Dvr In Che Cosa Consiste Il Piano Programmatico Eventi?
Elvira Olguin
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Che cos’è ea cosa serve il DVR?
COS’È IL DVR (DOCUMENTO VALUTAZIONE RISCHI)? – Il DVR ( Documento di Valutazione dei Rischi ), anche denominato Documento Prevenzione Rischi, è appunto un documento aziendale che contiene l’analisi e la valutazione dei rischi per la sicurezza e salute generati dalle attività lavorative svolte dall’azienda.
A tali rischi sono soggetti innanzitutto i lavoratori, ma potrebbero anche coinvolgere i fornitori, i visitatori e gli eventuali clienti dell’azienda. Lo scopo del DVR ( Documento di Valutazione dei Rischi ) è quello di garantire la sicurezza sul lavoro, identificando i rischi e individuando le misure di sicurezza da adottare per prevenire e contenere gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali,
In sostanza, per mezzo del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), il datore di lavoro sceglie le misure di prevenzione e protezione da adottare in azienda.
Cosa descrive il DVR e chi lo redige?
L DVR, Documento di Valutazione dei Rischi, contiene l’analisi di tutti i rischi di un’azienda per individuare i pericoli e rischi derivanti dall’attività e per i quali bisogna programmare misure di prevenzione, protezione e miglioramento.
Quando si fa il DVR?
Quando va redatto il DVR? – In occasione della costituzione di una nuova impresa, scatta per il datore di lavoro l’obbligo immediato di provvedere alla valutazione dei rischi e alla redazione del relativo documento. Nello specifico l’articolo 28 comma 3-bis specifica che il DVR deve essere redatto entro 90 giorni dalla data di inizio attivit,
Che cos’è il DVR e da chi deve essere redatto?
5 Consigli per evitare pene sanzioni nella redazione del DVR – La violazione della normativa contenuta del Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro o D.lgs 81/2008 comporta responsabilità e conseguenze di tipi civile, penale ed amministrativo.
- Il DVR è un documento fondamentale che riporta la valutazione dei rischi ed il programma di prevenzione e protezione dei lavoratori.
- Per evitare di incorrere in sanzioni è necessario redigere correttamente il DVR e conservarlo in formato cartaceo o su un supporto informatico in modo tale da poterlo esibire in caso di richiesta o ispezione da parte degli organi di controllo.
Il DVR deve essere sempre sottoscritto dal datore di lavoro, dal responsabile del servizio di prevenzione e protezione, dal medico competente e dal rappresentante dei lavoratori. La mancanza di una sola delle firme rende il documento non valido. Il DVR è invalido anche se non vengono rispettati i tempi di redazione previsti che sono 90 giorni per l’apertura di nuove attività ed immediati nel caso di modifiche o cambi di residenza.
In che cosa consiste la valutazione dei rischi?
L’ analisi di rischio è una metodologia che cerca di individuare i pericoli di qualunque attività o di un sistema comunque circoscritto e le condizioni che possono portare ad eventi accidentali con conseguenze dannose per l’uomo, per l’ambiente e per i beni materiali.
Cosa dice il DVR?
DVR (Documento di Valutazione dei Rischi): a cosa serve e come funziona – Il documento di valutazione dei rischi è indispensabile per regolarizzare la posizione di ogni azienda, con almeno un dipendente, in materia di tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro.
- Il DVR serve a valutare le probabilità di accadimento di un evento dannoso per i lavoratori, calcolare l’entità del danno che ne può derivare e suggerire concrete misure di prevenzione e protezione.
- Prima di passare alla stesura del documento (in forma cartacea o digitale) è necessario raccogliere alcune informazioni circa l’attività oggetto di valutazione: numero di addetti, mansioni svolte, fasi del processo lavorativo, ecc.
La valutazione dei rischi, inoltre, deve contenere:
anagrafica aziendale : tutti i dati dell’azienda; organigramma del servizio di prevenzione e protezione : anagrafica delle figure professionali coinvolte nella redazione del DVR (RSPP, Medico competente, RLS, dirigenti, preposti); descrizione del ciclo lavorativo : elenco di impianti, macchinari, attrezzature, sostanze chimiche impiegate, ecc.; identificazione delle mansioni ; relazione sulla valutazione di tutti i rischi, che individua i pericoli presenti in ogni fase lavorativa e per ogni mansione individuata, i dipendenti esposti ai rischi specifici (rumore, vibrazioni, ROA, CEM, MMC, ecc.), stima dell’esposizione e della gravità del danno; programma delle misure di prevenzione e protezione, con le eventuali procedure da adottare per migliorare i livelli di sicurezza, i tempi di realizzazione e l’indicazione dei dispositivi di protezione individuali da utilizzare; programma degli interventi migliorativi necessari per aumentare i livelli di sicurezza.
Per facilitare le procedure, alcune tipologie d’impresa possono usufruire del DVR standardizzato (o DVRS), ma l’approccio più consigliato è sempre quello di calare questo importante documento nel proprio contesto aziendale: locali, attrezzature e situazioni di lavoro non sono sempre facilmente riconducibili a un modello unico e immutabile.
Quali sono le 3 categorie di rischio?
Rischi per la Salute, Rischi per la Sicurezza e Rischi Trasversali: qual è la differenza? La materia della sicurezza sul lavoro ha come obiettivo principale l’individuazione dei rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori presenti in azienda. A questo scopo è, convenzionalmente, adottata una classificazioni dei rischi in tre categorie ovvero:
Rischi per la Salute, Rischi per la Sicurezza; Rischi Trasversali.
di seguito forniremo una definizione e degli esempi per ciascuno di queste categorie di rischi lavorativi, Specifichiamo che, ai sensi del D.lgs 81, la trattazione approfondita di questi rischi deve essere parte integrante dei previsti per la formazione dei soggetti partecipi della sicurezza sul lavoro.
Chi si occupa del DVR?
E’ il datore di lavoro che redige il DVR ed è un obbligo indelegabile. La redazione del DVR avviene in collaborazione con: l’RSPP (Responsabile del servizio di prevenzione e protezione) il medico competente.
Quanto dura il DVR?
Dvr: 5 cose da sapere su come e quando aggiornarlo La scorsa settimana abbiamo parlato del Dvr (documento di valutazione dei rischi): che cos’è e come è possibile classificare i rischi che sono presenti in azienda, ai fini della sicurezza sul lavoro.
Questa settimana facciamo invece chiarezza sulle modalità e le tempistiche di aggiornamento del Dvr: ogni quanto va aggiornato? Se è cambiato qualcosa bisogna aggiornarlo subito, oppure si deve aspettare la scadenza naturale? Queste e molte altre domande ci vengono rivolte solitamente dai nostri clienti.
Ecco in 5 punti tutto quello che dovete sapere per avere un Dvr a prova di ispezione.
Ogni quanto si aggiorna il DVR?
Non esiste una scadenza stabilita per legge, l’importante è che il documento rispecchi sempre la situazione aziendale attuale dell’azienda. Il documento andrà aggiornato ogni volta che:
- vi sono dei cambiamenti nel ciclo produttivo
- vengono introdotte nuove mansioni
- nuove macchine o in caso di trasferimento dell’azienda.
Non serve realizzarlo da capo ma integrarlo con i nuovi rischi. Ad ogni modo, visto che alcune tipologie di rischio (chimico, biologico, rumore, vibrazioni, ecc) richiedono un aggiornamento periodico (ogni 3 o 4 anni) suggeriamo una revisione completa ogni tre anni.
Perché aggiornare il DVR se in azienda non è cambiato nulla?
Capita che i cambiamenti aziendali elencati prima non si verifichino. E allora perché è comunque necessario Nel periodo di tempo che intercorre tra la redazione del DVR e il suo aggiornamento (3/4 anni) a livello normativo può accadere che:
- siano uscite novità che riguardano nuovi rischi;
- siano state introdotte nuove modalità di valutazione dei rischi, annullando le precedenti;
- sia possibile adottare nuove procedure di sicurezza che prima non erano ritenute necessarie;
- alla luce di nuovi studi e ricerche alcune mansioni necessitano di sorveglianza sanitaria.
In generale è sempre meglio valutare in maniera più approfondita alcuni rischi che prima non erano stati considerati rilevanti.
Quando si aggiorna il DVR bisogna rifare le nomine (RSPP, addetti emergenze, medico, ecc.)?
No. Le nomine devono essere rinnovate solo dopo revoca o dimissioni dall’incarico della persona. Non è pertanto necessario procedere con una nuova nomina se il Dvr viene aggiornato.
Cosa non deve mai mancare nel DVR?
- Valutazione dei rischi (ovviamente)
- Dati aziendali
- Nominativi delle figure della sicurezza
- Il metodo che è stato applicato per la valutazione dei rischi
- Il programma di miglioramento
- Le firme di DDL, RSPP, RLS, MC.
Come dimostro di aver attuato il programma di miglioramento?
Per alcuni interventi organizzativi o documentali, la cui realizzazione era già in programma, è sufficiente tenere a disposizione attestati, perizie, verbali, nomine ecc. Per altri interventi è comunque possibile redigere un breve verbale, firmato dal DDL, in cui si dichiara che è stato implementato l’intervento previsto.
Cosa succede se non si ha il DVR?
DVR, come si redige e quali sono i rischi per i datori che non lo aggiornano – L’esperta risponde Un’azienda sicura dispone sempre del documento di valutazione del rischio (Dvr) aggiornato (). Approfondiamo quindi, insieme alla nostra esperta, la dottoressa Beatrice Rossi, come si redige un Dvr e quali sono i rischi per il datore di lavoro che non rispetta l’obbligo di aggiornamento.
- Nel Dvr, documento di valutazione del rischio, vengono valutate le fasi di lavoro di un’azienda e i rischi correlati a ciascuna fase.
- Una volta analizzato il grado di rischio, si studia un piano di prevenzione per ridurlo ad una soglia accettabile.
- È dunque un documento indispensabile per regolarizzare l’azienda e predisporlo e aggiornarlo è un obbligo inderogabile del datore di lavoro anche quando si ha un solo dipendente”.
“Il responsabile del DVR è il datore di lavoro che non può delegare questa attività. Può però decidere di affidarsi a un tecnico specializzato nel campo della sicurezza sul lavoro per una consulenza mirata. Insieme al datore di lavoro ci sono anche altre figure professionali che, a seconda dei casi previsti dalla legge, sono implicate nella redazione del DVR:
Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) che affianca il datore in fase di valutazione dei rischi e contribuisce a pianificare le misure di protezione e prevenzione; Medico Competente (MC) che contribuisce a valutare i rischi specifici in relazione alla salute dei lavoratori e si occupa di predisporre il protocollo di sorveglianza sanitaria; Rappresentante dei Lavoratori (RLS) che viene consultato preventivamente sul contenuto della valutazione dei rischi e deve riceverne una copia per presa visione”.
“Locali, attrezzature e situazioni di lavoro non sono sempre facilmente riconducibili a un modello unico. Inoltre, un DVR standard non dà all’azienda alcuna garanzia nel caso in cui avvengano ispezioni dagli organismi di controllo, soprattutto in seguito a infortuni più o meno gravi”.
Cosa succede se un documento di valutazione del rischio non viene aggiornato? “L’art.29, comma 3 del testo unico sulla sicurezza prevede che l’aggiornamento del documento venga ripetuto ogni volta che si verificano i seguenti casi: cambiamento del datore di lavoro; variazioni sull’organizzazione del lavoro; modifiche del processo produttivo e introduzione di nuove strumentazioni; infortuni significativi sul lavoro; infortuni legati a oggetti pesanti che colpiscono il lavoratore; incidenti legati a incendi o scoppi; cadute dall’alto oltre una certa altezza; infortuni causati da mezzi di trasporto; infortuni causati da mezzi di sollevamento; i risultati della sorveglianza sanitaria che evidenziano la necessità di aggiornamenti della valutazione dei rischi invece sono; fonometrica per il rischio rumore.
Tale aggiornamento deve essere eseguito entro 30 giorni dal verificarsi di uno di questi avvenimenti. Nel caso non avvenisse il rinnovo o il documento non venisse redatto, il datore di lavoro è punibile con multe da un minimo di 1.228,50 a un massimo di 4.914,03 euro, e può incorrere in sanzioni penali.
Cosa succede se non ho il DVR?
Sanzioni: il Datore di Lavoro – Naturalmente, partiamo dal Datore di lavoro, che in quanto titolare del rapporto di lavoro e detentore dei poteri decisionali e di spesa, è colui che ha le maggiori responsabilità in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Il Datore di lavoro ha, innanzitutto, due obblighi non delegabili, ossia:
la valutazione di tutti i rischi (con conseguente redazione del ) la nomina del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP).
Nel primo caso, il Datore di lavoro, che non ottempera a tale obbligo, è sanzionato con un’ammenda che va da un minimo di 1.096 ad un massimo di 4.384 euro, se il Documento risulta incompleto. In caso di omessa redazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) il Datore di lavoro rischia l’arresto da 3 a 6 mesi oppure un’ammenda da 2.500 € a 6.400 €.
Cosa deve essere riportato nel DVR?
Cosa deve contenere il Documento di Valutazione dei Rischi l’anagrafica aziendale. l’organigramma del servizio di prevenzione e protezione (i dati anagrafici di tutte le persone coinvolte) la descrizione del ciclo lavorativo. l’identificazione delle mansioni.
In quale occasione deve essere rielaborato il DVR?
Quando aggiornare la valutazione – Il Documento di Valutazione dei Rischi generale non ha una scadenza, ma deve essere rielaborato qualora vengano apportate modifiche al processo produttivo o all’organizzazione aziendale, qualora siano introdotti nuovi impianti, attrezzature o mansioni, qualora venga svolto un aggiornamento normativo inerente o qualora si renda necessario per motivi di infortuni significativi e sorveglianza sanitaria.
Dove è obbligatorio il DVR?
Tutte le aziende con almeno 1 dipendente devono munirsi del Documento Valutazione Rischi (DVR), una relazione in cui sono individuati tutti i rischi che potrebbero rappresentare un pericolo per la salute e la sicurezza dei lavoratori. La valutazione dei rischi, quindi, è un elemento indispensabile per capire quali misure di prevenzione e protezione adottare.
Chi deve fare il DVR semplificato?
DVR semplificato: Il D. Lgs.81/08 pone in capo al datore di lavoro l’obbligo di effettuare la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).
Dove deve essere il DVR?
Dove si custodisce il DVR – Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), deve essere custodito in azienda cioè presso l’unità produttiva alla quale si riferisce la valutazione dei rischi e, nel rispetto delle prescrizioni contenute nel TU 81/08, può essere conservato su supporto informatico (in formato PDF).
Quali sono le fasi del risk assessment?
Valutazione del rischio (Risk assessment) – processo su base scientifica costituito da quattro fasi: individuazione del pericolo, caratterizzazione del pericolo, valutazione dell’esposizione al pericolo e caratterizzazione del rischio.
Qual è l’ultima fase della valutazione dei rischi?
FASE 5 Monitoraggio e revisione Il rischio residuo è il rischio che rimane dopo l’adozione di misure di controllo appropriate. Dopo l’attuazione delle misure di controllo è necessario valutare nuovamente un pericolo alla luce delle nuove circostanze.
Quali sono i metodi di analisi del rischio?
Metodi per analizzare i pericoli e per stimare i rischi
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Esistono molti metodi per l’analisi dei pericoli e la stima dei rischi e solo alcuni di essi sono riportati in questa appendice. Si includono anche le tecniche di analisi del rischio che combinano l’analisi del pericolo con la stima del rischio.Ogni metodo è stato sviluppato per applicazioni particolari.
Pertanto può essere necessario modificare qualche dettaglio per l’applicazione specifica alla macchina.Esistono due tipi fondamentali di analisi dei rischi; uno è chiamato metodo deduttivo e l’altro metodo induttivo. Nel metodo deduttivo, si ipotizza l’evento finale e si ricercano quindi gli eventi che potrebbero provocare l’evento finale.
Nel metodo induttivo, si ipotizza il guasto di un componente. L’analisi successiva identifica gli eventi che tale guasto potrebbe provocare.2 Analisi preliminare dei pericoli (PHA)Il PHA è un metodo induttivo il cui obiettivo è identificare, per tutte le fasi di vita di un sistema/sottosistema/componente specifico, i pericoli, le situazioni pericolose e gli eventi pericolosi che potrebbero condurre ad un infortunio.
Il metodo identifica le possibilità di infortunio e valuta qualitativamente il grado della lesione o del danno alla salute possibili. Si forniscono quindi proposte concernenti le misure di sicurezza ed i risultati della loro applicazione.Il PHA dovrebbe essere aggiornato durante le fasi di progettazione, costruzione e collaudo per individuare nuovi pericoli ed apportare delle modifiche, se necessario.La descrizione dei risultati ottenuti può essere effettuata in diversi modi (per esempio, per mezzo di un prospetto, un albero).3 Metodo “cosa – se” (“WHAT – IF” Method)Il metodo “cosa – se” (“WHAT – IF” Method) è un metodo induttivo.
Per applicazioni relativamente semplici, si prendono in esame la progettazione, il funzionamento e l’uso di una macchina. In corrispondenza di ogni passo, vengono formulate le domande “cosa – se” (“WHAT – IF” Method) e ad esse vengono fornite delle risposte per valutare gli effetti dei guasti dei componenti o degli errori procedurali sulla creazione di pericoli sulla macchina.Per applicazioni più complesse, è possibile applicare nel modo migliore il metodo “cosa – se” (“WHAT – IF” Method) attraverso l’uso di una “lista di controllo” (“check – list”), e distribuendo il lavoro allo scopo di affidare alcuni aspetti dell’uso della macchina alle persone che hanno la maggiore esperienza o capacità nella valutazione di tali aspetti.
Si valutano le tecniche utilizzate dall’operatore e la sua conoscenza del lavoro. Si valuta l’adeguatezza dell’attrezzatura, la progettazione della macchina, il suo sistema di comando e il suo equipaggiamento di sicurezza. Si esaminano gli effetti del materiale che viene lavorato, e si verificano le registrazioni relative al funzionamento e alla manutenzione.
Generalmente, la valutazione di una macchina sulla base di una lista di controllo precede l’uso di metodipiù sofisticati descritti di seguito.4 Analisi dei modi di guasto e dei loro effetti (FMEA)FMEA è un metodo induttivo il cui scopo principale è di valutare la frequenza e le conseguenze del guasto del componente.
- Quando le procedure operative o gli errori da parte dell’operatore sono significativi possono essere più adatti altri metodi.FMEA può richiedere più tempo di un albero dei guasti, perché per ogni componente si prende in considerazione ogni modo di guasto.
- Alcuni guasti hanno una probabilità di verificarsi molto bassa.
Se questi guasti non sono analizzati nel dettaglio tale decisione dovrebbe essere registrata nella documentazione. Il metodo è specificato nella norma IEC 60812 “Tecniche di analisi per l’affidabilità dei sistemi – Procedura per l’analisi dei modi di guasto e dei loro effetti (FMEA)”.5 Simulazione dei guasti per i sistemi di comandoIn questo metodo induttivo le procedure di prova si basano su due criteri: tecnologia e complessità del sistema di comando.
In linea di principio, si applicano i seguenti metodi:- prove pratiche sui circuiti effettivi e simulazione di guasto su componenti effettivi, in particolare in aree di dubbio, riguardanti le prestazioni identificate durante verifiche ed analisi teoriche;- una simulazione del comportamento dei comandi (per esempio mediante modelli hardware e/o software).
Ogni volta che vengono effettuate prove su componenti di sicurezza complessi di sistemi di comando, è generalmente necessario suddividere il sistema in diversi sottosistemi funzionali e sottoporre esclusivamente l’interfaccia alle prove di simulazione dei guasti.
Questa tecnica può essere applicata anche ad altre parti di macchine.6 Metodo MOSAR (Metodo organizzato per un’analisi sistematica dei rischi)MOSAR è un metodo completo consistente in dieci fasi. Il sistema da analizzare (macchina, processo, impianto, ecc.) è considerato come un gruppo di sottosistemi che interagiscono.
Per identificare i pericoli, le situazioni pericolose e gli eventi pericolosi è utilizzato un prospetto.L’adeguatezza delle misure di sicurezza è studiata per mezzo di un secondo prospetto, e di un terzo, tenendo conto della loro interdipendenza.Uno studio che usa strumenti noti (come FMEA) evidenzia i possibili guasti pericolosi.
- Ciò porta all’elaborazione di ipotesi di infortuni.
- Le ipotesi sono classificate, sulla base di un accordo, in un prospetto di gravità.Un ulteriore prospetto, stabilito ancora sulla base di un accordo, collega la gravità con gli obiettivi che le misure di sicurezza devono raggiungere, e specifica i livelli di prestazione delle misure tecniche ed organizzative.
Le misure di sicurezza sono quindi inserite in alberi logici, ed i rischi residui sono analizzati per mezzo di un prospetto di accettabilità definito sulla base di un accordo.7 Analisi dell’albero dei guasti (FTA)FTA è un metodo deduttivo eseguito partendo da un evento considerato indesiderato e consente all’utilizzatore di questo metodo di trovare la serie completa dei percorsi critici che conducono all’evento indesiderato.In primo luogo si identificano gli eventi pericolosi o quelli di massimo livello.
Successivamente, tutte le combinazioni dei singoli guasti che possono provocare l’evento pericoloso sono rappresentate secondo l’impostazione logica dell’albero dei guasti. Stimando le probabilità dei singoli guasti, ed utilizzando poi espressioni aritmetiche appropriate, è possibile calcolare la probabilità degli eventi di massimo livello.
Le conseguenze di una modi- fica dell’impianto sulla probabilità dell’evento di massimo livello possono essere valutate facilmente e, così, FTA rende agevole la valutazione delle conseguenze di misure di sicurezza alternative. Questo si è rivelato utile anche per la determinazione delle cause degli infortuni.
Il metodo è specificato nella IEC 61025 “Analisi dell’albero dei guasti (FTA)”.8 Tecnica DELPHIVengono poste delle domande ad un elevato numero di esperti in numerose fasi, durante le quali si comunica a tutti i partecipanti il risultato della fase precedente, insieme ad informazioni aggiuntive.Durante la terza o la quarta fase, le domande anonime si concentrano sugli aspetti sui quali non è ancora stato raggiunto un accordo.
Fondamentalmente, DELPHI è un metodo di previsione che è anche utilizzato per gene- rare delle idee. Questo metodo è particolarmente efficace poiché è limitato a degli esperti.9. Metodo HAZOPÈ uno degli approcci più semplici e più utilizzati per identificare rischi.
Il metodo HAZOP si basa sulla valutazione della probabilità di esposizione e l’associazione dei rischi. Il suo obiettivo principale è l’identificazione di scenari di potenziali rischi – permette di identificare le condizioni di pericolo che possono verificarsi sulle attrezzature in esame. Il Metodo cerca i punti critici e poi valuta i potenziali rischi e le condizioni di pericolo.
Si tratta di metodo a team di esperti multi-ramo, in cui i membri del team sono alla ricerca di una scenari in una riunione congiunta brainstorming. I risultati sono formulati nella raccomandazione finale, che mira a migliorare il processo o sistema.10.
- Six Sigma Six Sigma è un complesso metodo di gestione e, ed è conosciuto più come una filosofia che l’organizzazione (impresa) deve prendere.
- Essa si concentra sul miglioramento continuo (innovazione) dell’organizzazione comprendendo le esigenze dei clienti, utilizzando l’analisi dei processi e metodi di standardizzazione nella misurazione.
Fonte: Appendice B EN 1050 (sostituita da EN ISO 12100)
Descrizione | Lingua | Dimensione | Downloads | |
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IEC 2006 | EN | 244 kB | 1490 |
Tags: UNI EN 1004-1:2021 Trabattelli costituiti da elementi prefabbricati – Parte 1: Materiali,. CEI EN IEC 61439-2:2021 / Quadri di potenza pubblicata Dicembre 2021 ID 15462 | 15.01.2022 /. Serie norme EN 1005-X | Prestazione fisica umana ID 13521 | 11.05.2021 Serie norme EN 1005-X |. : Metodi per analizzare i pericoli e per stimare i rischi
Cosa succede se non ho il DVR?
Sanzioni: il Datore di Lavoro – Naturalmente, partiamo dal Datore di lavoro, che in quanto titolare del rapporto di lavoro e detentore dei poteri decisionali e di spesa, è colui che ha le maggiori responsabilità in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Il Datore di lavoro ha, innanzitutto, due obblighi non delegabili, ossia:
la valutazione di tutti i rischi (con conseguente redazione del Documento di Valutazione dei Rischi ) la nomina del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP).
Nel primo caso, il Datore di lavoro, che non ottempera a tale obbligo, è sanzionato con un’ammenda che va da un minimo di 1.096 ad un massimo di 4.384 euro, se il Documento risulta incompleto. In caso di omessa redazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) il Datore di lavoro rischia l’arresto da 3 a 6 mesi oppure un’ammenda da 2.500 € a 6.400 €.
Cosa succede se non si ha il DVR?
DVR, come si redige e quali sono i rischi per i datori che non lo aggiornano – L’esperta risponde Un’azienda sicura dispone sempre del documento di valutazione del rischio (Dvr) aggiornato (). Approfondiamo quindi, insieme alla nostra esperta, la dottoressa Beatrice Rossi, come si redige un Dvr e quali sono i rischi per il datore di lavoro che non rispetta l’obbligo di aggiornamento.
Nel Dvr, documento di valutazione del rischio, vengono valutate le fasi di lavoro di un’azienda e i rischi correlati a ciascuna fase. Una volta analizzato il grado di rischio, si studia un piano di prevenzione per ridurlo ad una soglia accettabile. È dunque un documento indispensabile per regolarizzare l’azienda e predisporlo e aggiornarlo è un obbligo inderogabile del datore di lavoro anche quando si ha un solo dipendente”.
“Il responsabile del DVR è il datore di lavoro che non può delegare questa attività. Può però decidere di affidarsi a un tecnico specializzato nel campo della sicurezza sul lavoro per una consulenza mirata. Insieme al datore di lavoro ci sono anche altre figure professionali che, a seconda dei casi previsti dalla legge, sono implicate nella redazione del DVR:
Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) che affianca il datore in fase di valutazione dei rischi e contribuisce a pianificare le misure di protezione e prevenzione; Medico Competente (MC) che contribuisce a valutare i rischi specifici in relazione alla salute dei lavoratori e si occupa di predisporre il protocollo di sorveglianza sanitaria; Rappresentante dei Lavoratori (RLS) che viene consultato preventivamente sul contenuto della valutazione dei rischi e deve riceverne una copia per presa visione”.
“Locali, attrezzature e situazioni di lavoro non sono sempre facilmente riconducibili a un modello unico. Inoltre, un DVR standard non dà all’azienda alcuna garanzia nel caso in cui avvengano ispezioni dagli organismi di controllo, soprattutto in seguito a infortuni più o meno gravi”.
Cosa succede se un documento di valutazione del rischio non viene aggiornato? “L’art.29, comma 3 del testo unico sulla sicurezza prevede che l’aggiornamento del documento venga ripetuto ogni volta che si verificano i seguenti casi: cambiamento del datore di lavoro; variazioni sull’organizzazione del lavoro; modifiche del processo produttivo e introduzione di nuove strumentazioni; infortuni significativi sul lavoro; infortuni legati a oggetti pesanti che colpiscono il lavoratore; incidenti legati a incendi o scoppi; cadute dall’alto oltre una certa altezza; infortuni causati da mezzi di trasporto; infortuni causati da mezzi di sollevamento; i risultati della sorveglianza sanitaria che evidenziano la necessità di aggiornamenti della valutazione dei rischi invece sono; fonometrica per il rischio rumore.
Tale aggiornamento deve essere eseguito entro 30 giorni dal verificarsi di uno di questi avvenimenti. Nel caso non avvenisse il rinnovo o il documento non venisse redatto, il datore di lavoro è punibile con multe da un minimo di 1.228,50 a un massimo di 4.914,03 euro, e può incorrere in sanzioni penali.
Cosa succede se non c’è il DVR?
Qual è la sanzione a carico del Datore di Lavoro se non effettua la valutazione dei rischi della sua azienda – Tra le sanzioni a carico del Datore di Lavoro:
Per l’omessa redazione del Documento di Valutazione dei Rischi (D.V.R.), è punito con l’arresto da 3 a 6 mesi o con l’ammenda da 2.740,00 € a 7.014,40 € Per la redazione incompleta del D.V.R. (omessa indicazione di quanto previsto dall’art.28), è punito con l’ammenda da 1.096,00 € a 4.384,00 €
Inoltre, la mancata elaborazione del documento di valutazione dei rischi rientra tra le violazioni che espongono a rischi di carattere generale, per le quali gli organi di vigilanza del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, gli organi di vigilanza delle aziende sanitarie locali, possono disporre, in caso di gravi violazioni delle norme antinfortunistiche, la sospensione dell’attività imprenditoriale,
Chi ha l’obbligo di redigere il DVR?
DVR sicurezza: chi lo deve redigere? – Il datore di lavoro, che ha almeno un dipendente, ha l’obbligo di redigere il DVR, così come stabilito dall’art.17 del D.Lgs.n.81/2008. I lavoratori autonomi e le imprese familiari invece non sono sottoposti a questo obbligo, ma devono sottostare alle determinazioni dell’art.2222 del Codice Civile.
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In alcuni casi previsti dalla norma, il datore di lavoro può ricoprire autonomamente il ruolo di RSPP, oppure può decidere di affidarsi alla consulenza di un tecnico specializzato in sicurezza sul lavoro, che in questo caso lo affianca nella redazione del DVR.