Cosa Vedere A Padova In Un Giorno?
Elvira Olguin
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Quanto tempo ci vuole per visitare Padova?
Cosa vedere a Padova: 5 itinerari a piedi per visitare la “città dei tre senza” Cosa vedere a Padova: 5 itinerari a piedi per visitare la città veneta. Dalle piazze alle chiese, dal ghetto ebraico allo storico Caffè Pedrocchi alla street art, tutte le cose che dovete assolutamente fare e vedere a Padova.
Padova è la città dei miei passati studi universitari, delle giornate in aula studio con litri di caffè e degli aperitivi in centro prima di riprendere il treno per tornare a casa. Padova è la città dove lavoro, dove ho conosciuto mio marito e dove torno sempre con un sorriso, per una passeggiata, per un po’ di shopping o per una cena.
Una città, se non si fosse ancora capito, a cui sono particolarmente legata. Una città ricca di storia, di cultura e soprattutto di vita, che mi ha vista “diventare grande”. Una delle capitali culturali del Trecento, in cui non mancano assolutamente le cose da fare e da vedere.
Per visitare Padova come si deve servirebbero almeno tre o quattro giorni ma mi rendo conto che non riesco ad essere imparziale e quindi vi propongo itinerari diversi che potrete adattare alle vostre esigenze, decidendo ad esempio se entrare o meno nei musei e nelle chiese, che potrete combinare insieme o distribuire in più visite.
Tenete conto che ogni itinerario vi occuperà circa mezza giornata. Come prima cosa vi spiego però perché nel titolo di questo articolo ho chiamato Padova la “città dei tre senza”, Padova è la città:
del Santo senza nome, perché quando si parla del patrono Sant’Antonio si è soliti dire semplicemente “il Santo” del prato senza erba, perché Prato della Valle non è un prato ma una piazza del caffè senza porte, perché lo storico caffè Pedrocchi non ha mai chiuso dal giorno della sua inaugurazione nel 1831 al 1916 e in quel periodo si consumava la propria ordinazione all’aperto sotto il porticato.
Se ve lo state chiedendo, Padova è perfetta per una visita in qualsiasi periodo dell’anno grazie ai suoi ben dodici chilometri di portici, al terzo posto in Italia dopo Bologna e, Ecco perché gli itinerari che vi propongo sono rigorosamente a piedi.
Quale il centro di Padova?
Padova, in Veneto, è una città con oltre 200.000 abitanti, famosa come la Città del Santo. I resti di Sant’Antonio sono infatti conservati nella Basilica di Sant’Antonio e richiamano ogni anno milioni di pellegrini da tutto il mondo. In questa sezione offriamo una panoramica di tutti i monumenti, i palazzi, le piazze e i luoghi di interesse da vedere a Padova.
Il cuore del centro storico di Padova è costituito dalle famose 3 piazze : Piazza dei Signori, che ospita il Palazzo del Capitanio, Piazza delle Erbe, che si riempie di giovani ogni mercoledì sera, e dove è possibile ammirare il Palazzo della Ragione, e Piazza dei Frutti (o Piazza della Frutta), dove si estende il retro del Palazzo della Ragione e dove è presente il mercato.
Tra i palazzi da visitare durante un soggiorno a Padova, si segnalano il Palazzo del Bo, storica sede dell’ Università di Padova, il Palazzo della Ragione, il Palazzo del Capitaniato, Durante un giro per le vie del centro, è possibile prendere un caffè al Caffè Pedrocchi, il famoso “caffè senza porte”.
- Il Prato della Valle è una delle piazze più grandi non solo d’Italia, ma di tutta Europa.
- Tra i luoghi di culto si segnalano, oltre alla Basilica del Santo, il Duomo con annesso Battistero, la Basilica del Carmine, l’Abbazia di Santa Giustina (adiacente al Prato della Valle), la Chiesa degli Eremitani, la Chiesa di San Nicolò.
Nella zona del ghetto ebraico (vicino alle piazze) si trova la Sinagoga di Padova. La Cappella degli Scrovegni, ora visitabile dai turisti solo su prenotazione, è interamente ricoperta dagli Affreschi degli Scrovegni di Giotto.
Dove parcheggiare la macchina a Padova?
Situato a soli 10 minuti dalla Cappella degli Scrovegni, il Padova Centro Park è la migliore scelta per il parcheggio a pagamento. Oltre ad essere il più economico, 1.20€ all’ora, è aperto h24 tutti i giorni, contiene 556 posti auto e risulta essere video sorvegliato.
Quando andare a Padova?
Quando andare – I periodi migliori per visitare Padova sono la primavera e l’inizio dell’estate, e in particolare, da metà aprile a metà giugno. Anche settembre è un buon mese. Bisogna comunque mettere in conto qualche giornata piovosa in entrambi i periodi. L’estate può essere molto calda, anche se può regalare alcune giornate accettabili, soprattutto a giugno. Vanno messi in conto, in estate e qualche volta a maggio, improvvisi temporali pomeridiani o serali. © Copyright Climieviaggi.it. Riproduzione anche parziale vietata. Torna a Europa -> Italia Vedi Tutti i Paesi
Come si svolge la visita alla Cappella degli Scrovegni?
Svolgimento della visita Il visitatore sprovvisto di prenotazione deve verificare la disponibilità di entrata alla cassa del Museo. La biglietteria dista circa 100 m dalla Cappella degli Scrovegni. Il visitatore, munito di biglietto, deve presentarsi all’ingresso del Corpo Tecnologico Attrezzato di Accesso alla Cappella degli Scrovegni (C.T.A.) almeno 5 minuti prima dell’orario di visita indicato sul biglietto.
In caso di ritardo rispetto alla fascia oraria prenotata non sarà possibile accedere alla Cappella degli Scrovegni, se non prenotando un’altra fascia oraria disponibile e pagando nuovamente. Il museo non offre servizio di guardaroba. Sono a disposizione dei visitatori armadietti a moneta per un uso autonomo.
Non sono ammessi bagagli con misure superiori a cm 46 (profondità), 30 (altezza), 45 (larghezza). Non sono ammesse alla visita più di 25 persone per turno (includendo nel conteggio anche l’eventuale guida). Il gruppo di massimo 25 persone deve raccogliersi all’entrata del C.T.A.
Per l’ingresso contemporaneo nella sala di compensazione. Il visitatore deve sostare nella sala di compensazione del C.T.A. per 15 minuti, tempo necessario per la stabilizzazione del microclima interno. Successivamente accederà all’interno della Cappella per altri 15 minuti. La visita ha una durata complessiva di circa 30 minuti.
Per la stabilizzazione del microclima interno le porte automatiche di accesso si aprono una sola volta, sia in entrata che in uscita. E’ vietato introdurre animali, borse, cibi, bevande. I telefoni cellulari e gli smartphone dovranno essere silenziati.
la foto avvenga in forma di ISTANTANEA si facciano fotografie a uso personale senza fini di lucro non si venga a contatto/non si tocchi l’oggetto da fotografare non vengano usate fonti di luce (compreso il flash) non si utilizzino treppiedi
: Svolgimento della visita
Dove parcheggiare per vedere la Cappella degli Scrovegni?
Non sai dove parcheggiare a Padova Centro per i tuoi appuntamenti di lavoro o per visitare la città? Porte Contarine è un parcheggio a Padova Centro che, grazie agli affreschi di sei importanti artisti di Street Art, è stato recentemente trasformato in un insolito museo con opere inedite e originali.
Puoi leggere di più sul blog di Parcheggi.it oppure sulle pagine Facebook o Instagram del parcheggio! Park Porte Contarine non è solamente un bel luogo da visitare, ma un’area di parcheggio al coperto, custodita da personale qualificato e con telecamere a circuito chiuso per ogni singolo spazio di sosta.
Inoltre i clienti possono parcheggiare in autonomia e portare via le chiavi con sé, evitando di doverle lasciare agli addetti. Se stai cercando un parcheggio a pagamento a Padova vicino alla meravigliosa Cappella degli Scrovegni, Park Contarine Secret Garden è la soluzione che fa per te.
Quando riapre la Cappella degli Scrovegni?
Comunicato stampa: riaprono al pubblico Cappella degli Scrovegni, Musei e sedi espositive Lunedì 26 aprile riaprono nelle zone gialle i luoghi della cultura. I Musei civici di Padova sono pronti ad accogliere i visitatori dopo l’ultimo lungo periodo di chiusura dovuto alle misure di contenimento del Covid-.
” Finalmente è ora possibile riappropriarci dei nostri luoghi d’arte – dice l’assessore alla cultura Andrea Colasio – è l’occasione per le famiglie padovane e venete di tornare nei musei a respirare ossigeno per l’anima “. Prima a riaprire, lunedì 26 aprile, è la Cappella degli Scrovegni. Come sempre la prenotazione è obbligatoria, al telefono (call center 049 2010020) oppure online (); eventuali biglietti “last minute” possono essere acquistati direttamente alla biglietteria del Museo Eremitani.
Il biglietto della Cappella degli Scrovegni consente l’ingresso anche al Museo Eremitani e a Palazzo Zuckermann. Tutte le sedi dei Musei civici riaprono martedì 27 aprile, rispettando così il turno di chiusura al lunedì. Per chi visita solo il complesso Eremitani-Zuckermann, senza la Cappella degli Scrovegni, sarà possibile acquistare il biglietto al momento della visita, tranne che nel fine settimana e nei giorni festivi: in questi casi infatti le nuove misure del Governo prevedono che l’ingresso sia su prenotazione (biglietteria Museo Eremitani: telefono 049 8204552).
A Palazzo Zuckermann riapre anche, con ingresso libero, la mostra dedicata al fotografo Gino Santini, che viene prorogata fino al 16 maggio.Stesse regole valgono per il Palazzo della Ragione (prenotazione sabato, domenica e festivi telefono 049 8205006), per la Loggia e l’Odeo Cornaro (prenotazione sabato, domenica e festivi ), per l’Oratorio di San Michele (prenotazione sabato, domenica e festivi ), per la Casa di Petrarca ad Arquà (prenotazione sabato, domenica e festivi telefono 0429 718294 – email ).Il 1° maggio tutte le sedi museali saranno straordinariamente aperte, con obbligo di prenotazione.
Il Museo del Risorgimento e dell’Età Contemporanea, allo Stabilimento Pedrocchi, aprirà martedì 4 maggio. Anche qui visite senza prenotazione da martedì a venerdì, e prenotazione per sabato, domenica e festivi al numero 049 8781231 – email, Assieme ai musei riaprono anche le sedi espositive.
Dal 4 maggio alla Sala della Gran Guardia è allestita la collettiva We The People. Dall’8 maggio alle Scuderie di Palazzo Moroni espone il maestro ceramista di Nove Luigi Carletto. Dal 15 maggio a Palazzo della Ragione Padova nel Dogon, il Dogon a Padova. Le biblioteche civiche, che sono rimaste aperte anche nelle scorse settimane, continuano a garantire i loro servizi su prenotazione.
L’accesso è sempre consentito per ritirare libri prenotati o restituire libri e dvd. Le prenotazioni vanno effettuate via telefono, email o tramite il catalogo online, Per poter accedere agli scaffali e scegliere autonomamente i libri è invece obbligatorio prenotare l’accesso tramite l’, indicando la fascia oraria in cui si prevede di accedere alla biblioteca.
La durata massima di permanenza è di 30 minuti. Tutte le biblioteche del sistema offrono a chi ha più di 65 anni o è impossibilitato a uscire di casa il servizio di prestito a domicilio di libri, dvd e cd musicali, in collaborazione con il Csv di Padova, da prenotare per telefono o email. In Biblioteca Civica (Centro Culturale Altinate San Gaetano) è possibile anche la consultazione in sede di materiale moderno non prestabile, di giornali e riviste e di materiale antico, raro e moderno previa prenotazione del posto con la app Affluences.
Da alcune settimane è inoltre attivo un nuovo servizio: il sistema bibliotecario urbano ha infatti acquisito il catalogo di Mlol- Media library online, la prima e principale biblioteca digitale italiana, accessibile 24 ore su 24 con centinaia di migliaia di risorse digitali.
Quanto è grande la Cappella degli Scrovegni?
C ostruita nel 1303, la Cappella degli Scrovegni di Padova venne consacrata il 16 marzo del 1305. In questi due anni Giotto creò uno dei cicli pittorici più importanti di tutta la storia della pittura italiana del XIV secolo. Ma chi era il committente? E perché commissionare un’opera tanto imponente? Enrico Scrovegni era un ricco mercante padovano e fu lui a commissionare la costruzione e la decorazione della cappella.
- Nella supplica che rivolse al vescovo per poterla costruire e decorare dichiarò di voler in questo modo strappare l’anima del padre dalle pene del Purgatorio ed espiare i suoi peccati.
- Enrico cercava così di riabilitare l’immagine della famiglia e soprattutto del padre Reginaldo, la cui ricchezza affondava le radici nell’usura.
Ma Enrico fece di più. Nella parete del Giudizio Universale si fece mettere dalla parte dei Beati nell’atto di dedicare l’opera alla Vergine. Era quindi più che sicuro di meritarsi il Paradiso e tanta presunzione fece arrabbiare i frati del vicino convento degli Eremitani. Qualunque fosse lo scopo, una cosa è certa: l’opera è grandiosa. La cappella, a navata unica, misura 29,26 m di lunghezza, 8,48 m di larghezza e ha un’altezza di 12,80 m. È coperta da una volta a botte e conclusa da un arco trionfale, di là dal quale si apre il coro con la piccola abside.
- La luce proviene da sette finestre aperte nella parete destra, mentre quella sinistra è cieca.
- Questa deformità non consentì a Giotto di disporre gli affreschi in maniera speculare nell’una e nell’altra parete.
- La cappella fu interamente rivestita di affreschi con episodi della vita di Gesù a partire dagli anni precedenti alla sua venuta, arrivando fino alla Pentecoste.
Le scene sono disposte in registri sovrapposti e la parete dell’ingresso è interamente dedicata al Giudizio universale. Rispetto al precedente grande ciclo giottesco di Assisi, qui rimane il senso della profondità e del rilievo. Giotto accentua le gradazioni del colore, rende i contorni più morbidi e prosegue la sua ricerca artistica rinnovandosi rispetto al suo stesso passato.
I paesaggi diventano parte integrante della composizione e l’azzurro compatto e denso del cielo mette in risalto tutti gli altri colori. Dal punto di vista della tridimensionalità, l’invenzione più stupefacente è l’illusione dei due finti coretti in prospettiva, dipinti sulla parete dell’arco trionfale.
Con la loro profondità straordinaria si inseriscono in un vero programma di simulazione architettonica che riveste l’intera cappella. Non sappiamo se Giotto li dipinse per arricchire un’edilizia modesta e bilanciare con i due immaginati vani l’apertura del coro troppo profonda nella parete figurata.
O se addirittura per l’impegno di differenziare l’arte che sperimenta nel trompe-l’oeil le proprie possibilità da quella intesa a raccontare una storia, e che non rifiuta le convenzioni linguistiche ma solo la loro immutabilità, sapendo che una cosa è la vita, un’altra è la sua rappresentazione. Lo stesso tipo di illusione la ritroviamo anche nel finto zoccolo marmoreo e nei quattro pilastri dipinti agli angoli dell’ambiente.
A questo aspetto si aggiunge negli affreschi un forte senso del dramma che ritroviamo nelle espressioni dei volti dei personaggi e nel modo in cui elementi delle ambientazioni, come rocce o edifici, esaltano l’azione dei personaggi. Giotto non era solo interessato all’illusione prospettica e alla rappresentazione della tridimensionalità, ma anche alla resa della figura umana. Compianto su Cristo morto La narrazione comincia dal fondo della chiesa, nel registro alto, con sei Storie di Gioacchino e Anna, i genitori di Maria. Gioacchino cacciato dal tempio, Gioacchino tra i pastori, Sacrificio di Gioacchino, Sogno di Gioacchino, Annunciazione a Sant’Anna e Incontro alla Porta Aurea.
- Nell’Annunciazione a Sant’Anna è rappresentata una stanza, dove la sterile moglie di Gioacchino, in ginocchio, riceve il messaggio della prossima maternità da un angelo che entra a forza dalla finestrella.
- I particolari sono straordinariamente rappresentati.
- Il letto con le tende, il cassone, la mensola e il mantice appeso alla parete.
Tutti gli arredi sono partecipi al dramma della scena perché con la loro presenza ne determinano l’atmosfera che rivela una quotidianità delicata e intensa, piena dei giorni trascorsi nei lavori domestici. Una simile cura per i dettagli non trova riscontro in nessuna pittura del tempo e nemmeno in quelle più antiche. Dettaglio del soffitto e del Giudizio Universale Sempre nel registro più alto, si susseguono le prime sei storie della Vergine. Natività, Presentazione al tempio, Consegna delle verghe, Preghiera per la loro fioritura, Sposalizio e Corteo nuziale. Coinvolgente è la scena complessa della nascita di Maria in cui un susseguirsi di azioni ci trascinano nella gioiosa familiarità dell’evento: la levatrice che porge alla madre la neonata, la balia che la coccola, la vicina di casa che porta in dono un filone di pane.
Dettagli della Cappella Sulla parente destra si snodano invece le prime cinque Storie della vita di Cristo. Natività, Adorazione dei Magi, Presentazione al Tempio, Fuga in Egitto e Strage degli Innocenti. Inoltrandosi nel racconto, Giotto mostra una grande conoscenza della vicenda narrata e utilizza la luce in un modo particolare, che fonde il colore nel chiaroscuro, creando un effetto gradevole e preciso nel definire la qualità dei corpi.
Nelle sei storie di fronte a queste, sulla parete sinistra, la figura di Cristo viene sempre più emergendo e, con essa, aumenta l’intensità drammatica degli avvenimenti. Sono Disputa dei dottori, Battesimo, Nozze di Cana, Resurrezione di Lazzaro, Ingresso a Gerusalemme e la Cacciata dei mercanti dal tempio.
Una complessa animazione di personaggi caratterizza le ultime due di queste scene, che mostrano anche grandiose invenzioni architettoniche. Dettaglio con il committente Enrico Scrovegni Tra le scene inferiori della parete destra si raggiungono i livelli artistici più alti della Cappella degli Scrovegni. Qui ritroviamo Ultima Cena, Lavanda dei piedi, Bacio di Giuda, Cristo davanti a Caifa e Cristo deriso.
Non c’è dubbio che il gruppo centrale del Bacio di Giuda, con l’apostolo traditore che abbraccia Cristo e sporge la mascella con le labbra rivolte verso la bocca di lui, avvolgendolo quasi interamente nel mantello, sia il fulcro psicologico e formale della scena. In quel bacio terribile si consuma tutto il senso del tradimento.
Gli altri personaggi che assistono all’evento sono anch’essi di grandissima qualità artistica. Da San Pietro che protende il coltello verso Giuda, all’incappucciato di schiena che gli tiene il mantello; dal soldato con la mantella rossa al suonatore di corno. Storie di Gioacchino: Incontro alla Porta Aurea (dettaglio) Sulla parete di sinistra seguono le ultime sei storie. Andata al Calvario, Crocifissione, Compianto, Resurrezione, Ascensione e Pentecoste. Il Compianto segna il punto più alto della poesia di Giotto a Padova.
Sopra i partecipanti, addossati al corpo di Cristo, incombe il volteggio degli angeli e neanche la natura si sottrae a questa scena di dolore, esprimendosi nell’albero rinsecchito in cima al costone di roccia. Le sette virtù e i sette vizi, dipinti nello zoccolo come fossero dei bassorilievi, rappresentano l’interpretazione giottesca della fisiognomica medievale e scolastica.
Virtù e Vizi hanno una straordinaria importanza economico-politica e sono rappresentati come pregi e difetti civili, o addirittura sociali. La Giustizia e l’Ingiustizia presiedono al buono e al cattivo governo, la Prudenza sembra indicare serietà di comportamento, la Carità si traduce nell’abbondanza che è frutto di buona amministrazione. Scene della vita di Cristo: L’arresto di Cristo (dettaglio) Quasi tutti gli studiosi ritengono che il Giudizio Universale, dipinto sulla parete d’ingresso, sia l’ultimo affresco di Giotto a Padova. Sotto la trifora, Cristo giudice appare dentro una mandorla circondata da angeli, ai lati della quale gli Apostoli occupano i loro seggi in un largo semicerchio.
Due schiere angeliche sono disposte ordinatamente sopra di loro. In basso, alla destra di Cristo sono raccolti i beati, con una giovane Madonna che li raduna intorno a sé. Alla sinistra le fiamme dell’Inferno, e i diavoli con esse, tormentano i dannati. La parte più notevole di tutta la parete è l’immagine di Enrico Scrovegni, che offre la sua cappella alla Vergine accompagnata da due santi.
Il committente dell’impresa appare come il primo ritratto dal vivo dell’intera pittura occidentale. La fedeltà fisiognomica del volto è confermata dalla somiglianza con quello raffigurato in scultura nella tomba marmorea di Enrico, presente nella stessa cappella.