Nimesulide A Cosa Serve?
Elvira Olguin
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Quando va preso il nimesulide?
Nimesulide – Cos’è, come e quando si assume – I rischi La Nimesulide è usata nel trattamento di breve durata del dolore acuto in caso di dolori acuti legati a disturbi ginecologici, come nella dismenorrea, e nel caso di, dolore neoplastico e attacchi acuti di gotta,
Che differenza c’è tra nimesulide è ibuprofene?
Ibuprofene, nimesulide e tollerabilità gastrointestinale – Tra i FANS maggiormente utilizzati ibuprofene e nimesulide rappresentano un esempio di farmaci con buon profilo di tollerabilità gastrointestinale. Ibuprofene è il principio attivo di numerosi farmaci che svolgono soprattutto azione analgesica, mentre nimesulide è caratterizzata da una più spiccata efficacia antinfiammatoria.
Entrambi presentano una bassa incidenza di disturbi alla mucosa gastrica e nello specifico si caratterizzano per un rischio di sanguinamento gastroduodenale molto più basso rispetto agli altri farmaci della loro classe (es. ketoprofene e diclofenac). buona tollerabilità di nimesulide (per anni messa sotto accusa) e confermando questa molecola come valida opportunità terapeutica nel trattamento degli stati dolorosi e infiammatori.
: Antinfiammatori non steroidei: guida al corretto utilizzo
Che differenza c’è tra Oki e nimesulide?
Nimesulide o ibuprofene? – La valutazione dev’essere condotta paziente per paziente, ma da un punto di vista generale nimesulide è oggi considerato un farmaco antinfiammatorio di seconda scelta, a cui andrebbe quindi preferito ibuprofene o altro medicinale.
Qual è la differenza tra Aulin e nimesulide?
Innanzitutto, Che cos’è la Nimesulide? La nimesulide è un principio attivo molto conosciuto con il nome commerciale di Aulin, indicato per una vasta gamma di patologie caratterizzate da infiammazione, dolore e febbre. Un po’ della sua storia, I medicinali contenenti nimesulide disponibili solo su prescrizione medica sono in commercio dal 1985 e sono autorizzati in diversi Stati Membri.
Quando fu immessa nel mercato, la nimesulide era indicata per il trattamento di un’ampia gamma di condizioni, ma dal 2002, sono emerse delle problematiche di sicurezza derivanti dal suo utilizzo che hanno reso necessario una revisione del suo profilo di sicurezza da parte del Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), che hanno portato a restringerne l’uso.
L’EMA insieme al suo Comitato scientifico (CHMP) si occupa della regolamentazione e valutazione di tutti i medicinali immessi nell’Unione Europea al fine di assicurare che essi nel tempo mantengano le loro caratteristiche di qualità, sicurezza ed efficacia.
- Nell’ aprile 2004, la conclusione di tale revisione ha portato alla restrizione d’uso della Nimesulide limitando la dose massima giornaliera a 100 mg due volte al giorno.
- L’uso della nimesulide è stato, inoltre, controindicato in pazienti con problemi epatici (fegato) e i medici e i pazienti sono stati informati riguardo al rischio di gravi problemi epatici correlati all’assunzione del farmaco.
Nel maggio del 2007, proprio in seguito alle segnalazioni di nuovi e gravi effetti indesiderati a livello epatico, l’Agenzia regolatoria irlandese ha deciso di sospendere nel suo territorio la commercializzazione dei medicinali contenenti nimesulide.
Per tale ragione, questi farmaci sono stati ritirati dal mercato irlandese. I dati a supporto di tale decisione derivavano dalla raccolta di tutte le segnalazioni pervenute all’Agenzia regolatoria irlandese dal 1995 al febbraio 2007. L’ Agenzia regolatoria irlandese ha quindi notificato al CHMP il provvedimento intrapreso al fine di permettere al Comitato scientifico di esprimere il proprio parere per mantenere, modificare, sospendere o revocare l’autorizzazione all’immissione in commercio ( AIC ) dei medicinali contenenti nimesulide nei vari Paesi europei.
Quindi nel settembre del 2007, il CHMP ha analizzato tutte le informazioni disponibili sulla sicurezza a livello epatico della nimesulide e relative al periodo antecedente e successivo alle restrizioni d’uso dell’aprile 2004. Queste informazioni sono state fornite al CHMP dalle aziende titolari dell’AIC di medicinali contenenti nimesulide, dall’Irlanda e dagli altri Stati Membri così come dalla letteratura scientifica e dai dati del database dell’EMEA.
- Sulla base di tutte le informazioni disponibili, il CHMP concluse che i benefici dei medicinali contenenti nimesulide superavano ancora i rischi, ma che era necessario limitarne l’uso al fine di ridurre al minimo il rischio di problemi epatici.
- Nello specifico è stato raccomandato di limitare la durata del trattamento a 15 giorni e conseguentemente di ritirare dal mercato tutte le confezioni contenenti più di 30 dosi (compresse o bustine).
Il Comitato, ha inoltre raccomandato che l’uso della Nimesulide non deve essere associato contemporaneamente ad altri farmaci potenzialmente tossici a livello epatico o in pazienti con problemi epatici preesistenti. I l 16 ottobre 2009, la Commissione Europea ha confermato il parere del CHMP dell’EMA raccomandando la validità del mantenimento delle autorizzazioni all’immissione in commercio di tutti i medicinali contenenti nimesulide.
Tuttavia, al fine di limitare il rischio di danno epatico, è stato deciso di modificare ulteriormente le informazioni sul prodotto per introdurre delle altre limitazioni d’uso e specificare che nimesulide deve essere prescritto solo come trattamento di seconda scelta dopo un’attenta valutazione dei rischi complessivi sul singolo paziente.
Ecco l’ultimo aggiornamento. Nel febbraio del 2010, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), in collaborazione con l’EMA, ha inviato una Nota Informativa Importante (una comunicazione che un’Agenzia regolatoria in collaborazione con le Aziende inoltra ai medici per informarli relativamente alla sicurezza di un medicinale) per raccomandare che nimesulide sia prescritto solo come trattamento di seconda linea per il dolore,che la durata massima di trattamento è di 15 giorni e che il trattamento deve essere immediatamente interrotto all’insorgere dei primi segni e sintomi di sofferenza epatica.
nimesulide deve essere prescritto solo come trattamento di seconda scelta dopo un’attenta valutazione dei rischi complessivi del singolo paziente. La dose minima efficace di nimesulide deve essere usata per il minor tempo possibile, per non più di 15 giorni. Le confezioni non debbono contenere più di 30 compresse o bustine. nimesulide non deve essere usato insieme ad altre sostanze epatotossiche, non deve essere prescritto a pazienti affetti da alcolismo, a pazienti dipendenti da droghe, o a pazienti con febbre e/o sintomi simil-influenzali. Il trattamento con nimesulide deve essere interrotto nel caso in cui compaiano febbre e/o sintomi simil-influenzali
Se vuoi altre informazioni consulta l’ultima Nota Informativa Importante e tutte le notizie su Aulin (Nimesulide) Pubblicato il: 10 aprile 2010
Cosa sostituisce il nimesulide?
Alternative – Poiché i FANS possono causare effetti collaterali importanti, si raccomanda spesso l’uso di alternative. L’alternativa principale per il dolore è il paracetamolo, disponibile come farmaco da banco e sicuro per la maggior parte delle persone.
- Creme e gel di FANS da spalmare sulla pelle possono essere validi in caso di dolore muscolare o articolare in una parte definita del corpo, perché hanno meno effetti collaterali di compresse e capsule (anche se le evidenze scientifiche relative alla loro efficacia sono limitate).
- Il medico può anche raccomandare medicine e terapie differenti secondo la condizione da trattare.
Per esempio, la fisioterapia può aiutare alcuni soggetti con dolore muscolare o articolare.
Quanti nimesulide si possono prendere al giorno?
Quanti Aulin si possono prendere al giorno? La posologia consigliata prevede l’assunzione di due bustine/compresse al giorno.
Come antidolorifico meglio OKI o Aulin?
Introduzione – Oki è il nome commerciale di un farmaco antinfiammatorio commercializzato nella nostra penisola dalla Dompè, È un medicinale usato sopratutto nella formulazione in bustine, che ha ormai preso il posto dell’Aulin nel cuore degli italiani; fino a pochi anni fa in Italia ed in altri Paesi europei si registrava un vero e proprio abuso di Aulin (antinfiammatorio a base di nimesulide), farmaco che richiedeva ricetta medica ripetibile, ma che nonostante questo veniva usato per qualsiasi piccolo problema anche quando sarebbe stato sufficiente e preferibile usare un principio attivo più tollerabile.
Con l’aumentare delle segnalazioni di casi di gravi effetti collaterali (principalmente epatiti e sanguinamenti gastrici), attorno al 2007 diversi organi di controllo sanitari a livello europeo hanno provveduto a limitare l’accesso al farmaco (in Italia per esempio il farmaco richiede oggi ricetta medica NON ripetibile), o impedirlo del tutto (per esempio in Spagna ed in Finlandia la molecole è stata ritirata dal commercio).
Da quel momento la crescita di Oki è stata continua e rilevante, come dimostra chiaramente il numero di ricerche correlate fatte sul web: https://trends.google.it/trends/explore?cat=45&date=all&geo=IT&q=oki,aulin Benchè ad oggi Oki sia considerabile come un farmaco generalmente meglio tollerato rispetto ad Aulin, è comunque a mio avviso necessario conoscerne a fondo usi, dosi e limiti, per evitare che una sottovalutazione dei rischi, oppure un abuso condotto magari anche in buona fede, metta a rischio la propria salute.
Quali sono gli antinfiammatori che fanno male al cuore?
Gli antidolorifici fanno male al cuore? News Molti antidolorifici di uso comune come ibuprofene, naproxene, nimesulide, che milioni di persone assumono contro il dolore e le infiammazioni, potrebbero essere associati a un rischio per la salute del cuore, aumentando il rischio di scompenso cardiaco.
- È la conclusione di uno studio internazionale coordinato dall’Università Bicocca di Milano e appena pubblicato sul,
- La ricerca ha osservato quasi 10 milioni di persone (età media di 77 anni) che utilizzano analgesici in quattro Paesi europei: Gran Bretagna, Olanda, Italia e Germania, e ha osservato 92.163 ricoveri ospedalieri per scompenso cardiaco o insufficienza cardiaca.
Risultato: il rischio di problemi cardiovascolari e di ricoveri ospedalieri correlati è aumentato fino al 19% nei pazienti che assumono abitualmente farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Ogni analgesico, inoltre, è associato a un rischio diverso ed è comunque direttamente proporzionale al dosaggio,
- «Non è la pastiglia presa una volta ogni tanto per i dolori del ciclo mestruale o per il mal di testa che deve spaventare – rassicura il professor, coordinatore dell’Area di Cardiologica critica del Monzino, intervistato dal Corriere della Sera.
- È l’uso cronico e prolungato che fa male.
- Devono stare attente quindi quelle persone che vivono di antinfiammatori: chi prende una o due pastiglie al giorno ha un aumento di rischio sia della forma ischemica sia dello scompenso Piergiuseppe Agostoni Ma quali possono essere le alternative, soprattutto negli anziani che più spesso vanno incontro a dolori cronici? «Le persone più in là con l’età, che sono quelle che più spesso vanno incontro a dolori acuti – aggiunge il professor Agostoni – vanno trattate il più possibile con farmaci non di questa categoria.
Si può pensare per esempio a piccole dosi di cortisone o ad alternative come la ionoforesi o altre terapie con il calore, Solo nei casi più seri dove non ci sono alternative valide vanno usati gli antinfiammatori non steroidei. Non sono da mettere all’indice, ma neppure vanno assunti troppo alla leggera.
Qual è il migliore antinfiammatorio e antidolorifico?
In poche parole, al banco consigliamo nell’ordine: ibuprofene (moment, subitene), naprossene (momendol, uninapro), ketoprofene (okitask, ketodol), diclofenac (voltadvance).
Qual è il miglior antinfiammatorio per le ossa?
L’ ibuprofene, il principio attivo della famiglia dei farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans), possiederebbe proprietà benefiche per il processo di riparazione delle ossa, a seguito di una frattura o di un intervento.
Quale antinfiammatorio per il mal di schiena?
Basta antinfiammatori: ecco le cure più efficaci per il mal di schiena Pubblicato alle 17:50h in da Difficoltà ad alzarsi e stare seduti, rimanere troppo tempo nella stessa posizione, sollevare oggetti e fare movimento. Il mal di schiena rappresenta un ostacolo praticamente per tutto ciò che facciamo durante la nostra giornata e, come se non bastasse, rappresenta la prima causa di disabilità in tutto il mondo.
Le cause possono essere molto differenti, ma solitamente la terapia è sempre la stessa: trattamento con ibuprofene o aspirina. La domanda però è: questo tipo di antinfiammatori sono realmente efficaci nel contenere i danni del mal di schiena ed apportare miglioramenti al paziente? Una ricerca del George Institute of Global Health di Sidney dice di no.
Mal di schiena: ecco le cure più efficaci Secondo i risultati della sperimentazione che è stata effettuata 35 volte randomicamente su più di 6mila pazienti, i miglioramenti mostrati dopo l’utilizzo prolungato di antinfiammatori da banco (acquistabili senza ricetta medica) sono di poco superiori ai benefici ottenuti con farmaci placebo.
Più precisamente, solo il 16% dei pazienti si è realmente sentito meglio, con una percentuale di uno su sei che ha mostrato benefici significativi nel breve periodo. Come se non bastasse, questi farmaci aumentano del 2.5% la possibilità di incrementare problemi gastrointestinali, sommando dunque al mal di schiena anche altri “danni collaterali”.
Quale può essere dunque la soluzione? Per prima cosa, la prevenzione: l’‘attività fisica anche moderata ma costante aiuta tantissimo nel migliorare l’elasticità, prevenendo rigidità e dolore. In questo senso stretching, pilates e yoga possono aiutare davvero molto.
- Quando invece il mal di schiena imperversa, invece di bombardarsi di medicinali è consigliabile affidarsi alla fisioterapia, capace di fare miracoli quando si parla di colonna vertebrale ed articolazioni.
- Diversi studi hanno inoltre acclarato l’utilità dell’osteopatia, in particolar modo nella cura della lombalgia: i risultati sono ottimi e non hanno alcun tipo di effetto collaterale.
: Basta antinfiammatori: ecco le cure più efficaci per il mal di schiena
Quanti nimesulide si possono prendere?
Modalità d’uso e posologia – AULIN ® Compresse da 100 mg di nimesulide; Granulato per sospensione orale da 50 o 100 mg di nimesulide; Supposta per uso rettale da 200 mg di nimesulide. Per il trattamento del dolore acuto, negli adulti si consiglia generalmente l’assunzione di una compressa o di una bustina da 100 mg di nimesulide, due volte al giorno, preferibilmente dopo i pasti, o di una supposta da 200 mg sempre due volte al giorno.
Cosa prendere per l’infiammazione?
Tuttofarma in questa sezione propone, a scopo puramente informativo e divulgativo, la sua selezione dei farmaci utili contro il dolore lieve e moderato e infiammazioni di ogni tipo. Abbiamo raccolto i migliori farmaci antinfiammatori e analgesici da banco, che possono essere acquistati senza obbligo di alcuna ricetta medica.
In questa sezione puoi acquistare in vendita online a prezzo scontato tutti i migliori antinfiammatori contro dolore e infiammazione. E’ comunque sempre consigliato un consulto medico durante l’utilizzo di questi farmaci. I prodotti che trovi qui sono conosciuti come FANS, o Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei.
I FANS sono principi attivi che bloccano le ciclossigenasi, o COX, proteine che producono molecole responsabili dell’insorgenza del dolore e dei sintomi infiammatori, come calore, gonfiore e rossore. Sono farmaci molto efficaci nei casi di mal di testa, emicrania, mal di schiena, dolori mestruali, mal di denti, dolori muscolari e articolari, traumi, contusioni e sintomi influenzali.
- I loro effetti collaterali si manifestano soprattutto a livello gastrointestinale, è dunque consigliato assumere questi farmaci sempre a stomaco pieno,
- I FANS più importanti sono l’ibuprofene, l’acido acetilsalicilico, il naproxene e il diclofenac,
- Questi principi attivi sono contenuti in farmaci molto conosciuti, come OkiTask formulato in comode bustine orosolubili, Moment, Voltadvance, Aspirina, Nurofen, Enantyum, Buscofen, Cibalgina,
Potrai trovare compresse, compresse effervescenti, capsule, bustine da sciogliere in acqua o direttamente in bocca, sciroppi, supposte e gocce. Sono farmaci che possono avere effetti collaterali anche gravi, è consigliato seguire attentamente le indicazioni presenti sul foglietto illustrativo e rispettare la posologia.
Quali sono gli antinfiammatori che non fanno male ai reni?
Una recente revisione sistematica della letteratura ha evidenziato che il dolore uno dei sintomi pi comuni tra i pazienti con malattia renale allo stadio terminale (ESRD), non spesso riconosciuto e non adeguatamente gestito nei pazienti in emodialisi (HD).
La review ad opera della prof.ssa Flaminia Coluzzi stata pubblicata su Drugs e ha fatto un’analisi approfondita di tutti gli analgesici oppioidi e non oppioidi e altri farmaci che possono avere un effetto antidolorifico. Noi ci siamo soffermati sugli analgesici non oppioidi, non tutti sicuri in questa categoria di pazienti.
– Una recente revisione sistematica della letteratura ha evidenziato che il dolore è uno dei sintomi più comuni tra i pazienti con malattia renale allo stadio terminale (ESRD), non è spesso riconosciuto e non è adeguatamente gestito nei pazienti in emodialisi (HD).
- La review ad opera della prof.ssa Flaminia Coluzzi è stata pubblicata su Drugs e ha fatto un’analisi approfondita di tutti gli analgesici oppioidi e non oppioidi e altri farmaci che possono avere un effetto antidolorifico.
- Noi ci siamo soffermati sugli analgesici non oppioidi, non tutti sicuri in questa categoria di pazienti.
Le barriere a un’adeguata gestione del dolore nei pazienti con malattia renale includono una scarsa consapevolezza del problema, insufficiente educazione medica, timori di possibili effetti collaterali legati ai farmaci e idee sbagliate comuni sull’inevitabilità del dolore nei pazienti anziani e in HD.
I caregivers dei soggetti in emodialisi dovrebbero essere consapevoli delle possibili conseguenze di una valutazione e gestione del dolore inadeguata. Tipologie di dolore Sindromi dolorose comuni nei pazienti in emodialisi includono malattie muscolo-scheletriche e neuropatie metaboliche, associate al tipico dolore intradialitico.
Valutare l’eziologia, la natura e l’intensità del dolore è cruciale per la scelta dell’analgesico corretto. Per avere un risultato migliore bisogna puntare a un approccio basato sul meccanismo che ha generato il dolore; è importante anche fare adeguate considerazioni di farmacocinetica sulle alterazioni della clearance e possibile tossicità nei pazienti con ESRD per una giusta prescrizione analgesica.
Comorbidità e polimedicazioni possono aumentare il rischio di interazioni tra farmaci, quindi quando si selezionano farmaci analgesici dovrebbe essere preso in considerazione il metabolismo dei farmaci Purtroppo in questi pazienti è comune il poco consulto del medico e la somministrazione di farmaci da autodidatta, cosa che dovrebbe essere evitata per ridurre il rischio di somministrazione di farmaci delicati e potenzialmente pericolosi se non somministrati nella maniera opportuna.
La review della professoressa Coluzzi approfondisce con minuzia di dettaglio e studi correlati tutti i farmaci che possono essere utilizzati per lenire il dolore in questi soggetti. Abbiamo riassunto alcuni aspetti importanti ma ci teniamo a sottolineare che per una trattazione approfondita è necessario consultare il lavoro originario.
Analgesici non oppioidi Il paracetamolo è l’analgesico non oppioide più comunemente usato in caso di ESRD. Secondo le linee guida, il paracetamolo, ad una dose giornaliera ottimale di 4 g, è l’analgesico di prima scelta per l’osteoartrite. La National Kidney Foundation raccomanda il paracetamolo come analgesico non oppioide per il dolore da lieve a moderato nei pazienti con CKD.
La campagna “Choosing Wisely” raccomanda di evitare i FANS in individui con ipertensione, insufficienza cardiaca o CKD. L’uso di FANS, tra cui inibitori specifici della cicloossigenasi (COX) -2, per il trattamento farmacologico dell’osteoartrosi e di altri fattori di rischio per le malattie muscolo-scheletrici possono elevare la pressione sanguigna, causare ritenzione di fluidi e peggioramento della funzionalità renale.
Paracetamolo e oppiacei deboli sembrano essere più sicuri dei FANS e altrettanto efficaci Considerando la potenziale nefrotossicità, è fortemente raccomandato di evitare i FANS nelle persone con CKD; tuttavia questi medicinali continuano ad essere comunemente prescritti in questa popolazione. Nonostante la forte raccomandazione contro l’uso, quando opportuno, si dovrebbe preferire l’uso di FANS a breve termine.
I medici dovrebbero evitare di usare altri farmaci che possono compromettere emodinamicamente il flusso sanguigno renale, come inibitori della renina, inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, bloccanti dei recettori dell’angiotensina e mezzi utilizzati per il radiocontrasto.
La review analizza anche altre classi di farmaci ma conclude sottolineando che sono necessarie ulteriori ricerche per definire l’efficacia e la sicurezza di farmaci analgesici per evitare la generalizzazione di informazioni provenienti da studi condotti nella popolazione generale in quanto potrebbero essere inappropriate e potenzialmente pericolose.
Per la gestione di sindromi dolorose complesse in pazienti fragili, come quelli con malattia renale allo stadio terminale, è comunque raccomandato l’approccio multidisciplinare. Coluzzi F et al., Assessing and Treating Chronic Pain in Patients with End-Stage Renal Disease.Drugs.2018 Sep 11.
Qual è il miglior antidolorifico e antinfiammatorio?
In poche parole, al banco consigliamo nell’ordine: ibuprofene (moment, subitene), naprossene (momendol, uninapro), ketoprofene (okitask, ketodol), diclofenac (voltadvance).
Cosa succede se prendi l’Aulin a stomaco vuoto?
Piuttosto è vero il contrario: a stomaco vuoto e con molta acqua, gli antinfiammatori vengono assorbiti prima e quindi funzionano prima e meglio, soprattutto nel caso dei dolori generici che si curano con farmaci da banco.
Quante volte al giorno posso prendere nimesulide?
Nimesulide 100mg compresse/granuli deve essere usato per il minor tempo possibile, in base alle esigenze cliniche. Adulti: 100 mg due volte al giorno dopo i pasti. Anziani: nei pazienti anziani non occorre ridurre la dose giornaliera (vedere paragrafo 5.2).
Quanti nimesulide si possono prendere?
Modalità d’uso e posologia – AULIN ® Compresse da 100 mg di nimesulide; Granulato per sospensione orale da 50 o 100 mg di nimesulide; Supposta per uso rettale da 200 mg di nimesulide. Per il trattamento del dolore acuto, negli adulti si consiglia generalmente l’assunzione di una compressa o di una bustina da 100 mg di nimesulide, due volte al giorno, preferibilmente dopo i pasti, o di una supposta da 200 mg sempre due volte al giorno.