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Simvastatina A Cosa Serve?

Che differenza c’è tra atorvastatina e simvastatina?

Rispetto all’ atorvastatina, l’effetto della simvastatina sulla frazione HDL è dose-proporzionale (incremento lineare), mentre all’aumentare la dose di atorvastatina, si evidenza un effetto deprimente sulle HDL (negativizzazione al crescere della dose).

Perché la pillola per il colesterolo si prende la sera?

LE STATINE VANNO ASSUNTE LA SERA La biosintesi del colesterolo segue un ritmo circadiano, raggiungendo la massima intensità nelle ore notturne. Per questo le statine, che come sapete riducono i livelli plasmatici di colesterolo LDL inibendo l’enzima HMG-CoA reduttasi, enzima-chiave nella biosintesi del colesterolo, sono generalmente somministrate la sera.

  1. Le statine in commercio hanno diversa durata d’azione (in farmacologia si valuta l’emivita plasmatica, ovvero il tempo di dimezzamento della concentrazione plasmatica; più lunga l’emivita, più lunga la durata d’azione).
  2. È possibile che statine a lunga emivita siano ugualmente efficaci quando somministrate la sera o la mattina.

La metanalisi che vi proponiamo oggi ha risolto questo dubbio. L’analisi ha incluso i dati di 11 trials clinici controllati, randomizzati e non (1034 pazienti in totale), che confrontavano la somministrazione serale e mattutina di statina, valutando le differenze nelle variazioni dei vari parametri del quadro lipidico.

  1. Nell’analisi complessiva è stata osservata una maggiore riduzione dei livelli di LDL colesterolo con la somministrazione serale, mentre non sono state riscontrate differenze per colesterolo totale, HDL e trigliceridi.
  2. Nell’analisi per sottogruppi, divisi in base all’emivita della statina somministrata, la riduzione dei livelli di LDL colesterolo è risultata significativamente maggiore in caso di somministrazione serale, sia per le statine a breve emivita (fluvastatina, pravastatina e simvastatina) (differenza media di colesterolo LDL 9.68 mg/dL, CI 95%: 3.32-16.03, P=0.003), che per le statine a lunga emivita (atorvastatina, rosuvastatina, fluvastatina e simvastatina a rilascio prolungato) (differenza media 2.53 mg/dL, CI 95%: 0.41–4.64, P =0.02).

Quindi, la statina, qualunque essa sia, è più efficace se assunta la sera. J Clin Lipidol (IF=5.812) 11:972,2017 : LE STATINE VANNO ASSUNTE LA SERA

Cosa usare al posto delle statine per abbassare il colesterolo?

Gli studi hanno mostrato l’efficacia dell’acido bempedoico, in grado di diminuire il “colesterolo cattivo”, anche nella riduzione dei rischi di malattie cardiovascolari. Un’alternativa alle statine in chi soffre di disturbi muscolari. Ecco come funziona il nuovo farmaco – Simvastatina A Cosa Serve Contro il colesterolo aumenta il numero di farmaci a disposizione. L’ultimo in ordine di tempo, autorizzato dall’Agenzia Italiana del Farmaco lo scorso marzo, si sta rivelando particolarmente efficace, come emerge da uno studio appena pubblicato sulla rivista Jama,

  • Si tratta dell’ acido bempedoico, in grado di ridurre l’LDL, il “colesterolo cattivo”, con meno rischi per i pazienti con problemi cardiovascolari e soprattutto evitando i disturbi muscolari causati dalle statine, usate finora proprio contro il colesterolo.
  • Si assume per via orale, dunque sotto forma di compressa, una volta al giorno, e può essere prescritto sia dagli specialisti sia dai medici di medicina generale.

Fa parte di una classe di medicinali di nuova generazione, considerati “intelligenti”. Come funziona il nuovo farmaco contro il colesterolo Già autorizzato negli Stati Uniti, l’acido bempedoico ha ottenuto il via libera anche in Italia la scorsa primavera.

Trattandosi di un prodotto innovativo è ancora sotto la lente degli esperti e ora i risultati di uno studio americano ne confermano ulteriormente l’efficacia. Come emerso in occasione del convegno dell’American Diabets Association, il medicinale ha permesso di ridurre del 23,2% il colesterolo LDL nei pazienti trattati con 180 mg al giorno assunti per via orale per sei mesi.

Ma soprattutto ha portato a un calo del 39% dei rischi di infarto e, più in generale, di malattie cardiovascolari. A scendere sono stati anche i marker di infiammazione, pari al 22,7%, dunque quei parametri che indicano un problema di tipo infiammatorio.

«L’aspetto più importante è proprio il fatto che il nuovo farmaco sembra consentire una riduzione del rischio di eventi cardiocircolatori, come ictus o ischemia cardiaca», spiega Angelo Avogaro, presidente della Società italiana di Diabetologia, responsabile del Dipartimento funzionale Endocrino-Metabolico e del Rischio Cardiovascolare dell’Azienda ospedaliera-Università di Padova.

Per chi è indicato il nuovo farmaco contro il colesterolo L’acido bempedoico è indicato in alcuni casi di ipercolesterolemia primaria, dunque in persone che hanno alti livelli di colesterolo dovuti a predisposizione genetica e familiarità, e che abbiano avuto un problema cardiovascolare, come un infarto, nei quali le terapie in corso non diano risultati efficaci.

«Si tratta di un prodotto considerato adatto per coloro che hanno un livello elevato di colesterolo LDL e che hanno bisogno di abbassarlo in modo deciso, portandolo a una concentrazione di meno di 50 milligrammi per 100 millilitri di sangue. In questi casi alle statine (e in particolare al trattamento con l’ezetimibe, che è una statina che agisce come inibitore dell’assorbimento del colesterolo), si può aggiungere l’acido bempedoico, soprattutto nel caso in cui le statine siano mal tollerate per i problemi muscolari che possono portare», spiega Avogaro.

L’acido bempedoico: un’alternativa alle statine «Gli studi indicano che le statine non sono tollerate, a causa degli effetti collaterali a carico dei muscoli, nel 10% dei pazienti, ma probabilmente il dato è sottostimato. Questo fa sì che molti non le vogliano o non le assumano, rimanendo senza una protezione rispetto ai rischi cardiovascolari», aggiunge Gerardo Medea, responsabile di Ricerca Nazionale Area metabolica della Società italiana di Medicina generale e delle cure primarie.

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«L’utilizzo del nuovo farmaco offre quindi una valida alternativa per questa fetta di persone. Ha anche il vantaggio di essere assunto per via orale una volta al giorno, senza bisogno di iniezioni. Non da ultimo, l’acido bempedoico può essere prescritto anche dal medico di medicina generale, mentre altri farmaci attualmente disponibili necessitano di un piano terapeutico da parte dello specialista».

Perché l’acido bempedoico è alleato del cuore L’acido bempedoico è risultato anche molto efficace «nella riduzione del rischio di eventi cardiovascolari e questo è molto importante: oggi, infatti, la somministrazione dei farmaci contro il colesterolo mira non tanto o non solo ad abbassare il colesterolo stesso, quanto a ridurre il rischio dell’evento che ne deriva, cioè un infarto, un’ischemia o un ictus», spiega Avogaro.

«Questi, infatti, sono causati proprio dai livelli elevati di LDL in un nesso quasi diretto di causa-effetto. Ecco che un farmaco come l’acido bempedoico contribuisce a una diminuzione del 20% circa del colesterolo, e di quasi il 40% dell’evento cardiovascolare, il che è un ottimo risultato: basti pensare che la placca aterosclerotica, che è quella che crea il problema cardiovascolare, è costituita soprattutto da grassi, cioè dal colesterolo.

Abbassandone i livelli nel sangue, si riduce anche quello della placca, quindi si riduce la gravità dell’ischemia a livello cardiaco». Quali alternative oggi? L’acido bempedoico, dunque, rappresenta un farmaco di nuova generazione, come l’Inclisiran, approvato lo scorso novembre.

Quest’ultimo viene somministrato tramite due iniezioni sottocutanee all’anno, dunque in modo molto più contenuto e agile rispetto ad altre terapie. Ad oggi l’Inclisiran è disponibile in quattro regioni italiane: in Lazio, Lombardia, Campania e Puglia, mentre negli Stati Uniti è distribuito da un anno.

Nonostante il costo (4.659 euro a siringa), è rimborsabile dal Servizio sanitario nazionale, Fai la tua domanda ai nostri esperti

Cosa succede se non si prende la statina per un giorno?

Ogni tanto salto di un giorno di prendere la pastiglia per il colesterolo. succede qualcosa per un giorno ogni tanto. Non succede nulla, ma non lo faccia troppo spesso perché ne va dell’efficacia della terapia.

Chi non può prendere le statine?

Statine: cosa sono e quando usarle Dettagli Pubblicato: 31 Agosto 2021 Le statine sono un gruppo di utilizzati per abbassare i livelli di grassi nel sangue, cioè di e, Per quanto riguarda il colesterolo, circa l’80% del colesterolo nel sangue è prodotto dall’organismo, mentre solo il 20% dipende dall’alimentazione. Le statine bloccano un enzima (idrossi-metilglutaril-coenzima A reduttasi) indispensabile per il processo di produzione del colesterolo da parte dell’organismo, riducendo così i livelli del colesterolo LDL (dall’inglese Low Density Lipoprotein, lipoproteine a bassa densità).

L’assunzione di statine può ridurre del 30-40% il valore di colesterolo totale, rappresentato dalla somma di LDL e HDL (dall’inglese High Density Lipoproteins, lipoproteine ad alta densità) agendo sulla quantità del colesterolo LDL con una diminuzione anche del 50-60%, mentre i livelli del colesterolo HDL rimangono invariati o possono, addirittura, aumentare.

I comuni utilizzati per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, quali, ad esempio, gli steroli vegetali, agiscono limitando l’assorbimento di colesterolo dal cibo e, quindi, possono agire solo sulla quota di colesterolo che dipende dall’alimentazione.

  • Le statine agiscono anche sui livelli dei trigliceridi nel sangue, con un effetto più modesto rispetto al colesterolo, riducendoli circa del 10%.
  • Le statine hanno proprietà antinfiammatorie in grado di proteggere le pareti delle arterie, riducendo così il rischio di eventi cardiovascolari quali, e,

L’efficacia delle statine è fuori discussione ma, spesso, sono utilizzate con eccessiva leggerezza. Per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue è importante rivolgersi al proprio medico che potrà consigliare uno stile di vita più adatto al raggiungimento di tale obiettivo, suggerendo una sana, regolare e perdita di peso, se si è in sovrappeso.

Le statine vengono prese in caso di ipercolesterolemia (elevati livelli di nel sangue), anche di tipo familiare ( ipercolesterolemia familiare, una malattia ereditaria causata da un’alterazione genetica che provoca l’aumento del colesterolo LDL nel sangue).Le statine sono anche raccomandate nelle persone che soffrono di malattie cardiovascolari o che presentano un rischio medio, o alto, di sviluppare una malattia cardiovascolare nei prossimi 10 anni.Malattie cardiovascolariLivelli elevati di colesterolo nel sangue rappresentano un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari, vale a dire malattie che colpiscono il cuore e/o l’intero sistema dei vasi sanguigni dell’organismo. I principali tipi di malattie cardiovascolari includono:

malattia coronarica cardiaca, causata dall’indurimento e restringimento delle arterie coronarie per l’accumulo di grassi (aterosclerosi) con conseguente riduzione, o blocco totale, dell’apporto di sangue al cuore. Le conseguenze possono essere (dolore al petto), o addirittura l’arresto cardiocircolatorio. La malattia coronarica cardiaca rappresenta la forma più comune di malattia del cuore e attacco ischemico transitorio (), dovuti alla riduzione o blocco del flusso di sangue al cervello in seguito a una improvvisa chiusura o rottura di un vaso cerebrale malattia vascolare periferica, caratterizzata dalla riduzione della circolazione del sangue nelle arterie degli arti (superiori e inferiori) causata da aterosclerosi. Questa malattia colpisce prevalentemente gli arti inferiori, ossia le gambe

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Le statine non possono curare tali malattie ma possono aiutare a prevenirne la comparsa o il peggioramento. Di solito, le statine sono usate in combinazione al cambiamento dello stile di vita:

adozione di un’ sana, con pochi saturi (grassi con una struttura chimica caratterizzata da legami semplici, principalmente contenuti in alimenti di origine animale quali, ad esempio, burro, strutto, lardo e insaccati) pratica regolare di un’ moderata cessazione dell’abitudine al fumo moderato consumo di alcol

Persone a rischio di malattie cardiovascolari Le statine possono essere raccomandate a persone che, anche in assenza di una malattia cardiovascolare, presentino un rischio elevato di svilupparla nei dieci anni successivi oppure quando il cambiamento dello stile di vita non abbia ridotto il livello di rischio.

  • Diversi parametri possono influenzare il livello di rischio cardiovascolare: Le statine si presentano sotto forma di compresse da prendere una volta al giorno, sempre alla stessa ora, in genere la sera prima di andare a dormire.
  • Può capitare di dimenticare di prendere il farmaco all’ora abituale: in questo caso basta riprendere la compressa il giorno seguente alla stessa ora.

Se, invece, per errore si prendono più compresse, quindi, una dose più alta di quella abituale, si deve contattare il proprio medico, o il farmacista, per avere un parere oppure ci si deve rivolgere a un ospedale. Nella maggior parte dei casi, la terapia con le statine va proseguita per il resto della vita.

Se si interrompe, infatti, il colesterolo ritorna a livelli elevati entro poche settimane. L’uso delle statine è controindicato nelle persone con gravi malattie del fegato, o nel caso in cui si sospetti un problema al fegato per il riscontro di valori alterati delle analisi del sangue. In genere, prima di prescrivere le statine, il medico valuta i risultati delle analisi del sangue per controllare lo stato di salute del fegato e indica i controlli da eseguire a distanza di tre e dodici mesi dall’inizio della terapia.

Gravidanza e allattamento al seno L’assunzione delle statine è controindicata durante la e l’allattamento perché non sono disponibili dati certi sulla loro sicurezza. Se si ha una gravidanza non programmata durante l’assunzione delle statine, bisogna contattare il proprio medico per ricevere indicazioni sul controllo del durante la gestazione.

età superiore a 70 anni malattie del fegato consumo eccessivo di alcol precedenti effetti collaterali a carico dei muscoli, dopo l’assunzione di statine o di fibrati, un altro tipo di farmaci utilizzati per la riduzione del colesterolo nel sangue casi di miopatia o rabdomiolisi in famiglia

In tutti questi casi sono necessari frequenti controlli per verificare la possibile insorgenza di complicazioni oppure può essere raccomandato un dosaggio più basso di statine. Interazioni con altri farmaci L’interazione con altri è uno degli aspetti più critici della terapia con le statine.

alcuni e alcuni farmaci per il trattamento dell’, medicinale comunemente utilizzato per ridurre la coagulazione del sangue, farmaco che sopprime il sistema immunitario e viene usato per curare molti tipi di malattie come la e l’ danazolo, ormone sintetico impiegato per la cura di alcune malattie come l’ verapamil e diltiazem, farmaci conosciuti come calcio-antagonisti, utilizzati per la cura di malattie cardiovascolari amiodarone, usato per correggere alcune specifiche alterazioni del ritmo cardiaco fibrati, farmaci che, come le statine, riducono i livelli di colesterolo nel sangue

È importante sapere che se durante la terapia con le statine dovesse essere necessario prendere anche uno di questi farmaci, il medico potrebbe prescrivere un medicinale alternativo alle statine oppure potrebbe abbassarne il dosaggio. In alcuni casi, il medico potrebbe raccomandare di interrompere, momentaneamente, l’assunzione di statine.

Cibo e alcol Il succo di pompelmo può interagire con alcune statine e aumentare il rischio di sviluppare effetti collaterali. Il medico può consigliare di evitarne l’uso oppure di consumarne in quantità limitate. L’alcol, se consumato in quantità elevate, può aumentare il rischio di comparsa di effetti collaterali mentre, se assunto in quantità moderate, non sembra interagire con l’effetto farmacologico delle statine.

Informazioni sul farmaco Per avere dettagli completi sulle precauzioni da usare e sulle possibili interazioni con altri medicinali, è consigliabile leggere il presente nella confezione del farmaco. In caso di dubbi è bene rivolgersi sempre al proprio medico o al proprio farmacista di fiducia.

adozione di un’sana e bilanciata pratica di un’ regolare mantenimento del peso corporeo ottimale consumo moderato di alcol cessazione dell’abitudine al fumo

Se il cambiamento dello stile di vita non risulta sufficiente ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, il medico potrebbe prescrivere le statine. Le molecole appartenenti al gruppo delle statine attualmente in uso in Italia sono:

atorvastatina fluvastatina lovastatina pravastatina rosuvastatina simvastatina

Prossimo aggiornamento: 31 Agosto 2023 : Statine: cosa sono e quando usarle

Come si chiama il nuovo farmaco del colesterolo?

Lo hanno definito un cambio epocale nella lotta all’ipercolesterolemia. Si tratta di un farmaco chiamato Inclisiran, capostipite di una nuova categoria di principi attivi.

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Cosa prendere al posto delle statine per abbassare il colesterolo?

Gli studi hanno mostrato l’efficacia dell’acido bempedoico, in grado di diminuire il “colesterolo cattivo”, anche nella riduzione dei rischi di malattie cardiovascolari. Un’alternativa alle statine in chi soffre di disturbi muscolari. Ecco come funziona il nuovo farmaco – Simvastatina A Cosa Serve Contro il colesterolo aumenta il numero di farmaci a disposizione. L’ultimo in ordine di tempo, autorizzato dall’Agenzia Italiana del Farmaco lo scorso marzo, si sta rivelando particolarmente efficace, come emerge da uno studio appena pubblicato sulla rivista Jama,

  • Si tratta dell’ acido bempedoico, in grado di ridurre l’LDL, il “colesterolo cattivo”, con meno rischi per i pazienti con problemi cardiovascolari e soprattutto evitando i disturbi muscolari causati dalle statine, usate finora proprio contro il colesterolo.
  • Si assume per via orale, dunque sotto forma di compressa, una volta al giorno, e può essere prescritto sia dagli specialisti sia dai medici di medicina generale.

Fa parte di una classe di medicinali di nuova generazione, considerati “intelligenti”. Come funziona il nuovo farmaco contro il colesterolo Già autorizzato negli Stati Uniti, l’acido bempedoico ha ottenuto il via libera anche in Italia la scorsa primavera.

  • Trattandosi di un prodotto innovativo è ancora sotto la lente degli esperti e ora i risultati di uno studio americano ne confermano ulteriormente l’efficacia.
  • Come emerso in occasione del convegno dell’American Diabets Association, il medicinale ha permesso di ridurre del 23,2% il colesterolo LDL nei pazienti trattati con 180 mg al giorno assunti per via orale per sei mesi.

Ma soprattutto ha portato a un calo del 39% dei rischi di infarto e, più in generale, di malattie cardiovascolari. A scendere sono stati anche i marker di infiammazione, pari al 22,7%, dunque quei parametri che indicano un problema di tipo infiammatorio.

«L’aspetto più importante è proprio il fatto che il nuovo farmaco sembra consentire una riduzione del rischio di eventi cardiocircolatori, come ictus o ischemia cardiaca», spiega Angelo Avogaro, presidente della Società italiana di Diabetologia, responsabile del Dipartimento funzionale Endocrino-Metabolico e del Rischio Cardiovascolare dell’Azienda ospedaliera-Università di Padova.

Per chi è indicato il nuovo farmaco contro il colesterolo L’acido bempedoico è indicato in alcuni casi di ipercolesterolemia primaria, dunque in persone che hanno alti livelli di colesterolo dovuti a predisposizione genetica e familiarità, e che abbiano avuto un problema cardiovascolare, come un infarto, nei quali le terapie in corso non diano risultati efficaci.

  1. «Si tratta di un prodotto considerato adatto per coloro che hanno un livello elevato di colesterolo LDL e che hanno bisogno di abbassarlo in modo deciso, portandolo a una concentrazione di meno di 50 milligrammi per 100 millilitri di sangue.
  2. In questi casi alle statine (e in particolare al trattamento con l’ezetimibe, che è una statina che agisce come inibitore dell’assorbimento del colesterolo), si può aggiungere l’acido bempedoico, soprattutto nel caso in cui le statine siano mal tollerate per i problemi muscolari che possono portare», spiega Avogaro.

L’acido bempedoico: un’alternativa alle statine «Gli studi indicano che le statine non sono tollerate, a causa degli effetti collaterali a carico dei muscoli, nel 10% dei pazienti, ma probabilmente il dato è sottostimato. Questo fa sì che molti non le vogliano o non le assumano, rimanendo senza una protezione rispetto ai rischi cardiovascolari», aggiunge Gerardo Medea, responsabile di Ricerca Nazionale Area metabolica della Società italiana di Medicina generale e delle cure primarie.

«L’utilizzo del nuovo farmaco offre quindi una valida alternativa per questa fetta di persone. Ha anche il vantaggio di essere assunto per via orale una volta al giorno, senza bisogno di iniezioni. Non da ultimo, l’acido bempedoico può essere prescritto anche dal medico di medicina generale, mentre altri farmaci attualmente disponibili necessitano di un piano terapeutico da parte dello specialista».

Perché l’acido bempedoico è alleato del cuore L’acido bempedoico è risultato anche molto efficace «nella riduzione del rischio di eventi cardiovascolari e questo è molto importante: oggi, infatti, la somministrazione dei farmaci contro il colesterolo mira non tanto o non solo ad abbassare il colesterolo stesso, quanto a ridurre il rischio dell’evento che ne deriva, cioè un infarto, un’ischemia o un ictus», spiega Avogaro.

«Questi, infatti, sono causati proprio dai livelli elevati di LDL in un nesso quasi diretto di causa-effetto. Ecco che un farmaco come l’acido bempedoico contribuisce a una diminuzione del 20% circa del colesterolo, e di quasi il 40% dell’evento cardiovascolare, il che è un ottimo risultato: basti pensare che la placca aterosclerotica, che è quella che crea il problema cardiovascolare, è costituita soprattutto da grassi, cioè dal colesterolo.

Abbassandone i livelli nel sangue, si riduce anche quello della placca, quindi si riduce la gravità dell’ischemia a livello cardiaco». Quali alternative oggi? L’acido bempedoico, dunque, rappresenta un farmaco di nuova generazione, come l’Inclisiran, approvato lo scorso novembre.

Quest’ultimo viene somministrato tramite due iniezioni sottocutanee all’anno, dunque in modo molto più contenuto e agile rispetto ad altre terapie. Ad oggi l’Inclisiran è disponibile in quattro regioni italiane: in Lazio, Lombardia, Campania e Puglia, mentre negli Stati Uniti è distribuito da un anno.

Nonostante il costo (4.659 euro a siringa), è rimborsabile dal Servizio sanitario nazionale, Fai la tua domanda ai nostri esperti

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