Piastrine Basse Cosa Mangiare?
Elvira Olguin
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Contents
- 1 Quale vitamina fa aumentare le piastrine?
- 2 Cosa può far alzare le piastrine nel sangue?
- 3 Quali sono i sintomi di chi ha le piastrine basse?
- 4 Come far salire le piastrine velocemente?
- 5 Cosa vuol dire quando si abbassano le piastrine?
- 6 Come assumere la vitamina K?
- 7 Quanto si può vivere con le piastrine basse?
- 8 Quale carne contiene vitamina K?
- 9 Chi ha la leucemia ha le piastrine basse?
- 10 Quando le piastrine alte sono preoccupanti?
Quale vitamina fa aumentare le piastrine?
Che cos’è la vitamina K La vitamina K, o naftochinone, fa parte delle vitamine liposolubili, che vengono accumulate nel fegato e non devono dunque essere assunte di continuo, attraverso i cibi. Il corpo la rilascia a piccole dosi quando il suo utilizzo diventa necessario.
Cosa può far alzare le piastrine nel sangue?
L’aumento del numero di piastrine circolanti rispetto al tasso normale può dipendere da: Processi infiammatori acuti e cronici (come collagenopatie, vasculiti, morbo di Crohn, colite ulcerosa, artrite reumatoide, allergopatie, sarcoidosi, malattie infettive ecc.)
Cosa fare quando le piastrine sono basse?
Piastrine basse: cause Infezioni virali (epatiti, mononucleosi, Hiv) Tip (Trombocitopenia idiopatica, determinata dalla produzione di anticorpi che attaccano le piastrine ) Hit (Trombocitopenia indotta da eparina) Tumori che si metastatizzano nel midollo osseo.
Quali sono i sintomi di chi ha le piastrine basse?
Risorse sull’argomento La trombocitopenia è una carenza di piastrine (trombociti) nel sangue, che aumenta il rischio di sanguinamento.
La trombocitopenia si verifica quando il midollo osseo produce una quantità insufficiente di piastrine, quando ne viene distrutto un numero eccessivo oppure quando si accumulano nella milza ingrossata. Compaiono sanguinamento cutaneo ed ecchimosi. Per formulare la diagnosi e determinare la causa i medici prescrivono esami del sangue. A volte è necessario un trattamento (come trasfusione di piastrine, prednisone e farmaci per aumentare la produzione di piastrine, oppure la rimozione della milza).
Molti disturbi possono causare trombocitopenia, ma rientrano tutti in tre categorie principali:
Produzione di un numero insufficiente di piastrine Distruzione di un numero eccessivo di piastrine Numero eccessivo di piastrine intrappolate nella milza
Le trasfusioni massive di sangue possono diluire la concentrazione di piastrine nel sangue. Anche alcuni farmaci come l’eparina, alcuni antibiotici, l’etanolo, farmaci antitumorali e la chinina possono provocare trombocitopenia. La citopenia indotta da farmaci può essere la conseguenza di
una ridotta produzione di piastrine da parte del midollo osseo (causata da tossicità per il midollo osseo) un aumento della distruzione delle piastrine (trombocitopenia immunomediata)
Il sanguinamento cutaneo può essere il primo segno di una diminuzione della conta piastrinica. Spesso compaiono numerosi minuscoli puntini rossi (petecchie) sulla cute delle gambe e traumi di lieve entità possono provocare lividi (ecchimosi o porpora).
Le gengive possono sanguinare e può comparire sangue nelle feci o nelle urine. Le mestruazioni possono essere molto abbondanti. L’emorragia può essere difficile da arrestare. Il sanguinamento peggiora con la diminuzione del numero di piastrine. I soggetti con conta piastrinica molto bassa possono perdere grandi quantità di sangue nel tratto digerente oppure sviluppare emorragie cerebrali potenzialmente letali anche senza traumi.
La velocità con la quale i sintomi evolvono varia in base alla causa e alla gravità della trombocitopenia.
Esami del sangue per misurare la conta piastrinica e la coagulazione Altri esami per eventuali disturbi che possono causare una bassa conta piastrinica
Il sospetto di trombocitopenia si pone in tutti i soggetti con sanguinamenti, ecchimosi o petecchie anomali. La conta piastrinica viene spesso misurata regolarmente nei soggetti con patologie che potrebbero causare trombocitopenia. A volte la trombocitopenia viene scoperta quando gli esami del sangue vengono eseguiti per altre ragioni in soggetti che non presentano ecchimosi o sanguinamenti.
Trattamento della causa della trombocitopenia Evitare le lesioni per ridurre al minimo il rischio di sanguinamento Farmaci che aumentano la produzione o diminuiscono la distruzione delle piastrine Talvolta trasfusione di piastrine
In genere, i soggetti con conta piastrinica bassa e sanguinamento anomalo non devono assumere farmaci che compromettono la funzione piastrinica (come l’aspirina o i farmaci antinfiammatori non steroidei). NOTA: Questa è la Versione per i pazienti. CLICCA QUI CONSULTA LA VERSIONE PER I PROFESSIONISTI CONSULTA LA VERSIONE PER I PROFESSIONISTI Copyright © 2023 Merck & Co., Inc., Rahway, NJ, USA e sue affiliate. Tutti i diritti riservati.
Come far salire le piastrine velocemente?
Piastrine basse e alimentazione – Un basso numero di piastrine, clinicamente noto come trombocitopenia, è un disturbo della salute in cui il sangue ha un numero di piastrine inferiore al normale. Quando il conteggio è inferiore a 150.000 piastrine per microlitro, viene considerato un numero basso.
Con alcuni cambiamenti nello stile di vita, si possono riscontrare alcuni rimedi naturali per aumentare il numero di piastrine e vivere una vita sana. Se il problema è grave, consultare il medico. Per far aumentare il numero di piastrine, un buon accorgimento consiste nel concentrarsi molto su una dieta sana, prediligendo gli alimenti ricchi di vitamine e proteine, ed evitando i cibi processati e ricchi di grassi.
Ecco alcuni consigli di alimentazione per le piastrine basse :
- Papaya – Il frutto della papaya e le sue foglie possono contribuire ad aumentare una conta piastrinica bassa in pochi giorni. L’ideale sarebbe mangiare la papaya matura o bere un bicchiere del suo succo con un po’ di limone 2 o 3 volte al giorno. Si possono anche battere alcune foglie del frutto senza il gambo, usando un mortaio e un pestello per estrarre il succo. Bere 2 cucchiai di questo succo amaro 2 volte al giorno.
- Zucca – La zucca è un altro alimento utile per migliorare il numero di piastrine basse. È ricco di vitamina A, che aiuta a sostenere lo sviluppo delle piastrine. Regola anche le proteine prodotte nelle cellule, importanti per aumentare il livello delle piastrine. In mezzo bicchiere di succo di zucca fresco, aggiungere 1 cucchiaino di miele e berlo 2 o 3 volte al giorno. Inoltre, includere la zucca nella dieta, aggiungendo purea di zucca a zuppe, stufati, frullati e prodotti da forno.
- Spinaci –Sono una buona fonte di vitamina K che viene spesso utilizzata per aiutare a trattare il disturbo delle basse piastrine. La vitamina K è necessaria per una corretta coagulazione del sangue. Pertanto, riduce il rischio di sanguinamento eccessivo. Far bollire 4 o 5 foglie di spinaci freschi in 2 tazze d’acqua per alcuni minuti. Lasciare raffreddare e mescolare in mezzo bicchiere di succo di pomodoro. Berlo 3 volte al giorno.
- Vitamina C –Per aumentare il numero delle piastrine, è necessario incrementare l’assunzione di vitamina C, nota anche come acido ascorbico, Essendo un potente antiossidante, alte dosi di vitamina C prevengono anche i danni causati dai radicali liberi. Il corpo richiede da 400 a 2.000 mg di vitamina C al giorno, a seconda dell’età e della salute generale. Mangiare cibi ricchi di vitamina C come limoni, arance, pomodori, meloni, kiwi, spinaci, peperoni e broccoli. Si può anche assumere la vitamina C in forma di integratore ogni giorno, ma solo dopo aver consultato il medico.
- Uva spina indiana – Un popolare rimedio ayurvedico per aumentare il numero delle piastrine è l’uva spina indiana. La vitamina C contenuta nell’uva spina indiana può aiutare ad aumentare la produzione di piastrine e potenziare il sistema immunitario. Mangiare 3 o 4 acini di uva spina a stomaco vuoto ogni mattina. In alternativa, mescolare 2 cucchiai di succo di uva e miele. Bere 2 o 3 volte al giorno.
- Olio di sesamo – Possiede proprietà che possono aumentare il livello delle piastrine in modo naturale. Riduce i danni dei radicali liberi, l’infiammazione nel corpo e aiuta a migliorare la circolazione del sangue. Bere 1-2 cucchiai di olio di sesamo di alta qualità due volte al giorno.
- Barbabietola – Mangiare barbabietola è un altro metodo dietetico per aumentare il numero delle piastrine. Essendo ricca di proprietà antiossidanti e emostatiche naturali, la barbabietola può aumentare la conta piastrinica in pochi giorni. Bere 1 cucchiaio del suo succo fresco 3 volte al giorno. Un’altra opzione è quella di mescolare 3 cucchiai di succo di barbabietola in un bicchiere di succo di carota e berlo 2 volte al giorno.
- Acqua – Le cellule del sangue sono costituite da acqua e proteine, quindi è altamente raccomandato bere molta acqua durante il giorno. Quando si tratta di conteggio delle piastrine basso, evitare di bere acqua fredda, in quanto può influenzare il tratto digestivo e il corpo non assorbirà correttamente i nutrienti. Invece, meglio bere acqua filtrata e purificata a temperatura ambiente. Questo aiuterà il corpo a produrre più cellule del sangue e infine a migliorare il numero delle piastrine. Bere almeno 8-10 bicchieri di acqua a temperatura ambiente ogni giorno.
- Esercizio – L’esercizio fisico regolare migliora la circolazione sanguigna, il sistema immunitario e porta a un aumento delle piastrine. Quando le piastrine vanno da 15.000 a 20.000, eseguire esercizi seduti o in piedi, stretching e camminare lentamente. Quando le piastrine vanno da 20.000 a 40.000, è possibile fare una leggera attività utilizzando pesi o tubi elastici o bande elastiche. Si può anche fare una camminata veloce. Quando le piastrine vanno da 40.000 a 60.000, è possibile eseguire attività come il ciclismo stazionario e il golf. Quando le piastrine superano i 60.000, si può fare un esercizio aerobico come andare in bicicletta o fare jogging.
- Limitare l’assunzione di alcol – Può infatti ostacolare la produzione di piastrine nel midollo osseo.
- Evitare di mangiare verdure crude – Potrebbero danneggiare il rivestimento intestinale. Invece, cuocere le verdure a vapore fino a renderle morbide e poi mangiarle.
- Evitare i latticini – Per esempio: latte, yogurt, formaggio e burro. Non assumerli per alcuni giorni, in quanto possono contribuire alla formazione di muco e peggiorare alcune malattie autoimmuni.
- Evitare cibi in scatola e lavorati – Non offrono molti nutrienti.
- Dormire almeno 7 a 8 ore a notte – Aiuta il corpo a ricaricare e produrre più piastrine.
- Prediligere i prodotti integrali – Qualche esempio: cereali integrali, riso integrale e prodotti integrali.
- Evitare la farina bianca – Non mangiare o ridurre dunque il consumo di pasta, pane e riso bianco.
- Evitare attività che potrebbero causare lesioni,
Cosa vuol dire quando si abbassano le piastrine?
Piastrine – Valori Bassi – Una riduzione del numero di piastrine circolanti dipende generalmente da condizioni patologiche nelle quali:
Il midollo osseo non riesce a produrre abbastanza piastrine; Le piastrine sono consumate o distrutte a livello splenico più velocemente rispetto alla norma.
La piastrinopenia (o trombocitopenia) può causare difetti nella coagulazione del sangue e manifestazioni emorragiche di vario tipo. Un basso valore di piastrine si può osservare nel corso di malattie infettive (es. epatite, rosolia, mononucleosi e infezione da HIV ), patologie autoimmuni (es.
lupus eritematoso sistemico), anemia aplastica e alcuni processi neoplastici ( leucemie e linfomi). Altre possibili cause comprendono: cirrosi epatica (con ipertensione portale e aumento di volume della milza), problemi di sanguinamento cronico (es. ulcere allo stomaco), ustioni e sepsi. La piastrinopenia può essere anche la conseguenza dell’azione di varie sostanze tossiche (es.
abuso di alcool o agenti chimici, come pesticidi, arsenico e benzene) e farmaci (chinino, agenti chemioterapici ecc.), che producono una mielosoppressione dose-dipendente o innescano una distruzione immuno-mediata delle piastrine.
Come assumere la vitamina K?
VITAMINA K: QUALE SCEGLIERE E QUANDO ASSUMERLA Cosa è? Intorno agli anni ‘30 il biochimico Dam stava studiando il colesterolo in relazione alla dieta a basso contenuto di grassi sulle galline. Alcune di queste però morivano misteriosamente durante lo studio a causa di emorragie interne.
- Dam scopri che questo problema non si verificava quando le galline assumevano fegato e verdure a foglia verde.
- Dieci anni dopo l’americano Doisy riuscì ad identificare la vitamina K il cui nome deriva dalla parola tedesca “koagulation” appunto perché identificata per il suo ruolo nella coagulazione.
- Entrambi ricevettero il premio nobel per la medicina nel 1943.
La K, anche definita naftochinone, è una vitamina liposolubile, di questa ne conosciamo diverse forme:
la K1 o fillochinone, è di origine vegetale, la ritroviamo naturalmente negli alimenti in particolare nelle verdure a foglia verde ed è coinvolta nei processi di coagulazione del sangue. La K2 o menachinone, è invece di origine batterica prodotta dalla flora intestinale, riveste un ruolo rilevante nell’attivazione dell’osteocalcina, vedremo poi l’importanza di questa proteina nella prevenzione contro problematiche di decalcificazione ossea e aterosclerosi. K3, K4 e K5 sono di origine sintetica ma non vengono utilizzate come rimedio di una carenza di questa vitamina.
Esistono inoltre due differenti sottotipi della vitamina K2: MK-4 e MK-7 La forma MK-4 è meno attiva, ha una breve vita biologica e la ritroviamo nella carne, nelle uova e nel latte e derivati. Questa viene trasformata in MK-7 dai batteri intestinali.
La forma MK-7 è la forma più attiva, rimane più a lungo all’interno del corpo ed il suo corretto assorbimento è strettamente legato alla salute della nostra microflora e alla nostra digestione. Possiamo introdurla tramite certi cibi: dai formaggi, alla soia fermentata il famoso piatto giapponese: natto.
Il paradosso del calcio! Probabilmente sin da bambini vi avranno detto che dovete assumere calcio per avere delle ossa forti e in tal modo potrete contrastare l’osteoporosi. Questa patologia sistemica dell’apparato scheletrico infatti consiste in una perdita della densità minerale ossea che rende le ossa più porose, dunque più soggette a fratture.
Addirittura oltre i 50 anni la metà delle donne statisticamente avrà una frattura e questa probabilmente sarà causata dall’osteoporosi. Le fratture dell’anca e della colonna vertebrale sono una delle principali cause di disabilità tra le persone anziane. Un dato emblematico è che fino ad un terzo dei pazienti anziani con fratture all’anca muoiono entro un anno dalla frattura.
Per capire al meglio il funzionamento della vitamina K nell’ambito osseo dobbiamo fare un passo indietro e comprendere quello che viene definito il paradosso del calcio: possiamo riassumerlo come una effettiva carenza di calcio nello scheletro ma contemporaneamente un eccesso di calcio nelle arterie, questo può essere alla base di 2 problemi molto importanti per la nostra salute: l’osteoporosi e l’aterosclerosi, quest’ultima non è altro che un accumulo di placche ricche di calcio che lentamente si ammassano in una o più arterie.
Tutto ciò sorge dal fatto che, nonostante il calcio sia essenziale per la salute delle ossa, l’assunzione eccessiva potrebbe non essere benefica e addirittura comportare rischi per la salute. Prendere integratori di solo calcio infatti non assicura che questo arriverà all’interno dell’osso. Anzi se questo non viene poi assorbito potrebbe causare problemi cardiovascolari.
Come abbiamo già visto il facilita la sintesi e l’attivazione della la quale a sua volta va ad aumentare l’assorbimento del calcio a livello intestinale attenzione però che la vitamina D è vero che favorisce l’assorbimento del calcio ma non garantisce che poi questo vada a depositarsi nella giusta sede.
- Ecco che entra in gioco la vitamina K2 andando ad attivare alcune proteine K2-dipendenti quali l’osteocalcina e la proteina GLA della matrice.
- La maggior parte delle reazioni biochimiche è dovuta all’azione di qualche enzima, ossia un catalizzatore che non è altro che una proteina che favorisce le reazioni biologiche.
Queste proteine per poter funzionare necessitano di molecole definite cofattori, in questo caso la vitamina K svolge proprio questo ruolo, essa infatti attiva degli enzimi che modificano alcune proteine per permettere loro di legare il calcio.
Così queste proteine k2-dipendenti sono responsabili di indirizzare il calcio all’interno dei denti e delle ossa sottraendolo a tessuti molli come le arterie, le vene e la pelle, dove questo minerale potrebbe risultare dannoso. Come assumere vitamina K2? Ci hanno sempre detto che siamo ciò che mangiamo, ed è assolutamente vero ma aggiungerei anche che siamo ciò che mangiano i nostri animali.Cosa vuol dire questo?Quando i maiali, le mucche e le galline consumano piante ad alto contenuto di clorofilla, un pigmento che rende queste piante verdi, significa che questi animali stanno assumendo vitamina K1 che poi convertono loro stessi in vitamina K2. Il rapporto tra vitamina K2 e clorofilla determina anche un colore giallo-arancio, caratteristica unica del grasso di carne grass-fed.
Per questo motivo il colore del burro può variare da bianco a giallo. Il colore giallo del burro è segno di qualità. La ragione è da ricercare nell’alimentazione delle mucche: quelle che mangiano erba al pascolo, e quindi quelle più libere, assumono attraverso l’erba molto più betacarotene, un altro nutriente di cui la clorofilla è ricca, rispetto alle mucche che invece si nutrono di soli mangimi.
Dunque più il grasso è giallo più l’alimento è ricco di vitamina K2. Stessa cosa vale anche per l’uovo, se la gallina ruspante corre su prati verdi e non è allevata a cereali il colore del tuorlo sarà arancione intenso e l’uovo avrà meno grassi, più vitamina A e omega-3, più vitamina E, B12 e vitamina D.
In generale quindi quando potete assumere carne di animali allevati ad erba, questa sarà sicuramente più salutare rispetto a quella di animali alimentati a cereali. Se non lo conoscete date un’occhiata al ghee o burro chiarificato, prodotto a partire dal tradizionale burro non salato.
- Risulta essere semisolido con colorazione dal giallo all’arancio in base all’alimentazione delle mucche.
- Viene molto utilizzato nella medicina Ayurveda, è ricco di vitamine liposolubili vitamina E, vitamina A e vitamina K appunto, inoltre è naturalmente privo di lattosio.
- A differenza del burro intero ha un punto di fumo di circa 230°C questo lo rende un’ottima alternativa per friggere e saltare in padella.
Infine il cibo per eccellenza, quello più ricco di MK-7 è il natto. È un alimento della tradizione giapponese prodotto a partire dalla soia fermentata, usato nella cucina tradizionale e molto consumato anche in altre parti del mondo. (foto natto) Alla fine della fermentazione, l’aspetto dei fagioli di soia è molto particolare: una pasta decisamente filamentosa, poco attraente, forse il termine più adatto è collosa, appiccicosa per rendere meglio l’idea.
- Per i giapponesi la giornata spesso comincia con una porzione di natto e con del riso bianco.
- Anche se ho letto che questo alimento ha il caratteristico odore di calzini sportivi sudati, non ho ancora avuto modo di provarlo, esso però ha un buon valore proteico, apporta vitamina B12 e vitamina C ma soprattutto pensate che una porzione da 100 grammi di Natto contiene ben 1000 microgrammi di MK-7.
Quanta e quale vitamina K assumere? Quando possibile è sempre meglio assumere una vitamina direttamente dal cibo. Le maggiori fonti di vitamina K1 sono le verdure a foglia verde e gli olii vegetali. Mentre la vitamina K2 la ritroviamo nei fagioli di soia fermentati, il natto appunto, e nei grassi di origine animale: uova, carne, latte e derivati.
- Preferite come detto gli animali allevati al pascolo in quanto sono molto più ricchi di vitamina K2 rispetto agli animali tenuti in stalla e nutriti con cereali.
- A conferma di ciò il cibo spazzatura è caratterizzato da una bassa concentrazione di vitamina K.
- Il nostro stile di vita e la raffinazione dei prodotti non ci consente sempre di utilizzare questa classe di alimenti, dunque spesso è possibile ricorre ad integratori specifici, in questo caso di vitamina K.
Come abbiamo già visto la vitamina K sottoforma di MK-4 ha un’emivita di circa 3 ore questo significa che per mantenere una corretta dose dovremmo assumerla almeno 3 volte al giorno a differenza della forma MK-7 che con una singola dose riesce a soddisfare il fabbisogno giornaliero.
Lo abbiamo già visto per la vitamina D, è preferibile assumere la vitamina K2 a stomaco pieno, assumerla la sera, a cena o dopo cena. In commercio si trovano diverse forme io preferisco le gocce o le perle che sono già in soluzione oleosa dunque ottime per essere assorbita al meglio meglio essendo una vitamina lipofila e liposolubile.
Il dosaggio giornaliero consigliato per la popolazione adulta è di questo ti consente di assumerla una sola volta al giorno. La a differenza delle altre vitamine liposolubili non ha effetti tossici, sia nei bambini che negli adulti. Essa interferisce però con l’attività dei farmaci a base di warfarin utilizzati nella prevenzione cronica delle trombosi.
Ti raccomando dunque sempre di informare il tuo medico qualora stessi assumendo questa classe di farmaci e non utilizzare mai di tua spontanea volontà integratori perché questi possono avere interazioni con i farmaci che stai assumendo. Altri fluidificanti invece quali, aspirina, plavix o eparina non interferiscono con l’attività della vitamina K2.
Ricordo sempre che gli integratori non vanno mai intesi come sostituti di una dieta varia ed equilibrata e che devi sempre informare il tuo medico o il tuo farmacista prima di assumerli. C’è chi la definisce la vitamina che ti farà vivere a lungo, chi la esalta per le sue proprietà anti invecchiamento, addirittura si parla di effetti antitumorali.
Tuttavia ci sono ancora studi in corso e non possono essere attribuite caratteristiche senza avere delle certezze scientifiche. Sicuramente svolge dei ruoli molto importanti per la nostra salute, ma il tuo medico saprà valutare le tue specifiche necessità. Anche per questo video siamo giunti al termine se hai apprezzato questo contenuto metti un mi piace e condividilo con i tuoi amici e parenti.
infine fammi sapere nei commenti se conoscevi anche tu nel dettaglio questa vitamina. : VITAMINA K: QUALE SCEGLIERE E QUANDO ASSUMERLA
Quanto tempo impiegano le piastrine a salire?
Donazione del sangue: dopo quanto si rigenera? – Subito dopo il prelievo, l’organismo attua dei processi di rigenerazione, Dai tessuti, infatti, sono “richiamati” i liquidi necessari, il midollo osseo aumenta la produzione dei globuli rossi (ripristino completo in 3 settimane).
- Il plasma si riforma in poche ore.
- Globuli bianchi e piastrine tendono a ricrearsi in 24-48 ore.
- Per questa ragione, esistono dei tempi di recupero post-donazione ben precisi.
- Non si devono superare le 4 donazione negli uomini e le due per le donne, in un anno.
- Tra una donazione e l’altra, è bene che trascorrano 90 giorni,
Minore è il tempo necessario per ripetere una donazione del plasma. Nelle sedi e nei centri di raccolta AVIS troverete guide chiare alla donazione. Ricordate, donare fa bene, aiuta chi ne ha bisogno e può davvero permettere di salvare una vita.
Quanto si può vivere con le piastrine basse?
Una modalità innovativa per curare le piastrinopenie croniche
- 2019-05-22
- La porpora trombocitopenica immune (ITP) è una patologia conseguente allo sviluppo di anticorpi anti-piastrine.
- La presenza di questi anticorpi sulla superficie delle piastrine allerta le cellule “spazzine” (macrofagi) dell’organismo che le distruggono, tanto che queste piastrine alterate invece di vivere una normale vita di circa 6 giorni possono sopravvivere nel sangue anche solo per poche ore.
Le piastrine sono corpuscoli privi di nucleo che derivano dalla frammentazione del citoplasma di grandi cellule del midollo osseo, chiamate megacariociti. Le piastrine svolgono un ruolo fondamentale nell’emostasi ed in particolare nelle prime fasi della coagulazione del sangue,
Clinicamente questa patologia si manifesta quindi con piastrinopenia (riduzione della conta piastrinica) di gravità variabile perché il midollo osseo, sede di produzione delle piastrine non ce la fa a compensarne l’accelerata distruzione. Oltre alla distruzione piastrinica anticorpo-mediata, numerosi dati scientifici riportano anche una concomitante disfunzione dei megacariociti, le cellule progenitrici delle piastrine.
La riduzione della conta piastrinica in circolo che ne deriva può avere gravità variabile e quando severa comportare un elevato rischio di eventi emorragici maggiori. In questi ultimi casi, le terapie a disposizione per aumentare la conta piastrinica si basano su tre tipi di meccanismi d’azione:
- la riduzione della produzione degli anticorpi anti-piastrine
- il blocco della distruzione prematura delle piastrine circolanti nel sangue
- lo stimolo della produzione piastrinica sul midollo osseo
La prima linea di terapia per la ITP è rappresentata dalla terapia cortisonica, con l’obiettivo di ridurre la produzione anticorpale. Questa terapia può, in consistente numero di pazienti, far risalire rapidamente il numero delle piastrine circolanti e, in una parte di essi, questo risultato può essere definitivo o duraturo.
Molti pazienti risultano tuttavia severamente intolleranti o resistenti al cortisone, e la recidiva della ITP si manifesta rapidamente alla progressiva riduzione del dosaggio dello steroide. L’infusione di alte dosi di immunoglobuline (che “distraggono” i macrofagi e permettendo così alle piastrine coperte di autoanticorpi di sopravvivere più a lungo ) è un’altra strategia terapeutica molto efficace che riduce la distruzione delle piastrine in circolo, con un effetto immediata ma solo temporaneo,
Essa perciò appare utile in situazioni di emergenza o in previsione di interventi chirurgici.
- Terapia di seconda linea in caso di resistenza o grave intolleranza al cortisone sono rappresentate dal Rituximab, un anticorpo monoclonale contro la proteina di superficie CD20 espressa sui linfociti B, la splenectomia e farmaci che stimolano la produzione di piastrine, chiamati trombopoietina mimetici (TPO), rappresentati da eltrombopag e romiplostim.
- Ognuna di queste strategie terapeutiche è, come sempre, associata a rischi e benefici che vanno attentamente tenuti in considerazione.
- La splenectomia ad esempio è associata a risposte durature ma anche a un rischio di eventi trombotici nel post intervento e a un aumentato e permanente rischio infettivo,
- Rituximab è molto ben tollerato e consente di evitare i rischi perioperatori e postoperatori della splenectomia ma è correlato a un rate di risposte durature pari solo al 20% a 5 anni.
I farmaci TPO mimetici sono correlati a una ottima risposta, ma richiedono una somministrazione continua e frequenti modifiche di dosaggio, oltre a presentare rischi di tossicità a lungo termine. Essi sono comunque una preziosa arma di seconda o terza linea in pazienti con ITP cronica. Nell’aprile 2018 la FDA (Agenzia regolatoria dei farmaci degli Stati Uniti) ha approvato un nuovo farmaco chiamato Fostamatinib per il trattamento della ITP cronica resistente ad almeno una linea di terapia. Fostamatinib è un farmaco “smart” che inibisce la proteina tirosin chinasica splenica Syk, espressa su linfociti B, linfociti T, macrofagi e piastrine. L’inibizione dell’attività di questa proteina blocca sia la fagocitosi delle piastrine da parte dei macrofagi e la sintesi di anticorpi anti-piastrine. L’efficacia e la tollerabilità di Fostamatinib sono state valutate in due grossi studi internazionali randomizzati multicentrici, denominati FIT1 e FIT2, Sono stati arruolati complessivamente 150 pazienti, la maggior parte dei quali resistenti a 3 o più linee di terapia precedenti. Il 50% dei pazienti aveva inoltre precedentemente ricevuto trattamento con TPO mimetici. La percentuale di risposte globali nel braccio Fostamatinib è stato del 43% rispetto al 14% nei pazienti trattati con placebo, con una percentuale di risposte maggiori nei pazienti più a rischio, cioè quelli con conta piastrinica di partenza < 15.000/mmc. Nella fase di estensione dello studio in 27 pazienti che hanno mantenuto una risposta stabile, il 78% ha mantenuto la risposta a 12 mesi e il 56% a 24 mesi. Gli effetti collaterali maggiormente riportati sono stati diarrea, nausea e aumento della pressione arteriosa sistemica. In solo l'1% dei pazienti è stata riportata neutropenia.
- Nei pazienti in terapia con fostamatinib non è stato riportato un aumento dell’incidenza di eventi infettivi rispetto al braccio placebo.
- Si configura perciò, per i pazienti con ITP cronica o recidivante, la possibilità di più opzioni terapeutiche efficaci, da selezionare e da inserire eventualmente in successione.
- La scelta, da affidarsi a Centri altamente specializzati nella diagnosi e cura dei pazienti ematologici, dovrà tener conto della globalità del singolo paziente (severità della malattia; terapie precedentemente impiegate; durata e qualità delle risposte conseguite; età, comorbidità e desideri del paziente), coinvolgendo a pieno titolo il paziente nelle decisioni sulla SUA malattia.
Le linee guida internazionali attuali raccomandano l’utilizzo di terapia cortisonica come terapia di prima linea (rate di risposta globale a sei mesi pari al 50% circa) e rituximab e splenectomia come terapie di seconda linea (tassi di risposta globali pari al 62% e 72% rispettivamente).
In caso di inefficacia, i TPO mimetici eltrombopag e romiplostim garantiscono un tasso di riposte globali pari al 80% e 74% rispettivamente. Nonostante l’efficacia di fostamatinib, solo il 18% dei pazienti mantiene una risposta stabile e duratura sulla conta piastrinica, probabilmente a causa delle molteplici linee di trattamento cui i pazienti arruolati nello studio erano precedentemente stati sottoposti, delineando una malattia particolarmente refrattaria alle terapie.
Fostamatinib pertanto rappresenta ad oggi una valida alternativa terapeutica per i pazienti affetti da ITP refrattari, posizionandosi tuttavia solo successivamente alle altre strategie terapeutiche di seconda linea, almeno fino a quando non saranno disponibili studi comparativi che porteranno all’utilizzo del farmaco più precocemente nell’algoritmo terapeutico.
- Un’altra valida strategia futura potrebbe essere rappresentata dall’embricazione di fostamatinib con altri farmaci in terapie di combinazione per potenziarne l’efficacia, ma saranno necessari studi futuri per valutare rischi e benefici di questa ulteriore possibilità terapeutica.
- BIBLIOGRAFIA 1) Nathan T.
Connell, Nancy Berliner. Fostamatinib for the treatment of chronic immune thrombocytopenia. Blood 2019 2) Cuker A, Neunert CE. How I treat refractory immune thrombocytopenia. Blood.2016;128(12):1547-1554.3) Newland A, Lee EJ, McDonald V, Bussel JB. Fostamatinib for persistent/chronic adult immune thrombocytopenia.
Immunotherapy.2018;10(1):9-25.4) Bussel J, Arnold DM, Grossbard E, et al. Fostamatinib for the treatment of adult persistent and chronic immune thrombocytopenia: Results of two phase 3, randomized, placebo-controlled trials. Am J Hematol.2018;93(7):921-930 5) Duliege A, Arnold DM, Boccia R, et al. Two-Year Safety and Efficacy Outcomes with Fostamatinib in Adult Patients with Immune Thrombocytopenia (ITP): Open-Label Extension to Phase 3 Trial Program.
Blood.2018;132:736 6) Neunert C, Lim W, Crowther M, et al. The American Society of Hematology 2011 evidence-based practice guideline for immune thrombocytopenia. Blood.2011;117(16):4190-4207 : Una modalità innovativa per curare le piastrinopenie croniche
Quali infezioni abbassano le piastrine?
Definizione – Il termine piastrinopenia (o trombocitopenia ) indica una quantità di piastrine circolanti inferiore a 150.000 unità per mm3 (microlitro) di sangue (la conta piastrinica è normalmente compresa tra 150.000 e 400.000/mm3). La soglia sotto la quale iniziano a verificarsi alterazioni dell’emostasi è 50.000/mm3.
Il numero di piastrine nel sangue può variare lievemente in base alle fasi del ciclo mestruale, diminuisce nelle ultime fasi della gravidanza (trombocitopenia gestazionale) e aumenta in risposta a citochine infiammatorie (trombocitosi secondaria o reattiva). La diminuzione delle piastrine, come altre disfunzioni piastriniche, può causare difetti nella coagulazione del sangue e manifestazioni emorragiche di vario tipo (nota: il rischio di sanguinamento è inversamente proporzionale alla conta piastrinica).
Sintomi correlati alla ridotta conta piastrinica comprendono petecchie, porpora e sanguinamento dalle mucose. Le cause di piastrinopenia possono essere classificate sulla base del meccanismo fisiopatologico che le determina e comprendono la ridotta produzione, l’aumentata distruzione a livello splenico o il consumo (sia immune, che non immune), la diluizione (ad esempio, per trasfusioni di sangue massive) e l’associazione di questi processi.
- Le piastrinopenie possono essere primitive (o idiopatiche) quando non si conosce la causa scatenante (es.
- Porpora trombocitopenica idiopatica).
- Spesso, la trombocitopenia si può osservare anche quando il midollo è interessato da processi infettivi, infiammatori o neoplastici, come nel caso di leucemie, linfomi, fibrosi midollare, anemia aplastica, disturbi linfoproliferativi e alcune sindromi mielodisplastiche.
Una diminuzione delle piastrine, però, può comparire anche nel corso di malattie infettive (es. epatite, morbillo, varicella, rosolia, mononucleosi, infezione da HIV e da cytomegalovirus ), collagenopatie, reazioni autoimmuni (es. lupus eritematoso sistemico ) e alcuni processi neoplastici.
- Altre possibili cause comprendono: cirrosi epatica (con ipertensione portale e aumento di volume della milza ), problemi di sanguinamento cronico (es.
- Emorragia cerebrale, complicanze di ulcere allo stomaco), deficit di Vitamina B12 o folati, allergie e reazioni anafilattiche, ustioni, sepsi e sindrome da distress respiratorio acuto.
La trombocitopenia può derivare dall’azione di varie sostanze tossiche (es. abuso di alcool ) e farmaci (più comuni: chinino, trimetoprim/sulfametossazolo e agenti chemioterapici) che producono una mielosoppressione dose-dipendente o innescano una distruzione immuno-mediata delle piastrine.
Chi è anemico ha le piastrine basse?
L’anemia (carenza di emoglobina e globuli rossi) è il sintomo che accomuna tutti i pazienti e determina stanchezza, mancanza di resistenza fisica, tachicardia e crampi alle gambe. La piastrinopenia è la riduzione del numero di piastrine nel sangue e può causare emorragie.
In che frutta si trova la vitamina K?
Alcuni frutti sono discrete fonti di vitamina K. Il kiwi ne è molto ricco: un etto ne apporta circa 40 µg. Altre buone fonti sono l’avocado, i mirtilli, le more e l’uva, tutti con circa 15-20 µg per etto. Le prugne secche concentrano molta vitamina K : ne bastano tre per averne circa 18 µg.
Quanta vitamina K ha la banana?
Contenuto di Vitamina K (Fillochinone) negli alimenti
Alimento | Vitamina K |
---|---|
Banane | 0.5 |
Banane, disidratate, o banana in polvere | 2 |
Barbabietola, germogli | 400 |
Barbabietola, germogli, cotto, bollito, scolato, con sale | 484 |
Quale carne contiene vitamina K?
Attività della vitamina K Trasformazioni nell’organismo Fabbisogno quotidiano di vitamina K Carenza Sovradosaggio di vitamina K
La vitamina K comprende un insieme di composti liposolubili indispensabili per assicurare una corretta coagulazione del sangue. Con il termine vitamina K si indica un gruppo di composti liposolubili (che si sciolgono bene nei grassi) simili tra loro, ma non sovrapponibili per struttura e proprietà molecolari né per livello di attività nell’organismo, variamente distribuiti in natura.
La vitamina K1, chiamata anche fillochinone (e non “filochinone”, come a volte capita di leggere), rappresenta la principale fonte alimentare di vitamina K per la popolazione occidentale ed è presente in abbondanza in tutte le verdure a foglia verde scuro (come spinaci, radicchio, lattuga e altri tipi di insalata ecc.) e negli ortaggi appartenenti all’ampia famiglia delle Brassicacee, ossia broccoli, cavolfiori, verze, cavolo cappuccio, cavolini di Bruxelles, cime di rapa, rapanelli, rape, rucola, rafano ecc.
Contengono vitamina K anche i ceci, i piselli, la soia e il tè verde. La vitamina K2, termine sotto il quale sono raggruppate diverse versioni di una sostanza chiamata menachinone (MK), è presente soprattutto in alimenti di origine animale, come carne, fegato di manzo e maiale, formaggio e uova.
Il latte, invece, contiene quantità molto modeste di menachinoni, ragion per cui i neonati allattati esclusivamente al seno per non andare incontro a deficit di vitamina K vita vengono di norma supplementati nei primi 3 mesi (diversamente dai bambini nutriti con formule lattee, di norma arricchite di questa vitamina).
I diversi menachinoni (MK) sono indicati con un numero, da 4 a 13, corrispondente alla lunghezza della catena laterale della molecola (numero di residui isoprenici insaturi), dalla quale dipende il livello di attività e alcuni dettagli del metabolismo dei singoli composti di questo gruppo.
- Tranne il MK-4, i menachinoni sono prodotti anche dalla flora batterica intestinale in grado di fermentare gli alimenti introdotti con la dieta.
- Alcuni ritengono che, tranne nel caso dei lattanti, in virtù di questo apporto costante da parte dei batteri anaerobi presenti nel colon sia difficile che l’organismo umano possa sviluppare carenze di vitamina K dopo i primi anni di vita, anche se non si assumono regolarmente cibi che ne sono ricchi.
Tuttavia, non esistono dati affidabili sulla quantità di menachinoni prodotti dalla microflora realmente assorbiti dalla mucosa intestinale e, quindi, sul contributo offerto da questa fonte alla soddisfazione del fabbisogno quotidiano.
Chi ha la leucemia ha le piastrine basse?
ATTENZIONE AI SANGUINAMENTI – La leucemia porta anche all’abbassamento delle piastrine, che fanno parte del sistema della coagulazione e, sostanzialmente, ci proteggono dalle emorragie, Quando non funzionano bisogna stare attenti alla comparsa di lividi, sangue dal naso o dalle gengive,
Nel momento in cui compaiono sintomi che ci possano far pensare che sia in atto un piccolo sanguinamento, questo ci deve mettere in allerta: se le piastrine sono troppo basse anche queste vanno sostenute e trasfuse per evitare di incorrere in complicanze emorragiche importanti. Per affrontare al meglio la malattia è fondamentale mantenere un canale di comunicazione medico-paziente sempre attivo e continuo.
Anche in questo periodo di festa in cui magari i controlli in ospedale sono meno frequenti, è fondamentale riferire immediatamente al medico eventuali sintomi sentinella come febbre, lividi, comparsa di affanno. Riconoscerli e trattarli precocemente consente una gestione clinica migliore, e minori complicanze per il paziente.
Qual è il valore normale delle piastrine?
Per definire normale il numero delle piastrine, cellule fondamentali per i processi di coagulazione del sangue, il range deve attestarsi oggi tra un minimo di 150mila e un massimo di 400mila (450mila in alcuni casi) per microlitro di sangue.
Quando le piastrine alte sono preoccupanti?
di Vera Martinella Diagnosi precoce significa avere maggiori probabilit di guarigione o di successo delle cure. Per questo gli esperti della Societ Italiana di Ematologia (Sie) invitano a non trascurare determinati segnali che potrebbero essere indizio della presenza di un tumore, ma anche di molte alte patologie, meno gravi, perch spesso questi valori si alterano quando nell’organismo qualcosa non funziona Valori di piastrine non molto aumentati (attorno alle 500.000 per microlitro cubo) possono riscontrarsi in diverse situazioni come stati infiammatori e anemia da carenza di ferro – prosegue Pane -. 6 agosto 2022 | 10:12 (©) RIPRODUZIONE RISERVATA
Cosa succede se si hanno le piastrine alte?
Inizialmente, la presenza di troppe piastrine rende più facile la coagulazione del sangue, compito delle piastrine. Possono svilupparsi coaguli di sangue nelle gambe (TVP. La trombosi venosa profonda (TVP) avviene quando si forma un coagulo di sangue in una vena di maggiori informazioni ), nel cervello (ictus.