Fibrillazione Atriale Cosa Non Fare? - HoyHistoriaGT Hoy en la Historia de Guatemala

Fibrillazione Atriale Cosa Non Fare?

Cosa devo fare per far passare la fibrillazione atriale?

Terapie e cure – La fibrillazione atriale in genere è un’aritmia molto resistente alle terapie, perché tende a cronicizzare. I trattamenti che si adottano possono essere: cure con farmaci anticoagulanti, terapie con farmaci antiaritmici, intervento mininvasivo di ablazione transcatetere di fibrillazione atriale.

Cosa FA scatenare la fibrillazione atriale?

Cosa fa scatenare la fibrillazione atriale? – Una delle cause della fibrillazione atriale da un cortocircuito elettrico congenito che si manifesta con l’età ma, più frequentemente, da uno stiramento degli atri che provoca la dispersione elettrica. Questo evento può verificarsi in svariate malattie cardiache, in particolare:

pressione alta infarto insufficienza cardiaca malattie valvolari.

Può inoltre presentarsi:

dopo interventi chirurgici, soprattutto quelli sul cuore in caso di intossicazione alcolica in caso di ipertiroidismo nell’ obesità nella sindrome delle apnee notturne con l’assumere farmaci stimolanti, fra cui alcune usate per trattare l’ asma o alte dosi di caffeina, come nelle bevande energizzanti.

Come dormire con fibrillazione atriale?

I vantaggi di dormire sul lato destro – Dormire sul lato destro, invece, consentirebbe una migliore respirazione e sarebbe quindi maggiormente indicato per coloro che soffrono di apnea notturna. Una del 2011 ha confrontato gli effetti delle due posizioni in un gruppo di persone con apnea notturna, e scoperto che la posizione del sonno influenza in maniera significativa gli eventi apneici.

In particolare, i ricercatori hanno osservato che la posizione sul lato destro aveva ridotto la frequenza degli eventi respiratori ostruttivi nei pazienti con malattia moderata e grave. Tuttavia i meccanismi esatti per cui la posizione sul lato destro migliori la respirazione non sono ancora del tutto chiari.

Dormire sul lato destro non migliora solo la respirazione ma anche la funzionalità del cuore. A dimostralo uno del 2018 che ha esaminato i cambiamenti ecocardiografici in relazione alle posizioni assunte da un gruppo di persone durante il sonno. I ricercatori hanno scoperto che i pazienti con insufficienza cardiaca preferivano dormire sul lato destro poichè questa posizione attiva inconsapevolmente un meccanismo di autoprotezione che migliora la funzionalità cardiaca.

Quando la fibrillazione atriale è pericolosa?

La fibrillazione atriale non è una patologia che comporta rischi per la vita del paziente ma può avere conseguenze più serie, se non viene inquadrata e curata correttamente. Le complicanze della fibrillazione atriale possono essere: Insufficienza cardiaca. Ictus.

Qual è la complicanza più temibile e frequente della fibrillazione atriale?

Aritmie sopraventricolari – Oltre alle extrasistoli sopraventricolari si distinguono la fibrillazione atriale, il flutter atriale e la tachicardia parossistica sopraventricolare.

Fibrillazione atriale e flutter atriale La fibrillazione atriale è una aritmia sopraventricolare caratterizzata da un’attività elettrica atriale caotica e irregolare ad alta frequenza, che determina la perdita della funzione meccanica della contrazione atriale, la quale contribuisce al 20-30% del riempimento ventricolare. Le pareti degli atri, infatti, “fibrillano” ovvero sussultano invece di contrarsi. Nel flutter invece gli atri battono ad alta frequenza ma in modo ritmico, perdendo comunque di efficienza contrattile. In entrambe questi tipi di aritmie le cose si complicano quando anche i ventricoli rispondono ad elevata frequenza. La complicanza più temibile della fibrillazione atriale (e del flutter) è l’ictus tromboembolico, che si verifica perché il cuore non si contrae in modo completo: viene così favorito il ristagno negli atri del sangue che può coagulare dando luogo alla formazione di trombi; questi ultimi, se immessi in circolo (emboli), possono fermarsi a livello di una arteria, come quelle cerebrali (ictus) o a livello dell’intestino (infarto intestinale), dei reni (infarto renale) o degli arti. La fibrillazione e il flutter atriale possono essere causati da tutte quelle condizioni che provocano una dilatazione degli atri (es. insufficienza mitralica, ipertensione arteriosa), dalla cardiopatia ischemica, dall’ipertiroidismo, dall’abuso di alcol (soprattutto il binge drinking), dall’infiammazione, dalle pericarditi, dalla malattia del nodo del seno. L’età e il diabete rappresentano altri fattori di rischio. Tachicardia parossistica sopraventriclare (Tpsv) È un’aritmia caratterizzata da un’elevata frequenza e che ha inizio e fine improvvise. Si può verificare anche nei giovani, a seguito di uno sforzo fisico importante. Episodi ricorrenti di Tpsv si riscontrano frequentemente nella sindrome di Wolff-Parkinson-White, una condizione nella quale i segnali elettrici atriali passano ai ventricoli attraverso una via accessoria, senza essere ‘filtrati’ dal nodo atrio-ventricolare; per questo motivo la frequenza cardiaca può raggiungere valori estremamente elevati e compromettere in maniera severa l’efficienza emodinamica del cuore.

Quanto dura un attacco di fibrillazione atriale?

La fibrillazione atriale è un ritmo atriale rapido e irregolarmente irregolare. I sintomi comprendono palpitazioni e talvolta astenia, intolleranza allo sforzo, dispnea e presincope. Possono formarsi trombi atriali, che determinano un significativo aumento del rischio di ictus embolico. La diagnosi è basata sull’ECG. Il trattamento comprende il controllo della frequenza con i farmaci che agiscono sul nodo AV, la prevenzione del tromboembolismo con la terapia anticoagulante e talvolta il controllo del ritmo con farmaci antiaritmici o la cardioversione elettrica. Si pensa che la fibrillazione atriale rifletta la presenza di molteplici onde che derivano da piccoli rientri caotici che si sostengono all’interno degli atri. Tuttavia, in molti casi, l’attivazione di un focus ectopico all’interno di strutture venose adiacenti agli atri (solitamente le vene polmonari) è responsabile sia dell’inizio che del mantenimento della fibrillazione atriale. Nella fibrillazione atriale gli atri non si contraggono e il sistema di conduzione atrioventricolare è bombardato da molteplici stimoli elettrici, provocando un’incostante trasmissione dell’impulso dagli atri ai ventricoli e una frequenza ventricolare irregolarmente irregolare, che però solitamente ricade nel range della tachicardia. La fibrillazione atriale è l’aritmia più comune riscontrata in clinica e colpisce da 3 a 6 milioni di adulti negli Stati Uniti. Gli uomini e i bianchi hanno un numero maggiore di probabilità di esserne affetti rispetto alle donne e ai neri. La prevalenza aumenta con l’età; quasi il 10% delle persone di età > 80 anni ne è affetto. La fibrillazione atriale tende a verificarsi in pazienti con disturbi cardiaci di base. L’assenza di contrazioni atriali predispone alla formazione di trombi; il rischio annuale di un evento embolico cerebrovascolare è di circa il 7%. Il rischio di ictus Panoramica sull’ictus Il termine ictus racchiude un gruppo eterogeneo di patologie caratterizzate da improvvisa interruzione focale del flusso ematico cerebrale, che causa deficit neurologici. Gli ictus possono essere. maggiori informazioni è maggiore nei pazienti più anziani e nei pazienti con valvulopatia reumatica, valvola cardiaca meccanica, ipertiroidismo, ipertensione, diabete, disfunzione sistolica ventricolare sinistra o precedenti episodi tromboembolici. Gli emboli sistemici possono anche causare disfunzioni o necrosi di altri organi (p.

Abuso d’assunzione di alcol (sindrome del cuore in vacanza)

Cause meno frequenti di fibrillazione atriale sono La fibrillazione atriale isolata è la fibrillazione atriale senza causa identificabile, nei pazienti di età < 60 anni. La fibrillazione atriale parossistica è una fibrillazione atriale che dura < 1 settimana dopo essersi convertita spontaneamente o tramite un intervento a ritmo sinusale normale. Gli episodi possono ripetersi. La fibrillazione atriale persistente è una fibrillazione atriale continua che dura > 1 settimana. La fibrillazione atriale persistente di lunga durata dura > 1 anno, ma vi è ancora la possibilità di ripristinare il ritmo sinusale. La fibrillazione atriale permanente non può essere convertita in ritmo sinusale (il termine comprende anche i pazienti per i quali è stata presa la decisione di non tentare la conversione in ritmo sinusale). Più lunga è la durata della fibrillazione atriale, meno probabile è la sua conversione spontanea a ritmo sinusale e più difficile è la sua cardioversione a causa del rimodellamento atriale (ossia, cambiamenti nell’elettrofisiologia atriale dovuti alle alte frequenze di attivazione atriale, come la riduzione della refrattarietà atriale, l’aumento della dispersione spaziale della refrattarietà atriale, e/o la riduzione della velocità di conduzione intra-atriale).

Perché arriva la fibrillazione atriale?

Quali sono le cause della fibrillazione atriale? – La fibrillazione atriale è un’aritmia che insorge in presenza di condizioni predisponenti ; le principali sono concomitanti patologie cardiache quali: precedente infarto miocardico, scompenso cardiaco, vizi valvolari, ipertensione arteriosa,

  • Talora la fibrillazione atriale insorge a causa di un’alterazione della funzionalità tiroidea o a causa di una patologia polmonare.
  • In un numero ridotto di casi l’aritmia si manifesta senza una causa evidente.
  • La fibrillazione atriale, in pazienti affetti dalle suddette patologie o in quelli predisposti all’insorgenza dell’aritmia, viene innescata da alcuni impulsi elettrici anomali, provenienti da cellule cardiache che si trovano nelle fibre muscolari presenti nel primo tratto delle vene polmonari (trigger).

Le vene polmonari sono condotti venosi che portano sangue ossigenato dai polmoni all’atrio sinistro. L’area maggiormente coinvolta nella genesi della fibrillazione atriale è costituita dai segmenti della giunzione vena-atrio, dove risiedono frequentemente i foci aritmogeni.

Quanti battiti si hanno con la fibrillazione atriale?

Fibrillazione atriale: alterazione ritmo cardiaco Dettagli Pubblicato: 04 Aprile 2018 – Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio 2022 La fibrillazione atriale è una malattia del cuore che provoca e, spesso, accelerazione del battito. La frequenza del battito del cuore, in condizioni di riposo, è regolare ed è generalmente compresa fra le 60 e le 100 pulsazioni al minuto. In presenza di fibrillazione atriale, invece, il battito diviene irregolare e può superare le 100 pulsazioni al minuto.

  • La fibrillazione atriale può essere percepita con, vale a dire con la sensazione che il cuore batta con forza, sfarfalli o pulsi in modo irregolare per qualche secondo, per pochi minuti o, più raramente, in modo persistente.
  • A volte, la fibrillazione atriale non provoca alcun disturbo (sintomo) e, quindi, si può essere del tutto ignari dell’avere un battito cardiaco irregolare.
  • È comunque bene recarsi dal medico se la frequenza del battito cardiaco dovesse cambiare improvvisamente, in particolare quando risulti al di sotto dei 60 o sopra i 100 battiti al minuto e quando siano presenti altri sintomi quali e difficoltà a respirare.

Il cuore ha un suo sistema elettrico interno attraverso cui viaggiano gli impulsi che fanno contrarre le fibre muscolari. Il segnale elettrico nasce in un gruppo di cellule (il nodo seno-atriale ) che si trova nell’atrio destro e determina la frequenza regolare del battito cardiaco.

  1. Da qui il segnale elettrico si propaga al resto dell’atrio destro e al vicino atrio sinistro.
  2. Dagli atri il segnale passa ai ventricoli attraverso il nodo atrio-ventricolare, che si trova al confine tra atri e ventricoli.
  3. Nella fibrillazione atriale l’impulso del battito cardiaco non parte più dal nodo seno-atriale ma da altre zone, prevalentemente dalle aree che circondano lo sbocco delle vene polmonari nell’atrio sinistro.
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Le pareti degli atri fibrillano e non si contraggono in modo simultaneo. Gli atri pulsano ad alta frequenza in maniera completamente caotica. Il nodo atrio-ventricolare riceve quindi dall’atrio molti più impulsi di quanti sia in grado di condurne, e trasmette ai ventricoli solo alcuni battiti in maniera casuale.

Questa variabilità della conduzione atrioventricolare fa sì che i ventricoli si contraggano in maniera irregolare. La complicazione più temibile della fibrillazione atriale è l’ tromboembolico che si verifica come conseguenza della ridotta contrazione atriale, il sangue ristagna in atrio sinistro e può coagulare formando trombi che, immessi nel circolo sanguigno, possono fermarsi a livello di una arteria del cervello ostruendola.

La fibrillazione atriale può essere definita in vari modi, a seconda della gravità della manifestazione:

  • fibrillazione atriale parossistica, gli episodi si presentano a intermittenza e, di solito, si interrompono entro 48 ore senza alcun trattamento
  • fibrillazione atriale persistente, ogni episodio dura più di sette giorni
  • fibrillazione atriale persistente durevole, la fibrillazione atriale è continua da un anno o più
  • fibrillazione atriale permanente, la fibrillazione atriale è sempre presente

La fibrillazione atriale si manifesta principalmente negli anziani. Considerando il progressivo invecchiamento della popolazione italiana, rappresenta una condizione destinata a diffondersi e ad aumentare a cui va posta, quindi, particolare attenzione in sanità pubblica.

  1. La fibrillazione atriale si verifica con maggiore probabilità in presenza di altre malattie quali l’ (pressione alta), l’ coronarica, le cardiache.
  2. Nella maggior parte dei casi non è una malattia grave ma può creare delle complicazioni e richiedere una cura.
  3. A lungo andare, i pazienti con fibrillazione atriale permanente possono andare incontro ad,

Per tale motivo conviene sempre tentare di ripristinare il ritmo sinusale normale. Una condizione simile alla fibrillazione atriale è il cosiddetto flutter atriale, Consiste nella contrazione degli atrii ad alta frequenza ma in modo ritmico. È meno comune della fibrillazione atriale ma condivide con essa gli stessi disturbi (sintomi), le cause e le possibili complicazioni.

Circa un terzo delle persone con flutter atriale ha anche la fibrillazione atriale (). Specialmente nelle persone anziane, la fibrillazione atriale può non essere percepita; l’ è scoperta solo in caso di esami di controllo o di accertamenti eseguiti per altre malattie. Di norma, è praticata la cardioversione elettrica (erogazione di impulsi elettrici al fine di ripristinare il battito regolare), in alternativa si può tentare la cardioversione farmacologica.

Il disturbo (sintomo) più caratteristico della fibrillazione atriale è rappresentato dalle, vale a dire dalla sensazione che il cuore batta forte, sfarfalli o, semplicemente, batta in modo irregolare per pochi secondi, per qualche minuto o, talvolta, in modo più persistente.

Altri possibili disturbi includono: stanchezza e capacità fisiche ridotte; affanno; sensazioni di svenimento o di stordimento; dolore al petto. Il battito anormale della fibrillazione atriale riduce prestazioni ed efficienza del cuore. Questo può portare ad un abbassamento della pressione arteriosa () e allo,

È consigliabile consultare subito il proprio medico qualora si percepisca un repentino cambiamento nel battito del cuore o si sentano dolori al petto. La conferma della presenza della fibrillazione atriale è possibile solo mediante l’ (ECG) che registra il ritmo e l’attività elettrica del cuore.

  1. Al momento non si conoscono le cause effettive della fibrillazione atriale, ma i risultati degli studi hanno mostrato come essa diventi più comune con l’avanzare dell’età. Inoltre, la sua frequenza è maggiore nelle persone che hanno altre malattie dell’apparato cardiovascolare quali:
  2. Può essere associata anche a:
  3. Fattori scatenanti
  4. Alcune situazioni possono scatenare episodi di fibrillazione atriale, fra queste l’abuso di alcol, il sovrappeso, il consumo smodato di caffeina, tè, caffè o bevande energetiche, il consumo di droghe, specialmente anfetamine o cocaina, l’abitudine al fumo.

Poiché la fibrillazione può non portare a sintomi e può essere intermittente, la sua diagnosi è generalmente difficile. Controllare il battito cardiaco per capire se è irregolare può essere un buon indicatore per scoprire la fibrillazione atriale ma, per poterla accertare (diagnosticare) è comunque necessario un elettrocardiogramma e una visita cardiologica.

  • riposare in posizione seduta per cinque minuti evitando di fumare o di consumare caffeina prima di effettuare la misurazione
  • stendere il braccio sinistro con il palmo della mano rivolto in su ed il gomito lievemente piegato
  • poggiare con fermezza i polpastrelli del dito indice e medio della mano destra sul polso sinistro, verso la parte esterna (lato del pollice)
  • contare il numero di battiti in un minuto con l’aiuto della lancetta dei secondi dell’orologio, o di un cronometro

In alcuni casi se la frequenza cardiaca è alta, e la pressione è bassa il polso può diventare filiforme e quindi può essere difficile controllare la frequenza cardiaca dal polso radiale. A riposo, la normale frequenza cardiaca dovrebbe essere fra i 60 e i 100 battiti al minuto.

  • si nota un cambiamento improvviso nelle pulsazioni
  • il battito è consistentemente minore di 60 o maggiore di 100 (in particolare se si è in presenza di altri sintomi quali affanno e stanchezza)

In caso di dolore al petto è necessario rivolgersi al medico urgentemente. Se sospetta la presenza di una fibrillazione atriale, il medico esegue un elettrocardiogramma (ECG) e prescrive una visita cardiologica per ulteriori accertamenti. La fibrillazione atriale viene diagnosticata solo se al momento dell’esecuzione dell’esame elettrocardiografico l’ è in corso.

I cardiologi specializzati nella valutazione dei disturbi elettrici del cuore sono gli elettrofisiologi. Essi possono suggerire ed eseguire l’, una procedura per trattare la fibrillazione atriale. Elettrocardiogramma (ECG) L’è l’esame che registra il ritmo e l’attività elettrica del cuore. Normalmente si esegue in ospedale o in ambulatorio, richiede solo pochi minuti e non è doloroso; durante il suo svolgimento delle piccole ventose metalliche chiamate elettrodi, connesse con dei cavi al dispositivo per l’ECG, sono posizionate su braccia, gambe e torace.

Ogni volta che il cuore batte, produce segnali elettrici, il dispositivo per ECG registra questi segnali sulla carta. Se si verifica un episodio di fibrillazione atriale durante un ECG, vengono registrati segnali elettrici anomali. Questa rilevazione accerta (diagnostica) la fibrillazione atriale e permette di escludere altre malattie.

  1. Poiché può essere difficile cogliere l’episodio di fibrillazione atriale, il medico può richiedere di indossare un piccolo apparecchio ECG portatile (cosiddetto “”) durante il normale svolgimento delle attività quotidiane.
  2. Questo strumento tiene traccia del battito continuativamente per 24 ore, o dalla sua accensione al verificarsi della fibrillazione atriale fornendo così la possibilità di valutare il ritmo cardiaco per un periodo prolungato.

Generalmente, si richiede al paziente di tenere un diario con orario e attività svolte in modo da poter descrivere eventuali disturbi (sintomi) che si verifichino durante le ore di registrazione dell’attività cardiaca.

  • L’ holter cardiaco, può essere collocato in una tasca, fissato alla cintura o ad una apposita tracolla posta intorno alle spalle.
  • Ulteriori esami
  • Altri accertamenti per la fibrillazione atriale includono:
  • , è una scansione ad che produce un’immagine in movimento del cuore. Tramite l’ecocardiogramma è possibile identificare aree di scarsa circolazione sanguigna, valvole cardiache anormali e alterazioni nel funzionamento del muscolo cardiaco
  • toracica, serve per identificare vari tipi di problemi polmonari che potrebbero aver causato la fibrillazione atriale
  • analisi del sangue, possono evidenziare cause che determinano aumento della frequenza cardiaca come anemia, disturbi delle funzioni renali, o

La terapia per la fibrillazione atriale include l’assunzione di per ridurre e/o normalizzare la frequenza del cuore e ridurre il rischio di ; le procedure per ripristinare il normale ritmo cardiaco sono, oltre agli, la cardioversione, l’, l’impianto di un,

  • età
  • condizioni generali di salute
  • tipo di fibrillazione atriale
  • sintomi
  • presenza di una causa scatenante che necessita di trattamento
  • comorbidità (presenza di più patologie)

Il primo passo consiste nel trovare la causa della fibrillazione atriale. Se è individuata può essere sufficiente intervenire solo su di essa. Ad esempio, in caso di i farmaci impiegati per la cura di questo disturbo dovrebbero essere in grado di risolvere anche la fibrillazione atriale. Se invece non si riesce ad identificare la causa di fondo, le opzioni di cura sono:

  • che riducano il rischio di ictus
  • farmaci antiaritmici che tengano sotto controllo la fibrillazione atriale e potenzialmente possano ripristinare e mantenere il ritmo sinusale
  • cardioversione elettrica (trattamento che preveda l’uso di impulsi elettrici)
  • ablazione transcatetere

Farmaci Esistono diversi farmaci antiaritmici che possono controllare la fibrillazione atriale:

  • ripristinando il normale battito cardiaco
  • controllando la frequenza del battito

La scelta del farmaco antiaritmico dipende dal tipo di fibrillazione atriale, dalle altre malattie preesistenti, dagli effetti collaterali del farmaco prescelto e da quanto la fibrillazione migliori dopo la somministrazione. Gli antiaritmici, che tendono a normalizzare il battito cardiaco, appartengono a varie classi ed esplicano la loro azione attraverso meccanismi differenti.Gli antiaritmici di classe I agiscono sui canali del sodio (cioè i canali che regolano l’entrata e l’uscita degli ioni sodio).

  1. Gli antiaritmici di classe II sono principi attivi ad azione, cioè capaci di bloccare dei recettori, i recettori β-adrenergici (ad esempio il propanololo).
  2. Gli antiaritmici di classe III agiscono attraverso il blocco dei canali del potassio, cioè i canali che regolano l’entrata e l’uscita del potassio dalle cellule cardiache (ad esempio il l’amiodarone) mentre quelli di classe IV esercitano la loro attività attraverso il blocco dei canali del calcio (ad esempio il verapamil).
  3. Importanti sono anche altri farmaci come l’adenosina che agisce direttamente sul nodo atrioventricolare che crea e conduce un impulso elettrico dagli atri ai ventricoli determinando la contrazione adatta ad inviare sangue tutto l’organismo e i glicosidi digitalici (che agiscono aumentando il livelli di sodio nelle cellule cardiache e sono utilizzati nella fibrillazione e nel flutter atriale per ridurre la frequenza cardiaca).
  4. Il rischio di ictus

Il modo in cui il cuore batte in caso di fibrillazione atriale implica il rischio di formazione di coaguli di sangue nelle camere cardiache. Se questi entrano nel flusso sanguigno, possono essere causa di, Il medico valuta il rischio e cerca di ridurre al minimo la probabilità che ciò possa verificarsi.

In particolare, prende in considerazione l’età e la precedente comparsa (pregressi) di: A seconda dell’entità del rischio di ictus, possono essere prescritti dei farmaci anticoagulanti: i TAO, Terapia Anticoagulante Orale, (warfarin e altri anti-), che inibiscono la sintesi epatica dei fattori di coagulazione mediante l’inibizione dell’assorbimento della vitamina K; questi farmaci sono molto efficaci, ma il profilo di efficacia può essere influenzato dall’interazione con altri farmaci o con alimenti ricchi di vitamina K); richiedono monitoraggio frequente dell’anticoagulazione; i NAO, nuovi anticoagulanti orali (rivaroxaban, apixaban, dabigatran), inibitori diretti della trombina, che consentono di mantenere il sangue scoagulato senza la necessità di controlli frequenti sull’anticoagulazione, ma presentano controindicazioni importanti, come l’età anziana, l’, le patologie valvolari di grado severo.In questi casi è necessario valutare il pericolo che possano verificarsi emorragie sia prima di prendere il medicinale, sia durante la sua assunzione.

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L’ aspirina non è raccomandata nella prevenzione di ictus causati da fibrillazione atriale. La cardioversione elettrica, in genere praticata nelle strutture ospedaliere, può essere raccomandata in alcuni casi di fibrillazione atriale. Essa comporta l’applicazione di stimoli elettrici controllati, nel tentativo di ripristinare il normale ritmo cardiaco.

  1. Se la fibrillazione atriale si protrae da più di due giorni, la cardioversione può aumentare il rischio di formazione di coaguli.
  2. In questo caso, sono somministrati anticoagulanti per tre o quattro settimane prima di effettuarla e, in seguito, per almeno altre quattro settimane per ridurre al minimo il rischio di ictus.

Oppure, senza aspettare le tre-quattro settimane di anticoagulazione si esegue un esame ecocardiografico transesofageo che escluda la presenza di trombosi atriali o intra-auricolare (appendice che rappresenta un prolungamento dell’atrio) e se l’esame è negativo si può procedere rapidamente alla cardioversione elettrica.

  1. L’assunzione di anticoagulanti può essere sospesa dopo un mese da una cardioversione eseguita con successo.
  2. In alcuni casi, però, può essere necessario continuare a prenderli se il rischio di una nuova fibrillazione atriale è alto, in presenza di alto rischio di ictus e in caso di un’anamnesi positiva per episodi ricorrenti di fibrillazione.

Ablazione transcatetere L’ è una procedura mirata a distruggere selettivamente la parte di cuore malata e a interrompere i circuiti elettrici anomali. È presa in considerazione nei casi in cui i farmaci non siano efficaci o non vengano tollerati. Il catetere (sonda sottile e morbida) è guidato attraverso una vena fino al cuore, dove viene registrata l’attività elettrica.

  • Una volta rintracciata la fonte dell’anomalia, una fonte di energia, ad esempio onde radio ad alta frequenza che generano calore, è utilizzata tramite il catetere ablatore per distruggere il tessuto.
  • Questa procedura può durare circa due, tre ore e, di solito, è praticata in,
  • La ripresa dopo l’ablazione transcatetere di norma è rapida e, in genere, si può tornare a svolgere le normali attività quotidiane sin dal giorno dopo.

Per le due settimane successive, però, è sconsigliato sollevare pesi e mettersi alla guida di veicoli. Seguire uno stile di vita sano e attuare i cambiamenti necessari a ridurre il rischio che possano manifestarsi malattie cardiovascolari può aiutare a prevenire la fibrillazione atriale.

  • seguire un’alimentazione varia e bilanciata, ricca di verdura e frutta,, pesce,, e povera di saturi,, e zuccheri
  • non fumare
  • praticare regolarmente : esiste una relazione inversa fra movimento ed episodi di fibrillazione atriale: è stato evidenziato che durante l’estate, quando le persone si muovono di più, gli episodi di fibrillazione atriale sono meno frequenti; pertanto in questi pazienti si suggerisce di dedicare del tempo a svolgere attività fisica moderata
  • mantenere un peso ottimale

Se già si hanno problemi di cuore o fattori di rischio per fibrillazione atriale, è bene consultare il proprio medico per gestire al meglio la situazione. Oltre all’adozione dei suggerimenti sopra indicati, che sono d’aiuto nel controllo della malattia, il medico può anche consigliare di:

  • tenere sotto controllo e con cambiamenti alimentari specifici e (se necessari)
  • l imitare o abolire il consumo di alcolici
  • controllare il livello di zuccheri nel sangue, in caso di
  • seguire scrupolosamente le cure prescritte

Le persone con fibrillazione atriale – anche permanente – possono vivere una vita normale e attiva. In caso di fibrillazione atriale, le cure mediche sono molto importanti. È necessario presentarsi a tutti i controlli medici. Tenere una lista dei che si stanno prendendo, così da poterla mostrare in qualsiasi visita medica o ambulatoriale.

  1. È molto importante che il medico sappia esattamente quali medicinali si stiano usando.
  2. Seguire scrupolosamente le indicazioni del medico nell’assunzione dei farmaci.
  3. È necessario essere estremamente cauti con i medicinali da banco, gli e i farmaci per e,
  4. Alcuni di questi prodotti, infatti, contengono stimolanti che possono scatenare episodi di cardiache.

Inoltre, alcuni farmaci da banco possono avere interazioni pericolose con i farmaci per il ritmo cardiaco. È opportuno avvertire subito il medico se i farmaci stanno causando effetti indesiderati (effetti collaterali), se i disturbi peggiorano o se ne sono comparsi di nuovi.

  • Se si stanno prendendo sono necessari controlli scrupolosi.
  • Ad esempio, effettuare analisi cliniche di routine per controllarne l’efficacia.
  • Inoltre, è bene consultarsi col medico sulla da seguire.
  • Alcuni cibi possono interferire con alcuni farmaci.
  • Altri fattori di cui parlare con il medico sono l’, il controllo del peso e il consumo di alcolici.

Prossimo aggiornamento: 19 Gennaio 2024 : Fibrillazione atriale: alterazione ritmo cardiaco

Perché la fibrillazione atriale viene sempre di notte?

Il ruolo del sonno REM – Gli stessi ricercatori hanno approfondito il tema in un altro studio, per il quale hanno seguito oltre mille soggetti senza apnee per capire come anomalie nelle diverse fasi del sonno potessero modificare il rischio di fibrillazione atriale.

I partecipanti sono stati analizzati per valutare durata e qualit del sonno, quanto occorreva loro per addormentarsi e anche il pattern del riposo, per esempio la diversa durata delle varie fasi REM e non-REM; cos facendo gli autori hanno scoperto che il rischio di fibrillazione atriale aumenta soprattutto se si riduce il sonno REM, quello meno profondo caratterizzato dall’attivit onirica.

Il meccanismo non ancora ben chiaro ma il legame plausibile: il sonno ha un impatto sull’attivit del sistema nervoso autonomo, che a sua volta controlla la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna – osserva il coordinatore dell’indagine, il cardiologo Gregory Marcus –.

  1. I risvegli e lo scarso sonno REM potrebbero provocare un maggiore stress sul cuore e alla lunga favorire la comparsa di aritmie.
  2. Perci tutte le strategie utili a migliorare la qualit del sonno possono essere utili per il benessere del cuore: fare regolarmente esercizio fisico, diminuire il consumo di caffeina e avere una buona routine serale per avvicinarsi al riposo sono le regole principali per dormire bene.

E se c’ qualche disturbo del sonno, sempre opportuno parlarne al medico.17 novembre 2016 (modifica il 18 novembre 2016 | 10:09) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Chi soffre di fibrillazione atriale può bere caffè?

CAFFEINA E FIBRILLAZIONE ATRIALE CAFFEINA E FIBRILLAZIONE ATRIALE Una metanalisi di un gruppo di ricercatori cinesi ha concluso che esiste una relazione inversa tra un’assunzione regolare di caffeina e il rischio di fibrillazione atriale. Il dr. Min Cheng dello State Key Laboratory of Cardiovascular Disease di Pechino non solo afferma che è altamente improbabile che il consumo abituale di caffeina aumenti il rischio di fibrillazione atriale ma sostiene che, poiché la fibrosi atriale è un importante substrato per l’insorgenza di questa aritmia e la caffeina possiede proprietà antifibrosi, questi studi potrebbero aprire la strada allo sviluppo della caffeina come agente protettivo nei confronti della fibrillazione. L’analisi è stata condotta su sei studi prospettici di coorte che hanno incluso 228.465 partecipanti. Tre studi sono stati effettuati negli Stati Uniti, due in Svezia ed uno in Danimarca. In un periodo medio di follow-up durato da 4 a 25 anni, la fibrillazione atriale è comparsa in 4261 soggetti.

  1. L’ età media era compresa tra 53 e 63 anni.
  2. La prevalenza del fumo era pari al 5.8% tra i più scarsi consumatori di caffeina e pari al 76.8% tra coloro che ne assumevano le dosi maggiori.
  3. Si conferma l’associazione tra caffè e sigaretta! La fibrillazione è stata documentata con elettrocardiogramma, l’assunzione di caffeina con il riferito consumo quotidiano, inoltre in tre studi è stato sommato anche il consumo di te, cacao o cioccolato, caffè e cola.

I risultati dell’analisi aggiustati per i fattori potenzialmente confondenti hanno mostrato una riduzione del rischio pari all’11% tra gli scarsi consumatori e del 16% tra i consumatori di quantità maggiori di caffeina. Inoltre l’incidenza di fibrillazione atriale si riduceva del 6% per ogni incremento di 300 mg/die di caffeina rispetto al consumo abituale (per dare un’idea la nostra tazzina di caffè ha un contenuto in caffeina che può variare tra 30 e 170 mg.;un “decaffeinato” contiene circa 3 mg di caffeina). Gli autori dello studio suggeriscono che il consumo abituale di caffeina può offrire un moderato effetto protettivo per varie ragioni. Nei consumatori abituali gli effetti adrenergici della caffeina vengono attenuati pertanto il possibile effetto pro aritmico acuto si riduce.

La caffeina possiede un effetto anti fibrosi e quindi può giocare un ruolo nel ridurre il rischio di FA. Spesso si raccomanda ai pazienti affetti da fibrillazione atriale di evitare stimolanti ma l’evidenza di effetti deleteri della caffeina sono davvero inconsistenti. Siamo lontani dall’utilizzare la caffeina per trattare la fibrillazione ma possiamo dire che un paziente con fibrillazione atriale può bere serenamente la sua tazzina di caffè.

Per chi fosse interessato alla sua tazzina di caffè rimandiamo alla lettura della newsletter in archivio “Rischi e benefici dell’assunzione di caffè sulle malattie cardiovascolari”. (James H. O’Keefe, Salman K. Bhatti, Harshal R. Patil et al. Effects of Habitual Coffee Consumption on Cardiometabolic Disease, Cardiovascular Health, and All-Cause Mortality J Am Coll Cardiol.2013;62(12):1043-1051 ) Fonti: Cheng M, Hu Z, Lu X et al.

Antonella Labellarte Cardiologa Ospedale S. Eugenio, Roma

: CAFFEINA E FIBRILLAZIONE ATRIALE

Chi soffre di fibrillazione atriale può fare sport?

Le attività sportive consigliate – La corsa è un’attività che può essere praticata senza particolari problemi. Ovviamente anche in questo caso è importante farlo con le dovute precauzioni e in modo moderato, sia per frequenza che per intensità.1 Una menzione a parte, poi, va fatta per lo yoga,

Come ci si accorge di avere la fibrillazione atriale?

La diagnosi di fibrillazione atriale è molto semplice: è sufficiente un elettrocardiogramma. Il problema è rappresentato dalla difficoltà di cogliere l’aritmia quando è presente (per la breve durata o per la totale mancanza dei sintomi di riferimento).

Chi soffre di fibrillazione atriale può avere rapporti sessuali?

Aritmie cardiache, pacemakers e ICD – L’attività sessuale è possibile per i pazienti con fibrillazione atriale o flutter atriale e frequenza ventricolare ben controllata. L’attività sessuale è ragionevole per i pazienti con una storia di tachicardia da rientro atrioventricolare di tipo nodale, tachicardia da rientro atrio-ventricolare o tachicardia atriale con aritmie controllate.

L’attività sessuale è possibile per i pazienti con pacemaker. L’attività sessuale è possibile per i pazienti con ICD impiantato per prevenzione primaria. L’attività sessuale è possibile per i pazienti con ICD usati per la prevenzione secondaria, nei quali l’attività fisica moderata (≥ 3-5 MET) non precipita una tachicardia o una fibrillazione ventricolare e che non ricevono frequenti scariche multiple appropriate.

L’attività sessuale dovrebbe essere differita per i pazienti con fibrillazione atriale a frequenza ventricolare scarsamente controllata, aritmie sopraventricolari non controllate o sintomatiche, tachicardia ventricolare spontanea o indotta da esercizio fisico fino a quando la condizione non è gestita in modo ottimale.

Che differenza c’è tra aritmia e fibrillazione?

Conclusioni –

  1. Ricapitolando, quando si parla di tachicardia, bradicardia e fibrillazione atriale (e ventricolare) ci stiamo riferendo alle cosiddette aritmie, ovvero irregolarità nel ritmo cardiaco.
  2. La tachicardia presenta un ritmo più rapido del normale, la bradicardia uno più lento, la fibrillazione, invece, un ritmo irregolare.
  3. In ogni caso, è importante rivolgersi ad un cardiologo per sottoporsi a visite ed esami approfonditi e diagnosticare eventuali anomalie cardiache.
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ATTENZIONE: Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio. : Differenza tra tachicardia, bradicardia e fibrillazione atriale

Quali sono i farmaci per curare la fibrillazione atriale?

Farmaci antiaritmici: per ristabilire la giusta frequenza e il corretto ritmo del cuore – Nel momento in cui la fibrillazione atriale si presenta, si tende a ripristinare il normale ritmo cardiaco attraverso la cardioversione, Questa procedura può essere di due tipi: elettrica o farmacologica,

Quella elettrica utilizza uno stimolo elettrico per “risincronizzare” il cuore, La cardioversione farmacologica invece, utilizza farmaci tra i quali la flecainide, il propafenone, la procainammide e l’ amiodarone, che permettono di raggiungere lo stesso scopo. Altri farmaci invece vanno ad agire sulla frequenza cardiaca,

Tra questi ci sono i beta-bloccanti, i calcio antagonisti non-diidropiridinici e la digossina, Tutti questi farmaci appartengono alla categoria degli antiaritmici e vanno ad agire sui canali ionici che regolano l’ingresso e l’uscita degli ioni nelle cellule del cuore (i principali sono il sodio, il potassio e il calcio).

La differenza tra questi farmaci sta nel tipo di canale su cui vanno ad agire e quindi sulla tipologia di ioni su cui vanno ad influire.Si preferisce uno o un altro antiaritmico, in base alla sintomatologia con cui la fibrillazione atriale si manifesta, il tempo passato tra l’esordio del disturbo e l’inizio della terapia o, ancora, le patologie concomitanti,

La digossina, ad esempio, è un farmaco antiaritmico che può essere utilizzato per trattare la fibrillazione atriale quando associata allo scompenso cardiaco, Questo perché, oltre ad esercitare un’azione sulla frequenza cardiaca, è anche in grado di aumentare la forza di contrazione del cuore,

Quale betabloccante per fibrillazione atriale?

A diverse decadi dalla sua introduzione in commercio, il metoprololo costituisce ancora un’opzione efficace per il trattamento della fibrillazione atriale, specie nei soggetti con comorbilità importanti quali infarto miocardico, scompenso cardiaco e aritmie ventricolari (1,2,3).

Cosa si rischia con la fibrillazione?

I sintomi della fibrillazione atriale – I pazienti con fibrillazione atriale avvertono in genere una sensazione di battito irregolare, spesso accelerato (cardiopalmo aritmico); possono inoltre aversi mancanza di fiato (dispnea) e una sensazione di debolezza,

I sintomi possono avere carattere episodico o presentarsi con maggior frequenza durante uno sforzo fisico. Tuttavia in alcuni casi, non così rari, la fibrillazione atriale è asintomatica, Questi casi sono molto delicati perché il paziente non avverte segnali di allarme, l’eventuale trattamento viene ritardato e il cuore può andare incontro a una riduzione della propria capacità funzionale, oltre ad aumentare il rischio di fenomeni embolici periferici.

Infatti la fibrillazione atriale aumenta significativamente il rischio di eventi trombotici : l’immobilità meccanica degli atri può favorire la formazione di coaguli che possono raggiungere il circolo cerebrale e provocare ischemie e ictus cerebrali,

Quando mi metto a letto mi batte forte il cuore?

2.Perché viene la tachicardia notturna? – La posizione che si assume durante il sonno è una delle cause principali di tachicardia notturna. Infatti, dormire piegati su un fianco (soprattutto quello sinistro) può aumentare la pressione all’interno della cavità toracica che va a spingere sul cuore, causando le palpitazioni.

  • ansia, stress o depressione: le palpitazioni sono comuni durante gli attacchi di panico che spesso colpiscono di notte;
  • disidratazione e squilibrio di potassio o magnesio, elettroliti necessari al controllo del ritmo cardiaco;
  • fumo di sigaretta;
  • sovrappeso o obesità;
  • febbre;
  • menopausa o gravidanza: i cambiamenti ormonali possono provocare palpitazioni che, però, nella maggior parte dei casi sono innocue;
  • eccesso di alcol, caffeina, cioccolato e alimenti ad alto contenuto di sodio o zucchero.3,4,6

Qual è più pericolosa la fibrillazione atriale o ventricolare?

Che cos’è la fibrillazione ventricolare? – La fibrillazione ventricolare è una tipologia di aritmia cardiaca che origina dai ventricoli e si manifesta attraverso un ritmo cardiaco caotico e disorganizzato, La disorganizzazione del ritmo cardiaco provocato dalla fibrillazione ventricolare impedisce al cuore di espellere come dovrebbe il sangue all’interno del circolo arterioso, situazione che, se non trattata in tempi brevissimi con manovre rianimatorie e defibrillazione, porta all’ arresto cardiocircolatorio e quindi al decesso.

Cosa mangiare per abbassare il battito cardiaco?

Cuore e alimentazione: ecco come il cibo può influire sul battito cardiaco a riposo Sono numerose le evidenze scientifiche che dimostrano l’associazione tra un battito cardiaco elevato a riposo e un maggiore rischio di patologie cardiovascolari, anche in soggetti sani, tanto da essere considerato come un fattore di monitoraggio nella valutazione del rischio cardiovascolare.

  • Pensate che, come dimostra un lavoro pubblicato nel 2014 sulla rivista European Journal of Preventive Cardiology il solo aumento di 10 battiti al minuto a riposo è associato al 10-20% in più del rischio di morte prematura.
  • Lo studio conclude affermando come stile di vita e alimentazione, ma anche specifici trattamenti farmacologici volti alla riduzione del battito cardiaco a riposo, debbano essere considerati da parte di soggetti con un battito cardiaco a riposo superiore alla norma.
  • In particolare un battito cardiaco a riposo più di 90 battiti al minuti è associato ad un rischio 5 volte maggiore di morte cardiaca improvvisa, come dimostra un lavoro del 2013 pubblicato su Heart Rhytm,

Dunque, come dimostrano le evidenze scientifiche, il battito cardiaco a riposo elevato può essere considerato un fattore di rischio indipendente riguardo alle patologie cardiovascolari anche in soggetti adulti sani. Ma cosa si potrebbe fare nell’ambito dello stile di vita e in quello di una corretta alimentazione per ridurre un battito cardiaco a riposo elevato? Sicuramente la prima cosa dovrebbe essere praticare un’attività fisica regolare, soprattutto di tipo aerobico.

  1. Purtroppo un’eccessiva sedentarietà influisce negativamente non solo sul peso corporeo ma sulla salute cardiovascolare.
  2. Muoversi un po’ di più è fondamentale ai fini della prevenzione cardiovascolare.
  3. Non a caso gli atleti sono soggetti che tendono ad avere un ritmo cardiaco a riposo molto più basso rispetto agli altri.

Ma non soloIn tutto ciò anche una corretta alimentazione ricopre un ruolo importantissimo a partire, ad esempio, dal consumo regolare di legumi. In uno studio condotto su pazienti diabetici, pubblicato nel 2012 sulla rivista Archives of Internal Medicine, è stato visto come il consumo giornaliero di 1 porzione di legumi (190 g al giorno), quali lenticchie, piselli o fagioli, per 3 mesi consecutivi fosse associato non solo a migliori livelli glicemici, con la riduzione media dell’emoglobina glicosilata A1C da 7,4 a 6,9, ma anche ad una riduzione del rischio cardiovascolare.

  1. Questo è stato il primo studio a dimostrare l’associazione tra consumo regolare di legumi e riduzione del battito cardiaco, ma, nonostante ciò, i meccanismi alla base di tutto ciò non sono stati identificati.
  2. Molto probabilmente, i legumi influiscono positivamente grazie alla loro particolare composizione in proteine vegetali e soprattutto in fibre.
  3. Quest’ultima componente è fondamentale non solo nel migliorare i livelli glicemici nell’organismo, ma anche nel migliorare quelli lipidici, che, come dimostrano evidenze scientifiche, specie riguardo a quelli relativi ai trigliceridi, possono influire negativamente sul battito cardiaco a riposo.

Nella riduzione del battito cardiaco a riposo il consumo di pesce può risultare particolarmente benefico, grazie alla presenza di omega-3. Questi particolari acidi grassi polinsaturi, noti per le proprietà antinfiammatorie, possono contribuire a ridurre il battito cardiaco a riposo.

In particolare, in un lavoro dell’ottobre 2012 pubblicato sulla rivista Frontiers in Physiology è stato visto come gli acidi grassi omega-3 siano in grado di ridurre l’eccitabilità elettrica di membrana dei miociti cardiaci, riducendo il potenziale di membrana a riposo e diminuendo la durata del periodo refrattario mediante l’inibizione dei canali ionici.

Tradotto in parole semplici, riduzione del battito cardiaco e maggiore effetto di “prevenzione” cardiovascolare. A tal proposito, il consumo regolare di pesce azzurro come merluzzo, alici, sgombro, ecc., contribuisce anche ad una corretta introduzione di acidi grassi omega-3.

  • Tra i fattori alimentari, invece, in grado di influire negativamente in tutto ciò, spicca senza dubbio il sodio.
  • Il consumo eccessivo di alimenti ricchi di questo minerale è uno dei fattori che caratterizzano l’alimentazione scorretta della nostra società,
  • Lo sbilancio idroelettrico causato da un’eccessiva introduzione di sodio può avere conseguenze deleterie non solo sulla pressione sanguigna, ma anche sul battito cardiaco.

Un consumo eccessivo di caffeina può altresì avere conseguenze negative sul battito cardiaco a riposo così come un’eccessiva presenza di massa grassa, tipica di sovrappeso e obesità. Dunque, anche in questo caso, a partire dal battito cardiaco a riposo, un’alimentazione corretta, un’attività fisica regolare e uno stile di vita sano sono i tre fattori ambientali principali da tenere in considerazione ai fini della prevenzione cardiovascolare.

Perché la fibrillazione atriale viene sempre di notte?

Il ruolo del sonno REM – Gli stessi ricercatori hanno approfondito il tema in un altro studio, per il quale hanno seguito oltre mille soggetti senza apnee per capire come anomalie nelle diverse fasi del sonno potessero modificare il rischio di fibrillazione atriale.

I partecipanti sono stati analizzati per valutare durata e qualit del sonno, quanto occorreva loro per addormentarsi e anche il pattern del riposo, per esempio la diversa durata delle varie fasi REM e non-REM; cos facendo gli autori hanno scoperto che il rischio di fibrillazione atriale aumenta soprattutto se si riduce il sonno REM, quello meno profondo caratterizzato dall’attivit onirica.

Il meccanismo non ancora ben chiaro ma il legame plausibile: il sonno ha un impatto sull’attivit del sistema nervoso autonomo, che a sua volta controlla la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna – osserva il coordinatore dell’indagine, il cardiologo Gregory Marcus –.

I risvegli e lo scarso sonno REM potrebbero provocare un maggiore stress sul cuore e alla lunga favorire la comparsa di aritmie. Perci tutte le strategie utili a migliorare la qualit del sonno possono essere utili per il benessere del cuore: fare regolarmente esercizio fisico, diminuire il consumo di caffeina e avere una buona routine serale per avvicinarsi al riposo sono le regole principali per dormire bene.

E se c’ qualche disturbo del sonno, sempre opportuno parlarne al medico.17 novembre 2016 (modifica il 18 novembre 2016 | 10:09) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cosa fare per abbassare i battiti del cuore?

2. Lunghi, lunghi, lunghi – Altrettanto importante, per abbassare la frequenza cardiaca, sono i lavori lunghi lenti, Gli sforzi brevi e intensi, infatti, non sono sufficienti. Camminate veloci prolungate (almeno un’ora), lunghi di corsa a ritmi blandi, macinare km in bici ma in piano e senza accelerazioni: tutte queste attività allenano il vostro cuore ad abbassare il battito cardiaco durante lo sforzo, proprio perché imparerà a sostenere un’attività a lungo senza picchi e, di conseguenza, abbasserà la frequenza cardiaca media durante lo sforzo.

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