Glicemia A 300 Cosa Fare Subito?
Elvira Olguin
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Quando andare al pronto soccorso per glicemia alta?
Se la glicemia è molto alta ( più di 400 mg/dl ), conviene cercare subito il proprio medico o rivolgersi alla Guardia Medica o al Pronto Soccorso.
Quali valori di glicemia sono pericolosi?
Quando i valori della glicemia sono preoccupanti? – Si parla di iperglicemia a digiuno quando il valore è compreso tra 100 e 125 mg/dl, e di alterata tolleranza al glucosio in caso di valori compresi tra 140 e 199 mg/dl due ore dopo un test da carico di glucosio.
Si considerano indicatori di diabete mellito i valori di glicemia a digiuno uguali/superiori a 126 mg/dl, rilevati in due diverse occasioni, oppure uguali/maggiori a 200 mg/dl, rilevati in qualsiasi momento della giornata in pazienti sintomatici o due ore dopo un test da carico orale di glucosio. Nei pazienti diabetici l’ ipoglicemia viene definita quando i livelli di glucosio nel sangue scendono sotto i 70 mg/dl.
Scacco matto al diabete!
Cosa abbassa immediatamente la glicemia?
Legumi –
- Fagioli e lenticchie sono ricchi di sostanze nutritive, come magnesio, fibre solubili e proteine, che possono aiutare ad abbassare la glicemia.
- Uno studio su 12 donne ha dimostrato che l’aggiunta di fagioli neri o ceci a un pasto di riso riduce significativamente i livelli glicemici post-prandiali, rispetto al consumo di riso da solo,
- Molti altri studi hanno dimostrato che mangiare legumi aiuta ad abbassare la glicemia e può proteggere dallo sviluppo del diabete,,,
Cosa succede con la glicemia a 300?
Quali valori sono pericolosi? – A questa domanda è difficile dare una risposta certa, perché entrano in gioco variabili soggettive ed altri fattori; per fornire alcuni punti di riferimento è tuttavia possibile dire che:
a lungo termine il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari aumenta in modo proporzionale ai valori di glicemia basale, secondo alcuni autori già a partire da valori pari a 80 mg/dL; a breve termine, ovvero nell’immediato, i sintomi legati alla condizione di iperglicemia tendono a comparire per valori superiori a 250/300 mg/dL (quando subentra il rischio di chetoacidosi diabetica), diventando pericolosi per la vita a circa 600 mg/dL dove richiedono assistenza ospedaliera immediata.
Quando i valori della glicemia sono preoccupanti?
Se la glicemia determinata su prelievo ematico, a digiuno e in condizioni di tranquillità, si conferma > 126mg/dl in due diverse occasioni, allora è possibile fare diagnosi di Diabete mellito.
Cosa fare se la glicemia non si abbassa?
Cosa fare in caso di ipoglicemia? – Se si hanno le vertigini, ci si sente confusi o con il cuore che batte a mille, probabilmente si tratta di ipoglicemia. In questo caso la prima cosa da fare è sospendere qualunque attività, sedersi e misurare i livelli di glicemia.
- Se i valori sono bassi (basta assumere 15-20 grammi di zucchero a rapido assorbimento (come zucchero o un cucchiaio di miele) e controllare la glicemia dopo un quarto d’ora.
- Se la glicemia non aumenta ingerire nuovamente la stessa quantità di zucchero,
- Qualora i valori rimanessero inferiori ai 70 mg/dl e in caso di peggioramento dei sintomi è consigliabile consultare il medico e assumere una fiala (1 mg) di glucagone intramuscolo.
Quando invece i valori sono superiori a 70 mg/dl e mancano ancora alcune ore al pasto, assumere una quantità di zucchero a lento assorbimento, come pane, crackers, cioccolato.
A cosa sono dovuti gli sbalzi di glicemia?
Insufficiente somministrazione di ipoglicemizzanti o insulina, in un contesto di diabete mellito; Eccessiva assunzione di cibo, specie degli alimenti ricchi di zuccheri e carboidrati (zucchero, pane bianco, dolci, pasta, frutta zuccherina come uova, cachi, fichi e banane, ecc.);
Quanto deve essere la glicemia dopo 3 ore dal pasto?
Glicemia in gravidanza – È strettamente collegata al diabete gestazionale. Per diabete gestazionale si definisce una condizione di intolleranza ai carboidrati, con primo riconoscimento durante la gravidanza. Il diabete gestazionale complica il 3-10% delle gravidanze e compare di solito nel 2°-3° trimestre.
La diagnosi di diabete gestazionale impone un controllo accurato della glicemia durante la gravidanza. In genere viene effettuato un autocontrollo glicemico domiciliare che consiste nella determinazione della glicemia a digiuno, 1-2 ore dopo i pasti. Gli obiettivi metabolici sono l’ottenimento di valori glicemici a digiuno di 70-90 mg%, valori a 140 mg% dopo un’ ora dal pasto e dopo 2 ore dal pasto inferiori a 120 mg%.
Per ottenere questi obiettivi è necessaria l’instaurazione della appropriata alimentazione ed eventuale terapia. Dieta e attività fisica spesso controllano questa forma di diabete. L’incremento deve essere ponderale a 9-11 kg nelle donne sottopeso prima della gravidanza, a 8-10 kg nelle donne normopeso prima della gravidanza, a 7-9 kg nelle donne sovrappeso prima della gravidanza ed un incremento ponderale minore di 7 kg nelle donne obese prima della gravidanza.
Cosa succede se si ha la glicemia a 500?
Il diabete può determinare complicanze acute o croniche. Le complicanze acute sono più frequenti nel diabete tipo 1 e sono in relazione alla carenza pressoché totale di insulina ma possono anche presentarsi nel diabete mellito (DM) tipo 2. Chetoacidosi diabetica Si tratta di una complicanza caratterizzata da una concentrazione eccessiva di corpi chetonici nel sangue dovuta alla carenza di insulina e all’eccesso di glucagone (ormone prodotto sempre dal pancreas ed avente una azione opposta a quella dell’insulina) tipica del DM di tipo 1 e scatenata da forti stress (infezioni, traumi, interventi chirurgici, ecc.).
In condizioni normali i trigliceridi (alcuni tipi di grassi del nostro organismo) vengono immagazzinati in particolari lipoproteine con funzione di trasporto (VLDL); nelle condizioni di digiuno e di eccesso di glucagone accompagnato a deficit di insulina si attiva la via di formazione di alcune sostanze dette corpi chetonici: il passaggio di questi nel sangue è alla base dell’acidosi metabolica che si può sviluppare nei pazienti affetti da DM e l’eliminazione attraverso il respiro di uno di questi corpi chetonici (acetone) porta a quel caratteristico odore di mela marcia dei soggetti diabetici in questa fase di scompenso.
Si ritrovano livelli molto elevati di glicemia (tra i 500 e i 700 mg/dl) e glicosuria (glucosio nelle urine) con notevole disidratazione (perdita di liquidi), dolori addominali, anoressia (mancanza di appetito), vomito, nausea. In questa fase non va commesso un errore molto comune: pensare di trovarsi di fronte a una patologia gastroenterica e conseguentemente sospendere la somministrazione di insulina.
- Ipoglicemia L’ipoglicemia, altra complicanza acuta del DM, è una condizione generalmente percepita dal soggetto diabetico, specie quando i valori glicemici scendono al di sotto dei 50 mg per 100 ml.
- Questa condizione provoca infatti il rilascio di una serie di ormoni che, dopo la comparsa di un generale senso di debolezza dovuto alla sofferenza del sistema nervoso centrale, stimolano il corpo a reagire.
Si osservano così sintomi come tremori, palpitazioni, fame intensa, pallore, salivazione e convulsioni. Se non trattata in tempo, l’ipoglicemia può condurre al coma ipoglicemico, che compare generalmente quando la concentrazione di glucosio nel sangue scende al di sotto dei 20 mg/dl e si protrae per molto tempo.
La comparsa della classica sintomatologia è comunque legata, oltre al valore assoluto della glicemia, alla tolleranza individuale ed alla velocità con cui il tasso glicemico si abbassa. Tanto più il calo è repentino, tanto più facile sarà l’insorgenza dei sintomi appena descritti, anche con valori glicemici vicini alla norma.
Le cause di questa molto comune complicanza sono rappresentate generalmente da: erronea assunzione di farmaci ipoglicemizzanti orali e/o d’insulina (eccessivo dosaggio); ridotta o mancata assunzione di cibo dopo la consueta terapia antidiabetica; intenso, prolungato e non preventivato esercizio fisico.
- Coma ipersmolare non chetosico Caratteristico del DM di tipo 2, si osserva per lo più in pazienti anziani nei quali la condizione diabetica è aggravata da eventi ricorrenti (per es.
- Infezioni o ictus cerebrale o altri eventi acuti) e la capacità di bere è menomata così da rendere impossibile il compenso alla diuresi osmotica.
La sintomatologia è caratterizzata da uno stato confusionale fino al coma e, se non trattato, fino alla morte (che comunque sopraggiunge anche nella metà dei pazienti tempestivamente trattati). Sempre presente glicosuria eccessiva (sopra i 1000 mg/dl).
La chetoacidosi è assente, perché la concentrazione di insulina nella vena porta è sufficientemente alta da prevenire la piena attivazione della formazione dei corpi chetonici a livello del fegato. I livelli nel sangue degli acidi grassi liberi sono generalmente più bassi che nella chetosi del DM tipo 1.
Nella terapia di tale forma di coma occorrono molti litri di soluzioni saline isotoniche, seguiti da ipotoniche e poi anche da soluzioni glucosate al 5%, quando la glicemia raggiunge livelli normali. Anche l’insulina è necessaria, ma a dosi più basse rispetto al coma chetoacidosico del DM tipo 1.
Retinopatia diabetica : è un danno a carico dei piccoli vasi sanguigni che irrorano la retina, con perdita finale delle facoltà visive: microaneurismi, emorragie, essudati cotonosi fino a distacchi della retina. Inoltre, le persone diabetiche hanno maggiori probabilità di sviluppare malattie oculari come glaucoma e cataratta. Nefropatia diabetica : si tratta di una riduzione progressiva della funzione di filtro del rene che, se non trattata, può condurre all’insufficienza renale fino alla necessità di dialisi e/o trapianto del rene. Malattie cardiovascolari : il rischio di malattie cardiovascolari è da 2 a 4 volte più alto nelle persone con diabete che nel resto della popolazione causando, nei Paesi industrializzati, oltre il 50% delle morti per diabete. Questo induce a considerare il rischio cardiovascolare nel paziente diabetico pari a quello assegnato a un paziente che ha avuto un evento cardiovascolare. Neuropatia diabetica : è una delle complicanze più frequenti e secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si manifesta a livelli diversi nel 50% dei diabetici. Può causare perdita di sensibilità, dolore di diversa intensità e danni agli arti, con necessità di amputazione nei casi più gravi. Può comportare, quando interessa il Sistema Nervoso Autonomo, disfunzioni del cuore, degli occhi, dello stomaco ed è una delle principali cause di impotenza maschile. Piede diabetico : le modificazioni della struttura dei vasi sanguigni e dei nervi possono causare ulcerazioni e problemi a livello degli arti inferiori, soprattutto del piede, a causa dei carichi che sopporta. Questo può rendere necessaria l’amputazione degli arti e statisticamente costituisce la prima causa di amputazione degli arti inferiori di origine non traumatica. Complicanze in gravidanza : nelle donne in gravidanza, il diabete può determinare conseguenze avverse sul feto, da malformazioni congenite a un elevato peso alla nascita, fino a un alto rischio di mortalità perinatale.
Carlo Rinaldi Medico Chirurgo Specializzato in Endocrinologia e Malattie del Ricambio. Consulente Specialista di Endocrinologia e Diabetologia presso l’Ospedale “Sacro Cuore di Gesù” Fatebenefratelli di Benevento
Quando il diabete è grave?
Queste condizioni sono così diagnosticate e definite: emoglobina glicata fra 6.00 e 6.49% (alto rischio di diabete ) glicemia a digiuno fra 100 e 125 mg/dl (alterata glicemia a digiuno) glicemia due ore dopo glucosio orale fra 140 e 199 mg/dl (ridotta tolleranza glucidica)
Come si manifesta una crisi iperglicemica?
Come si manifesta una Crisi Iperglicemica? – I tipici sintomi e segni di una crisi iperglicemica sono:
- Bocca secca e sete intensa ( polidipsia );
- Bisogno di urinare spesso ( poliuria ), specie alla notte ( nicturia );
- Dolori addominali con vomito ;
- Progressiva alterazione della coscienza, con comparsa di irrequietezza, agitazione e stato confusionale,
- Polso debole e rapido;
- Pelle rossa, secca e calda;
- Alito dal caratteristico odore di acetone;
- Visione offuscata ;
- Senso di stanchezza,