Ernia Del Disco Lombare Cosa Non Fare?
Elvira Olguin
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Contents
- 1 Chi ha l’ernia del disco può camminare?
- 2 Come sfiammare l’ernia del disco?
- 3 Quanto tempo ci mette un ernia a rientrare?
- 4 Quanto dura fase acuta ernia lombare?
- 5 Come dormire con ernia L4 L5?
- 6 Chi è lo specialista per l’ernia del disco?
- 7 Come sollevare pesi con ernia al disco?
- 8 Cosa non fare in palestra con mal di schiena?
- 9 Come allenarsi con l’ernia?
Quali esercizi non fare con ernia al disco?
Sport consigliati per ernia del disco – L’ernia del disco è un disturbo piuttosto doloroso e in tanti ne soffrono. Chi fa attività fisica, spesso ha il dubbio se essa possa essere utile o dannosa. È consigliabile del movimento che consenta a muscoli ed articolazioni di essere attivi, riducendo la rigidità del rachide, in particolare se c’è un fastidio o un dolore, affinché questo venga alleviato facendo esercizi specifici e mirati a trattare la patologia di base, cosicché non diventi cronica.
- Occorre evitare tutti quei movimenti che agiscono sollecitando la colonna, in particolare torsioni, comportamenti in iperlordosi nella fascia lombare, saltelli, balzi, quindi si è soliti sconsigliare la corsa, ma anche la ginnastica aerobica ad alta intensità, step.
- Recentemente è stato osservato come anche discipline molto praticate e consigliate per alleviare la tensione muscolare possano piuttosto creare un peggioramento in caso di ernia discale, ci si riferisce in particolare allo yoga e al pilates.
Queste due pratiche, se da un lato migliorano le contratture muscolari e agiscono rilassando il corpo, possono, sulla zona lombare, aumentare le tensioni a causa dell’ipertono muscolare (in particolare a livello paravertebrale) che il soggetto deve avere per mantenere determinate posizioni durante la seduta di esercizio.
In caso di ernia del disco è importante agire sulla zona centrale del corpo, il cosiddetto Core, cioè l’addome, che deve essere rafforzato affinché venga tolto dalla zona lombare tutto il carico che vi si poggia durante la stazione eretta, ma sarebbe altrettanto indicato lavorare sui muscoli dorsali, i muscoli paravertebrali e glutei.
Una delle attività indicate è la ginnastica in acqua, la quale viene fatta in un ambiente adeguato per alleviare le tensioni muscolari, per la temperatura (che dovrebbe essere intorno ai 33-35° C) e soprattutto perché in piscina il corpo lavora “a scarico”, cioè alleggerito dal suo peso e quindi in grado di praticare più facilmente esercizi a livello articolare.
Come stare seduti con l’ernia lombare?
Salta al contenuto Per assumere una corretta posizione seduta è necessario mantenere il rachide ben allineato (in questo modo le curve della colonna vertebrale conservano le fisiologiche ampiezze), la testa deve essere ben allineata al collo, le gambe non accavallate e i piedi ben appoggiati al pavimento.
Non sedersi in punta di sedia ed evitare gli sgabelli. L’inclinazione tra coscia e gamba deve approssimativamente formare un angolo di 90°. Le spalle devono essere rilassate con appoggio dei gomiti ai braccioli o alla scrivania. La sedia non deve essere troppo lontana dal piano d’appoggio per evitare l’affaticamento della parte bassa della schiena.
La seduta deve avere un’altezza consona al piano di appoggio: uno sgabello troppo alto costringe a chinarsi in avanti, riducendo l’espansione toracica e danneggiando la colonna. Per alzarsi dalla sedia, non chinarsi in avanti ma mantenere il busto diritto e fare leva sugli arti inferiori.
Evitare di stare sprofondati in poltrona, in quanto questa posizione sollecita eccessivamente collo, spalle e vertebre lombari, accentuando le curvature della colonna. La scrivania deve essere ampia per permettere l’appoggio di tutte e due le braccia, gomiti compresi, evitando d’impugnare male il mouse con il braccio sospeso o appoggiato sullo spigolo, origine di cervicalgia e compressione del nervo ulnare.
Lo schermo del computer deve essere posto un po’ più in alto rispetto al livello degli occhi, in modo da non causare tensioni cervicali. Monitor e tastiera devono essere di fronte e il porta documenti a sinistra. La postazione di lavoro deve essere flessibile e regolabile a seconda delle misure della persona.
Chi svolge un lavoro sedentario deve interrompere, di tanto in tanto, la sua attività per cinque – dieci minuti poiché la fissità posturale sottopone la colonna vertebrale e i muscoli a tensioni e pressioni che favoriscono la degenerazione discale. È consigliato qualche esercizio di stretching. L’ Ozonoterapia deve essere seguita da un adeguato stile di vita per mantenere nel tempo una condizione di benessere.
Scopri i consigli pratici per prevenire il mal di schiena e per quanto tempo si deve rimanere a riposo admin 2022-02-06T17:09:47+01:00
Cosa fa bene per ernia al disco?
I farmaci più utilizzati in terapia per mascherare il dolore derivato dell’ernia al disco sono i FANS, i miorilassanti, i narcotici e, in alcuni casi, le iniezioni di cortisone.
Chi ha l’ernia del disco può camminare?
Ernia del disco camminare fa bene – Questa affermazione è molto interessante e rappresenta un detto comune che in definitiva non mi sento di denigrare. Come sempre però è importante capire in che momento specifico del dolore e infiammazione. Chiaramente camminare in una condizione di sofferenza è sconsigliato, in quanto il corpo umano tende a creare compensi antalgici che sono assolutamente negativi e portano in disfunzione altre strutture. Diverso discorso è quello ci camminare in una condizione di sicurezza, quando appunto il disturbo è in fase di regressione, e anzi si inizia un percorso riabilitativo che porta la persona ad essere più attiva, rispetto la vita sedentaria. Chiaramente è importante anche la quantità: Camminare con un ernia del disco seppur latente è un conto se si fa per pochi km, rispetto a lunghe camminate che potrebbero infiammare muscoli e strutture neurologiche per la ripetitività del movimento.
Come si riassorbe l’ernia?
I trattamenti per l’ernia del disco – L’ernia del disco in particolare espulsa tende a riassorbirsi naturalmente e ridursi di dimensioni con il tempo. Pertanto si predilige il trattamento farmacologico, in attesa della risoluzione spontanea, e solo in ultima istanza, il trattamento chirurgico.
- In caso però di debolezza muscolare, alle braccia o alle gambe, così come in caso di difficoltà minzionale (funzione vescicale) si raccomanda invece il trattamento chirurgico,
- La guarigione spontanea dell’ernia è infatti un processo che richiede diverse settimane e non è quindi sempre possibile attendere, soprattutto in presenza del rischio di danni neurologici permanenti,
Alcune ernie rimangono inoltre dolorose per diversi mesi nonostante i trattamenti conservativi, e richiedono pertanto l’intervento chirurgico. La procedura chirurgica garantisce normalmente la scomparsa immediata dei sintomi e, con le moderne tecniche di microchirurgia e di endoscopia, presenta dei rischi minimi.
- Il periodo di convalescenza è di alcuni giorni, e una volta terminato, il paziente può tornare alle comuni attività quotidiane.
- I trattamenti conservativi più comuni sono invece rappresentati dai farmaci da assumere per bocca, dalle procedure di infiltrazione mirate, e dalla fisioterapia posturale,
La prevenzione della comparsa dell’ernia del disco passa per un’ alimentazione equilibrata e un’ attività fisica regolare, Mantenere una buona muscolatura paravertebrale evita la comparsa di questa condizione. Specialista in Neurochirurgia
Come sfiammare l’ernia del disco?
Farmaci e interventi per battere l’ernia discale Se il dolore alla parte lombare, cioè più bassa della schiena, non permette di svolgere le normali attività e il medico diagnostica un’ ernia al disco, quali sono le terapie più efficaci per la cura di questo disturbo? Ecco la seconda parte dell’intervista agli specialisti di Humanitas dedicata alle terapie chirurgiche per il trattamento dell’ernia al disco.
- L’intervento è rischioso? L’intervento in sè non è più considerato pericoloso: le complicanze neurologiche di un tempo sono state superate grazie alle moderne tecniche.
- Adesso si usa il microscopio che permette di illuminare bene il campo operatorio e di amplificare l’immagine, consentendo un taglio molto piccolo e una demolizione dell’osso minima.
Viene fatto in anestesia generale per garantire il rilassamento dei muscoli e il mantenimento di una posizione che per il paziente sarebbe molto scomoda. Solo in casi particolari, ad esempio se si tratta di persone anziane con problemi cardiologici, o per evitare reazioni anafilattiche (fenomeni di ipersensibilità molto gravi), si può fare anche in anestesia spinale.
- I farmaci più indicati I farmaci si usano solo come sintomatici.
- Normalmente si adoperano antidolorifici e cortisonici, questi ultimi allo scopo di eliminare l’infiammazione alla radice del nervo, che è la causa del dolore.
- Si usano anche medicine miorilassanti che contrastano la contrattura muscolare.
Il medico è sempre cauto nel porre indicazioni per l’intervento: ci si deve arrivare solo dopo attentissime valutazioni. Non va mai fatto in urgenza se non in quei rarissimi casi in cui il paziente abbia evidenti deficit neurologici che tendono ad aggravarsi.
Capita di frequente che persone operate di fretta, già dopo un tempo relativamente breve abbiano problemi di instabilità, di recidive, di aderenze. Oltre all’intervento tradizionale, ci sono tecniche di tipo mini-invasivo, quali la nucleoaspirazione e la chemonucleolisi, che però, studi su grandi numeri di pazienti, hanno dimostrato avere indicazioni limitate alle ernie mediane, cioè quelle centrali.
Un’altra tecnica miniinvasiva, di recente introduzione, prevede l’inserimento, nella zona del disco, di una miscela di ozono e ossigeno, È una tecnica che si può eseguire iniettando la miscela, in anestesia locale, direttamente nel disco, oppure tramite infiltrazioni dei muscoli vicini alla colonna e alle faccette articolari.
- Gli effetti sono diversi: sicuramente l’iniezione nel disco è più efficace.
- La miscela fa bene perché libera radicali liberi che riducono il nucleo polposo del disco che è quello che spinge e provoca il dolore.
- Di ancor più recente introduzione nella pratica clinica è la nucleoplastica, in cui si effettua, col calore, la disidratazione del nucleo estruso e si ottiene una diminuzione dell’ernia senza dover togliere tutto il disco.
Infine bisogna tenere presente il sempre maggiore ricorso ad interventi chirurgici necessari a correggere la situazione di instabilità creata da un intervento pregresso. Quindici o venti anni fa si utilizzavano tecniche più aggressive che determinavano la demolizione di grandi frazioni ossee, causa di instabilità.
Gli interventi di stabilizzazione consentono di correggere questo problema che determina dolori cosiddetti “posturali”, cioè intensificati dalle variazioni della posizione della colonna o dalla prolungata stazione eretta. In questi casi si utilizzano viti e barre di titanio, oppure, in quei casi in cui il disco non si sia riespanso per bene, si impiantano protesi allo scopo di distanziare le vertebre.
E dopo l’intervento? Il periodo che segue l’operazione è molto importante. Tecnicamente l’intervento non è complicato, ma perché vada a buon fine, soprattutto nel lungo periodo, è necessario seguire regole ben precise. Prima fra tutte il periodo di convalescenza, che va osservato almeno per un mese, seguito da una fase di fisioterapia.
Quando viene tolto un disco la colonna non diventa più corta, perché la struttura si riforma spontaneamente, nel giro di tre quattro mesi, grazie alla riproduzione dei costituenti discali da parte delle cellule del piatto vertebrale. La convalescenza è molto importante: ha lo scopo di permettere al disco di riformarsi e serve a ricostruire un sostegno strutturale e muscolare per la colonna vertebrale.
Negli anziani questo avviene un po’ più lentamente, ma è anche più difficile che sopra i sessantacinque – settanta anni si formi un’ernia perché i dischi, per questioni degenerative, si disidratano e si riducono di spessore e più difficilmente il loro nucleo protrude.
- Come si previene l’ernia discale? La prevenzione, l’unica possibile, riguarda il mantenimento di un tono muscolare che garantisca alla colonna un sostegno adeguato.
- A tale scopo si devono fare degli esercizi, che sono poi quelli prescritti a chi è stato operato, che non comportino un carico per la schiena, ma permettano il rafforzamento di addominali e paravertebrali, i muscoli che, posteriormente e anteriormente, sostengono la zona lombare.
Il nuoto viene considerato il sussidio migliore per questo tipo di problemi perché viene fatto in scarico e impegna in maniera simmetrica tutta la muscolatura. Ci sono poi attività che servono a rafforzare alcune parti in modo mirato: è il caso, per esempio, della ciclette che rafforza i quadricipiti femorali, cioè i muscoli anteriori della coscia.
- Invece, quegli sport che, come il tennis, il golf, il motocross, la pallavolo, il sollevamento pesi o altri, sollecitano in modo asimmetrico la colonna vertebrale, sono controindicati.
- La palestra può essere utile per programmi mirati al rafforzamento degli addominali e che prevedano molto streching.
La scoliosi, assieme a situazioni congenite quali la schisi dell’arco della prima vertebra sacrale, è una condizione predisponente perché porta ad un invecchiamento precoce della struttura della colonna. Chi soffre di questi disturbi dovrebbe fare nuoto e fisioterapia, come prevenzione muscolare, seguendo i programmi indicati dal fisiatra.
Quando si ha mal di schiena bisogna stare a letto a riposo completo?
Salta al contenuto Il prolungato riposo a letto o in poltrona veniva un tempo considerato la terapia d’elezione per il mal di schiena, associato o meno a ernia discale, protrusione o artrosi della colonna vertebrale, Questo approccio si basava sulla considerazione che alcune persone godono di un sollievo almeno temporaneo in posizione distesa, ma anche sul dato fisiologico per cui la pressione a carico dei dischi intervertebrali è minore quando si assume la posizione supina.
- Purtroppo ancora oggi viene consigliato alle persone affette da mal di schiena di trascorrere una settimana di rigoroso riposo a letto.
- Alcuni recenti studi e revisioni sistematiche pubblicati sul Piano Nazionale delle Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità confermano che i pazienti con mal di schiena acuto che continuano a esercitare le loro abituali attività recuperano meglio e più rapidamente di coloro che riposano a letto e scelgono la completa inattività.
Le persone che si mantengono in attività, nonostante il dolore acuto, soffrono in seguito molto meno di dolori cronici e ricorrenti. admin 2022-02-06T17:14:04+01:00
Quando l’ernia provoca dolore alla gamba?
Risorse sull’argomento L’erniazione del disco si verifica quando il rivestimento duro di un disco nella colonna vertebrale si lacera o si rompe. La parte interna morbida e gelatinosa del disco può sporgere (erniare) dal rivestimento.
Invecchiamento, lesioni e sovrappeso possono esserne la causa. L’eventuale dolore provocato dai dischi erniati può andare da leggero a invalidante. Per effettuare la diagnosi vengono eseguiti esami di diagnostica per immagini. Il rischio di ernia del disco si può ridurre facendo attività fisica, rinforzando i muscoli e mantenendo un peso adeguato. Il trattamento comprende misure per alleviare il dolore e, talvolta, intervento chirurgico.
La spina dorsale (colonna vertebrale) è costituita dalle vertebre. Tra le vertebre, vi sono dei dischi che assorbono gli urti. I dischi presentano un robusto strato esterno di fibrocartilagine e una parte interna morbida e gelatinosa, detta nucleo polposo.
- Se un disco viene compresso improvvisamente dalle vertebre che si trovano al di sopra e al di sotto di esso (come quando si solleva un oggetto pesante), il rivestimento esterno può lacerarsi (rottura) causando dolore.
- La parte interna del disco può rimanere schiacciata nelle lacerazioni della protezione e, di conseguenza, una parte ne fuoriesce (ernia).
Questa fuoriuscita può comprimere, irritare e perfino danneggiare la radice nervosa spinale o talvolta il midollo spinale (vedere anche Compressione del midollo spinale Compressione del midollo spinale Le lesioni e i disturbi possono esercitare una pressione sul midollo spinale, causando lombalgia o dolore cervicale, formicolio, debolezza muscolare e altri sintomi.
Il midollo spinale può essere. maggiori informazioni ). Un disco rotto o erniato nel rachide lombare in genere causa lombalgia e sciatica sciatica La sciatica è il dolore lungo i nervi sciatici. Questi nervi partono dalla zona lombare, attraversano le natiche, scendono lungo gli arti inferiori e terminano appena sotto il ginocchio.
La. maggiori informazioni Può causare dolore al collo Dolore al collo Assieme alla lombalgia, anche il dolore al collo rappresenta un motivo molto comune di visita medica. Il dolore deriva, solitamente, da problemi del sistema muscoloscheletrico, ossia la colonna. maggiori informazioni se la rottura o l’ernia riguarda un disco cervicale (detta ernia discale cervicale).
- Più dell’80% delle ernie discali si manifesta nella regione lombare.
- Sono più comuni nei soggetti di età compresa fra i 30 e i 50 anni.
- In questa fascia di età, il rivestimento si indebolisce.
- La parte interna gelatinosa, che si trova sotto pressione, può schiacciarsi in una lacerazione o un punto indebolito del rivestimento e sporgere.
Dopo i 50 anni di età, la parte interna del disco inizia a indurirsi, rendendo meno probabili le ernie. Un’ernia discale può manifestarsi a causa di una lesione improvvisa e traumatica o in seguito a lesioni minori ripetute. Il fatto di essere sovrappeso o di sollevare oggetti pesanti, in particolare se sollevati in modo sbagliato, aumenta il rischio.
Quando l’ernia comprime il nervo?
Ernia del disco – Cause, sintomi, fattori di rischio e diagnosi L’ernia del disco è conosciuta anche come “ernia o prolasso discale”. Questa affezione consiste nella rottura di un disco vertebrale che, aprendosi, causa la fuoriuscita di materiale discale che va a comprimere i nervi della colonna vertebrale circostanti.
Alcuni medici ritengono che una soluzione possa essere la sostituzione chirurgica del disco malato con uno artificiale. Per alcuni adulti, il dolore e i sintomi dovuti all’ernia discale sono problemi piuttosto comuni. La colonna vertebrale è formata da molteplici strutture anatomiche, tra cui muscoli, ossa, legamenti e articolazioni.
Ogni struttura presenta delle terminazioni nervose in grado di rilevare il dolore quando insorge.
Quanto tempo ci mette un ernia a rientrare?
Dalla terapia conservativa all’intervento chirurgico – “La stragrande maggioranza delle ernie guarisce spontaneamente perché il nucleo polposo è composto per il 90% d’acqua per cui l’ernia tende naturalmente a disidratarsi; questo processo di guarigione spontanea impiega tre mesi, quando il dolore dopo circa tre mesi di terapia conservativa (farmaci, riposo, fisioterapia) non è efficace si può pensare all’ intervento chirurgico,
Nel caso in cui la sintomatologia oltre al dolore comprenda anche disturbi del movimento, la chirurgia deve essere presa in considerazione ben prima. Oggi la chirurgia si avvale di approcci percutanei, in cui non è necessaria l’incisione della cute perché si entra direttamente nel disco mediante un sondino e grazie alla guida radioscopica.
All’interno del disco vengono inoculate alcune sostanze con lo scopo di vaporizzare il nucleo polposo, velocizzando così il processo di naturale disidratazione. Si tratta di un intervento eseguito in regime ambulatoriale e in anestesia locale, più rapido e meno invasivo per il paziente”, spiega il dottor Benech.
Quanto dura fase acuta ernia lombare?
TERAPIA – Il trattamento può essere conservativo e chirurgico. La scelta del tipo di trattamento dipende, in generale, da alcuni elementi: l’entità e la persistenza della sintomatologia irradiata acuta, la presenza di un danno funzionale della radice nervosa.
Solo in casi rari e gravi quali ernia paralizzante (completa perdita di forza e di sensibilità nel territorio innervato dalla radice compressa) e sindrome della cauda equina (dolore, debolezza dei muscoli dell’arto inferiore, ritenzione urinaria, incontinenza fecale, disfunzione erettile, anestesia a livello cute dei genitali) nei quali l’attesa potrebbe provocare un danno irreparabile a carico della radice nervosa compromessa vi è indicazione assoluta all’intervento da eseguire se possibile entro 24 ore e non oltre le 48 ore dall’insorgenza dei sintomi.
In tutti gli altri casi il trattamento conservativo è il primo da intraprendere ed è quasi sempre quello risolutivo considerando che nella grande maggioranza dei casi la fase di lombosciatalgia o lombocruralgia acuta dura 3-6 settimane poi si attenua e spesso scompare lasciando il posto ai sintomi del deficit neurologico (diminuzione della forza muscolare e della sensibilità dei muscoli innervati dalla radice compressa) che spesso, molto lentamente, scompaiono.
- Trattamento conservativo.
- Il trattamento conservativo prevede riposo, uso di corsetto lombare durante la stazione eretta e seduta, assunzione di terapia medica orale analgesica (FANS, paracetamolo, oppioidi) iniezioni intramuscolari di steroidi (cortisone).
- Di qualche utilità sono le infiltrazioni epidurali di cortisonici che svolgono un effetto antinfiammatorio sulla radice compromessa e l’ossigeno-ozonoterapia che migliora l’ossigenazione e la circolazione locale svolgendo azione antinfiammatoria ed analgesica locale.
Trattamento chirurgico. Molte e diverse possono essere le metodiche di trattamento chirurgico di un’ernia discale: chirurgia percutanea, chirurgia aperta e microchirurgia. Il concetto comune è che la rimozione chirurgica del frammento discale erniato risolve la compressione ed elimina il materiale che innesca il processo infiammatorio sulla radice responsabile della sintomatologia dolorosa.
Negli anni passati sono state utilizzate tecniche minimamente invasive quali la nucleoaspirazione e la chemonucleolisi, più recentemente la radiofrequenza. Si tratta di tecniche che si basano sul principio di “svuotare” il nucleo polposo del disco intervertebrale con mezzi fisici e chimici allo scopo di ridurne il volume e quindi, indirettamente, la compressione sulle strutture nervose.
Col tempo si è ridotto drasticamente l’utilizzo, ponendo delle indicazioni molto ristrette. La tecnica microscopica è la tecnica più frequentemente utilizzata. Con un’incisione cutanea di circa 3-4 cm è possibile mediante l’utilizzo del microscopio eseguire la discectomia cioè l’asportazione del disco che esercita azione compressiva sulla radice nervosa.
Quanto dura l’ernia al disco?
Intervento ernia del disco: il problema si risolve definitivamente? –
- Se volessimo identificare una soluzione definita, l’ intervento ernia del disco rappresenterebbe la cura perfetta per tale problematica?
- Il disco intervertebrale, come tutti i tessuti del corpo umano, possiede dei meccanismi di riparazione spontanea.
- La maggior parte delle ernie del disco, quindi, si risolve spontaneamente, solitamente in un paio di mesi e non è necessario in questi casi ricorrere all’intervento per l’ernia del disco.
- Compito del medico è, in tale periodo, controllare il dolore e impedire che insorgano deficit neurologici (come paresi degli arti o disturbi sfinterici) pericolosi o che potrebbero risolversi con difficoltà.
- Il dolore si controlla solitamente sia con una terapia medica (antinfiammatoria e analgesica), sia eventualmente con infiltrazioni antalgiche dirette della radice nervosa compressa dall’ernia.
- Possiamo dire che la chirurgia si rende necessaria solo in una percentuale minore di ernie del disco.
Come dormire con ernia L4 L5?
In posizione fetale – Chi, oltre al mal di schiena, ha anche un’ ernia del disco, potrebbe provare a dormire su un fianco, rannicchiandosi in posizione fetale, Ecco come fare: sdraiarsi sulla schiena e poi rotolare delicatamente su un fianco; rannicchiare le ginocchia verso il petto e piegare delicatamente il busto verso le ginocchia.
- Ricordarsi di cambiare lato di tanto in tanto per evitare squilibri.
- In che modo questa posizione aiuta? I dischi intervertebrali sono delle specie di cuscinetti morbidi posti tra le vertebre della colonna vertebrale,
- L’ernia si verifica quando il nucleo di un disco fuoriesce dalla sua sede naturale, causando dolore ai nervi, debolezza e altri sintomi.
Ebbene, portare il busto in posizione fetale apre lo spazio tra le vertebre,
Quanto tempo ci vuole per sfiammare un’ernia?
Ernia del disco intervertebrale Cos’è L’ernia del disco è la f uoriuscita del nucleo polposo del disco intervertebrale attraverso una rottura della parte più esterna del disco stesso, È un evento conseguente a un danno meccanico della parte esterna che può conseguire ad una degenerazione o a una rottura improvvisa secondaria a uno stress meccanico.
A seconda del punto in cui il disco fuoriesce si può avere una compressione o meno di una radice nervosa, Questa compressione meccanica causa dolore. Oltre alla compressione vengono liberate delle sostanze chimiche che mediano il dolore e l’infiammazione. L’ernia discale può manifestarsi a livello cervicale, dove è molto rara e può dare sintomi prevalentemente ad uno o all’altro braccio fino alla mano, o a livello lombare, caso in sintomi si manifestano a livello di una gamba.
L’ernia è più frequentemente sintomatica a livello lombare che a livello cervicale perché il canale vertebrale (quello dove passa il midollo e si “affacciano” i dischi) è più largo a livello del collo. I sintomi principali sono il dolore lungo una gamba, spesso descritto come una scossa o un bruciore, il formicolio, a volte una riduzione o perdita di sensibilità e meno frequentemente la perdita di forza.
- La guarigione è spontanea! L’ernia tende a disidratarsi, ad asciugarsi e viene in parte “mangiata” dai macrofagi, cellule che fanno parte del sistema immunitario,
- Quindi la riduzione del volume va a risolvere la compressione e permette la scomparsa progressiva dei sintomi.
- Di solito la risoluzione dei sintomi in tempi rapidi, pochi giorni, al massimo un mese mezzo,
Talvolta, in casi meno frequenti, i tempi di guarigione diventano lunghi, e il dolore, pur migliorando, persiste a lungo. Per la diagnosi basta la visita medica, che permette di escludere altre patologie senza bisogno di fare subito la risonanza, La risonanza può essere utile se il dolore persiste a lungo (quindi non prima di un mese mezzo) oppure in previsione di un intervento chirurgico.
Devo per forza operarmi? Fino a qualche anno fa le ernie venivano operate molto frequentemente. Poi si è stato dimostrato che non era necessario, e che molti interventi decisi frettolosamente portavano a pessimi risultati, Quindi oggi si opera molto meno e solo in caso di perdita di forza che non recupera nell’arco di un mese e mezzo (perché se si superano questi tempi diventa difficile il recupero completo della forza) oppure un dolore insopportabile che dura 2-3 mesi.
In ogni caso la scelta se operarsi o meno è del paziente, che deve essere correttamente informato, che deve sapere che a distanza di 5 anni dall’esordio del suo problema di ernia non sono differenze in termini di dolore e funzionalità tra chi si è operato e chi si è curato in maniera non chirurgica.
- Come mi posso curare? La prima terapia è la corretta informazione del paziente: di fronte ad una persona che sta male ed è spaventata il medico deve tranquillizzare circa la natura benigna del problema che tende a guarire spontaneamente.
- Nei primi giorni possono dare giovamento gli antinfiammatori, partendo dal paracetamolo,
Non è chiaro oggi se sia meglio usare il cortisone oppure no perché il suo marcato effetto antinfiammatorio da un alto può far migliorare i sintomi ma dall’altro può rallentare il processo di riassorbimento. La gestione in prima battuta deve essere affidata al medico di base, non a fisioterapisti o a medici specialisti, perché la guarigione è spesso rapida,
Se il dolore e i sintomi tendono a persistere è utile consultare un medico specialista, esperto in patologie vertebrali e intraprendere un percorso riabilitativo fatto di informazioni, educazione ed esercizi per favorire il recupero spontaneo e prevenire le recidive, che sono più frequenti per un paio di anni.
Gli esercizi devono essere scelti e personalizzati da un fisioterapista secondo test che valutano le risposte al dolore e sono finalizzati a un progressivo recupero fisico. Se il dolore è molto intenso possono essere utili le infiltrazioni di cortisone, che danno a breve termine un miglioramento del dolore e si possono associare al percorso riabilitativo.
- Esistono altre cure? Non sappiamo ancora in maniera scientifica se possano essere efficaci terapie alla moda come le manipolazioni, l’osteopatia, la chiropratica e l’agopuntura.
- Secondo alcuni esperti le manipolazioni a livello dell’ernia sono assolutamente controindicate,
- Per quanto riguarda le terapie fisiche come le TENS, gli ultrasuoni, il laser e un’altra terapia alla moda, la Tecar, non sono stati prodotti studi scientifici che ne attestino la reale efficacia.
Articolo tratto dal sito,a cura del Dott. Zaina, Medico Chirurgo specialista in Terapia Fisica e Riabilitazione : Ernia del disco intervertebrale
Chi è lo specialista per l’ernia del disco?
ERNIA DEL DISCO A CHI RIVOLGERSI – A seconda della gravità dell’ernia discale e dei sintomi che si presentano sono tre le figure che possono aiutare il paziente a risolvere il problema e spesso queste figure hanno bisogno di confrontarsi fra di loro. Possono occuparsi della cura dell’ernia:
il neurochirurgo spinale ; l’ortopedico chirurgo vertebrale ; il fisiatra o il fisioterapista specializzato in patologie della colonna vertebrale.
Nel nostro centro visita il neurochirurgo spinale Dott. Patrizio Cervellini, che è uno specialista di importante riferimento per la chirurgia vertebrale nella regione Veneto (vedi qui la sua intervista). Inoltre, nel team specialistico della colonna vertebrale nel nostro centro, visitano il fisiatra Dott.
Dove fa male quando si ha l’ernia?
L’ ernia inguinale è una delle patologie più comuni e frequenti soprattutto tra gli uomini, colpiti 8 volte di più rispetto alle donne. Si manifesta, in genere, con un fastidio o un dolore nella regione inguinale o nell’interno della coscia che a volte rende difficile svolgere le normali attività quotidiane.
Qual è il miglior farmaco per il mal di schiena?
I farmaci da banco – Affidiamoci in primo luogo al consiglio del farmacista, che potrà aiutarci a scegliere il medicinale più adatto al caso contingente. Nella maggior parte delle situazioni ci potrà consigliare un antinfiammatorio non steroideo ( Fans ), come naprossene, ibuprofene, ketoprofene, diclofenac, oppure acido acetilsalicilico o paracetamolo.
Una volta identificato l’antinfiammatorio più adatto (il loro effetto varia infatti da persona a persona) si potrà scegliere tra diverse formulazioni: Esistono tante formulazioni e possiamo scegliere più adatta alle nostre esigenze, tra compresse deglutibili, granulati che si sciolgono in acqua l’importante è ricordarsi che le formulazioni orali vanno sempre assunte a stomaco pieno.
Esistono anche i cerotti medicati da applicare sulla pelle che rilasciano il principio attivo per 6-8 ore, e infine le formulazioni topiche come creme e gel che vanno spalmate direttamente sulla parte interessata dal dolore. Sono molto usati, per il mal di schiena, i farmaci antinfiammatori per uso topico, come per esempio quelli a base di ibuprofene, ketoprofene e diclofenac: vengono assorbiti facilmente sulla zona dolorante e hanno un ottimo profilo di sicurezza visto che non hanno effetti sistemici.
Chi ha ernia del disco può fare palestra?
Ho un’ernia, posso allenarmi ugualmente?
- “Posso allenarmi se ho un ernia?”
- Questa è una delle domande che più frequentemente ci pongono i nostri pazienti dopo aver letto il referto della risonanza magnetica alla schiena.
- Giungono nel nostro centro quasi senza speranze, con molti dubbi e paure riguardanti il forte dolore e con il terrore di un possibile intervento chirurgico ipotizzato dallo specialista.
- Per la maggior parte della popolazione, infatti, la presenza di un’ernia, o di una protrusione, genera ansia e timore perché ci fa pensare ad una sentenza definitiva che stravolgerà il nostro stile di vita e che ci condanni ad un futuro sulla sedia a rotelle.
- Magari questa estremizzazione vi farà sorridere ma non immaginate le paure che posso nascere da un malinteso o da un concetto spiegato male o frettolosamente.
- Per rassicurare immediatamente chi sta leggendo e si ritrova nella descrizione appena fatta chiariamo qualche concetto:
- L’operazione chirurgica è consigliata solo in rarissimi casi
- Più l’ernia ha un brutto aspetto, più facilmente guarirà da sola
- Il dolore che senti non è dovuto all’ernia (hai letto bene, l’ernia non è la causa del tuo dolore, più avanti affronteremo questo argomento)
- E sì, ci si può allenare in presenza di un’ernia
- Vediamo insieme perché non ci sono controindicazioni assolute per svolgere attività fisica in presenza di un’ernia e i suggerimenti per tornare velocemente a svolgere una vita normale senza dolore.
- Numerosi studi hanno evidenziato la presenza di ernie anche in persone senza nessun sintomo doloroso mostrando come queste siano solamente un NORMALE SEGNO DI INVECCHIAMENTO del nostro corpo.
- Lo so che può suonare strano e che comunemente attribuiamo la causa del nostro dolore a ernie e protrusioni ma, queste ” anomalie “, sono frequenti e non provocano dolore, al pari di rughe sul viso o dei primi capelli bianchi: sono solamente normali segni di invecchiamento del nostro corpo,
- Queste ricerche mondiali assicurano che le cause del dolore non sono da attribuire a modifiche strutturali ma piuttosto a scorrette abitudini di vita quotidiana come:
- – scarsa attività fisica (l’organismo mondiale della sanita OMS consiglia almeno 150 minuti di attività fisica moderata a settimana)
- – scarsa qualità e quantità di riposo (almeno 8h per nottese non ricarico le mie batterie sarò più stanco e più soggetto a dolore)
- – posture mantenute per lungo tempo sul posto di lavoro ( mantenere la stessa posizione a lungo può causare insorgenza di fastidi e dolore)
Per cui avere un ernia non preclude assolutamente la possibilità di allenarsi e svolger attività fisica ; al contrario muoversi e mantenere uno stile di vita attivo favorisce la diminuzione del dolore e previene moltissime problematiche(cardiovascolari, tumorali, osteoporosi, depressione ecc.)
- Nel nostro centro queste problematiche dolorose vengono trattate seguendo le linee guida internazionali più aggiornate, seguendo il paziente passo passo verso il raggiungimento degli obiettivi concordati.
- Indipendentemente che lo scopo finale sia recuperare uno stile di vita normale, tornare all’attività sportiva amatoriale o ad un livello professionistico FISIOATTIVA ti guiderà aiutandoti ad affrontare le paure, i dubbi e le difficoltà che si presenteranno.
- Vogliamo già darti qualche consiglio prezioso per cominciare a star bene fin da subito:
- Inizia con esercizi semplici, anche in presenza di piccoli dolori
- Mantieni una buona frequenza di attività fisica settimanale
- Progredisci lentamente ma costantemente le ripetizioni e i carichi rispettando sempre il sintomo
- Migliora la qualità del sonno e seguire una dieta equilibrata
Non ti preoccupare se non ti è tutto chiaro e se qualche passaggio risulta di difficile comprensione, noi siamo pronti a mettere la nostra passione e la nostra esperienza al servizio dei tuoi bisogni. Brinjikji W et al. Systematic literature review of imaging features of spinal degeneration in asymptomatic population. AJNR AmJ Neuroradiol 2015 : Ho un’ernia, posso allenarmi ugualmente?
Come sollevare pesi con ernia al disco?
Ecco come sollevare i pesi per non sovraccaricare la colonna vertebrale Sebbene il modo migliore per trasportare pesi sia quello di farli trasportare ad altri, non sempre questo è possibile. Per chinarsi e per sollevare un oggetto pesante da terra, non sforzare sulla colonna bensì lavorare sugli arti inferiori, scaricando su di essi il peso del corpo e lo sforzo.
Divaricare leggermente i piedi, piegare gli arti inferiori e inclinare la colonna mantenendola ben allineata (rispettando l’ampiezza delle sue curve). Evitare sempre d’inclinare il busto e di tenere le gambe dritte per sollevare un oggetto da terra per evitare un’elevata sollecitazione sulla colonna vertebrale.
Evitare le inclinazioni e le torsioni del busto (rachide) durante i sollevamenti e i trasporti. Non caricarsi di un peso da un solo lato del corpo ma dividerlo in due parti per evitare l’insorgere di curvature anomale della colonna. Nel caso in cui si debba trasportare un singolo contenitore, avere l’accortezza di variare spesso la mano con cui lo si porta.
Il carico sollevato non deve essere ingombrante e non deve superare i 23-30 kg per gli uomini e 15-20 kg per le donne. Quando si svolgono piccoli lavori, anziché stare chinati affaticando la colonna vertebrale e i muscoli della schiena, è preferibile mantenere la posizione con la schiena abbastanza diritta, gli arti inferiori piegati e un ginocchio a contatto con il suolo.
Per passare dalla posizione piegata a quella eretta, fare leva sull’arto inferiore e sulle braccia operando una spinta dal ginocchio, avendo sempre l’accortezza di mantenere il busto diritto.
Cosa non fare in palestra con mal di schiena?
Esercizi da non fare assolutamente in caso di lombalgia – Esistono alcuni esercizi e tipi di allenamento che devono essere evitati in caso di mal di schiena. Ecco quali sono:
- Sollevamento pesi – Anche prendere solo i pesi può essere il movimento sbagliato che peggiora il dolore alla schiena.
- Rotazioni del tronco – Un movimento che potrebbe peggiorare l’infiammazione dei muscoli e delle articolazioni della schiena.
- Step – L’impatto previsto per ogni passo dei tipici esercizi di step si ripercuote sulla schiena.
- Corsa – Come sopra, il duro impatto con il terreno (anche quando si corre sui fondi più morbidi), potrebbe peggiorare la condizione della schiena.
- Crunch completi – Gli addominali a terra sono esercizi da evitare in caso di lombalgia. Tuttavia si possono effettuare dei crunch parziali arrivando a sollevare solo le spalle da terra, senza staccare la zona lombare.
Anche se alcuni esercizi sono da evitare in caso di lombalgia è pur vero che è altrettanto sbagliato fermarsi completamente in attesa che il mal di schiena passi.
Come allenarsi con l’ernia?
Ma quali sono gli esercizi da fare in caso di ernia discale? –
Primo esercizio: posizione rannicchiata Posizione rannicchiata, da supini su una zona piana, si portano le gambe piegate il più possibile vicino al petto, aiutandosi se serve con le braccia, con movimenti molto lenti, fermandosi in caso di sforzo eccessivo o tensione. È necessario non togliere la testa da terra. Dopo aver mantenuto la posizione per una decina di secondi, si torna a riposo. Questo esercizio aiuta la distensione della zona lombare, riducendo il carico su muscoli e articolazioni. Secondo esercizio: seduti sulla sedia Seduti su una sedia con le gambe leggermente distanziate; piegare il busto in avanti lentamente, cercando di toccare le caviglie con le mani. Dopo cinque secondi in questa posizione, si risale. Questo esercizio riduce il carico del peso sulla schiena, dando un momentaneo sollievo. Lo stesso esercizio può essere fatto a gambe chiuse, cercando di raggiungere i piedi con le mani. Terzo esercizio: allungamento in avanti Utile per distendere i muscoli dorsali e dare sollievo alla schiena, si inizia stando in ginocchio con la faccia fissa in avanti. Quindi si deve andare indietro con il busto, finché il fondo schiena non sia a contatto con i talloni. A questo punto si distendono le braccia fino a toccare terra il più avanti possibile, cercando di “nascondere” la testa tra le braccia. Si dovrà ripetere l’esercizio almeno otto volte per tre serie. Quarto esercizio: quadrupedia Iniziando a quattro zampe, si inarca la schiena molto lentamente per poi formare una leggera gobba. È importantissimo seguire l’esercizio con estrema lentezza, ripetendolo per 4 o 5 volte.
Questi piccoli esercizi di ginnastica posturale per ernia del disco si rivelano molto utili se eseguiti quotidianamente, cercando di fare sforzi progressivi e senza esagerare. : Ernia discale: gli esercizi da fare a casa