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Cosa Vedere A Vicenza?

Per cosa è famosa Vicenza?

Famosa come la città del Palladio, Vicenza è un piccolo gioiello da scoprire. Vi aspettano capolavori architettonici, angoli caratteristici e uno spritz!

Quanti giorni per visitare Vicenza?

Visitare Vicenza in 2 giorni – Itinerari di 48h – ViTourism Due giorni a Vicenza sono il tempo più indicato per visitare i principali monumenti, palazzi, chiese e musei della città: il,, la, il, la, il, la, Sono tutti siti turistici che si trovano nel centro storico di Vicenza, mentre altre imperdibili attrazioni,, il sono situati appena fuori città, raggiungibili, con una passeggiata indicativamente di 20 minuti, partendo dal centro storico.

  • Ma il secondo giorno più essere utile per visitare alcuni luoghi di assoluta bellezza di cui la provincia di Vicenza è ricca.
  • Vi suggeriamo, quindi, di dirigervi verso, lungo la SP 248 e successivamente raggiungere, per godervi l’atmosfera medievale delle due città, e perché no, fare una degustazione di ottima Marostica, nota per la Partita a Scacchi con figuranti in costume rinascimentale, che si svolge ogni due anni sulla piazza principale, dista poco meno di 30 km da Vicenza; da Marostica a Bassano del Grappa ci sono circa 7 km.

Lungo la strada, vi consigliamo di visitare a Schiavon, il, Al suo interno è conservata la più ampia collezione di Grappe in Italia, 2000 bottiglie storiche prodotte dagli anni ’30 fino agli anni ’80 e provenienti da 440 aziende, molte delle quali oggi scomparse.

  • A fianco del Museo si trova la Poli Distillerie, dove artigianalmente si distilla la grappa.
  • La visita alla distilleria è su prenotazione e a pagamento.
  • Proseguite, quindi, in direzione Marostica,
  • Il fulcro della città è rappresentato da piazza Castello, a forma di scacchiera che fa da scenografica quinta alla famosa Partita a scacchi.

E’ tra le piazze più belle e suggestive del Veneto. Con i portici in tre lati, vi si accede attraversando il trecentesco Castello inferiore, Alle sue spalle, sulla collina, Il Castello superiore che domina il centro storico. Le maestose Mura della città sono quasi interamente percorribili fino al Castello superiore.

In alternativa, un sentiero breve ma piuttosto ripido permette di raggiungere la sommità, da cui si gode una suggestiva vista panoramica sulla città e sulla scacchiera. Dopo circa una dozzina di minuti d’auto da Marostica si raggiunge Bassano del Grappa, principale centro della Valle del Brenta e il seconda città della provincia di Vicenza.

Il monumento più conosciuto di Bassano del Grappa è sicuramente il, più conosciuto come Ponte degli Alpini, anche per la nota canzone “Sul ponte di Bassano, noi ci darem la mano e un bacin d’amor” Originario del XII secolo è stato più volte ricostruito, sempre in legno, dopo le piene del Brenta che lo avevano danneggiato.

  1. Le forme attuali sono quelle che gli diede l’architetto nella ricostruzione del 1569; il disegno palladiano venne infatti mantenuto, per la sua eleganza e funzionalità, anche nelle ricostruzioni successive (1750, 1813, 1948).
  2. Da Bassano del Grappa inizia la montagna vicentina, teatro di cruciali scontri durante la prima guerra mondiale: dopo la sconfitta di Caporetto, il monte Grappa divenne una delle roccaforti italiane da cui partì la controffensiva.

E proprio sulla cima del Monte Grappa si trova l’Ossario che custodisce 12.615 caduti della Grande guerra, in gran parte ignoti. Da visitare, per ricordare il sacrificio di tanti giovani connazionali. : Visitare Vicenza in 2 giorni – Itinerari di 48h – ViTourism

Quanto costa la vita a Vicenza?

La classifica generale

N Città Rincaro annuo per la famiglia media (in euro)
27 Verona 2816
29 Massa-Carrara 2773
29 Siena 2773
31 Vicenza 2770

Qual è il monumento più importante di Vicenza?

I tre monumenti più amati della provincia di Vicenza: Palladio fa l’en plain Ecco il podio dei monumenti di Vicenza più amati dai turisti di tutto il mondo*: 3° posto: LA BASILICA PALLADIANA E’ un edificio pubblico che affaccia su Piazza dei Signori a Vicenza.

  1. Il suo nome è indissolubilmente legato all’architetto rinascimentale Andrea Palladio, che riprogettò il Palazzo della Ragione aggiungendo alla preesistente costruzione gotica le celebri logge in marmo bianco a serliane.
  2. Un tempo sede delle magistrature pubbliche di Vicenza, oggi la Basilica Palladiana, dotata di tre spazi espositivi indipendenti, è teatro di mostre d’architettura e d’arte.

Dal 1994 è, con le altre architetture di Palladio a Vicenza, nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Dal 2014 è classificata anche come monumento nazionale 2° posto IL PONTE DI BASSANO Il ponte sul Brenta, detto Ponte Vecchio, Ponte di Bassano o Ponte degli Alpini, situato nella città di Bassano del Grappa, in Provincia di Vicenza, è considerato uno dei ponti più caratteristici d’Italia.

Costruito interamente in legno e coperto, ha subito numerosi interventi e ricostruzioni dalla sua nascita, documentata nel 1209 da Gerardo Maurisio. L’attuale ponte è basato sul progetto di Andrea Palladio del 1569. E’ chiuso al traffico veicolare ed attualmente (giugno 2015) in attesa di lavori di manutenzione e ricostruzione 1° posto IL TEATRO OLIMPICO Il Teatro Olimpico è un teatro progettato dall’architetto rinascimentale Andrea Palladio nel 1580 e sito in Vicenza.

È il primo e più antico teatro stabile coperto dell’epoca moderna. La realizzazione del teatro, all’interno di un preesistente complesso medievale, venne commissionata a Palladio dall’Accademia Olimpica per la messa in scena di commedie classiche. La sua costruzione iniziò nel 1580 e venne inaugurato il 3 marzo 1585, dopo la realizzazione delle celebri scene fisse di Vincenzo Scamozzi.

  1. Tali strutture lignee sono le uniche d’epoca rinascimentale ad essere giunte fino a noi, peraltro in ottimo stato di conservazione.
  2. Il teatro è tuttora sede di rappresentazioni e concerti ed è stato incluso nel 1994 nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, come le altre opere palladiane a Vicenza.

* dati da Tripadvisor : I tre monumenti più amati della provincia di Vicenza: Palladio fa l’en plain

Quanto costa la Vicenza card?

Avete voglia di fruire pienamente della cultura e dell’arte di Vicenza, visitando i suoi palazzi, musei ed attrazioni? Allora scegliete il biglietto unico Vicenza Card (€ 20 a persona, € 24 per le famiglie*) che ha validità di otto giorni dalla data di emissione e consente l’accesso a:

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Basilica Palladiana Museo Civico Palazzo Chiericati Museo del Gioiello Teatro Olimpico Chiesa di Santa Corona Gallerie d’Italia – Palazzo Leon Montanari Museo del Risorgimento e della Resistenza Museo Naturalistico Archeologico Museo Palladio Museo Dicoesano

Per chi vuole visitare solo alcuni luoghi selezionati, consigliamo l’acquisto della Card 4 Musei (€ 15 a persona). Valida anch’essa per otto giorni, permette accessi a quattro musei a scelta. Inoltre, sono disponibili biglietti singoli per tutte le attrazioni.

Come si chiama il centro di Vicenza?

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Piazza dei Signori
Veduta della piazza dal lato ovest: a sinistra il palazzo del Monte di Pietà, e verso il fondo le due colonne erette tra il XV e XVII secolo.
Localizzazione
Stato Italia
Città Vicenza
Informazioni generali
Tipo piazza
Mappa
Wikimedia | © OpenStreetMap
Modifica dati su Wikidata · Manuale

Veduta della piazza dal lato est (tra le due colonne), con a sinistra (lato sud) la Basilica Palladiana e a destra (lato nord) il Palazzo del Monte di Pietà, Piazza dei Signori è la piazza principale del centro storico di Vicenza, Originariamente foro romano e luogo del mercato, la piazza costituisce tradizionalmente il crocevia degli affari e del tempo libero della città.

Qual è il piatto tipico di Vicenza?

I piatti tipici di Vicenza Il più famoso piatto della tradizione vicentina è il ‘ bacalà a la visentina ‘, appunto.

Perché si dice che i vicentini mangiano i gatti?

I vicentini e i gatti si fanno compagnia da cinquecento anni, in gran parte trascorsi per gli abitanti con la noméa di essere divoratori di felini. Se si digita “vicentini magnagati” su Google si ottengono oltre 17mila risultati. Molti meno, per fortuna, dell’abbinata “Vicenza – Palladio” che ne conta 286mila.

  1. Però, perfino su Wikipedia, alla voce “cucina vicentina” esiste un educato, ma inequivocabile, riferimento gastronomico: «Un vecchio detto, che testimonia la povertà del territorio (forse il più povero tra tutte le città della Serenissima) e della sua gente, chiama i vicentini magnagati».
  2. Rassegniamoci.

Con questa immagine i vicentini sono conosciuti in tutta Italia, e probabilmente ci vorranno altre centinaia di anni per togliersela di dosso. Ammesso che ci si riesca. Quando si parla di vicentini magnagati, bisogna fare i conti con la categoria della leggenda.

C’è chi ha ironizzato: «La leggenda non è poi così lontana dalla verità; è la storia che non è ancora stata messa a punto». Nella vita è sempre questione di punti di vista. Scherzi a parte, le leggende sui vicentini magnagati sono sostanzialmente tre: una è riferita ai moti risorgimentali antiaustriaci del 1848 e le altre due al periodo d’oro della Serenissima, vale a dire un arco di tempo lungo quasi quattrocento anni, a partire dalla dedizione di Vicenza a Venezia nel 1404.

Peraltro la struttura di questi ultimi due racconti è opposta. Queste leggende in taluni casi sono riferite da autori locali mentre in altri casi le opere vicentine semplicemente amplificano la tradizione orale. Si tratta di due situazioni da sempre considerate positive per la città, al punto da diventare elementi costitutivi della sua identità.

  1. In tutti e tre i casi,è importante sottolinearlo, non esistono prove storiche convincenti (anzi, non ne esistono proprio.) per dare a queste versioni il timbro dell’autenticità e della verità.
  2. Si tratta di racconti sufficienti per animare una serata tra amici con una battuta, ma non abbastanza per accontentare la scienza, quella fondata da Galileo Galilei che si basa sul metodo sperimentale e la verifica dei fatti.

Non c’è alcuna prova, infatti, di invasioni di topi a Vicenza o a Venezia, e del conseguente ricorso ai gatti per debellare il flagello. Così come non esistono documenti che certificano la (peraltro probabile) carestia durante i moti risorgimentali anti-austriaci del 1848, il che avrebbe motivato i vicentini disperati a ricorrere al gatto come alimento.

  1. Questo stesso fatto storico, peraltro, ossia la resistenza agli austriaci, è ritenuto l’origine della diffusione del piatto vicentino per eccellenza, polenta e baccalà, ai “foresti”.
  2. E difatti nella battaglia del 10 giugno 1848 Vicenza è davvero la capitale militare d’Italia, per numero e provenienza di combattenti, compreso l’esercito pontificio.

Ma andiamo con ordine. Vicenza infestata dai topi e le barche della Serenissima colme di gatti L’aneddotica popolare riferisce che agli inizi del Settecento, Vicenza sarebbe stata teatro di una massiccia invasione di topi, insediatisi in special modo tra le carte dell’archivio notarile e nei locali del Monte di Pietà, quindi in pieno centro storico.

Ai vicentini non rimase altra soluzione che mandare per acqua alcune barche a Venezia, con l’incarico di tornare in città portando un numero sufficiente di gatti da impiegare nella battaglia contro i roditori. Campielli e campi di Venezia, infatti, sono notoriamente regno dei gatti. Sceso il Bacchiglione con alcuni barconi, i vicentini riempirono le stive di centinaia di gatti.

I cugini della laguna, generosi ma burloni, oltre agli animali richiesti, offrirono ai barcaioli anche un lauto pranzo di ringraziamento, per essere stati liberati da tante bestie fameliche e petulanti. Ma rivelarono solo alla fine che non era stata servita in tavola carne di lepre, bensì di.

Felino. Gatto arrosto, insomma. Una variante di questa leggenda sostiene che i gatti furono prestati da Venezia ma che non furono poi restituiti dai vicentini. Scomparvero. sulle tavole beriche. Di qui la nomèa. I gatti cercati invano per la Serenissima dal podestà di Vicenza Un’altra versione della leggenda è quella fornita da Virgilio Scapin, che mischia realtà e fantasia ribaltando i ruoli.

Questa volta sono i veneziani, invasi dalle pantegane a chiedere aiuto a Vicenza, città ricca di gatti: volevano vincere la battaglia della pulizia civica, ma non riuscirono nell’intento. All’appello del podestà veneziano, i gatti vicentini prodigiosamente si volatilizzarono, come se qualcuno se li fosse.

  1. Mangiati. Scapin indica come protagonista Francesco Barbaro, diplomatico e letterato del XV secolo, senatore della Serenissima a 21 anni, che fu effettivamente podestà di Vicenza nel 1423, a venticinque anni.
  2. Anche in questo caso la leggenda fa riferimento alla “età d’oro” di Vicenza sotto la Serenissima.

C’è un elemento in più nella costruzione letteraria di Scapin: racconta lo scrittore che i gatti erano proliferati a Vicenza a causa della passione dei suoi abitanti per il baccalà, il cui profumo invadeva la città e solleticava gli appetiti anche dei felini.

Dove si compra la Vicenza card?

Per visitare i MUSEI di Vicenza si può scegliere di acquistare il BIGLIETTO UNICO Vicenza Card (11 siti), una Card 4 Musei oppure i BIGLIETTI SINGOLI. La Vicenza Card è un biglietto cumulativo che ha validità di 8 giorni dall’emissione, prevede un solo passaggio per singola sede e permette di visitare: Teatro Olimpico, Museo Civico di Palazzo Chiericati, Chiesa di Santa Corona, Museo Naturalistico-Archeologico, Museo del Risorgimento e della Resistenza, Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari, Museo Diocesano, Palladio Museum, Basilica Palladiana (mostre escluse), Museo del Gioiello e Gallerie di Palazzo Thiene.

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La Card 4Musei è valida per 8 giorni dall’emissione e permette accessi a 4 siti a scelta tra gli 11 del circuito museale. La card sono in vendita presso le seguenti biglietterie: Ufficio IAT (a fianco ingresso Teatro Olimpico) Gallerie d’Italia/Palazzo Leoni Montanari – Palladio Museum – Museo Diocesano – Museo del Gioiello – Basilica Palladiana.

(Non disponibili online). I MONUMENTI INCLUSI NELLA CARD Il Teatro Olimpico È una delle meraviglie artistiche di Vicenza. Nel Rinascimento un teatro non è un edificio a se stante ma consiste nell’allestimento temporaneo di spazi all’aperto o di volumi preesistenti; nel caso di Vicenza, cortili di palazzo o il salone del Palazzo della Ragione.

  • Nel 1580 il Palladio ha 72 anni quando riceve l’incarico dall’Accademia Olimpica, il consesso culturale di cui egli stesso fa parte, di approntare una sede teatrale stabile.
  • Il progetto si ispira dichiaratamente ai teatri romani descritti da Vitruvio: una cavea gradinata ellittica, cinta da un colonnato, con statue sul fregio, fronteggiante un palcoscenico rettangolare e un maestoso proscenio su due ordini architettonici, aperto da tre arcate e ritmato da semicolonne, all’interno delle quali si trovano edicole e nicchie con statue e riquadri con bassorilievi.

La critica definisce l’opera “manierista” per l’intenso chiaroscuro, accentuato tra l’altro da una serie di espedienti ottici dettati dalla grande esperienza dell’architetto: il progressivo arretramento delle fronti con l’altezza, compensato visivamente dalle statue sporgenti; il gioco di aggetti e nicchie che aumentano l’illusione di profondità.

Il Palladio appronta il disegno pochi mesi prima della sua morte e non lo vedrà realizzato; sarà il figlio Silla a curarne l’esecuzione consegnando il teatro alla città nel 1583. La prima rappresentazione, in occasione del Carnevale del 1585, è memorabile: la scelta ricade su una tragedia greca, l’Edipo Re di Sofocle, e la scenografia riproduce le sette vie di Tebe che si intravedono nelle cinque aperture del proscenio con un raffinato gioco prospettico.

L’artefice di questa piccola meraviglia nella meraviglia è Vincenzo Scamozzi. L’effetto è così ben riuscito che queste sovrastrutture lignee diventeranno parte integrante stabile del teatro. Sempre allo Scamozzi viene affidata anche la realizzazione degli ambienti accessori: l’Odeo, ovvero la sala dove avevano luogo le riunioni dell’Accademia, e l’Antiodeo, decorati nel Seicento con riquadri monocromi del valente pittore vicentino Francesco Maffei. Museo Civico di Palazzo Chiericati Piazza Matteotti, 37/39 Tel.0444 222811 [email protected] www.museicivicivicenza.it È la più scenografica tra le residenze cittadine progettate dal Palladio, oggi sede del Museo Civico di Vicenza. Il museo si presenta come una delle maggiori raccolte d’arte del Veneto, con opere di primissimo piano.

  1. La Pinacoteca, in particolare, offre uno sguardo d’insieme sullo scenario artistico del Cinquecento, utilissimo per chiarire i rapporti tra le arti figurative e l’architettura dell’epoca.
  2. Di particolare interesse, innanzitutto, i pittori della cosiddetta “scuola vicentina” del Rinascimento: il capostipite Bartolomeo Montagna, Giovanni Buonconsiglio, Marcello Fogolino e Giovanni Speranza.

Quanto al pieno Cinquecento, Paolo Veronese, artista prediletto dal Palladio, qui rappresentato da una notevole Madonna con il Bambino fra sant’Agnese e san Pietro, ma anche il Vittoria, il Fasolo, il Maganza e altri collaboratori ricorrenti dell’architetto. Tempio di Santa Corona Contrà S. Corona Tel.0444 222811 [email protected] www.museicivicivicenza.it Fondata nel 1270 e fulcro di un complesso monastico domenicano, merita certamente una visita approfondita. La chiesa a croce latina nasce per conservare la reliquia della Santa Spina donata nel 1259 da Luigi IX re di Francia al vescovo Bartolomeo da Breganze e che viene esposta al pubblico il venerdì Santo.

In questa chiesa fu sepolto Andrea Palladio nel 1580. A metà del 1800 le spoglie furono traslate nel Famedio del cimitero maggiore dove riposano gli “illustri vicentini”. Caratteristica è la facciata con andamento a capanna, che riprende il motivo padano “a vento”. L’interno, austero, luminoso e solenne, è a tre navate, con presbiterio progettato nel 1480 da Lorenzo da Bologna.

Dalla porta laterale destra della cripta si accede alla cappella Valmarana, ideata dal Palladio nel 1576. Notevolissimo il patrimonio artistico, con alcune opere di grande spicco: nella terza cappella di destra, “Adorazione dei Magi”, dipinta da Paolo Veronese nel 1573; nella cappella in fondo alla navata di destra, “I Santi Pietro e Paolo e Pio V adorano Maria”, capolavoro giovanile del veneziano Giovanni Battista Pittoni (1723); la Cappella del Rosario e ancora, al quinto altare della navata sinistra, lo splendido “Battesimo di Gesù”, capolavoro della maturità del veneziano Giovanni Bellini” (1427-1516).

Il grandioso complesso dell’altare principale è impreziosito, in ogni superficie, da intarsi policromi di marmi pregiati, lapislazzuli, coralli, corniole e madreperle. Allontanati i Domenicani in seguito alle soppressioni napoleoniche nel 1810 è passata in proprietà al Comune di Vicenza. Il convento adiacente è adibito oggi a Museo Naturalistico Archeologico.

La chiesa è dotata di una guida digitale gratuita in italiano e inglese, accessibile attraverso smartphone e tablet. Museo Naturalistico Archeologico Contra’ S. Corona, 4 Tel.0444 222815 [email protected] Il Museo Naturalistico-Archeologico, allestito dal 1991 nel complesso dei chiostri di Santa Corona, è suddiviso in due sezioni: Naturalistica e Archeologica. Museo del Risorgimento e della Resistenza – Villa Guiccioli Viale X Giugno, 115 Tel.0444 222820 [email protected] Il Museo ha sede a Villa Guiccioli, sul colle di Ambellicopoli dove si svolse l’eroica resistenza del 1848 che vide la popolazione vicentina impegnata per la difesa della città.

  • Raccoglie le memorie delle vicende storiche che vanno dalla prima campagna d’Italia di Napoleone nel 1796 alla fine della Seconda Guerra Mondiale, alla lotta di liberazione (1945).
  • Si tratta di un secolo e mezzo di storia che ha trasformato più volte il volto politico, sociale, economico e morale d’Italia e d’Europa.

Ingresso gratuito dal 2 gennaio 2017. Palladio Museum Contrà Porti, 11 Tel.0444 323014 [email protected] www.palladiomuseum.org Il Palladio Museum ospitato in una delle più belle dimore urbane palladiane, accompagna i visitatori in un viaggio emozionale nella vita di Andrea Palladio e del suo tempo, alla scoperta dei capolavori palladiani nel territorio veneto.

Molto caratteristico è il colpo d’occhio in entrata, con una serie di serliane suggerite sia dall’esigenza di sostenere il salone soprastante con delle crociere sia di compensare la divergenza dei muri esistenti con impalcati piani. La facciata, su nove campate, vede la successione dell’ordine ionico su bugnato gentile del piano terra e dell’ordine corinzio riccamente festonato del piano nobile, soluzione che maschera al meglio l’eterogeneità dell’impianto preesistente.

Richiesta prenotazione solo per gruppi e scuole. Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari Contrà S.Corona, 25 Numero Verde 800.167619 E-mail [email protected] www.gallerieditalia.com Questo importante palazzo barocco sorge nella parte terminale di contrà Santa Corona. Commissionato nel 1623 da una famiglia di ricchi commercianti di lana e seta, rivela interni di notevole suggestione, come la scenografica Loggia d’Ercole e l’affrescata Galleria delle Verità.

Acquistata nel 1908 dall’allora Banca Cattolica del Veneto, è oggi proprietà di Intesa San Paolo. Il palazzo accoglie nelle gallerie del piano nobile alcune delle più rilevanti collezioni d’arte dell’istituto. Ben nota è la raccolta di pittura veneta del Settecento, nella quale spiccano 14 tele del Longhi di soggetti ben rappresentativi della società veneziana.

Di eccezionale interesse, nel piano più alto, la collezione di icone russe, unica nel suo genere a livello nazionale e tra le prime in Occidente per ampiezza cronologica e tematica, probabilmente la più importante al di fuori della Russia.Richiesta prenotazione per gruppi e scuole, servizio interno di guide. Museo Diocesano – Diocesi di Vicenza Piazza Duomo, 12 Tel.0444 226400 – [email protected] www.museodiocesanovicenza.it Ospitato nella sobrio palazzo di ispirazione palladiana del primo Ottocento, ricostruito dopo le distruzioni della Seconda Guerra Mondiale in modo fedele all’originale.

Da notare sono i dettagli stilistici mutuati dal Palladio (semicolonne intersecate a segnare l’avanzamento del corpo centrale rispetto a quelli laterali) e dallo Scamozzi (accostamento, alle estremità, di semicolonna e pilastro angolare). Il Museo Diocesano presenta la storia della chiesa vicentina in 11 sale: le prime sono dedicate a reperti archeologici paleocristiani d’età romana, venuti alla luce in particolare nella Basilica dei Santi Felice e Fortunato; le sale successive riguardano oggetti e paramenti sacri provenienti dalla Cattedrale; quattro sale compendiano poi l’arte sacra dal Quattrocento al Settecento; chiudono la sezione relativa all’oreficeria, ambientata nella quattrocentesca Loggia Zeno, e la Sala dei Vescovi di Vicenza.

Nei sotterranei, l’area archeologica con resti di una torre altomedievale e l’originale sezione dedicata ad una raccolta etnografica donata da Mons. Pietro Nonis, Vescovo emerito della Diocesi vicentina. Basilica Palladiana Piazza dei Signori – Tel.0444 222850, [email protected] www.museicivicivicenza.it Edificio simbolo di Vicenza, iscritta dall’Unesco fra i beni patrimonio dell’umanità, la Basilica Palladiana svetta maestosa sul lato sud di piazza dei Signori, cuore e salotto della città.

Di grande bellezza sono il doppio ordine di logge e la copertura a carena di nave rovesciata, progettati da Andrea Palladio. Al primo piano si trova la grandiosa sala del Consiglio, lunga 52 metri e alta 25 al colmo della volta, sede di eventi ed esposizioni temporanee. Salendo all’ultimo piano si accede alla meravigliosa terrazza della Basilica Palladiana, uno dei più suggestivi belvedere sulla città e il suo territorio.

Da quassù la vista spazia sulle animate vie del centro, sui tetti rossi e sui balconi della città, fino a scorgere il Santuario della Madonna di Monte Berico, luogo di culto e pellegrinaggio. Durante il periodo primaverile ed estivo è a disposizione un servizio bar. Museo del Gioiello Basilica Palladiana, piano terra – Piazza dei Signori, 44 – Tel.0444 320799, [email protected] www.museodelgioiello.it Primo in Italia e uno dei pochi al mondo dedicato all’arte orafa e gioielleria, il Museo del Gioiello è un progetto di Italian Exhibition Group in partnership conil Comune di Vicenza.

Il Museo offre un’originale esperienza estetica e conoscitiva sul gioiello, valorizzandoun oggetto antichissimo e profondamente radicato nella cultura romana. Curato e diretto da Alba Cappelleri, Professore di Design del Gioiello al Politecnico di Milano e principale studiosa del gioiello in Italia, si sviluppa in un percorso articolato su due livelli.

L’allestimento innovativo, progettato dalla designer Patricia Urquiola convive con l’archiettura unica della Basilica Palladiana, in cui il museo è ospitato. La scelta curatoriale si propone di restituire la complessità semantica del gioiello con punti di vista molto eterogenei, introducendo il visitatore ala conoscenza di valori e contenuti articolati e, al contempo, di Vicenza come autorevole polo culturale del gioiello. Gallerie di Palazzo Thiene Contrà S. Gaetano Thiene, 11 – Tel.0444 320854 Commissionato dai fratelli Thiene, membri di una delle più potenti famiglie vicentine e personaggi sofisticati, in contatto con il fior fiore della cultura italiana. Le ambizioni edilizie dei Thiene riguardano un intero isolato del centro storico, con un affaccio sul corso Palladio, e coinvolgono in un primo momento uno degli architetti più in vista dell’epoca, Giulio Romano (1492-1546), attivo soprattutto presso la raffinata corte mantovana dei Gonzaga, ma presente a Vicenza nel 1542 peruna consulenza sulla sistemazione della Basilica e verosimilmente per la consegna del progetto di massima di Palazzo Thiene.

Alla precoce morte del Romano, nella progettazione esecutiva e nella realizzazione del palazzo subentra il Palladio, architetto emergente, ormai di cultura adeguata alla committenza. L’edificio presenta perciò caratteri dell’uno e dell’altro architetto: tipica del Romano è, per esempio, l’impostazione dell’atrio a quattro colonne e della parte inferiore della facciata, mentre chiaramente palladiani sono le trabeazioni e i capitelli del piano nobile.

Quanto detto riguarda l’unica parte realizzata del complesso, che si affaccia su una delle laterali del corso, contrà San Gaetano: la morte di uno dei committenti e altre vicissitudini, infatti, smorzano l’impulso nel realizzare un’opera che avrebbe senz’altro suscitato scalpore e invidie per la sua inusitata ampiezza.

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A Palazzo Thiene, esempio mirabilmente conservato di arte rinascimentale e rappresentative della più alta tradizione artistica e architettonica del Veneto, si potranno visitare le sale al piano terra e al piano nobile con l’esposizione della quadreria, delle ceramiche della manifattura Antonibon e delle collezioni dei piatti popolari veneti dell’Ottocento e le sale del sottotetto con la raccolta di stampe dei Remondini e le sculture di Arturo Martini.

Tornato nel 2021 di proprietà del Comune di Vicenza dal 15 gennaio 2022 entra a far parte dei circuito museale cittadino. Il tariffario completo dei musei civici

Quando musei gratis 2023?

Musei gratuiti il 2 e il 4 giugno 2023 – Direzione generale Musei.

Quanto costa la Vicenza card?

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