dai movimenti dell’intestino ( peristalsi ) : le contrazioni della muscolatura intestinale hanno il compito di rimescolare il contenuto per farlo venire a contatto con la mucosa, favorendo i processi di assorbimento, e di far procedere il materiale ingerito.
- Questo composto, passando attraverso il piloro, prosegue poi verso la prima parte dell’intestino, il duodeno, dove viene a contatto con il succo pancreatico (costituito dagli enzimi amilasi, lipasi e proteasi e da bicarbonati), con la bile prodotta dal fegato e con i succhi enterici prodotti dalle ghiandole intestinali.
Tutte insieme queste sostanze continuano i processi digestivi iniziati nello stomaco, neutralizzano l’acidità del chimo e danno origine al chilo, un liquido lattiginoso, basico e ricco di nutrienti che verranno assorbiti dalla mucosa intestinale durante il passaggio fino all’ileo (l’ultimo tratto dell’intestino tenue).
L’aspetto lattescente del chilo è dovuto alla presenza dei chilomicroni, molecole costituite principalmente dai trigliceridi e dal colesterolo introdotti con l’alimentazione: dopo essere stati assorbiti dall’intestino tenue, entrano nel circolo linfatico attraverso i vasi chiliferi, grazie ai quali giungono ai tessuti che utilizzano i trigliceridi e il colesterolo, come il tessuto adiposo e quello muscolare.
Il chilo, quindi, è costituito da grandi quantità di colesterolo, trigliceridi, chilomicroni e vitamine liposolubili, ma anche dalla linfa, una sostanza composta da immunoglobuline, enzimi, prodotti della digestione e linfociti. Successivamente il chilo continua il suo percorso arrivando nell’ intestino crasso, dove viene riassorbita gran parte dell’acqua e dei sali minerali, e si trasforma in un prodotto di rifiuto, le feci, che poi vengono eliminate attraverso il retto.
Dove va a finire il cibo che mangiamo?
Un apparato digerente ben funzionante è la premessa per la nostra salute. In esso i succhi digestivi e i batteri trasformano il cibo e i nutrienti entrano nel flusso sanguigno. Tra questi ultimi figurano proteine, grassi e carboidrati. Essi sono sostanze indispensabili per la vita dell’organismo, cui forniscono energia. Grazie a tali sostanze, esso può crescere, rigenerarsi e continuare a svolgere senza problemi le sue funzioni vitali. Ogni alimento che ingeriamo attraversa passo dopo passo ciascun organo della digestione. Passando per la bocca e l’esofago, il cibo arriva allo stomaco, poi nell’intestino tenue e, infine, nell’intestino crasso. Durante questo viaggio, il corpo assorbe tutti i nutrienti utilizzabili, espellendo alla fine i resti non assimilabili. Il cibo scivola con relativa velocità lungo l’esofago e l’intestino tenue. I tempi di permanenza nello stomaco variano in base alla composizione dei nutrienti. Lo svuotamento completo dello stomaco può richiedere fino a sei ore. Nell’intestino crasso, invece, il bolo permane per un periodo compreso tra uno e tre giorni. ” slot=”content”> Un apparato digerente ben funzionante è la premessa per la nostra salute. In esso i succhi digestivi e i batteri trasformano il cibo e i nutrienti entrano nel flusso sanguigno. Tra questi ultimi figurano proteine, grassi e carboidrati. Essi sono sostanze indispensabili per la vita dell’organismo, cui forniscono energia. Grazie a tali sostanze, esso può crescere, rigenerarsi e continuare a svolgere senza problemi le sue funzioni vitali. Ogni alimento che ingeriamo attraversa passo dopo passo ciascun organo della digestione. Passando per la bocca e l’esofago, il cibo arriva allo stomaco, poi nell’intestino tenue e, infine, nell’intestino crasso. Durante questo viaggio, il corpo assorbe tutti i nutrienti utilizzabili, espellendo alla fine i resti non assimilabili. Il cibo scivola con relativa velocità lungo l’esofago e l’intestino tenue. I tempi di permanenza nello stomaco variano in base alla composizione dei nutrienti. Lo svuotamento completo dello stomaco può richiedere fino a sei ore. Nell’intestino crasso, invece, il bolo permane per un periodo compreso tra uno e tre giorni.
Quanto dura l’effetto degli enzimi?
FAQ: Domande frequenti riguardo l’intolleranza al lattosio e LACTOSOLUTION 15000 – Qui puoi trovare le risposte alle molte domande che potresti avere riguardo noi, il nostro prodotto e l’intolleranza al lattosio. Le Frequently Asked Questions sono infatti le domande reali che le persone ci fanno tramite la pagina Facebook, Instagram, in chat o dal vivo nelle fiere e nei negozi.
Clicca sopra una domanda qui sotto per vederne la risposta. Cosa è Lactosolution 15000? Lactosolution 15000 è un integratore alimentare con enzima lattasi e calcio. L’enzima lattasi aiuta la digestione del lattosio nelle persone intolleranti al lattosio. Il calcio aiuta l’enzima nella sua efficacia. Il portapillole blu che vedi nelle foto è un simpatico contenitore che puoi tenere sempre con te in borsa o in tasca, magari agganciato alle chiavi.
Dentro ad esso ci sono 15 compresse piccole piccole ma di grande efficacia. ne basterà infatti assumere una prima del pasto per non avere problemi di digestione anche nei casi di grave intolleranza (il 95% delle persone che lo hanno provato sono entusiaste di Lactosolution 15000).
- Lactosolution 15000 è il tuo alleato contro l’intolleranza al lattosio, è il prodotto studiato appositamente per te che ti permette di mangiare in casa o fuori casa in maniera libera e spensierata.
- Quando e come devo prendere la compressa? La compressa va assunta prima del pasto con il lattosio, ingerendola con l’ausilio di un pochino d’acqua (c’è chi riesce anche senza acqua in quanto la compressa è davvero piccola).
Non ci sono controindicazioni nemmeno nel masticarla. Per massimizzare l’efficacia, la compressa andrebbe assunta, ingerendola intera, circa 15 minuti prima del pasto contenente lattosio. I feedback dei clienti ci indicano che normalmente l’efficacia è assicurata anche prendendo la compressa nello stesso momento dell’ingestione del cibo.
- I momenti migliori per l’assunzione vanno quindi dai 30 minuti prima fino al momento del pasto.
- Se hai già mangiato un piatto con il lattosio e hai potuto prendere l’integratore Lactosolution 15000 solo dopo non disperarti, esso ti aiuterà comunque nella digestione anche se gli effetti dell’intolleranza potrebbero essere più facilmente percepiti.
Quante compresse posso assumere? Essendo l’enzima lattasi un prodotto sicuro, la normativa europea non prevede nessun limite di assunzione. La concentrazione di enzima lattasi nel nostro integratore è comunque molto alta e, solitamente, è sufficiente assumere 1 compressa 15 minuti prima del pasto per digerire il lattosio contenuto nei cibi.
- Quanto dura l’effetto? L’enzima rimane in circolo nell’intestino per circa 2 ore dopo l’assunzione.
- La maggior efficacia si ha però tra i 15 ed i 60 minuti dopo l’ingestione della compressa di Lactosolution.
- A differenza di altri integratori il nostro può essere quindi assunto contestualmente o poco prima del pasto ed in condizioni normali copre per tutto il pranzo o la cena.
Abbiamo notizia di copertura di pranzi di matrimoni (dall’antipasto al dolce). Consigliamo di andare per tentativi, senza esagerare, perché ogni organismo ha i propri tempi. Per una pizza o un gelato, come faccio? Semplice, siediti a tavola con gli amici e quando hai deciso quale pizza ordinare assumi subito una compressa di Lactosolution 15000.
- Hai scelto una pizza 4 formaggi (tanto lattosio) o magari hai preso anche un dolce? Bene, ingerisci un’altra compressa nel momento in cui ti alzi da tavola a fine pasto per non avere problemi.
- Stessa cosa per il gelato, se stai passeggiando e ti viene voglia di un bel cono artigianale ricco di lattosio, avrai sicuramente in tasca o in borsetta il fido Lactosolution 15000 e quindi ti basterà assumere subito una compressa per goderti il momento.
Prima assumi la compressa e migliore sarà l’efficacia (ma non superare i 30 minuti di anticipo). Posso usare Lactosolution per digerire il lattosio presente nei medicinali? Si. Molti medicinali purtroppo contengono lattosio. Esempi possono essere antibiotici o pillole anticoncezionali.
Se ti hanno prescritto un farmaco contenente lattosio non avere paura, assumi 1 compressa di Lactosolution 15000 pochi minuti prima di prendere la capsula o la pastiglia del farmaco. Quale è la composizione? C’è il glutine o il lattosio? Lactosolution 15000 ha una composizione molto semplice ed efficace.
La formulazione chimica è studiata per apportare solo l’enzima lattasi, senza altri principi attivi che potrebbero non risultare utili a tutti. L’aggiunta di calcio (in una picola parte, come eccipiente) aiuta l’efficacia enzimatica dello stesso enzima.
- Il prodotto è SENZA GLUTINE e SENZA LATTOSIO.
- Il principio attivo è quindi l’enzima lattasi da Aspergillus Oryzae 100’000 ALU/g.
- Gli eccipienti aggiunti sono le molecole utili a “tenere compatta la compressa”.
- Noi utilizziamo i seguenti, tutti non noti come allergeni o causa di intolleranze: amido di patate, calcio fosfato e cellulosa microcristallina che sono due agenti di carica ed infine magnesio stearato e biossido di silicio che sono due antiagglomeranti.
Quali disturbi posso avere assumendo l’integratore? Lactosolution in sé non ha controindicazioni e non comporta alcuna conseguenza o effetto collaterale. L’efficacia, ovvero la capacità di digestione del lattosio, varia da persona a persona, è infatti molto soggettiva.
- L’obiettivo di un integratore di enzima lattasi è quello di permetterti di mangiare cibo con il lattosio senza farti correre in bagno o avere i classici sintomi acuti poco dopo il pasto.
- Ciò non vuol dire che è in grado di eliminare ogni disturbo.
- In circa il 30% dei casi, infatti, il giorno dopo del pasto si ha un po’ di gonfiore addominale e feci meno formate del solito oppure stitichezza.
Questi sono fastidi sopportabili se paragonati a quelli classici dell’intolleranza come diarrea, flatulenza, crampi addominali, vertigini, mal di testa. Nel 5% circa dei casi si possono comunque presentare fastidi più pesanti ma le interviste indicano che accadono a causa di una dieta troppo sbilanciata avuta nei giorni precedenti.
- Ti invito a leggere l’articolo presente nel nostro BLOG “Come testare l’enzima lattasi” per capire come e quando assumere l’integratore in sicurezza.
- Posso prendere Lactosolution in gravidanza o in allattamento? Si, l’enzima lattasi è normalmente prodotto dal nostro corpo quindi non ha controindicazioni di alcun genere, nemmeno in gravidanza o allattamento.
Come sempre si consiglia di riferirsi ad un buon medico specialista che sia a conoscenza degli integratori alimentari e delle loro formulazioni per avere un parere esterno. E’ un farmaco? Serve la ricetta medica? No. Lactosolution 15000 è un integratore nutrizionale, non un farmaco, e quindi non ha bisogno di alcuna prescrizione medica.
Alcuni medici specialistici cominciano a consigliarlo perché hanno intuito il valore del prodotto, questi potrebbero rilasciare una “ricetta” medica ma che non ha valore fiscale. Posso darlo al mio bambino? Si, l’enzima lattasi non ha restrizioni di età. Per evitare usi impropri o assunzione insicura, Lactosolution 15000 non deve essere maneggiato dai bambini con meno di 3 anni di età, ai quali può essere somministrato solo da un adulto.
E’ possibile avere una overdose da lattasi? Assumendo spesso l’integratore, si perde l’efficacia? No, non esiste assuefazione da enzima lattasi, ovvero l’effetto non diminuisce né aumenta in relazione ai quantitativi assunti. Consigliamo di alternare l’assunzione di cibi con e senza lattosio.
- La digestione del lattosio è molto soggettiva ma assumere tutti i giorni cibo contenente lattosio può facilmente far comparire dei sintomi di mancata digestione, facendo sembrare le compresse di enzima meno efficaci.
- Ho trovato delle compresse rovinate, cosa faccio? A volte alcune compresse nel portapillole potrebbero risultare danneggiate o spezzate a causa della pressione del tappo e dei trasporti non sempre delicati dei corrieri (accade soprattutto con gli acquisti tramite Amazon).
Non preoccuparti, le compresse sono omogenee nella loro composizione quindi puoi usarle tranquillamente. Se vorrai inviarci delle foto tramite i nostri canali social o per email potremo comunque inviarti uno sconto per il tuo prossimo acquisto! Se invece dovessi riscontrare altre anomalie o problemi di qualità (corpi estranei, colori strani, bugiardino illeggibile – ipotesi finora mai accadute) contattaci subito e, se ci sono le condizioni, provvederemo ad una sostituzione del prodotto.
- E’ sicuro? Lactosolution 15000 rispetta le linee guida europee sulla composizione degli integratori alimentari ed è stato notificato al Ministero della Salute italiano per poter essere commercializzato.
- Autorizzazione numero 111389, verificabile nel registro nazionale QUI: https://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?id=3668&area=Alimenti%20particolari%20e%20integratori&menu=registri E’ quindi sicuro, non ha né controindicazioni né effetti collaterali.
Il portapillole in alluminio inoltre è resistente all’acqua, alle polveri e ai raggi solari. Non preoccuparti di portarlo sempre con te! Quanto durano le compresse? C’è una data di scadenza? Nella confezione è riportata la data entro la quale è preferibile consumare il prodotto per non avere inefficacia.
Questa data è attualmente a 36 mesi (3 anni) dalla data di produzione del lotto. La lattasi è un enzima stabile a temperature normali e le compresse sono molto compatte e quindi difficilmente il prodotto si deteriora. Perché alcuni integratori ingialliscono con il tempo ma Lactosolution no? Se hai acquistato compresse di enzima lattasi di altri marchi avrai sicuramente notato come alcune ingialliscono con il passare dei giorni.
Altre compresse invece si scompongono, generando “polvere” all’interno del barattolo. Questo aspetto garantisce la qualità di Lactosolution 15000. Usando infatti enzima lattasi stabile nel tempo e da fonte sicura potrai tu stesso notare come le nostre compresse siano:
Più bianche e non cambiano di colore.Più piccole ed insapore.Resistenti, rimanendo compatte anche sottoposte a duri sforzi.
L’uso di questi ingredienti di alta qualità, la lavorazione su macchine di nuova generazione capaci di impremere molta pressione sul preparato, un controllo umano scrupoloso fanno risultare il prodotto Premium. Attento a cosa ingerisci. il tuo corpo è uno soltanto.
trattalo al meglio con prodotti al tuo pari livello! Perché non trovo Lactosolution 15000 in tutte le farmacie? Stiamo lavorando per stringere buoni accordi commerciali per la distribuzione del prodotto in tutto il territorio nazionale. Non è un passo semplice da fare e richiede investimenti ingenti.
E’ per questo che ancora potresti non trovarci ancora nella tua farmacia di fiducia. Ad oggi abbiamo copertura nei punti vendita che trovi a questa pagina: www.lactosolution.com/team Se conosci un negozio o una farmacia che sarebbe felice di offrire ai suoi clienti il nostro innovativo prodotto, chiedi al titolare di contattarci tramite la pagina “Collaborazioni” del nostro sito WEB o tramite la nostra pagina Facebook ufficiale.
Collegarsi alla pagina del negozio (www.lactosolution.com/shop);Selezionare il prodotto che si intende acquistare (click con il muose o tap sul touchscreen del telefono);Scorrere le informazioni del prodotto fino a trovare il bottone “Aggiungi al carrello” (da PC è subito a destra, da smartphone è in fondo alla pagina);Cliccare su “Visualizza carrello” nel pop-up che si apre;Cliccare su “Acquista”;Compilare i dettagli della spedizione;Cliccare “Continua”;Scegliere il metodo di spedizione (Online è per gli acquisti con Paypal o carta di credito, Offline è per il contrassegno);Cliccare “Continua”;Inserire i dati per il pagamento;Cliccare “Continua”;Spuntare la casella “Accetto i termini e le condizioni”;Cliccare “Invia ordine”.
Non mi sento sicuro di acquistare il prodotto online. Non devi temere di acquistare il prodotto tramite il nostro sito WEB. Il sistema di pagamento rispetta i più alti standard di sicurezza, come da normativa europea sul commercio elettronico. Usiamo solo metodi tracciabili ed affidabili per il pagamento.
Non trattiamo pagamenti con ricariche PostePay proprio perché ritenuti non sicuri. Puoi pagare infatti con PayPal, con la Carta di Credito o in Contrassegno. Se selezioni la modalità di spedizione “Contrassegno” fai attenzione a scegliere come modalità di pagamento “Offline” altrimenti non vengono incluse le spese di spedizione e verrai contattato dopo l’ordine per cambiare metodo di pagamento o inserire la differenza dovuta.
Se vuoi pagare con Bonifico Bancario o Vaglia Postale puoi contattarci sia prima che dopo l’ordine (scegliendo pagamento “Offline” e ti invieremo le coordinate per il pagamento. Acquistare online non è solo sicuro ma è anche vantaggioso! La spessa per il prodotto è mediamente minore del 15% rispetto al prezzo del negozio fisico e, in aggiunta, spesso inviamo codici sconti per festeggiare occasioni particolari.
Gli integratori come Lactosolution 15000 godono di detrazioni fiscali? Con la risoluzione n.256/E del 2008 l’Agenzia delle Entrate ha precisato che “Gli integratori alimentari vengono somministrati, sostanzialmente, per cure dirette ad ottimizzare gli apporti nutrizionali e a migliorare le condizioni fisiologiche, senza per questo essere considerati dei medicinali.
In ragione della loro composizione, gli integratori si qualificano, infatti, come prodotti appartenenti all’area alimentare”, e per tale motivo non sono detraibili. Nessuna spesa per acquisto di integratori nutrizionali è quindi ammessa nel conteggio degli sconti fiscali nei moduli UNICO o 730.
Diffidate di prodotti integratori che pubblicizzano la detraibilità. o sono pubblicità truffaldine o il prodotto è classificato come farmaco in base a qualche principio attivo o eccipiente utilizzato. Noi preferiamo fornire all’organismo solo puro enzima lattasi, senza preoccupazioni! Come funziona la spedizione? Processiamo l’ordine in 1 giorno lavorativo dopodiché spediamo e la spedizione impiega mediamente 2 giorni lavorativi per giungere a destinazione.
I pacchi sono tracciati e ti invieremo il codice per il tracciamento a spedizione effettuata. Attenzione, il pacchetto può essere lasciato dal postino direttamente nella cassetta delle lettere quindi prestare attenzione al fondo della cassetta prima di allarmarci di una mancata consegna! Attualmente il nostro fornitore dei servizi di spedizione è Poste Italiane, il quale risulta migliore per spedizioni di taglia piccola come i nostri prodotti.
- Se necessiti di garanzie aggiuntive o di spedizione tramite corriere non esitare a contattarci prima dell’ordine.
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Cosa è la bustina monodose di Lactosolution 15000? Primi al mondo, abbiamo inventato la bustina monodose con 1 singola compressa di enzima lattasi vendibile singolarmente. Ciò vuol dire che presto potrai tranquillamente andare nel tuo bar o nella tua gelateria preferita e trovare lì Lactosolution 15000, in formato dose singola, da assumere prima della golosa pasta della colazione mattutina o del gelato (ovviamente con lattosio).
- Questo formato è anche quello che forniamo come campione per i nuovi clienti.
- Esercenti interessati possono contattarci nella pagina “Collaborazioni”.
- Come posso ricevere un campione se non voglio acquistare? Potresti avere la possibilità di richiedere un campione gratuito, prova a vedere la sezione “Campione” o “Regalo” nel menu.
Essendo una startup è importantissimo per noi raccogliere fondi. non esitare ad acquistare il prodotto se ti senti fiducioso!
Come si Vedono gli enzimi cardiaci?
4. Interpretazione dei risultati degli enzimi cardiaci – L’interpretazione dei risultati degli enzimi cardiaci richiede una valutazione accurata da parte di un medico esperto perché i test vengono valutati in combinazione con altri fattori clinici e diagnostici per arrivare a una diagnosi corretta.
- Un aumento dei livelli dell’enzima troponina, ad esempio, può indicare danni alle cellule cardiache mentre la magnitudine dell’aumento può fornire informazioni sulla gravità del danno e, quindi, dell’infarto,
- La causa più comune di un aumento significativo della troponina, infatti, è l’ infarto miocardico acuto, ma può anche essere indicativo di altre condizioni cardiache come l’insufficienza cardiaca, la miocardite o la cardiomiopatia.
Un aumento dei livelli di altri enzimi, come la creatina chinasi o la lattato deidrogenasi, può anch’esso essere indicativo di danni al muscolo cardiaco. Tuttavia, questi enzimi sono meno specifici rispetto alla troponina e possono essere elevati anche in altre condizioni, come l’ insufficienza cardiaca, le miocarditi o i traumi cardiaci. In questi casi, la valutazione dei sintomi associati ad un aumento degli enzimi cardiaci è, quindi, essenziale per completare la diagnosi, Ad esempio, è importante considerare che nelle persone di sesso femminile i sintomi associati all’infarto sono diversi rispetto a quelli negli uomini.
Quanto tempo prima si avvertono i sintomi di un infarto?
Quali sono i sintomi dell’infarto? – Il sintomo più caratteristico e frequente dell’ischemia miocardica è il dolore al petto, Le caratteristiche di questo dolore sono molto diverse da paziente a paziente:
- può essere percepito come peso o come costrizione (“sento una morsa che mi stringe”) o come bruciore ;
- può essere localizzato al centro del petto oppure a sbarra, in mezzo al torace o più in basso, verso lo stomaco ;
- può essere irradiato al collo, alle braccia, soprattutto al braccio sinistro, alla mandibola, alla schiena, A volte il dolore è presente solo in queste sedi “atipiche”.
Il dolore dell’ infarto ha le stesse caratteristiche di quello dell’angina, è solo più intenso e, soprattutto, prolungato. Il dolore anginoso raramente supera i 10-20 minuti, mentre quello dell’ infarto può durare anche giorni, Oppure può presentarsi a più riprese senza apparenti situazioni scatenanti. Altri sintomi che possono presentarsi sono:
- forte stanchezza e debolezza;
- nausea;
- vomito;
- sudorazione intensa;
- tosse e difficoltà respiratoria ( dispnea );
- vertigini e capogiri ;
- senso di malessere opprimente, simile a quello causato da un attacco di panico.
Cosa può provocare uno scompenso cardiaco?
Scompenso cardiaco: quali sono le cause? – Alla base di uno scompenso cardiaco vi è generalmente un danno al miocardio, il muscolo cardiaco, che può a sua volta dipendere, per esempio, da un infarto o dalle eccessive sollecitazioni causate da ipertensione non controllata o disfunzioni valvolari.
Quali sono gli enzimi del corpo umano?
Cosa Sono gli Enzimi Digestivi? – Gli enzimi vengono prodotti dal nostro organismo: si chiamano Amilasi, Proteasi, Lattasi, Lipasi, Glucosidasi, Transferasi, Emicellulasi, Betaglucanasi e la loro attività è fondamentale per la scomposizione, l’assorbimento e l’assimilazione dei principi nutrizionali e dei cofattori essenziali quali vitamine, minerali e oligoelementi.
- La digestione è un processo lungo e complesso che consiste nell’assimilare i cibi attraverso la scomposizione degli elementi nutritivi.
- Una ricerca condotta dal Dr.
- Beazell sul “Journal of Laboratory and Clinical Medicine” ha dimostrato che nella prima ora di tale processo gran parte del cibo può essere pre-digerita nella parte alta dello stomaco proprio dagli enzimi digestivi, prima di arrivare all’intestino tenue, dove il pancreas secerne i propri enzimi.
E questo significa che se il cibo viene adeguatamente predigerito il pancreas fatica decisamente meno! Esiste una vera e propria teoria in proposito, chiamata “Adattamento Secretivo degli Enzimi Digestivi”: tanto maggiore è il carico che viene assolto nella digestione dagli enzimi alimentari esogeni (cioè introdotti con il cibo), tanto minore sarà il carico enzimatico posto su pancreas e intestino tenue, conservando la capacità enzimatica propria dell’organismo per svolgere altri fondamentali processi metabolici.
Come si prendono gli enzimi?
Cause – La cattiva digestione può avere diverse cause:
Alimentazione scorretta Terapie farmacologiche Problematiche di salute Intolleranze alimentari Stress
Una cattiva digestione è quasi sempre legata a una scorretta produzione di enzimi digestivi da parte dell’organismo. Per questo motivo, un aiuto per migliorare questo processo può arrivare dall’ inserire con regolarità nella propria dieta cibi crudi consumando ad ogni pasto verdura di stagione cruda e frutta fresca.
Quanti enzimi esistono?
Finora la scienza ha potuto individuare circa 3.000 enzimi in un organismo vivente e ogni singolo enzima si occupa di uno compito ben specifico.