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Cosa Vedere A Mantova?

Cosa Vedere A Mantova

Quanto tempo ci vuole per vedere Mantova?

Cosa vedere nel centro di Mantova: itinerario a piedi – Il centro storico di Mantova è molto raccolto ed è possibile visitare i principali luoghi di interesse con un itinerario a piedi in un giorno solo anche se, a mio avviso, due giorni sono il minimo sindacale per assaporare Mantova città in tutte le sue sfaccettature.

Già! L’ideale sarebbe dedicare alla zona almeno tre o quattro giorni, ma ognuno di noi deve fare i conti con le proprie risorse per cui sarai tu a decidere se dilatare i tempi o diventare uno Speedy Gonzales. Supefluo a dirsi che l’ordine delle visite può essere invertito liberamente, tutto dipende se arrivi in treno o in macchina.

Cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia!

Quanto costa visitare Mantova?

Gentile visitatore Il prossimo 9 aprile apriremo una nuova sezione del percorso di visita di Palazzo Ducale, in concomitanza con l’inaugurazione della mostra ” Naturalia e Mirabilia, Scienze alla corte dei Gonzaga”. Stiamo parlando delle belle sale dell’ Appartamento delle Metamorfosi, che ospiteranno nuovi allestimenti dedicati alla rievocazione della Wunderkammer gonzaghesca.

  • Sarà inoltre aperta nuovamente la straordinaria Galleria della Mostra, con il suo magnifico percorso affacciato sul Cortile della Cavallerizza.
  • Si tratta dunque di un sensibile ampliamento del percorso di visita di Palazzo Ducale incluso nel biglietto d’ingresso, sia quello completo con la Camera degli Sposi sia quello limitato alle sole Corte Nuova, Corte Vecchia e Museo Archeologico.

Per questo motivo – spinti dalle necessità e dai costi della nuova apertura – abbiamo disposto un piccolo aumento del biglietto: a partire dal 9 aprile si entrerà a Palazzo Ducale con le seguenti tariffe: € 15 intero, ingresso inclusa Camera degli Sposi, eventuale prevendita inclusa; € 9 intero, ingresso percorso Corte Nuova e Corte Vecchia, eventuale prevendita inclusa.

Perché andare a Mantova?

Cosa sapere su Mantova – La città di Mantova è tra le mete di arte e cultura più ricche e famose d’Italia, Il motivo principale per cui va visitata sono le attrazioni storico-architettoniche, le bellezze senza eguali del centro storico, dichiarato patrimonio dell’umanità UNESCO, con numerosi edifici rinascimentali degni di nota. Cosa Vedere A Mantova Il suo centro storico ben curato e riservato ai pedoni è l’ideale per una serena passeggiata tra i monumenti più belli, I laghi che cingono le mura della città compongono il paesaggio mantovano circostante, ospitando specie di piante e di animali provenienti da varie parti del mondo.

Dove si parcheggia a Mantova?

PARCHEGGI PUBBLICI LIBERI:

Campo Canoa – Strada Cipata Piazza Anconetta P.le Montelungo P.le Gramsci V.le Montegrappa

PARCHEGGI PUBBLICI A PAGAMENTO:

Viale Mincio Viale Risorgimento Viale Isonzo Viale Repubblica Piazzale Nodari Pesenti Piazza Virgiliana Piazza D’Arco Piazza San Giovanni Piazza Seminario Piazza Viterbi P.le Gramsci

PARCHEGGI PRIVATI:

Autorimessa Garage Centrale -Corso VIttorio Emanuele II, 59 – Mantova – tel.: 0376/221439 Garage Park Mazzini – Via Mazzini, 7 – Mantova – tel.: 0376/321607 Garage Principe Amedeo – Via Principe Amedeo, 4 – Mantova – tel.: 0376/328269 ASTER srl – Parking Pradella – Largo Porta Pradella- Mantova -tel.0376/263370 APCOA Parking – Lungolago dei Gonzaga – 0376/345000

Parcheggi in città Le attività relative alla sosta e alla mobilità in città sono gestite dall’azienda di servizi del Comune di Mantova, Aster.

Come vedere Mantova dall’alto?

Mantova, Italia Ideato e costruito da Bartolomeo Manfredi nel 1473 per conto di Ludovico Gonzaga signore di Mantova. E’ posto nella torre dell’orologio adiacente al palazzo della Ragione nella piazza delle Erbe.

Quanto dista il mare da Mantova?

Mare Adriatico – Mentre sul versante Adriatico, ci sono le bellissime spiagge del mare Adriatico appunto. Queste località sono le più vicine raggiungibili in treno anche per una gita. Queste località conosciute dai mantovani come il mare più vicino a Mantova e più facilmente raggiungibili sono Comacchio, in provincia di Ferrara, che dista circa 140 km.

Ma anche Marina di Ravenna e il Lido di Spina. Tutte distanti sui 150 km circa, tutte in Emilia – Romagna. Queste spiagge sono famosissime per i loro fondali bassi e sabbiosi. Adatti per famiglie. Ma molto frequentati dai giovani per la famosa movida notturna. Da non sottovalutare la possibilità di andare più a nord verso Chioggia.

Anche in questa zona verso il veneto ci sono delle bellissime ed attrezzate spiagge. Bellissimi i lidi veneti con bagni super attrezzati e hotel alla moda sul mare. Così come altre zone a nord della foce e del delta del po’. Infatti quasi in linea retta con la città di Mantova e poco sotti Chioggia c’è la foce del fiume Po’.

Cosa vedere a Mantova in mezza giornata?

1) Visita del solo centro storico, 2 ore ca. – Mantova è una città che si può apprezzare passeggiando per le numerose e caratteristiche piazze del centro, Diversi sono poi gli edifici e le chiese concentrati in uno spazio ristretto. Appena scesi dal pullman l’occhio viene subito catturato dalla mole imponente del Castello di San Giorgio (dove dentro si trova la Camera degli Sposi), dietro al quale si celano i cortili interni di Palazzo Ducale e la Basilica Palatina di Santa Barbara (aperta solo nel fine settimana).

  • Da vedere vi sono il Duomo di San Pietro, la Casa di Rigoletto, Piazza Sordello (su cui si affaccia Palazzo Ducale), Piazza Broletto, dove si trova il Palazzo del Podestà, Piazza delle Erbe, circondata dal Palazzo della Ragione, dalla Rotonda di S.
  • Lorenzo e la Casa del Mercante.
  • Infine, la Basilica di S.

Andrea, capolavoro di L.B. Alberti, che conserva in cripta le Reliquie del Sangue di Cristo. Questa visita dura circa 2 ore e si fa interamente a piedi. Le chiese non sono visitabili durante lo svolgimento delle funzioni. Su richiesta è possibile includere la visita del Teatro Scientifico di Antonio Galli Bibiena, con ingresso a pagamento.

Dove vedere il tramonto a Mantova?

Dove guardare il tramonto a Mantova: Campo Canoa – Siamo dall’altra parte del Lago Inferiore, punto da cui puoi lasciare l’auto prima di addentrarti in città (c’è un servizio navetta che ti collega in centro), ma soprattutto il punto migliore per osservare il tramonto a Mantova. Il sole cala tra i tetti della città da perfetto Skyline: l’acqua fa la sua magia. Cosa Vedere A Mantova

Dove si trova la Camera degli Sposi a Mantova?

La Camera degli Sposi, chiamata nelle cronache antiche Camera picta (“camera dipinta”), è una stanza collocata nel torrione nord-est del Castello di San Giorgio di Mantova, È celebre per il ciclo di affreschi che ricopre le sue pareti, capolavoro di Andrea Mantegna, realizzato tra il 1465 e il 1474.

  • Mantegna studiò una decorazione ad affresco che investisse tutte le pareti e le volte del soffitto, adeguandosi ai limiti architettonici dell’ambiente, ma al tempo stesso sfondando illusionisticamente le pareti con la pittura, come se lo spazio fosse dilatato ben oltre i limiti fisici della stanza.
  • Il tema generale è una celebrazione politico-dinastica dell’intera famiglia Gonzaga, con l’occasione dell’elezione a cardinale di Francesco Gonzaga,

La decorazione della stanza venne commissionata da Ludovico Gonzaga a Mantegna, pittore di corte dal 1460. La sala aveva originariamente una duplice funzione: quella di sala delle udienze (dove il marchese trattava affari pubblici) e quella di camera da letto di rappresentanza, dove Ludovico si riuniva coi familiari. L’occasione della commissione è tutt’altro che chiarita dagli studiosi, registrando varie discordanze. L’interpretazione tradizionale lega gli affreschi all’elezione al soglio cardinalizio del figlio del marchese Ludovico, Francesco Gonzaga, avvenuta il 1 gennaio 1462: la scena della Corte rappresenterebbe quindi il marchese che ne riceve la notizia e quella dell’ Incontro mostrerebbe padre e figlio che si trovano nel felice evento.

La figura matura e corpulenta di Francesco tuttavia non è coerente con la sua età nel 1461, di circa 17 anni, testimoniata invece da un suo presunto ritratto conservato oggi a Napoli. Si è pensato quindi che gli affreschi celebrino la venuta di Sua Eminenza a Mantova nell’agosto 1472, quando si apprestò a ricevere il titolo di Sant’Andrea,

(Mantova – Camera degli Sposi – La corte) La sequenza cronologica delle pitture è stata chiarita dal restauro del 1984-1987: il pittore iniziò dalla volta con limitate campiture a secco, che riguardano soprattutto parti dell'” oculo ” e della ghirlanda che lo circonda; si passò poi alla parete della Corte, dove venne usata una misteriosa tempera grassa, stesa a secco procedendo per “pontate”; seguirono le pareti est e sud, coperte dai tendaggi dipinti, dove venne usata la tecnica tradizionale dell’affresco; infine fu dipinta la parete ovest dell’Incontro, pure trattata ad affresco e condotta a “giornate” molto piccole, che testimoniano una lentezza operativa che confermerebbe la durata quasi decennale dell’impresa, indipendentemente da altri compiti che il maestro dovette assolvere.

  • Dopo la morte di Ludovico, la stanza e il suo ciclo subirono una serie di traversie, che spesso ne degradarono, oltre che la conservazione fisica, anche il ruolo nella storia dell’arte.
  • Pochi anni dopo la morte del marchese la camera risulta adibita a deposito di oggetti preziosi: forse per questa ragione a Vasari non fu permesso di visitarla, escludendola dal resoconto delle Vite.
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Durante l’occupazione imperiale del 1630 subì numerosi danni, per poi essere praticamente abbandonata alle intemperie fino al 1875 circa. Non è chiaro da quando la stanza iniziò ad essere chiamata ” Camera degli Sposi “. In ogni caso il riferimento era dovuto alla presenza in posizione predominante di Ludovico raffigurato accanto alla moglie, non tanto perché si trattasse di una camera nuziale.

La tecnica usata, che prevedeva in alcuni episodi parti a secco più o meno ampie, non facilitava la conservazione e si hanno notizie vaghe di restauri prima del XIX secolo. Quelli successivi, fino a quello del 1941, furono numerosi ed inadeguati. Finalmente nel 1987 si procedette a un restauro capillare con tecniche moderne, che ha recuperato tutto quanto sopravvissuto, restituendo l’opera agli studi e alla fruizione pubblica.

Nella stanza pressoché cubica (8,05 m circa di lato, con due finestre, due porte e un camino), Mantegna studiò una decorazione che investiva tutte le pareti e le volte del soffitto, adeguandosi ai limiti architettonici dell’ambiente, ma al tempo stesso sfondando illusionisticamente le pareti con la pittura, come se ci si trovasse al centro di un loggiato o di un padiglione aperto verso l’esterno.

  1. Motivo di raccordo tra le scene sulle pareti è il finto zoccolo marmoreo che gira tutt’intorno nella fascia inferiore, sul quale poggiano i pilastri che suddividono le scene in tre aperture.
  2. La volta è affrescata suggerendo una forma sferoidale e presenta centralmente un oculo, da cui si sporgono personaggi e animali stagliati sul cielo azzurro.

Attorno all’ oculo alcuni costoloni dipinti dividono lo spazio in losanghe e pennacchi. I costoloni vanno a terminare in finti capitelli, a loro volta poggianti sui reali peducci delle volte, gli unici elementi a rilievo di tutta la decorazione, assieme alle cornici delle porte e al camino.

Ciascun peduccio (esclusi solo quelli in angolo) appoggia in corrispondenza di uno dei pilastri dipinti. Il registro superiore delle pareti è occupato da dodici lunette, decorate da festoni e imprese dei Gonzaga, Alla base delle lunette, tra peduccio e peduccio, corrono figuratamente le aste che fanno da cursore ai tendaggi, che sono raffigurati come scostati per permettere la visione delle scene principali.

Questi drappi, che realmente coprivano i muri delle stanze del castello, simulano il broccato o il cuoio impresso a oro e foderato d’azzurro, e sono abbassati sulle pareti sud ed est, mentre sono aperti sulla parete nord ( la Corte ) e ovest ( l’Incontro ). Il tema generale è la celebrazione politico-dinastica dell’intera famiglia Gonzaga, anche se decenni di studi non sono riusciti a chiarire univocamente un’interpretazione accettata da tutti gli studiosi. Probabilmente l’ideazione del complesso programma iconografico richiese varie consulenze, tra cui sicuramente quella del marchese stesso.

Numerosissimi sono i ritratti, estremamente curati nella fisionomia e, talvolta, nella psicologia. Sebbene un’identificazione certa di ognuno di essi è impossibile a causa della mancanza di testimonianze, taluni sono tra le opere più intense di Mantegna in questo genere. La volta è composta da un soffitto ribassato, che è illusionisticamente diviso in vele e pennacchi dipinti.

Alcuni finti costoloni dividono lo spazio in figure regolari, con sfondo dorato e pitture a monocromo. L’abile articolarsi degli elementi architettonici dipinti simulano una volta profonda, quasi sferica, che in realtà è una leggera curva di tipo “unghiato”.

Al centro si trova il famoso oculo, il brano più stupefacente dell’intero ciclo, dove sono portati alle estreme conseguenze gli esperimenti illusionistici della Cappella Ovetari di Padova. Si tratta di un tondo aperto illusionisticamente verso il cielo, che doveva ricordare il celebre oculo del Pantheon, il monumento antico per eccellenza celebrato dagli umanisti.

Nell’oculo, scorciati secondo la prospettiva da “sott’in su”, si vede una balaustra dalla quale si sporgono una dama di corte, accompagnata dalla serva di colore, un gruppo di domestiche, una dozzina di putti, un pavone (riferimento agli animali esotici presenti a corte, piuttosto che simbolo cristologico) e un vaso, sullo sfondo di un cielo azzurro.

  • Per rafforzare l’impressione dell’oculo aperto, Mantegna dipinse alcuni putti pericolosamente in bilico aggrappati al lato interno della cornice, con vertiginosi scorci dei corpicini paffuti: uno è anche raffigurato mentre fa pipì.
  • La varietà delle pose è estremamente ricca, improntata ad una totale libertà di movimento dei corpi nello spazio: alcuni putti arrivano a infilare il capo negli anelli della balaustra, oppure sono visibili solo da una manina che spunta.

Se non è chiara l’eventuale identificazione delle fanciulle con personaggi reali gravitanti attorno alla corte gonzaghesca (un volto muliebre è acconciato come la marchesa Barbara ), esse sono colte in atteggiamenti diversi (una addirittura ha in mano un pettine) e le loro espressioni giocose sembrano suggerire la preparazione di uno scherzo, un episodio tratto dalla quotidianità nel solco della lezione di Donatello.

  • Il pesante vaso di agrumi è infatti appoggiato a un bastone e le ragazze attorno, con volti sorridenti e complici, sembrano in procinto di farlo cadere nella stanza.
  • Nella nuvola vicino al vaso si trova nascosto un profilo umano, probabile autoritratto dell’artista abilmente mascherato.
  • L’ oculo è racchiuso da una ghirlanda circolare, a sua volta racchiusa in un quadrato di finti costoloni, che sono dipinti con un motivo intrecciato che ricorda le palmette dei bassorilievi all’antica.

Nei punti di incontro tra si trovano medaglioni dorati. Attorno al quadrato sono disposte otto losanghe con sfondo dorato, ciascuna contenente una ghirlanda circolare che racchiude un ritratto di uno dei primi otto imperatori romani, dipinto a grisaglia, sorretto da un putto e circondato da nastri svolazzanti.

Tale rappresentazione suggella la concezione fortemente antiquaria dell’intero ambiente. I cesari sono ritratti in senso antiorario con il nome entro il medaglione (dove conservato) e le loro pose sono variate per evitare uno schematismo. Sono: 1. Giulio Cesare 2. Ottaviano Augusto 3. Tiberio 4. Caligola 5.

Claudio 6. Nerone 7. Galba 8. Otone Attorno alle losanghe, nel registro più esterno, sono collocate (in senso orario) dodici pennacchi corrispondenti a ciascuna lunetta sulle pareti. Essi sono decorati con finti bassorilievi di ispirazione mitologica, che celebrano simbolicamente le virtù del marchese quale condottiero e uomo di stato, quali il coraggio ( mito di Orfeo ), l’intelligenza ( mito di Arione di Metimna ), la forza ( mito delle dodici fatiche di Ercole ).

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Sono: 1. Orfeo incanta le forze della natura 2. Orfeo incanta Cerbero e una Furia 3. Morte di Orfeo (Orfeo straziato dalle Baccanti) 4. Arione che incanta il delfino 5. Arione portato in salvo dal delfino 6. Periandro che condanna i cattivi marinai 7. Ercole scocca una freccia verso il centauro Nesso 8. Nesso e Deianira 9.

Ercole che lotta con il leone Nemeo 10. Ercole che uccide l’Idra 11. Ercole e Anteo 12. Ercole che uccide Cerbero I costoloni vanno a terminare in finti capitelli con decorazioni vegetali, sui quali sono impostate le basi dei putti reggi-medaglione. Questi capitelli poggiano sui peducci reali.

  • La scena della corte ha un’impaginazione particolarmente originale, per adattarsi alla forma della stanza.
  • La presenza del camino infatti, che invade a metà la parte inferiore destinata agli affreschi narrativi, rendeva molto difficile ambientare la scena senza interruzioni, ma Mantegna risolse il problema usando l’espediente di collocare la scena su una piattaforma rialzata a cui si accede da alcuni gradini che scendono nel lato destro.

Da questa piattaforma, il cui pavimento coincide con il ripiano sopra il camino, pendono preziosi tappeti che arricchiscono la sontuosità della scena. Il primo settore è occupato da una finestra che dà sul Mincio : qui Mantegna si limitò a disegnare una tenda chiusa.

  1. Nel secondo la tenda è dischiusa e mostra la corte dei Gonzaga riunita, sullo sfondo di un’alta transenna decorata da medaglioni marmorei, oltre la quale un alberello sfonda nella lunetta.
  2. Il terzo settore ha la tenda chiusa, ma una serie di personaggi vi passa davanti, camminando anche davanti al pilastro, secondo un espediente che confonde il confine tra mondo reale e mondo dipinto, usato già da Donatello.

Il settore centrale mostra il marchese Ludovico Gonzaga seduto su un trono a sinistra in veste “de nocte”, in risalto particolare grazie alla posizione leggermente defilata. Egli è ritratto mentre tiene in mano una lettera e parla con un servitore dal naso adunco, probabilmente il suo segretario Marsilio Andreasi o Raimondo Lupi di Soragna,

La posa del marchese è l’unica che rompe la staticità del gruppo, attirando inevitabilmente l’attenzione dello spettatore. Sotto il trono sta accucciato il cane preferito del marchese, Rubino, simbolo di fedeltà. Dietro di lui sta poi in piedi il terzogenito Gianfrancesco, che tiene le mani sulle spalle di un bambino, forse il protonotario Ludovichino.

L’uomo col cappello nero è Vittorino da Feltre, precettore del marchese e dei suoi figli. Al centro troneggia seduta la moglie del marchese, Barbara di Brandeburgo, in posizione quasi frontale e con un’espressione di dignitosa sottomissione, con una bambina alle ginocchia che sembra porgerle una mela in un gesto di fanciullesca ingenuità, forse l’ultimogenita Paola,

Dietro la madre sta in piedi Rodolfo, affiancato a destra da una donna, forse Barbarina Gonzaga, Gli altri personaggi sono incerti. Il primo profilo in secondo piano da sinistra è stato interpretato come un possibile ritratto di Leon Battista Alberti, mentre la donna dietro Barbarina è forse una nutrice di casa Gonzaga ; in basso sta la famosa nana di corte, che guarda direttamente lo spettatore; in piedi parzialmente coperto dal pilastro sta un famiglio (cortigiano).

Il settore successivo mostra sette cortigiani che si avvicinano alla famiglia marchionale, in parte sulla piattaforma, in parte salendo le scale attraverso un’anticamera. Gli ultimi “entrano” nella scena discostando la tenda, dietro la quale si intravede un cortile assolato con muratori all’opera.

  1. Nello sguancio della finestra si trova un finto paramento marmoreo, solcato da venature tra le quali è celata la data 16 giugno 1465, dipinta come un finto graffito e di solito interpretata come data di inizio dei lavori.
  2. Non è chiaro l’esatto episodio a cui si riferisce l’affresco di questa parete.

Fondamentale sarebbe stata la lettura delle scritte sulla lettera tenuta dal marchese, secondo alcuni la stessa tenuta in mano dal cardinale nella parete ovest, che l’ultimo restauro ha confermato come definitivamente perdute. Alcuni hanno interpretato la missiva come l’urgente convocazione di Ludovico quale comandante della truppe milanesi, da parte della duchessa di Milano Bianca Maria Visconti, a causa dell’aggravarsi delle condizioni del marito Francesco Sforza : spedita da Milano il 30 dicembre 1461 era giunta a Mantova il 1 gennaio 1462, proprio la data destinata ai festeggiamenti del neocardinale.

Partito ligiamente per Milano rinunciando ai festeggiamenti, Ludovico avrebbe così incontrato a Bozzolo il figlio Francesco, che percorreva la strada in senso opposto (scena dell’Incontro), tornando da Milano dove si era recato per ringraziare lo Sforza per il ruolo che aveva giocato nelle trattative per la sua nomina a cardinale.

Il pomello del faldistorio nel trono farebbe in modo di coprire proprio l’indirizzo della lettera, dettaglio che è stato interpretato come una sorta di damnatio memoriae decretata dai Gonzaga verso gli Sforza, colpevoli di aver impedito al loro erede di sposare prima una e poi l’altra figlia delle figlie di Ludovico, La parete ovest, detta ” dell’Incontro “, è analogamente divisa in tre settori. In quello di destra avviene l'” incontro ” vero e proprio, in quello centrale alcuni putti reggono una targa dedicatoria e in quello di sinistra sfila la corte del marchese, che prosegue con due personaggi anche nel settore centrale: questi ultimi sono rappresentati nell’angusto spazio tra il pilastro e la reale mensola dell’architrave della porta, dimostrando la difficile compenetrazione attuata efficacemente tra mondo reale e mondo dipinto.

  • Nel pilastro tra l’incontro e i putti si trova nascosto tra le grisaille un autoritratto di Mantegna come mascherone.
  • Nell’Incontro sono rappresentati il marchese, stavolta in vesti ufficiali, accanto al figlio Francesco cardinale.
  • Sotto di loro stanno i figli di Federico I Gonzaga, Francesco e Sigismondo, mentre il padre si trova all’estrema destra: le pieghe generose del suo abito sono uno stratagemma per nascondere la cifosi.

Federico è a colloquio con due personaggi, indicati da alcuni come Cristiano I di Danimarca e Federico III d’Asburgo (cognato di Ludovico II, poiché marito di Dorotea di Brandeburgo, sorella di Barbara ), figure che ben rappresentano il vanto della famiglia per la parentela regale.

  1. Il ragazzo al centro infine è l’ultimo figlio maschio del marchese, il protonotario Ludovico, che tiene per mano il fratello cardinale e il nipote, futuro cardinale, rappresentando il ramo della famiglia destinato al cursus ecclesiastico.
  2. La scena ha una certa fissità, determinata dalla staticità dei personaggi ritratti di profilo o di tre quarti per enfatizzare l’importanza del momento.

Sullo sfondo è rappresentata una veduta ideale di Roma, in cui si riconoscono il Colosseo, la piramide di Cestio, il teatro di Marcello, il ponte Nomentano, ecc. Mantegna inventò anche alcuni monumenti di sana pianta, come una statua colossale di Ercole, in un capriccio architettonico che non ha niente di filologico, derivato probabilmente da un’elaborazione fantastica basata su modelli a stampa.

La scelta della città eterna era simbolica: rimarcava il forte legame tra la dinastia e Roma, avvalorato dalla nomina cardinalizia, e poteva anche essere una citazione beneaugurante per il cardinale quale possibile futuro papa. A destra si trova anche una grotta dove alcuni cavatori sono al lavoro nello scolpire blocchi e colonne.

La parte centrale è occupata dai putti che reggono la targa dedicatoria. Vi si legge: “ILL. LODOVICO II M.M. / PRINCIPI OPTIMO AC / FIDE INVICTISSIMO / ET ILL. BARBARAE EJUS / CONIUGI MVLIERVM GLOR. / INCOMPARABILI / SVVS ANDREAS MANTINIA / PATAVVS OPVS HOC TENVE / AD EORV DECVS ABSOLVIT / ANNO MCCCCLXXIIII”.

Oltre alla firma “pubblica” dell’artista, che si dichiara “padovano”, vi si legge la data 1474, generalmente indicata come quella della fine dei lavori, e parole di adulazione verso Ludovico Gonzaga (“illustrissimo principe ottimo e di fede ineguagliata”) e a sua moglie Barbara (“incomparabile gloria delle donne”).

Nell’ultimo restauro è stata riscoperta nello scomparto sinistro una carovana dei Magi, stesa a secco e già coperta di sudiciume, forse aggiunta per indicare la stagione invernale dell’Incontro, nonostante la rigogliosa vegetazione, che però comprende anche alcuni aranci, che fioriscono a fine anno.

  • Nello scomparto sinistro manca una lunga fascia di lato, che era stata coperta da una ridipintura settecentesca: i restauri hanno confermato la completa perdita delle pitture, dove si nascondeva una figura della quale si vede ancora oggi una mano.
  • Le pareti sud ed est sono coperte da tendaggi, oltre i quali spuntano le lunette.
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In quella sud si aprono una porta e un armadio a muro. Sopra l’architrave della porta è dipinto un grande stemma gonzaga, piuttosto malridotto, e le lunette sono quasi illeggibili. Quella est è meglio conservata e presenta tre belle lunette con festoni e imprese araldiche.

Chi ha dipinto la stanza degli sposi a Mantova?

Camera degli Sposi Capolavoro assoluto del Rinascimento, la Camera degli Sposi è l’opera il pittore Andrea Mantegna realizzò,con una certa discontinuità, per circa nove anni (1465-1474). I dipinti della Camera Picta (cioè “camera dipinta”, come era in origine nota) costituiscono un prototipo esemplare di concezione decorativa unitaria di un ambiente, in chiave ottica e prospettica.

Su una zoccolatura in finto marmo che fa da proscenio si muovono i protagonisti della rappresentazione, resi visibili dallo scostamento delle tende che chiudono i lati sud ed est; la finzione architettonica si sviluppa sulle parete con finte lesene che scandiscono le pitture, e sopra di esse continua dai capitelli pensili attraverso le vele della volta (alzata per rendere cubiche le proporzioni dell’ambiente), culminando nel tondo centrale, il celebre oculo prospettico dal quale affacciano varie figure che scrutano verso il basso.

Sulla parete ovest è rappresentata tutta la corte in modo piuttosto informale, sorpresa nel momento in cui un messaggero (sulla sinistra) consegna una lettera a Ludovico, affiancato dalla moglie Barbara di Brandeburgo. Dalla lettera Ludovico apprende che Francesco Sforza, signore di Milano per il quale prestava servizio come comandante dell’esercito, è gravemente ammalato; il suo viaggio verso Milano è rappresentato sulla parete ovest, e precisamente attraverso l’episodio dell’incontro, avvenuto a Bozzolo, con il figlio Francesco, appena nominato cardinale.

Come prenotare la visita alla Camera degli Sposi a Mantova?

ATTENZIONE! A seguito della pubblicazione del D.L.61 del 01.06.2023 “Interventi urgenti per fronteggiare l’emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi dal 1° maggio 2023” e delle circolari ministeriali n.60 del 09.06.2023, 61 del 12.06.2023 e n.86 dell’11.08.2023 si comunica che i biglietti di ingresso a tutti i musei statali saranno aumentati di €1 per il periodo dal 15 giugno al 15 dicembre 2023,

  1. Rimangono invariati abbonamenti, card e le gratuità di legge, nonché i biglietti già acquistati per il periodo.
  2. È possibile prenotare online su www.ducalemantova.org, via call center 041 2411897, oppure direttamente presso la biglietteria in Piazza Sordello.
  3. Ricordiamo che è necessario passare in biglietteria prima dell’ingresso al museo per ritirare il biglietto anche se si è prenotato.

È solo con il servizio print@home – selezionabile a seguito dell’acquisto – che si può evitare di fare la coda in biglietteria e recarsi direttamente all’ingresso del museo in piazza Castello. Si consiglia di presentarsi in biglietteria almeno 15 minuti prima dell’orario prenotato per poter effettuare tutte le operazioni necessarie e recarsi puntuali all’ingresso del percorso museale.

BIGLIETTI E ABBONAMENTI Biglietto Palazzo Ducale CON Camera degli sposi e Museo Archeologico Nazionale Intero € 15 Ridotto € 2 giovani 18 – 25 anni Biglietto Palazzo Ducale SENZA Camera degli Sposi, Museo Archeologico Nazionale Intero € 9 Ridotto € 2 giovani 18 – 25 anni Supplemento Abbonamento Musei Lombardia / Valle d’Aosta e Abbonamento Musei Formula Extra, Mantova e Sabbioneta card, Treccani card per visita Castello con Camera degli Sposi € 5,50.

Prima domenica di ogni mese: ingresso gratuito in tutti i musei statali (costo eventuale prenotazione € 1), Visite guidate con partenza a orario fisso ( settembre ogni sabato e domenica alle ore 10.10, 11.10, 15.10 e 16.10 (salvo sabato 16.9, in cui la visita delle 16.10 è anticipata alle 16.00) prima domenica del mese (10.10, 11.10, 12.10, 15.10.

e 16.10 ) prenotazione tramite call center 041 2411897 o web : € 7 (gratuito bambini fino ai 6 anni non compiuti) Visite guidate per gruppi su prenotazione tramite call center 041 2411897 : € 110 in italiano, € 80 per le scuole, € 120 in lingua straniera (escluso costo del biglietto d’ingresso) Servizio di audioguida (comprensivo di auricolari) disponibile in italiano, inglese, francese, tedesco: percorso “Capolavori”: € 4.50 (valido per una singola persona) percorso “Famiglie”: € 10 (valido per un nucleo famigliare fino a 5 persone) Sei un tour operator ? Scrivici all’indirizzo email dedicato per fissare le tue prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots.

È necessario abilitare JavaScript per vederlo. RIDUZIONI PREVISTE * giovani dell’Unione Europea dai 18 anni ai 25 anni BIGLIETTO GRATUITO * prima domenica di ogni mese e dal 2023 le festività nazionali del 25 aprile, 2 giugno e 4 novembre ; * minori di 18 anni; * studenti delle scuole secondarie di secondo grado in possesso della Carta dello Studente; * gruppi o comitive di studenti delle scuole pubbliche e private dell’Unione Europea, accompagnati dai loro insegnanti, previa prenotazione ( al costo di €10 a gruppo max di 25 pp.); * docenti delle scuole statali con incarico a tempo indeterminato o contratto a termine, dietro esibizione di idonea attestazione rilasciata dalle istituzioni scolastiche; * docenti e studenti dei corsi di laurea, laurea specialistica o perfezionamento post-universitario e dottorati di ricerca delle seguenti facoltà: architettura, conservazione dei beni culturali, scienze della formazione o lettere e filosofia con indirizzo archeologico o storico-artistico, accademie di belle arti.

Le medesime agevolazioni sono consentite a docenti e studenti di facoltà o corsi corrispondenti, istituiti negli Stati dell’Unione Europea. L’ingresso gratuito è consentito agli studenti mediante esibizione del certificato di iscrizione per l’anno accademico in corso, ai docenti mediante esibizione di idoneo documento; * guide turistiche dell’Unione europea mediante esibizione di valida licenza rilasciata dalla competente autorità; * membri dell’ICOM in possesso della tessera nominale; * Abbonamento Musei Lombardia Valle d’Aosta / Formula Extra con tessera identificativa (accesso solo a Corte Vecchia: per la Camera degli Sposi e il Castello di San Giorgio è richiesto un biglietto aggiuntivo del valore di € 5,50 prenotazione esclusa – acquistabile anche online http://www.ducalemantova.org; * Treccani Card con tessera identificativa (accesso solo a Corte Vecchia: per la Camera degli Sposi e il Castello di San Giorgio è richiesto un biglietto aggiuntivo del valore di € 5,50 prenotazione esclusa – acquistabile anche online http://www.ducalemantova.org; * giornalisti in possesso di tessera; * dipendenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; * cittadini dell’Unione Europea portatori di handicap (presentando la certificazione dell’handicap rilasciata secondo le indicazioni contenute nell’art.4 della L.104/92) e un loro familiare o altro accompagnatore che dimostri la propria appartenenza a servizi di assistenza socio-sanitaria; * docenti, ricercatori, fellow e visiting student dell’Istituto Universitario Europeo di Firenze, muniti di tessera di riconoscimento; * cittadini italiani residenti all’estero iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero ( AIRE ) su di un documento che attesti la residenza all’estero ABBONAMENTO ANNUALE Abbonamento ” Amico di Palazzo Ducale ” con ingressi illimitati della durata di 365 giorni dalla data di acquisto (con Camera degli Sposi in base alla disponibilità giornaliera) € 19,

Abbonamento ” Mecenate Ducale ” € 89 (oltre agli ingressi illimitati, anche altri vantaggi) MANTOVA + SABBIONETA CARD : € 25.00 intero, € 13.00 ridotto (12 – 17 anni) include l’ingresso ai seguenti musei: Palazzo Ducale e Museo Archeologico Nazionale (solo Corte Vecchia: per la visita della camera degli Sposi all’interno del Castello di San Giorgio è richiesto un supplemento di € 5,50), Palazzo Te, MACA di Palazzo San Sebastiano, Museo Diocesano Francesco Gonzaga, Museo di Palazzo d’Arco, Palazzo della Ragione and Torre dell’Orologio, Teatro Bibiena, sistema museale di Sabbioneta, Museo Tazio Nuvolari e Tempio Leon Battista Alberti.

Come vedere Mantova dall’alto?

Mantova, Italia Ideato e costruito da Bartolomeo Manfredi nel 1473 per conto di Ludovico Gonzaga signore di Mantova. E’ posto nella torre dell’orologio adiacente al palazzo della Ragione nella piazza delle Erbe.

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