Rdw Alto Cosa Significa?
Elvira Olguin
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Contents
- 1 Quando il valore degli eritrociti è preoccupante?
- 2 Cosa vuol dire MCV basso?
- 3 Quando i globuli rossi si considerano alti?
Quando il valore degli eritrociti è preoccupante?
Utilità clinica dell’esame degli eritrociti (globuli rossi) – Gli eritrociti o globuli rossi sono cellule del sangue prive di nucleo la cui funzione è trasportare l’ossigeno e l’anidride carbonica attraverso l’emoglobina in essi contenuta, che determina la colorazione rossa del sangue.
La sopravvivenza media del globulo rosso è di 120 giorni: dopo tale termine la cellula viene fagocitata dai macrofagi di milza, fegato, midollo osseo, ecc Nella donna sono mediamente presenti nel sangue 4.500.000 eritrociti per mm3 e nell’uomo 5.000.000 per mm3, Questi valori di massima possono tuttavia subire alterazioni anche sostanziali dovute a patologie o condizioni fisiologiche.
Un valore basso di eritrociti potrebbe essere registrato da persone affette da anemie o emorragie, Un valore alto di eritrociti può essere riscontrato in persone affette da insufficienza respiratoria, policitemia, talassemia o può essere causato anche dall’altitudine o da un’intensa attività fisica.
Cosa vuol dire MCV nelle analisi del sangue?
Cos’è – MCV è l’acronimo di “Mean Cell Volume” o “Mean Corpuscular Volume”. Tradotta in italiano, questa sigla indica il volume corpuscolare medio, vale a dire il volume medio dei globuli rossi, In sostanza, l’MCV permette di sapere se i globuli rossi sono troppo piccoli, troppo grandi o – semplicemente – normali.
Cosa vuol dire MCV basso?
Indici corpuscolari Gli indici corpuscolari sono rappresentati da:
Volume cellulare medio (mean cell volume, MCV ); Contenuto cellulare medio di emoglobina (mean cell hemoglobin, MCH ); Concentrazione cellulare media di emoglobina (mean cell hemoglobin concentration, MCHC ).
Questi parametri sono largamente utilizzati nella classificazione delle, mentre la e l’ sono indici comunemente utilizzati per esprimere la loro gravità. Normalmente, ematocrito ed emoglobina sono vincolati da un rapporto costante: una unità di emoglobina, in grammi per decilitro, equivale a tre unità di ematocrito, in punti percentuali.
- Questo rapporto può modificarsi quando, per esempio, compaiono in circolo eritrociti di dimensioni o forme anomale, oppure quando la produzione di emoglobina diminuisce.
- Oltre agli indici corpuscolari, per chiarire la causa di un’eventuale patologia, è utile considerare il conteggio dei (RBC).
- Questo parametro esprime il numero degli eritrociti per microlitro di sangue.
Viene anche chiamato con la sigla RBC. L’analisi degli indici corpuscolari si svolge sulla parte corpuscolata del sangue, ossia sulle cellule circolanti. I risultati forniscono un’indicazione non solo sul numero dei vari tipi di componenti del sangue, ma anche sulle caratteristiche fisiche di alcune cellule.
Gli indici corpuscolari (MCH, MCHC e MCV) forniscono informazioni relative ai globuli rossi (o eritrociti), In particolare, questi indici consentono di identificarne la dimensione e il contenuto di emoglobina: Questi tre parametri sono tradizionalmente utilizzati per effettuare una diagnosi differenziale di,
Questo indice rappresenta il volume medio del globulo rosso. Con i contatori elettronici, l’MCV è misurato direttamente; tuttavia, è molto facile calcolarlo: basta dividere il valore dell’ematocrito per il numero dei globuli rossi (espresso in milioni per microlitro) e moltiplicare per 1000.
L’MCV è espresso in femtolitri (fl = 10-5 litri) per cellula. I valori normali sono compresi tra 80 e 100 fl. Questo valore è calcolato automaticamente dai conta cellule elettronici, ma può essere ricavato conoscendo il numero di globuli rossi e la concentrazione dell’emoglobina. L’MCH è espresso in picogrammi e può essere calcolato dividendo la quantità di emoglobina (per litro di sangue) per il numero di eritrociti (per litro).
I valori normali sono compresi tra 26 e 32 picogrammi ( = 10-12 grammi; pg = μμg = micromicrogrammo). Anche questo parametro viene calcolato dal contatore elettronico di cellule, una volta che sia stata misurata l’emoglobina e calcolato l’ematocrito. La MCHC si può calcolare manualmente dividendo il valore di emoglobina/dl per l’ematocrito.
I valori di riferimento sono 32-36%. L’analisi degli indici corpuscolari può essere prescritta quando il paziente manifesta un certo numero di che possono essere messi in relazione con patologie che interessano le, La valutazione di MCV – MCH – MCHC e RBC è parte di esami di routine, in particolare dell’,
Il medico può indicare l’esecuzione di tale indagine di laboratorio durante l’iter diagnostico per identificare l’esatta causa e/o determinarne la severità. Gli indici corpuscolari dei globuli rossi sono parametri impiegati per lo, la diagnosi o il monitoraggio di varie condizioni, tra cui: anemia, infezioni,, disordini della o,
Volume cellulare medio (MCV) : i valori normali variano da 80 a 99 fl (femtolitri) nell’uomo e da 80 a 100 Fl nella donna. Contenuto cellulare medio di emoglobina (MCH) : i valori normali sono compresi tra 26 e 32 picogrammi. Concentrazione cellulare media di emoglobina (MCHC) : i valori normali, espressi in percentuale, sono compresi tra 32 e 36%.
Un volume corpuscolare medio alto indica la presenza di globuli rossi troppo grandi rispetto alla norma ( ). Un MCV alto può essere dovuto a carenze di e di (fondamentali per la corretta sintesi dei globuli rossi),,,,, e sindrome mielodisplastica.
L’MCH o emoglobina corpuscolare media misura il dell’emoglobina nella media dei globuli rossi e, in genere, aumenta parallelamente all’MCV. Se il valore di MCH è alto, mentre il numero totale di eritrociti è basso, significa che l’organismo sta producendo globuli rossi in numero minore ma di dimensioni maggiori e più “ricchi” di emoglobina per sopperire alla loro mancanza numerica.
Questa condizione è detta anemia macrocitica e indica un’alterazione nel numero di globuli rossi associata all’aumento delle dimensioni delle emazie. La forma più pericolosa di questo tipo di anemia è quella, che si manifesta in seguito a una carenza di vitamina B12 e acido folico che risultano essenziali per la corretta sintesi dell’emoglobina.
L’ MCH alto può essere dovuto anche ad altre condizioni come: (in particolare ipotiroidismo), malattie epatiche croniche, anemia aplastica oppure emolitica. L’abuso di è un altro fattore che può provocare l’aumento dell’ MCH, Un MCHC alto si associa alla presenza di cellule ipercromiche, cioè che appaiono più scure di quelle normali.
Ciò si riscontra essenzialmente negli stati emolitici, in seguito all’assunzione della configurazione sferocitica delle emazie, tipica di alcune di queste condizioni (es. ereditarie, ecc.). Un MCHC alto si riscontra anche in caso di ed emoglobinopatia C di tipo omozigote.
- Un MCV basso indica la presenza globuli rossi più piccoli rispetto alla normalità e si parla di, la quale può essere causata, ad esempio, da o malattie croniche.
- Un MCV basso può dipendere anche da e (patologia causata da un deficit nella produzione dell’EME).
- Se il valore di MCH è basso, significa che i globuli rossi sono piccoli e contengono poca emoglobina.
In questi casi, si parla di, All’analisi morfologica, gli eritrociti risultano piccoli (anemia microcitica) e poco colorati, in quanto poveri di emoglobina (ipocromica). Un MCH basso può essere dovuto a carenza di, anemia sideroblastica (dovuta ad un deficit della sintesi dell’EME), talassemia o altri disordini a carico della sintesi proteica emoglobinica (emoglobinopatie).
- Un MCHC più basso del normale si riscontra tipicamente nelle anemie ipocromiche (al microscopio, gli eritrociti appaiono più chiari, poiché la quantità di emoglobina è ridotta).
- Probabilmente, il paziente non assume abbastanza ferro oppure ha una forma di anemia ereditaria, come la talassemia.
- Per effettuare l’esame, il paziente si deve sottoporre a un prelievo di sangue da una del o mediante una puntura del dito o del tallone (neonati).
Di solito, l’analisi degli indici corpuscolari viene eseguita utilizzando strumenti automatizzati che misurano vari parametri, presenti nel campione ematico. Per sottoposi al prelievo di sangue utile per la valutazione dell’emocromo non è necessario essere a,
- L’esame si svolge, infatti, sulla parte corpuscolata del sangue, ossia sulle cellule, per le quali il fatto di aver assunto cibi o bevande non ha,
- Tuttavia, se oltre all’emocromo, si deve effettuare qualche altro che prevede il digiuno (come la determinazione della o del ) sarà necessario astenersi da cibi e bevande.
Il medico di base che prescrive le analisi potrà comunque fornire le informazioni utili. Il volume (MCV) e il contenuto emoglobinico (MCH) delle singole cellule sono parametri importanti al fine della valutazione delle anemie e delle altre patologie ematologiche.
- Rispetto al volume, la cellula può essere definita normocita quando l’MCV è normale, microcita quando l’MCV è più basso del normale, macrocita quando l’MCV è più alto del normale.
- Il grado di emoglobinizzazione delle cellule può essere apprezzato misurando l’MCH; di conseguenza, le cellule saranno definite normocromiche o ipocromiche a seconda che l’MCH sia, rispettivamente, nei limiti della norma o più basso del normale.
Alcune malattie sono associate alla presenza di eritrociti anomali di dimensioni variabili, da molto piccoli a molto grandi. Questa variabilità non è evidenziabile quando si calcola la media dei valori, quindi, ne può risultare un MCV falsamente normale.
- Sarà allora un altro esame, chiamato esame morfologico dello periferico, che rivelerà questa alterazione, che comunque può essere quantificata dal contacellule elettronico come RDW (Red Cell Distribution Width, o ampiezza della curva di distribuzione degli eritrociti).
- Il valore normale è compreso tra 11,6% e 14,6%; valori più alti indicano presenza di un’ampia variabilità delle dimensioni delle cellule.
Esso è tanto più alto quanto maggiore è il distacco dalla norma. Per quanto riguarda il contenuto di emoglobina degli eritrociti, bisogna ricordare che la concentrazione emoglobinica presenta notevoli variazioni a seconda dell’età del soggetto. Alla nascita, per esempio, i valori sono più elevati che in qualsiasi altro periodo della vita e diminuiscono bruscamente nel periodo immediatamente successivo.
Indici corpuscolari | Sigla | Esempi di cause di valori bassi | Esempi di cause di valori alti |
Volume corpuscolare medio | MCV | Indica che i globuli rossi sono più piccoli del normale (); es. e talassemia | Segnala che gli eritrociti sono più grandi rispetto alla norma (macrociti); es. anemia causata da o, e farmaci |
Emoglobina corpuscolare media | MCH | Rispecchia i risultati dell’MCV: i globuli rossi piccoli possono avere un valore più basso di MCH. | Rispecchia i risultati dell’MCV: i macrociti sono più grandi e tendono ad avere un MCH più elevato. |
Concentrazione emoglobinica corpuscolare media | MCHC | Può essere basso, quando l’MCV è basso; la diminuzione dei valori del MCHC (ipocromia) è stata osservata in patologie come l’anemia da carenza di ferro e la talassemia. | Un aumentato valore del MCHC (ipercromia) è stato osservato in patologie in cui l’emoglobina è molto concentrata all’interno dei globuli rossi, come l’anemia emolitica autoimmune, nei pazienti e nelle sferocitosi ereditarie. |
Seleziona Analisi del Sangue Analisi del sangue Acido urico – uricemia ACTH: ormone adrenocortitotropo Alanina amino transferasi, ALT, SGPT Albumina Alcolismo Alfafetoproteina Alfafetoproteina in gravidanza Aldolasi Amilasi Ammoniemia, ammoniaca nel sangue Androstenedione Anticorpi anti-endomisio Anticorpi Antifosfolipidi Anticorpi anti-gliadina ANA – Anticorpi Anti Nucleo Anticorpi Helicobacter pylori Antigene carcino embrionario – CEA Antigene prostatico specifico PSA Antitrombina III Aptoglobina AST – GOT o aspartato aminotransferasi Azotemia Bilirubina (fisiologia) Bilirubina diretta, indiretta e totale CA 125: antigene tumorale 125 CA 15-3: antigene tumorale 15-3 CA 19-9 come marker tumorale Calcemia Ceruloplasmina Cistatina C CK-MB – Creatinchinasi MB Colesterolemia Colinesterasi (pseudocolinesterasi) Concentrazione plasmatica Creatinchinasi Creatininemia Creatinina Clearance creatinina Cromogranina A D-dimero Ematocrito Emocoltura Emocromo Emoglobina Emoglobina glicata Emopessina Esami del sangue Esami del sangue, screening sindrome di Down Ferritina Fattore Reumatoide Fibrina e suoi prodotti di degradazione Fibrinogeno Formula Leucocitaria Fosfatasi alcalina (ALP) Fruttosamina ed Emoglobina glicata GGT – Gamma-gt Gastrinemia GCT Glicemia Globuli rossi Granulociti HE4 e Cancro all’Ovaio Immunoglobuline INR Insulinemia Lattato deidrogenasi LDH Leucociti – globuli bianchi Linfociti Lipasi Marker di danno tissutale MCH MCHC MCV Metanefrine MPO – Mieloperossidasi Mioglobina Monociti MPV – volume piastrinico medio Natremia Neutrofili Omocisteina Ormoni tiroidei OGTT Osmolarità plasmatica Osteocalcina PAP – Fosfatasi Acida Prostatica PAPP-a | Proteina Plasmatica A associata alla gravidanza Peptide C Pepsina e pepsinogeno PCT – piastrinocrito od ematocrito piastrinico PDW – ampiezza di distribuzione dei volumi piastrinici Piastrine Piastrinopenia PLT – numero di piastrine nel sangue Preparazione agli esami del sangue Prist Test IgE totalik Proteina C (PC) – Proteina C Attivata (PCA) Proteina C reattiva Proteinemia Rast Test IgE specifiche Reticolociti Renina Reuma-Test Saturazione di ossigeno Sideremia Tasso alcolemico, alcolemia TBG – Globulina legante la tiroxina Tempo di protrombina Tempo di tromblopastina parziale (PTT) Tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT) Testosterone Testosterone:frazione libera e biodisponibile Tireoglobulina Tiroxina nel sangue – T4 totale, T4 libero Transaminasi Transaminasi alte Transglutaminasi Transferrina – TIBC – TIBC – UIBC – saturazione della transferrina Transtiretina Trigliceridemia Triiodotironina nel sangue – T3 totale, T3 libero Troponina e Troponine cardiache TRH – Test di stimolo al TRH TSH – Tireotropina Uremia Valori del fegato VES VDRL e TPHA: esami sierologici per la siflide Volemia Conversione bilirubinemia da mg/dL a µmol/L Conversione colesterolemia e trigliceridemia da mg/dL a mmol/L Conversione creatininemia da mg/dL a µmol/L Conversione glicemia da mg/dL a mmol/L Conversione testosteronemia da ng/dL – nmol/L Conversione uricemia da mg/dL a mmol/L : Indici corpuscolari
Che valore è MCH?
Cosa s’intende per MCH? – MCH indica il contenuto emoglobinico corpuscolare medio, cioè misura il contenuto medio di emoglobina nei globuli rossi del sangue. Questo parametro è espresso in picogrammi (nota: 1 picogrammo è un sottomultiplo del grammo che equivale ad un milionesimo di milionesimo di grammo, cioè 1/10 12 ).
Quando aumenta l MCV?
Tra gli esami del sangue standard (non solo dei donatori) ci sono i valori dell’emocromo. Vediamo cosa significa se uno dei parametri è più alto o più basso di ciò che viene considerato ottimale. Ricordate però che è fondamentale sentire il parere di un medico e non interpretare da soli le informazioni! – Globuli rossi (RBC – numero dei Globuli rossi) – Se aumentano: produzione in eccesso, perdite di liquidi (diarrea, ustioni, disidratazione), malattia cardiaca congenita; – Se diminuiscono: anemia, emorragie, malattie renali, malnutrizione, carenze di ferro e vitamine B6, B9 e B12.
Emoglobina (HGB – valore che viene rilevato anche prima del prelievo con la puntura del dito) – Se aumenta: disidratazione, eccessiva produzione di globuli rossi (policitemia), gravi malattie polmonari; – Se diminuisce: malattie ereditarie (talassemie, anemia falciforme), carenza di ferro e vitamine B6, B9 e B12, emorragie, eccessiva distruzione dei globuli rossi (emolisi), anemie, malattie renali, cirrosi epatica.
Ematocrito (HCT – indica il volume totale in percentuale dei globuli rossi rispetto al sangue intero) – Se aumenta: disidratazione, eccessiva produzione di globuli rossi (policitemia) causata da malattie del midollo osseo, da disturbi polmonari o da farmaci che stimolano la produzione di globuli rossi; – Se diminuisce: anemie soprattutto da carenza di ferro, emorragie, carenza di vitamine e altri minerali, cirrosi epatica.
- Globuli bianchi e formula leucocitaria LUC – % di Globuli bianchi – Se aumentano: infezioni, infiammazione, leucemie, traumi, stress; – Se diminuiscono: malattie autoimmuni, infezioni gravi, malattie del midollo osseo, assunzione di alcuni farmaci (es.
- Metotrexato).
- NEUT – % dei Neutrofili – Se aumentano: infezioni batteriche e fungine, malattie infiammatorie, alcuni tipi di leucemia; – Se diminuiscono: infezioni gravi, chemioterapia.
LIMPH – % dei Linfociti – Se aumentano: infezioni, infiammazione; – Se diminuiscono: malattie del sistema immunitario (lupus), stadi terminali dell’AIDS. MONO – % dei Monociti – Se aumentano: infezioni virali, alcuni tipi di leucemie e tumori del midollo osseo, radioterapia; – Se diminuiscono: alcune malattie del midollo osseo, alcuni tipi di leucemie.
EOS – % dei Eosinofili – Se aumentano: allergie, infezioni di parassiti, scarlattina; – Se diminuiscono: insufficienza renale cronica, shock anafilattico, traumi, interventi chirurgici, uso di farmaci cortisonici. BASO – % dei Basofili – Se aumentano: alcuni tipi di leucemie, infezioni croniche, reazioni allergiche verso gli alimenti e in seguito a radioterapia; – Se diminuiscono: alcune infezioni acute, stress, gravidanza (in cui, fisiologicamente, si osserva una leucopenia), farmaci (cortisone, antineoplastici), ipertiroidismo.
Piastrine – Se aumentano: alcuni tumori, artrite reumatoide, lupus, disordini mieloproliferativi, patologie infiammatorie intestinali, pillola anticoncezionale; – Se diminuiscono: alcuni tipi di leucemie e malattie che causano una crescita alterata delle cellule del sangue, chemio/radio terapia, farmaci (paracetamolo, chinidina, sulfamidici, ecc.), autoanticorpi contro piastrine.
- Mcv (volume corpuscolare medio) – Se aumenta: carenza di vitamine B9 e B12; – Se diminuisce: carenza di ferro, talassemie.
- Mchc (concentrazione emoglobinica corpuscolare media) – Se aumenta: disidratazione, aumento dell’emoglobina; – Se diminuisce: riflette i risultati MCV.
- Rdw (ampiezza di distribuzione eritrocitaria) – Se aumenta: un suo aumento può indicare la presenza di globuli rossi di dimensioni diverse (gli eritrociti immaturi sono di maggiori dimensioni).
Ad esempio carenze nutrizionali di ferro, folati, vit. B12; – Se diminuisce: la maggior parte dei globuli rossi ha uguale dimensione. Mch (contenuto emoglobinico corpuscolare medio) – Se aumenta: riflette i risultati di MCV; – Se diminuisce: riflette i risultati di MCV.
- ELETTROFORESI DELLE PROTEINE PLASMATICHE L’esame serve a verificare la quantità e la qualità delle proteine che circolano nel sangue.
- L’esame viene usato per facilitare la diagnosi di una malattia maligna chiamata mieloma multiplo, soprattutto quando sono presenti alcuni sintomi come dolore alle ossa, stanchezza, infezioni ricorrenti, anemia e fratture ossee senza cause apparenti.
Anche la diagnosi di altri disturbi può essere facilitata da questo esame: per esempio malattie infiammatorie e autoimmunitarie, infezioni croniche e acute, malattie dei reni e del fegato, disturbi del sistema immunitario (gammopatie) e condizioni di malnutrizione.
- Albumina : – Se aumenta: disidratazione, vomito, diarrea, eccessiva sudorazione; – Se diminuisce: malnutrizione, digiuno prolungato, malassorbimento, malattie renali ed epatiche, alcolismo, ustioni, infiammazioni, ipertiroidismo, gravidanza.
- Alfa1 globuline : – Se aumentano: malattie infiammatorie croniche, malattie infettive, infarto cardiaco, assunzione pillola contraccettiva, gravidanza; – Se diminuiscono: malattie epatiche gravi, una malattia ereditaria rara chiamata enfisema congenito, malattie renali.
Alfa2 globuline : – Se aumentano: malattie renali, malattie infiammatorie croniche e acute, infezioni, infarto cardiaco, sindrome di Down, diabete, alcuni tumori maligni; – Se diminuiscono: malattie epatiche gravi, diabete, ipertiroidismo, rottura dei globuli rossi (emolisi), artrite reumatoide.
Cosa non mangiare in caso di anemia?
Ferro basso: cosa mangiare? – Ritroviamo il ferro nei cibi che mangiamo abitualmente in forma di ferro emico, se si tratta di alimenti di origine animale, o ferro non emico, nei vegetali. Il ferro emico viene assorbito molto velocemente dall’organismo e in quantità elevate, mentre il ferro non emico viene assorbito solamente per il 10%.
Gli alimenti maggiormente ricchi di ferro emico sono il fegato e le frattaglie, ma anche più in generale le carni bovine, di maiale, di agnello, di cavallo, di pollo, di tacchino e di faraona garantiscono un adeguato apporto di ferro. Bisogna sempre tenere in considerazione che una dieta ricca di carni rosse può comportare un aumento del colesterolo e costituire un fattore di rischio per diverse patologie e va quindi seguita sono controllo dello specialista dietologo.
Tra il pescato, invece, gli alimenti più utili in caso di carenza di ferro sono i crostacei, i molluschi e pesci come trota, tonno, baccalà, acciughe e sarde. Contribuiscono all’apporto di ferro anche verdure a foglia verde, come la lattuga, e frutta secca come noci e nocciole, mandorle e pistacchi.
- Si possono poi integrare alla propria alimentazione fonti proteiche ricche di ferro come i fagioli, le lenticchie, i ceci, i lupini e il tofu.
- Infine, un’alimentazione equilibrata prevede anche l’utilizzo in cucina di pasta, pane e cereali, che contengono una quantità varia di nutrienti.
- Da tenere in considerazione anche che la vitamina C contribuisce all’assorbimento del ferro: un trucco può dunque essere aggiungere del succo di limone agli alimenti che stiamo per mangiare o all’acqua che beviamo durante i pasti, oppure utilizzare come contorno verdure ricche di vitamina C, come pomodori, peperoni, cavoli e broccoli, o ancora terminare i pasti con agrumi o verdure come kiwi, ribes e uva.
Infine, le persone che sviluppano anemia dovrebbero limitare l’assunzione in corrispondenza dei pasti di alcuni alimenti che ostacolano l’assorbimento di ferro, come i latticini, il caffè, il tè e il cioccolato. Specialista in Ematologia
Che differenza c’è tra MCH e MCHC?
MCHC – Concentrazione media dell’emoglobina corpuscolare MCHC (dall’inglese Mean Corpuscular Haemoglobin Concentration ), Concentrazione media dell’emoglobina corpuscolare, è un indice che misura la quantità media di emoglobina (Hb) contenuta all’interno di un singolo globulo rosso in relazione alla sua dimensione.
Al microscopio i globuli rossi presentano la caratteristica colorazione rossa e una forma biconcava con una piccola zona al centro leggermente più chiara. Quando il valore di MCHC è basso () rispetto al valore medio, significa che la quantità totale di emoglobina è bassa e, quindi, il globulo rosso mostra un’area più chiara molto più estesa del normale.
Questa condizione si riscontra nell’anemia sideropenica () e nella, Quando il valore di MCHC è alto () si osserva un accumulo anomalo di emoglobina all’interno dei globuli rossi che, di conseguenza, si presentano più scuri del normale, come avviene nella sferocitosi ereditaria o sferocitosi autoimmune.
MCV (volume medio delle cellule), MCH (emoglobina media delle cellule) e MCHC sono i cosiddetti indici corpuscolari e misurano rispettivamente il volume, il contenuto e la concentrazione media di emoglobina nei globuli rossi nel sangue. Tali parametri sono usati per diagnosticare o seguire nel tempo l’evoluzione di malattie che interessano il sangue e il midollo osseo.
: MCHC – Concentrazione media dell’emoglobina corpuscolare
Cosa significa MCV MCH MCHC?
Volume corpuscolare medio ( MCV ), ovvero la dimensione media di un globulo rosso. concentrazione di emoglobina corpuscolare media ( MCHC ), quantità di emoglobina per unità di volume in un singolo globulo rosso (tecnicamente è quindi una concentrazione).
Quando i globuli rossi sono più alti?
La policitemia, ossia l’ aumento dei globuli rossi nel sangue può assumere due forme:
policitemia primaria, attribuibile ad un difetto nella produzione di globuli rossi ; appartengono a tale categoria sia la policitemia vera, sia la policitemia congenita primitiva, malattie causate da mutazioni genetiche. policitemia secondaria è effetto di altre patologie e fattori. Malattie che inducono ipossia cronica (quali bronchite cronica, enfisema, apnee del sonno, malattie cardiovascolari croniche, ipertensione polmonare) e alcuni tumori che producono eritroproteina, sono eventuali cause.
Parliamo di policitemia relativa se il disturbo è successivo a disidratazione a sua volta relata a eventi di diarrea, vomito o sudorazione eccessiva.Esistono anche la policitemia da stress (se la all’accresciuto numero di globuli rossi si affianca una diminuzione del volume del plasma) e la policitemia del fumatore, da imputare all’aumento dell’anidride carbonica nel sangue per il fumo aspirato.
Quali tumori alzano i globuli rossi?
La policitemia vera (PV) è un raro tumore del sangue ed è dovuto a un’alterazione delle cellule del midollo osseo che porta alla proliferazione incontrollata delle cellule del sangue, in particolare dei globuli rossi. Si tratta di una malattia cronica a decorso lento e progressivo, e rappresenta la seconda neoplasia mieloproliferativa (MPN) più comune.
- Nel 95-98% dei pazienti con PV è presente la mutazione di JAK2 (Janus Activated Kinase 2), un gene che ha un ruolo chiave nella produzione delle cellule ematiche; si tratta di una mutazione acquisita che non viene trasmessa dai genitori ai figli.
- L’incidenza della PV varia da 1 a 3 nuovi casi ogni 100.000 persone ogni anno.
I pazienti con policitemia vera soffrono di un ingrossamento della milza (splenomegalia) e di una serie di sintomi debilitanti che compromettono la qualità della vita quotidiana, quali stanchezza, rossore anomalo del volto, problemi alla vista, disturbi della sensibilità delle mani e dei piedi, prurito, febbre, sudorazioni notturne e perdita di peso,
- La policitemia vera è tipicamente caratterizzata da un elevato ematocrito (percentuale in volume di globuli rossi nel sangue intero), che può provocare un incremento della densità del sangue e un aumento del rischio di coaguli, oltre a conte elevate di globuli bianchi e piastrine.
- Tutto ciò può causare gravi complicanze cardiovascolari (infarto e ictus), con conseguente aumento di morbilità e mortalità.
La sopravvivenza mediana dei pazienti varia da 9,1 a 12,6 anni, a seconda della terapia. Il trattamento per la PV è principalmente costituito da salassi, effettuati mediante una procedura chiamata flebotomia, che rimuove il sangue dal corpo per ridurre la concentrazione di globuli rossi al fine di raggiungere un ematocrito inferiore al 45%.
Inoltre, i pazienti considerati a basso rischio sono sottoposti a basse dosi di aspirina, mentre in quelli ad alto rischio si ricorre, solitamente, all’ idrossiurea, Purtroppo, circa il 25% dei pazienti con policitemia vera è resistente o intollerante al trattamento con idrossiurea e pertanto ha una malattia non adeguatamente controllata e un aumento del rischio di progressione della stessa.
Un inadeguato controllo di malattia può essere caratterizzato da livelli di ematocrito maggiori del 45% ed elevate concentrazioni di globuli bianchi, fattori che si associano a un incremento di 4 volte del tasso di mortalità cardiovascolare. Per i pazienti con policitemia vera resistenti o intolleranti all’idrossiurea è disponibile la terapia mirata con ruxolitinib, un inibitore orale delle tirosin chinasi JAK1 e JAK2 che è stato recentemente approvato anche in Europa.
I dati dello studio clinico di Fase III RESPONSE hanno dimostrato che ruxolitinib ha la capacità di fornire a questa popolazione di pazienti un beneficio clinico durevole e completo rispetto alla migliore terapia disponibile. Il trattamento con ruxolitinib ha permesso di ottenere il controllo persistente dell’ematocrito, la riduzione delle dimensioni della milza e il sollievo dei sintomi nei pazienti con policitemia vera incontrollata.
Autore: Valentina Lemma 28 Marzo 2023
Come capire se il mio corpo è infiammato?
Sintomi dell’ infiammazione Il calor, l’aumento della temperatura nell’area interessata; Il dolor, dolore dovuto di solito all’azione irritante delle prostaglandine sulle terminazioni nervose; La functio laesa, l’inibizione della funzionalità nell’area colpita (che si verifica in particolar modo nelle articolazioni).
Come capire se si ha un’infezione in corso?
L’infezione: i sintomi per riconoscerla – Per capire se una ferita è infetta, bisogna riconoscere e verificare la presenza di alcuni sintomi come il gonfiore, l’ arrossamento, il calore localizzato (il taglio, infatti, è più caldo rispetto alle zone circostanti) e la presenza di pus,
- Nei casi più gravi, l’infezione limitata alla ferita si espande a tutto il corpo, diventando sistemica causando anche la febbre,
- Anche nausea e diarrea possono essere indicatori della diffusione dell’infezione dalla lesione localizzata ad altri sistemi del corpo, sistema gastrointestinale in primis.
La prima cosa da fare in questi casi è mantenere pulito il taglio, disinfettarlo e coprirlo con una garza sterile e una benda adesiva, una medicazione che è da sostituire ogni giorno.
Come capire se hai un’infezione nel sangue?
La batteriemia consiste nella presenza di batteri nel flusso sanguigno.
Anche la presenza di un’articolazione o di una valvola cardiaca artificiali oppure eventuali anomalie delle valvole cardiache aumentano i rischi di persistenza della batteriemia o dei problemi da essa determinati. Solitamente la batteriemia è asintomatica, ma a volte i batteri si accumulano in certi tessuti od organi causando infezioni gravi. Ai soggetti ad alto rischio di complicanze dovute alla batteriemia vengono prescritti antibiotici prima di alcune procedure odontoiatriche e mediche.
I batteri che non vengono rimossi dal sistema immunitario possono accumularsi in varie parti del corpo e causare infezioni, coinvolgendo: Nella batteriemia, i batteri tendono a depositarsi e raccogliersi su alcune strutture del corpo, come le valvole cardiache malfunzionanti.
- È altamente probabile che i batteri si raccolgano su qualsiasi materiale artificiale presente nel corpo, come un catetere endovenoso, una protesi articolare o una valvola cardiaca artificiale.
- Queste raccolte (colonie) di batteri possono fissarsi nelle sedi e rilasciare batteri nel flusso sanguigno, continuamente o periodicamente.
La batteriemia può verificarsi durante:
Talune attività ordinarie Procedure odontoiatriche o mediche Alcune infezioni batteriche Iniezione di sostanze illegali
Talvolta, attività ordinarie provocano una batteriemia in soggetti sani. Per esempio, lavarsi energicamente i denti può causare batteriemia perché i batteri che vivono sulle gengive intorno ai denti vengono immessi forzatamente in circolo. I batteri possono anche entrare in circolazione dall’intestino durante la digestione.
- La batteriemia che si verifica durante le attività ordinarie raramente causa infezioni.
- Le procedure odontoiatriche o mediche possono provocare batteriemia.
- Durante le procedure odontoiatriche (come la pulizia dei denti eseguita dall’igienista dentale), i batteri dalle gengive possono migrare ed entrare in circolo.
La batteriemia può inoltre verificarsi quando si inserisce un catetere in vescica o nelle vie urinarie oppure una sonda nel tratto digerente. I batteri possono essere presenti nell’area in cui il catetere o la cannula sono stati inseriti (per esempio la vescica o l’intestino).
Pur utilizzando tecniche sterili, queste procedure possono immettere i batteri nel flusso sanguigno. Il trattamento chirurgico delle ferite infette, degli ascessi (raccolte di pus) e delle piaghe da decubito può far migrare i batteri dalla sede infetta, causando batteriemia. L’ iniezione di sostanze illegali può causare batteriemia perché di solito gli aghi utilizzati sono contaminati da batteri e le persone potrebbero non pulire correttamente la pelle.
Di solito, la batteriemia dovuta a eventi ordinari, come una procedura odontoiatrica, è asintomatica. La batteriemia determinata da altre condizioni può causare febbre. Nelle persone con batteriemia che manifestano febbre, accelerazione della frequenza cardiaca, brividi di freddo, ipotensione arteriosa, sintomi gastrointestinali (come dolori addominali, nausea, vomito e diarrea), respirazione accelerata e/o stato confusionale probabilmente è in corso una sepsi o uno shock settico Sepsi e shock settico La sepsi costituisce una grave risposta sistemica dell’organismo alla batteriemia o a un’altra infezione, ed è associata alla disfunzione o all’insufficienza di organi vitali.
Coltura di un campione di sangue
Se si sviluppa un’infezione o la sepsi, viene trattata con antibiotici. Il medico rimuove le fonti di batteri (come i cateteri). Ai soggetti ad alto rischio di complicanze dovute alla batteriemia (come quelli con valvola cardiaca o articolazione artificiali o affetti da talune anomalie delle valvole cardiache) si somministrano spesso antibiotici prima di svolgere procedure che potrebbero causare batteriemia:
Procedure odontoiatriche Trattamento chirurgico delle ferite infette
Gli antibiotici aiutano a prevenire la batteriemia e di conseguenza l’insorgenza di infezioni e di sepsi. NOTA: Questa è la Versione per i pazienti. CLICCA QUI CONSULTA LA VERSIONE PER I PROFESSIONISTI CONSULTA LA VERSIONE PER I PROFESSIONISTI Copyright © 2023 Merck & Co., Inc., Rahway, NJ, USA e sue affiliate. Tutti i diritti riservati.
Quanto devono essere alti i globuli rossi per preoccuparsi?
Se, oltre alla policitemia, si accusano difficoltà respiratorie, emorragie o debolezza di un lato del corpo o difficoltà a parlare (spie di un possibile ictus), è bene rivolgersi ad un medico.
Quanti eritrociti dobbiamo avere?
Globuli rossi – RBC – I globuli rossi – detti anche eritrociti o emazie – sono cellule del sangue deputate al trasporto di ossigeno fino alle cellule dei tessuti, e di anidride carbonica verso i polmoni. Normalmente, iI valore normale di globuli rossi nell’uomo si attesta sui 4,5-6 milioni/mm3, mentre nella donna sui 4-5,5 milioni/mm3 – con una variazione per entrambi i sessi di circa 0,5 milioni/mm3 per il paziente sportivo.
Quando i globuli rossi si considerano alti?
Globuli rossi alti: cause – Per valutare il livello di globuli rossi nel sangue di norma vengono effettuati degli esami ematici, In linea di massima si considerano nella norma valori di globuli rossi (espressi in unità per micro litro) compresi tra 4 e 5,5 milioni per le donne e 4,5 e 6 milioni per gli uomini.
Valori superiori a questi indicano un livello di globuli rossi alti. In questi casi si parla di policitemia, Valori elevati di globuli rossi possono segnalare che qualcosa non va nell’organismo e devono essere oggetto di approfondimento. In caso di globuli rossi alti, in genere si fa una distinzione tra policitemia relativa (quando cioè l’aumento è dovuto a una riduzione plasmatica momentanea) o policitemia assoluta (quando l’aumento dei globuli rossi è dovuto a un vero e proprio netto incremento numerico).
Nel primo caso, tra le cause principali ci possono essere:
problemi gastrointestinali, vomito o diarrea ; diabete stress o anche la cosiddetta Sindrome di Gaisbock lesioni su vaste aree del corpo dovute a ustioni
Le cause principali di policitemia assoluta invece sono:
malattie polmonari o ai bronchi, con conseguente insufficienza respiratoria problemi cardiaci, caratterizzati da un’alterata comunicazione tra le regioni ventricolari destra e sinistra una malattia specifica, detta metaemoglobinemia, nella quale l’emoglobina ha difficoltà a legare l’ossigeno intossicazioni da monossido di carbonio problemi renali o adenomi (tumori benigni nelle surreni) permanenza in altura per un lungo periodo