Pressione 180 110 Cosa Fare?
Elvira Olguin
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Cosa si rischia con la pressione a 180?
Cosa fare? – Secondo l’American Heart Association :
Se la pressione del sangue è 180/120 o superiore, attendere circa cinque minuti e riprovare. Se la seconda lettura è altrettanto elevata e non si verificano altri sintomi associati di danni agli organi bersaglio come dolore toracico, mancanza di respiro, mal di schiena, intorpidimento/debolezza, alterazioni della vista o difficoltà a parlare, si tratta di un’urgenza ipertensiva, che richiede di contattare immediatamente il medico per un aggiustamento dei farmaci in uso o una prima prescrizione; raramente richiede il ricovero in ospedale. Se la lettura della pressione sanguigna è 180/120 o superiore e si verificano altri sintomi associati di danno agli organi bersaglio come dolore toracico, mancanza di respiro, mal di schiena, intorpidimento/debolezza, alterazioni della vista o difficoltà a parlare si tratta di emergenza ipertensiva, che richiede di rivolgersi immediatamente ad un Pronto Soccorso (chiamando il numero unico delle emergenze e non mettendosi alla guida).
Il trattamento, nel caso di un’urgenza, prevede l’attuazione di un regime di vigile attesa (possono non essere somministrati farmaci e si monitora il paziente attraverso controlli seriati della pressione arteriosa). E’ assolutamente da evitare una gestione autonoma da parte del paziente che preveda modifiche della terapia anti-ipertensiva in atto (ad esempio variazioni nell’orario di assunzione o nella dose dei farmaci presi abitualmente).
ricovero in unità di terapia intensiva; utilizzo di farmaci endovena a breve durata d’azione (nitrati, fenoldopam, nicardipina, labetalolo). I farmaci orali non sono consigliati perché l’inizio della loro azione è variabile e la loro titolazione più difficoltosa.
Qual è la pressione alta più pericolosa?
È più pericolosa una massima o una minima alta? – Da un punto di vista generale avere una sistolica (massima) alta è più pericoloso, perché più strettamente correlato al rischio di andare incontro a infarto o ictus. Per esempio una pressione alta di 160/80 è più pericolosa di una pressione minima alta 150/90.
Perché la pressione si alza all’improvviso?
Gli sbalzi pressori o i rialzi pressori sono momenti occasionali e temporanei, in cui le cause della pressione alta sono dovute a stati d’ansia, sforzi fisici, stress o stanchezza o ancora ingerimento di cibi (ad alto contenuto di sodio) che fanno alzare la pressione.
Cosa fare se la pressione non scende?
I farmaci contro l’ipertensione non funzionano? La colpa potrebbe essere dei batteri intestinali Se la pressione non scende nonostante i farmaci, la responsabilità potrebbe essere di alcuni batteri dell’intestino che compromettono l’efficacia delle terapie.
- Così si spiegherebbe la resistenza che alcuni pazienti sviluppano nei confronti dei medicinali anti-ipertensivi.
- È quanto suggerisce uno studio dell’Università di Toledo appena pubblicato su,
- Circa il 20 per cento delle persone in cura per il controllo della pressione arteriosa non ottiene benefici dai farmaci e la loro pressione resta elevata compromettendo la salute cardiovascolare.
«L’unica cosa che i medici possono davvero fare in questi casi è aggiungere o cambiare farmaci oppure aumentare la dose con la speranza che qualcosa possa funzionare. Fino ad ora, non abbiamo avuto alcuna chiara indicazione su quale sia il meccanismo all’origine dell’ipertensione resistente.
- La nostra ricerca potrebbe fornire un primo passo verso l’identificazione di nuovi modi per superare efficacemente l’ipertensione resistente al trattamento», ha dichiarato Tao Yang, principale autore dello studio.
- Gli scienziati hanno testato l’efficacia del farmaco contro l’ipertensione arteriosa quinapril (un ACE-inibitore) in due gruppi di topi, uno con una composizione batterica normale e un altro con un microbiota impoverito dall’uso di elevate dosi di antibiotici.
È emersa una evidente differenza tra i due gruppi: gli animali che avevano seguito la terapia antibiotica rispondevano molto meglio al farmaco rispetto agli altri. I ricercatori allora hanno analizzato i batteri presenti nel gruppo dei topi non trattati con antibiotici e assenti nell’altro gruppo per individuare i responsabili della ridotta efficacia del quinapril.
- Come principale colpevole è stato riconosciuto il Coprococcus (un batterio che sembra avere anche un ruolo positivo agendo come ), per la sua capacità di scomporre il quinapril and ramipril (un altro anti-ipertensivo), riducendone l’efficacia.
- Sebbene lo studio sia limitato a modelli animali ed esperimenti di laboratorio, i ricercatori hanno identificato almeno un caso-studio che sembra sostenere l’ipotesi di un ruolo chiave del microbiota nel funzionamento dei farmaci.
Il caso era stato descritto nell’International Journal of Cardiology nel 2015: una donna in cura con una terapia anti-ipertensiva con più farmaci senza ottenere alcun beneficio era riuscita a tenere sotto controllo la pressione senza alcun medicinale dopo aver assunto un ciclo di antibiotici in seguito a un’infezione post-operatoria.
Nei sei mesi successivi alla fine della cura antibiotica era bastato un solo farmaco per tenere sotto controllo la pressione. Superato quel periodo però, la terapia anti-ipertensiva aveva nuovamente smesso di funzionare. «Questo è solo un caso e sono necessarie ulteriori ricerche. Tuttavia, ciò suggerisce che i batteri intestinali possono svolgere un ruolo effettivo e molto importante nella regolazione dell’efficacia dei farmaci per la pressione sanguigna», ha affermato Yang.
Non è certamente ipotizzabile suggerire l’uso a lungo termine di antibiotici per migliorare la gestione dell’ipertensione resistente al trattamento. L’ipotesi immaginata dai ricercatori è piuttosto quella di alterare il microbiota dei pazienti attraverso probiotici, prebiotici e cambiamenti nell’alimentazione.
Quale antinfiammatorio prendere se si ha la pressione alta?
Secondo le linee guida correnti il paracetamolo è l’analgesico di prima scelta anche grazie alla sua maggior sicurezza cardiovascolare rispetto ai farmaci antinfiammatori non steroidei (vedi articolo a pagina 5 di questo stesso numero). Sul finire dello scorso anno sono stati espressi dubbi al riguardo,1 in particolare sulla sua interferenza sull’ipertensione.
In uno studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo era stato somministrato paracetamolo a una dose di 1 g/tre volte al giorno per due settimane (durata difficilmente utilizzata nella pratica clinica) a 33 pazienti (età media 60,5 anni, 28 uomini) coronaropatici e ne è stato valutato l’effetto su una serie di parametri, in particolare sulla funzione vascolare e piastrinica.
Il paracetamolo ha indotto un aumento significativo di pressione arteriosa sistolica (da 122,4 ± 11,9 a 125,3 ± 12,0 mm Hg, p=0,02) e di pressione arteriosa diastolica (da 73,2 ± 6,9 a 75,4 ± 7,9 mmHg p=0,02) se confrontato con il placebo. D’altro canto non sono state riscontrate differenze significative sul battito cardiaco, sulla funzione endoteliale e sull’attività piastrinica e delle cellule progenitrici endoteliali.
La maggior parte delle prove inerenti la sicurezza cardiovascolare del paracetamolo derivava finora da studi osservazionali e questa ricerca, secondo gli autori, dimostra per la prima volta che il farmaco usato a dosaggio pieno per due settimane aumenta in modo significativo la pressione arteriosa nei pazienti con patologia coronarica.
Si tratta di un segnale che necessita di essere confermato, visto l’ampio uso che si fa del farmaco. Nel frattempo le linee guida attuali sull’utilizzo del paracetamolo sono da considerarsi ancora valide. Bibliografia:
Circulation 2010;122;1789-96. CDI #rrr#
Cosa succede se la pressione arriva a 200?
Per una pressione a 200 mmHg c’è poco da fare: bisogna recarsi subito al pronto soccorso. Non ci sono rimedi casalinghi che possono far abbassare la pressione, né vi è modo di controllare i danni che questo rialzo pressorio può causare.
Cosa si rischia con la pressione a 200?
Sintomi di Ipertensione: quali sono e quando si manifestano? – La pressione alta dà segni di sé solo in specifiche situazioni. Una di queste situazioni – forse la più nota e importante – è la cosiddetta crisi ipertensiva, la quale consiste in un innalzamento brusco ed eccessivo della pressione arteriosa, seguito da una serie di disturbi, tra cui:
- Mal di testa improvviso, pulsante e a carico di tutto il capo;
- Sensazione di testa pesante;
- Ronzii alle orecchie (acufeni);
- Vertigini ;
- Sudorazione fredda;
- Sangue da naso ;
- Dispnea e cardiopalmo ;
- Senso d’ ansia opprimente;
- Nausea e vomito ;
- Problemi di vista (offuscamento visivo, fosfeni scintillanti, amaurosi puntiforme ecc.).
Gli episodi di crisi ipertensiva sono circostanze che richiedono l’immediato intervento del medico, in quanto possono degenerare in serie complicazioni, alcune delle quali dall’esito mortale. Tra le complicazioni di una crisi ipertensiva, rientrano: la perdita di coscienza, la perdita di memoria, l’ angina pectoris, l’ edema polmonare, l’ ictus, l’attacco di cuore, il danno a occhi e reni, la perdita della funzione renale, la dissecazione aortica ecc.
Qual è la pressione alta più pericolosa?
Quale pressione è più pericolosa? – L’ampia letteratura scientifica disponibile permette di affermare con sicurezza che generalmente una sistolica (massima) alta è più pericolosa di una diastolica (minima) alta, in quanto maggiormente correlata al rischio di sviluppo di eventi cardiovascolari.
Si tratta ovviamente di considerazioni generali, che vanno poi calate caso per caso in base all’anamnesi del singolo paziente (valori pressori, storia clinica, età, ). Quali sono i sintomi della pressione alta? L’ipertensione viene spesso chiamata “killer silenzioso” perché di norma non causa la comparsa di alcun sintomo; molti pazienti non si accorgono di avere valori alti e per questo è importante misurarla regolarmente.
Quali sono le cause di pressione alta? Nel 90-95% dei pazienti adulti non è possibile identificare alcuna causa e si parla quindi di ipertensione essenziale; tende a svilupparsi gradualmente nell’arco di diversi anni, con maggior probabilità in presenza dei tradizionali fattori di rischio cardiovascolari (fumo, sovrappeso, sedentarietà, abuso di sale, ).
- perdendo peso se necessario,
- abbattendo il consumo di sale,
- praticando regolare attività fisica,
Cosa fare subito in caso di pressione alta? Se la pressione del sangue è 180/120 o superiore, attendere circa cinque minuti e riprovare. Se la seconda lettura è altrettanto elevata e non si verificano altri sintomi associati contattare immediatamente il medico per un aggiustamento dei farmaci in uso o una prima prescrizione; in caso di altri sintomi (dolore toracico, mancanza di respiro, mal di schiena, ) rivolgersi immediatamente ad un Pronto Soccorso (chiamando il numero unico delle emergenze e non mettendosi alla guida).
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Cosa succede se la pressione arriva a 200?
Per una pressione a 200 mmHg c’è poco da fare: bisogna recarsi subito al pronto soccorso. Non ci sono rimedi casalinghi che possono far abbassare la pressione, né vi è modo di controllare i danni che questo rialzo pressorio può causare.
Quando la pressione alta Cosa può succedere?
Che cosa comporta? – L’ipertensione arteriosa non è una malattia, ma un fattore di rischio, ovvero una condizione che aumenta la probabilità che si verifichino altre malattie cardiovascolari (per esempio: angina pectoris, infarto miocardico, ictus cerebrale).
- Per questo, è importante individuarla e curarla: per prevenire i danni che essa può provocare,
- Si parla di ipertensione arteriosa sistolica quando solo la pressione massima è aumentata; al contrario, nell’ipertensione diastolica, sono alterati i valori della pressione minima.
- Si definisce ipertensione sisto-diastolica la condizione in cui entrambi i valori di pressione (minima e massima) sono superiori alla norma.
Classicamente, e come conseguenza delle modificazioni che avvengono nell’organismo per effetto dell’invecchiamento, gli anziani e i grandi anziani (ultranovantenni) soffrono più spesso di ipertensione arteriosa sistolica isolata, con valori di pressione massima anche molto alti, e pressione minima bassa.
Cosa si rischia con la pressione a 200?
Sintomi di Ipertensione: quali sono e quando si manifestano? – La pressione alta dà segni di sé solo in specifiche situazioni. Una di queste situazioni – forse la più nota e importante – è la cosiddetta crisi ipertensiva, la quale consiste in un innalzamento brusco ed eccessivo della pressione arteriosa, seguito da una serie di disturbi, tra cui:
- Mal di testa improvviso, pulsante e a carico di tutto il capo;
- Sensazione di testa pesante;
- Ronzii alle orecchie (acufeni);
- Vertigini ;
- Sudorazione fredda;
- Sangue da naso ;
- Dispnea e cardiopalmo ;
- Senso d’ ansia opprimente;
- Nausea e vomito ;
- Problemi di vista (offuscamento visivo, fosfeni scintillanti, amaurosi puntiforme ecc.).
Gli episodi di crisi ipertensiva sono circostanze che richiedono l’immediato intervento del medico, in quanto possono degenerare in serie complicazioni, alcune delle quali dall’esito mortale. Tra le complicazioni di una crisi ipertensiva, rientrano: la perdita di coscienza, la perdita di memoria, l’ angina pectoris, l’ edema polmonare, l’ ictus, l’attacco di cuore, il danno a occhi e reni, la perdita della funzione renale, la dissecazione aortica ecc.