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Torvast A Cosa Serve?

Torvast A Cosa Serve

Quando si deve prendere il Torvast?

Le compresse di TORVAST devono essere deglutite intere con dell’acqua e possono essere assunte in qualsiasi momento della giornata, con o senza cibo. Cerchi tuttavia di prendere le compresse ogni giorno alla stessa ora. Prenda questo medicinale seguendo sempre esattamente le istruzioni del medico.

Come agisce il Torvast?

Come agisce L’atorvastatina è in grado di ridurre i livelli ematici di colesterolo attraverso l’inibizione dell’enzima 3-idrossi-3-metiglutaril coenzima A reduttasi (HMG-CoA reduttasi).

Qual è l’orario migliore per prendere le statine?

Statine: cosa sono e quando usarle – ISSalute Dettagli Pubblicato: 31 Agosto 2021 Le statine sono un gruppo di utilizzati per abbassare i livelli di grassi nel sangue, cioè di e, Per quanto riguarda il colesterolo, circa l’80% del colesterolo nel sangue è prodotto dall’organismo, mentre solo il 20% dipende dall’alimentazione. Le statine bloccano un enzima (idrossi-metilglutaril-coenzima A reduttasi) indispensabile per il processo di produzione del colesterolo da parte dell’organismo, riducendo così i livelli del colesterolo LDL (dall’inglese Low Density Lipoprotein, lipoproteine a bassa densità).

L’assunzione di statine può ridurre del 30-40% il valore di colesterolo totale, rappresentato dalla somma di LDL e HDL (dall’inglese High Density Lipoproteins, lipoproteine ad alta densità) agendo sulla quantità del colesterolo LDL con una diminuzione anche del 50-60%, mentre i livelli del colesterolo HDL rimangono invariati o possono, addirittura, aumentare.

I comuni utilizzati per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, quali, ad esempio, gli steroli vegetali, agiscono limitando l’assorbimento di colesterolo dal cibo e, quindi, possono agire solo sulla quota di colesterolo che dipende dall’alimentazione.

Le statine agiscono anche sui livelli dei trigliceridi nel sangue, con un effetto più modesto rispetto al colesterolo, riducendoli circa del 10%. Le statine hanno proprietà antinfiammatorie in grado di proteggere le pareti delle arterie, riducendo così il rischio di eventi cardiovascolari quali, e,

L’efficacia delle statine è fuori discussione ma, spesso, sono utilizzate con eccessiva leggerezza. Per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue è importante rivolgersi al proprio medico che potrà consigliare uno stile di vita più adatto al raggiungimento di tale obiettivo, suggerendo una sana, regolare e perdita di peso, se si è in sovrappeso.

Le statine vengono prese in caso di ipercolesterolemia (elevati livelli di nel sangue), anche di tipo familiare ( ipercolesterolemia familiare, una malattia ereditaria causata da un’alterazione genetica che provoca l’aumento del colesterolo LDL nel sangue).Le statine sono anche raccomandate nelle persone che soffrono di malattie cardiovascolari o che presentano un rischio medio, o alto, di sviluppare una malattia cardiovascolare nei prossimi 10 anni.Malattie cardiovascolariLivelli elevati di colesterolo nel sangue rappresentano un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari, vale a dire malattie che colpiscono il cuore e/o l’intero sistema dei vasi sanguigni dell’organismo. I principali tipi di malattie cardiovascolari includono:

malattia coronarica cardiaca, causata dall’indurimento e restringimento delle arterie coronarie per l’accumulo di grassi (aterosclerosi) con conseguente riduzione, o blocco totale, dell’apporto di sangue al cuore. Le conseguenze possono essere (dolore al petto), o addirittura l’arresto cardiocircolatorio. La malattia coronarica cardiaca rappresenta la forma più comune di malattia del cuore e attacco ischemico transitorio (), dovuti alla riduzione o blocco del flusso di sangue al cervello in seguito a una improvvisa chiusura o rottura di un vaso cerebrale malattia vascolare periferica, caratterizzata dalla riduzione della circolazione del sangue nelle arterie degli arti (superiori e inferiori) causata da aterosclerosi. Questa malattia colpisce prevalentemente gli arti inferiori, ossia le gambe

Le statine non possono curare tali malattie ma possono aiutare a prevenirne la comparsa o il peggioramento. Di solito, le statine sono usate in combinazione al cambiamento dello stile di vita:

adozione di un’ sana, con pochi saturi (grassi con una struttura chimica caratterizzata da legami semplici, principalmente contenuti in alimenti di origine animale quali, ad esempio, burro, strutto, lardo e insaccati) pratica regolare di un’ moderata cessazione dell’abitudine al fumo moderato consumo di alcol

Persone a rischio di malattie cardiovascolari Le statine possono essere raccomandate a persone che, anche in assenza di una malattia cardiovascolare, presentino un rischio elevato di svilupparla nei dieci anni successivi oppure quando il cambiamento dello stile di vita non abbia ridotto il livello di rischio.

Diversi parametri possono influenzare il livello di rischio cardiovascolare: Le statine si presentano sotto forma di compresse da prendere una volta al giorno, sempre alla stessa ora, in genere la sera prima di andare a dormire. Può capitare di dimenticare di prendere il farmaco all’ora abituale: in questo caso basta riprendere la compressa il giorno seguente alla stessa ora.

Se, invece, per errore si prendono più compresse, quindi, una dose più alta di quella abituale, si deve contattare il proprio medico, o il farmacista, per avere un parere oppure ci si deve rivolgere a un ospedale. Nella maggior parte dei casi, la terapia con le statine va proseguita per il resto della vita.

Se si interrompe, infatti, il colesterolo ritorna a livelli elevati entro poche settimane. L’uso delle statine è controindicato nelle persone con gravi malattie del fegato, o nel caso in cui si sospetti un problema al fegato per il riscontro di valori alterati delle analisi del sangue. In genere, prima di prescrivere le statine, il medico valuta i risultati delle analisi del sangue per controllare lo stato di salute del fegato e indica i controlli da eseguire a distanza di tre e dodici mesi dall’inizio della terapia.

Gravidanza e allattamento al seno L’assunzione delle statine è controindicata durante la e l’allattamento perché non sono disponibili dati certi sulla loro sicurezza. Se si ha una gravidanza non programmata durante l’assunzione delle statine, bisogna contattare il proprio medico per ricevere indicazioni sul controllo del durante la gestazione.

età superiore a 70 anni malattie del fegato consumo eccessivo di alcol precedenti effetti collaterali a carico dei muscoli, dopo l’assunzione di statine o di fibrati, un altro tipo di farmaci utilizzati per la riduzione del colesterolo nel sangue casi di miopatia o rabdomiolisi in famiglia

In tutti questi casi sono necessari frequenti controlli per verificare la possibile insorgenza di complicazioni oppure può essere raccomandato un dosaggio più basso di statine. Interazioni con altri farmaci L’interazione con altri è uno degli aspetti più critici della terapia con le statine.

alcuni e alcuni farmaci per il trattamento dell’, medicinale comunemente utilizzato per ridurre la coagulazione del sangue, farmaco che sopprime il sistema immunitario e viene usato per curare molti tipi di malattie come la e l’ danazolo, ormone sintetico impiegato per la cura di alcune malattie come l’ verapamil e diltiazem, farmaci conosciuti come calcio-antagonisti, utilizzati per la cura di malattie cardiovascolari amiodarone, usato per correggere alcune specifiche alterazioni del ritmo cardiaco fibrati, farmaci che, come le statine, riducono i livelli di colesterolo nel sangue

È importante sapere che se durante la terapia con le statine dovesse essere necessario prendere anche uno di questi farmaci, il medico potrebbe prescrivere un medicinale alternativo alle statine oppure potrebbe abbassarne il dosaggio. In alcuni casi, il medico potrebbe raccomandare di interrompere, momentaneamente, l’assunzione di statine.

  1. Cibo e alcol Il succo di pompelmo può interagire con alcune statine e aumentare il rischio di sviluppare effetti collaterali.
  2. Il medico può consigliare di evitarne l’uso oppure di consumarne in quantità limitate.
  3. L’alcol, se consumato in quantità elevate, può aumentare il rischio di comparsa di effetti collaterali mentre, se assunto in quantità moderate, non sembra interagire con l’effetto farmacologico delle statine.

Informazioni sul farmaco Per avere dettagli completi sulle precauzioni da usare e sulle possibili interazioni con altri medicinali, è consigliabile leggere il presente nella confezione del farmaco. In caso di dubbi è bene rivolgersi sempre al proprio medico o al proprio farmacista di fiducia.

adozione di un’sana e bilanciata pratica di un’ regolare mantenimento del peso corporeo ottimale consumo moderato di alcol cessazione dell’abitudine al fumo

Se il cambiamento dello stile di vita non risulta sufficiente ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, il medico potrebbe prescrivere le statine. Le molecole appartenenti al gruppo delle statine attualmente in uso in Italia sono:

atorvastatina fluvastatina lovastatina pravastatina rosuvastatina simvastatina

Prossimo aggiornamento: 31 Agosto 2023 : Statine: cosa sono e quando usarle – ISSalute

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Perché le statine si prendono di sera?

In caso di assunzione di statine a breve durata d’azione, l’abbassamento della colesterolemia-LDL (LDL-C) e di quella totale (TC) significativamente maggiore nella dose serale rispetto a quella del mattino. L’efficacia delle statine a lunga durata d’azione, a parte un lieve ma significativo effetto sulla LDL-C, invece equivalente a entrambi i regimi.

Lo evidenzia uno studio pubblicato sul “Journal of Clinical Lipidology”. – In caso di assunzione di statine a breve durata d’azione, l’abbassamento della colesterolemia-LDL (LDL-C) e di quella totale (TC) è significativamente maggiore nella dose serale rispetto a quella del mattino. L’efficacia delle statine a lunga durata d’azione, a parte un lieve ma significativo effetto sulla LDL-C, è invece equivalente a entrambi i regimi.

Lo evidenzia uno studio pubblicato sul “Journal of Clinical Lipidology”. «Pertanto» affermano gli autori della ricerca, coordinati da Kamal Awad, della Facoltà di Medicina dell’Università di Zagazig (Egitto) «le statine a lunga durata d’azione devono essere somministrate in un momento che meglio favorisca la compliance mentre le statine a breve termine devono essere somministrate la sera».

Problematiche finora non sufficientemente considerate Il punto centrale da cui è scaturita questa ricerca era appunto la mancanza di un’evidenza circa l’orario ottimale della giornata per somministrare le statine. «Le statine sono di solito somministrate la sera per via del picco biosintetico del colesterolo durante la notte e anche perché la maggior parte di questi farmaci (simvastatina, pravastatina, fluvastatina e lovastatina) hanno una breve emivita» spiegano gli autori.

«Il tempo della somministrazione dei farmaci può però alterare la compliance del paziente e l’adesione al trattamento» continuano. «I pazienti trattati con statine ricevono spesso molteplici terapie concomitanti e ciò porta a regimi più complessi di farmaci, che hanno il potenziale di ridurre ulteriormente la compliance e l’adesione alla terapia».

  1. Permettendo flessibilità nella scelta del tempo in cui le statine vengono assunte, secondo le preferenze del paziente, è probabile che migliori la compliance e si riducano i fenomeni di sospensione del farmaco, sostengono Awad e colleghi.
  2. Ciò consentirà a più pazienti di raggiungere i loro target lipidici.

Pertanto gli autori hanno condotto una revisione sistematica e una meta-analisi per riunire le prove sui diversi effetti della somministrazione delle statine al mattino e alla sera sui profili lipidici e per scoprire il regime di dosaggio che possa portare alla più alta efficacia terapeutica.

  • Meta-analisi di 11 articoli per un totale di 1.034 pazienti «Abbiamo cercato nei database PubMed, SCOPUS, Web of Science ed Embase (dall’inizio fino al 24 luglio 2016) per identificare gli studi rilevanti» spiegano i ricercatori.
  • «Le differenze medie (MD) tra i punteggi di cambiamento nei parametri lipidici sono stati riuniti utilizzando un modello a effetto fisso».

Undici articoli, per un totale di 1.034 partecipanti, sono risultati idonei all’analisi. «L’analisi aggregata di confronto tra la somministrazione mattutina e serale delle statine sulla TC del plasma (P = 0,10), il colesterolo lipoproteico ad alta densità (P = 0,90) e i trigliceridi (P = 0,45) non è apparsa statisticamente significativa» riportano Awad e colleghi.

L’abbassamento dell’LDL-C è stato statisticamente più elevato nel gruppo con dosi serali (MD: 3,24 mg/dL; 95% CI: 1,23-5,25; P = 0,002). L’analisi dei sottogruppi secondo le emivita della statina ha mostrato che la dose serale di statina era significativamente superiore alla dose del mattino per abbassare l’LDL-C in caso di statine a breve e lunga emivita (MD: 9,68 mg/dL; 95% CI: 3,32- 16,03; P = 0,003 e MD: 2,53 mg/dL; 95% CI: 0,41-4,64; P = 0,02, rispettivamente) e anche per la riduzione della TC, ma solo in caso di statine a breve emivita (P = 0,0005).

Risultati in linea con le raccomandazioni generali dell’FDA In sintesi, ricapitolano gli autori, lo studio ha evidenziato che: «1) l’abbassamento dell’LDL-C è più elevato nella dose serale delle statine sia a breve che a lunga emivita.2) La riduzione della TC è maggiore nella dose serale delle sole statine a breve emivita.3) La dose del mattino è equivalente a quella serale in termini di colesterolo lipoproteico ad alta densità e trigliceridi».

«L’FDA (US Food and Drug Administration) raccomanda la somministrazione serale di lovastatina, simvastatina e fluvastatina» ricordano ancora Awad e colleghi. «Ciò si basa sulla loro breve emivita (2-3, 2-3 e 0,5-2,3 ore, rispettivamente) e sul fatto che il picco di biosintesi del colesterolo si verifica durante la notte».

«L’FDA avvisa inoltre che atorvastatina, rosuvastatina e fluvastatina a rilascio prolungato possono essere somministrate in qualsiasi momento del giorno a causa della loro lunga emivita (rispettivamente 15-30, 30 e 7,3-10,5 ore). I risultati di questa meta-analisi sono in linea con queste raccomandazioni» osservano gli autori.

Cosa succede se si smette di prendere le statine?

La terapia con statine, anche se si manifestano effetti collaterali a carico dei muscoli o dell’apparato digerente, non andrebbe sospesa. Da un ampio studio USA, infatti, emerge come fra coloro che abbandonano la terapia si registri il 13% in più di eventi cardiovascolari gravi – 25 LUG – (Reuters Health) – Interrompere la terapia con statine a causa di dolori muscolari o gastrici può rivelarsi una scelta pericolosa a lungo termine.

È la conclusione a cui è giunto uno studio condotto dal Brigham and Women’s Hopsital di Boston, pubblicato da Annals of Internal Medicine. I ricercatori hanno infatti scoperto che chi ha smesso di assumere statine a causa di effetti collaterali ha un 13% in più di probabilità di morire o di avere un infarto o un ictus nei successivi quattro anni rispetto a chi invece prosegue con la terapia.

Nonostante le prove schiaccianti a favore delle statine, buona parte dei pazienti (dal 25 al 50%) smette di assumerle entro sei mesi/un anno dall’inizio del trattamento. Lo studio Per verificare se i pazienti che continuano a prendere statine – inclusi quelli che passano ad un altro tipo o a una dose inferiore – ottengano risultati migliori di quelli che smettono la terapia, i ricercatori hanno analizzato i dati del Massachusetts General Hospital e del Brigham and Women Hospital nel periodo compreso tra il 2000 e il 2011.

Durante questo periodo più di 200.000 adulti sono stati trattati con statine. Quasi 45.000 di essi hanno riportato un effetto collaterale che pensavano fosse legato al farmaco. Il team di ricerca si è concentrato su 28.266 del gruppo dei 45.000 pazienti che hanno manifestato presunti effetti collaterali.

La maggior parte di essi – 19.989 individui – ha continuato ad assumere comunque le statine e il 44% ha proseguito con lo stesso tipo di farmaco. Circa quattro anni dopo la segnalazione degli effetti collaterali, 3.677 pazienti erano morti o avevano subito un attacco cardiaco o un ictus.

Il 12,2% di essi aveva continuato la terapia nonostante gli effetti avversi, mentre il 13,9% di questi aveva interrotto il trattamento proprio a causa degli effetti collaterali. Nel complesso i ricercatori hanno scoperto che le persone che avevano smesso di assumere le statine dopo un possibile effetto collaterale avevano una probabilità di morire, di avere un infarto o un ictus maggiore del 13% rispetto a coloro che continuavano a prendere la medicina.

I commenti “I nuovi risultati si aggiungono a quelli di studi precedenti che dimostrano come le persone traggano benefici quando continuano a prendere le statine”, dice Robert Rosenson, professore di cardiologia presso l’Icahn School of Medicine at Mount Sinai in New York City.

Rosenson, non coinvolto nel nuovo studio, afferma che i pazienti dovrebbero essere incoraggiati a raccontare ai loro medici i possibili effetti collaterali delle statine e dovrebbero comprendere che ci potrebbero essere altre opzioni, tra cui una dose più bassa o un farmaco diverso. Fonte: Ann Intern Med 2017 Andrew M.

Seaman (Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science) 25 luglio 2017 © Riproduzione riservata Altri articoli in Scienza e Farmaci Quotidianosanità.it Quotidiano online d’informazione sanitaria. QS Edizioni srl P.I.12298601001 Sede legale: Via Giacomo Peroni, 400 00131 – Roma Sede operativa: Via della Stelletta, 23 00186 – Roma Direttore responsabile Luciano Fassari Direttore editoriale Francesco Maria Avitto Presidente Ernesto Rodriquez

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Quali dolori provocano le statine?

Il dolore alle gambe causato dalle statine colpisce una percentuale ristretta di persone. I consigli dell’esperto – Torvast A Cosa Serve Dolore costante ai muscoli delle gambe, sensazione di indurimento. Iniziano al mattino e peggiorano la sera. Uso Simvastatina 20mg da 10 anni circa. Consigli? Grazie Gigliola (domanda pervenuta tramite form L’Esperto risponde) Risponde Gianfranco Parati, Direttore scientifico, Auxologico IRCCS, Milano; professore onorario di Medicina Cardiovascolare all’Università di Milano-Bicocca Il dolore muscolare associato all’utilizzo delle statine è spesso amplificato per una sorta di effetto “nocebo”,

In sostanza capita che ci si attenda questo effetto collaterale e quindi lo si sperimenti veramente a causa di un condizionamento psicologico. Le statine attualmente in commercio, come testimoniato da studi pubblicati su importanti riviste scientifiche (British Medical Journal, European Heart Journal) possono sì dare problemi muscolari, ma si tratta di una percentuale non elevata della popolazione (tra il 10-12% secondo alcune ricerche e anche intorno al 7% secondo altri studi).

Molto spesso invece i dolori muscolari, non affatto legati all’utilizzo delle statine, dipendono da altre cause come, ad esempio, l’ invecchiamento, artrosi, mialgie su base infiammatoria o lo stress ossidativo. Dunque per verificare la situazione, il consiglio è quello di eseguire un esame del sangue per la valutazione del livello di CPK (creatinfosfochinasi, un enzima presente nel muscolo cardiaco, nel cervello e nel tessuto muscolare scheletrico, ndr) che potrebbe indicare una sofferenza muscolare. Download

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Perché le statine abbassano il colesterolo?

Perché associare le statine con l’ezetimibe? – La ragione è molto semplice. Le statine, inibendo la sintesi del colesterolo, aumentano l’assorbimento del LDL-C presente nella circolazione sanguigna a cui segue aumento dell’ assorbimento intestinale del colesterolo, con ciò portando a una parziale riduzione dell’efficacia delle statine stesse.

Perché il fegato produce più colesterolo?

Quali sono le cause della steatosi? – Il fegato grasso si verifica in presenza di un’ alterazione delle cellule del fegato, che accumulano più grassi di quanti siano in grado di smaltire. Questa condizione può essere dovuta a diversi fattori:

Diete troppo ricche di grassi, generalmente associate a sovrappeso o obesità Consumo eccessivo di alcolici Elevati livelli di trigliceridi e colesterolo nel sangue Diabete di tipo II Anemia L’uso di alcuni farmaci Squilibri ormonali Deficit di carnitina Carenza di Vitamina B12 Digiuni prolungati e perdita di peso troppo rapida Attività fisica e sforzi eccessivi

Quanto si abbassa il colesterolo con le statine?

Le statine a intensità moderata dovrebbero abbassare il C-LDL di circa il 30-50%, mentre le statine ad alta intensità dovrebbero abbassare il C-LDL di oltre il 50%.

Cosa bere per abbassare il colesterolo alto?

Skip to content Tempo di lettura: 4 minuti Ogni momento della giornata è buono per tenere sotto controllo il colesterolo ma la mattina ha l’oro in bocca e scegliere già a colazione gli alimenti più adatti alla nostra dieta è tutto di guadagnato. Quindi, lavati bene il viso con acqua fredda, beviti un caffè e vediamo belli pimpanti qual è la colazione ideale anche per chi ha il colesterolo alto.

Cosa bere a colazione? Caffé – Partiamo proprio dal caffè, Al momento la preparazione “all’italiana” del caffè è considerata la più salutare e non sembra far aumentare il colesterolo. È inoltre ricco di composti (tecnicamente si definiscono polifenoli) che svolgono un’azione antiossidante e cioè di contrasto ai radicali liberi: particolarmente importante in chi soffre di ipercolesterolemia.

Caffé d’orzo – Una valida alternativa al caffè può essere rappresentata da un ottimo caffè d’orzo, L’orzo non contiene caffeina (cosa che può essere utile se ti innervosisci facilmente) ed è ricco di minerali e di preziose fibre, indispensabili per il benessere intestinale.

  1. Alcune fibre dell’orzo poi possono essere efficaci nel tenere sotto controllo il colesterolo LDL (colesterolo cattivo) in eccesso.
  2. Spremuta e smoothie – Grazie al contenuto di composti bioattivi, alcuni agrumi come l’arancia possono esercitare effetti favorevoli sul metabolismo, compreso quello del colesterolo.

Inoltre, le spremute, come quella d’arancia, apportano all’organismo sali minerali e una buona dose di vitamina C che aiuta a ridurre la stanchezza e l’affaticamento. Un’alternativa golosa alla spremuta sono gli smoothie ! Prova il nostro smoothie alla pesca e melone,

Tè – Il tè è una bevanda capace di ridurre i livelli di colesterolo cattivo, seppure moderatamente, e ha anche grandi proprietà antiossidanti. Ti consigliamo il tè verde e il tè nero, anche nella versione deteinata (ovvero senza caffeina). Ecco come preparare un ottimo tè verde alla menta, Latte : meglio intero, parzialmente scremato o scremato? Il latte è un must della colazione.

È un alimento ricco di proteine nobili, contenenti tutti gli aminoacidi essenziali. Chi ha il colesterolo alto tende a preferire il latte scremato o parzialmente scremato, anche nella versione senza lattosio in caso di intolleranza. Durante la fase della scrematura del latte vengono infatti ridotti i lipidi, compresi i grassi saturi che possono contribuire all’innalzamento del colesterolo.

Gli studi più recenti suggeriscono che in realtà questo effetto è molto piccolo (anche perché stiamo parlando di una differenza di pochi grammi di saturi, per una bella tazza di latte), e che si possono quindi seguire tranquillamente le proprie preferenze. In alternativa si possono scegliere bevande vegetali, come quella a base di soia.

Un consiglio sempre importante: non eccedere con lo zucchero! Tutte queste bevande, così come gli alimenti di cui leggerai in seguito, devono essere assunte facendo attenzione a non eccedere con l’uso dello zucchero, Il consumo di zuccheri in eccesso contribuisce infatti all’aumento del peso corporeo e all’aumento del tasso dei trigliceridi, un altro tipo dei grassi del sangue che pure fa salire rischio cardiovascolare.

  • Cosa mangiare? Cereali integrali Come abbiamo visto nell’elenco delle bevande, le fibre sono fra i nostri più preziosi alleati per tenere sotto controllo il colesterolo già durante la colazione.
  • I cereali integrali ne sono ricchissimi e contengono inoltre anche piccole quantità di fitosteroli, sostanze vegetali molto simili al colesterolo dal punto di vista della struttura, che in concentrazioni elevate si sono rivelati un valido alleato contro il colesterolo LDL.

I cereali che ti consigliamo sono: frumento, avena, farro, orzo e segale. Se vuoi gustarti un bel mix di cereali puoi provare le nostre barrette di cereali misti, spirulina e bacche di goji, Frutta fresca e frutta secca La frutta fresca è uno dei componenti più importanti della colazione: oltre all’acqua apporta fibre, vitamine, antiossidanti e sali minerali,

La frutta secca invece contiene acidi grassi polinsaturi, i cosiddetti omega 6 ed omega 3 (questi ultimi presenti solo nelle noci) che possono contribuire a mantenere i normali livelli di colesterolo. Per la scelta della frutta fresca, l’unico nostro consiglio è quello di preferire se possibile la frutta di stagione, perché mantiene più facilmente intatti i suoi principi nutritivi.

Ecco uno spunto per una fresca e profumata macedonia, La frutta secca è disponibile invece tutto l’anno, Ti consigliamo: noci, nocciole, mandorle, pistacchi, arachidi, pinoli, noci di macadamia, noci brasiliane e noci pecan. Yogurt Lo yogurt è uno dei latticini più indicati anche per chi vuole tenere sotto controllo il colesterolo,

  • Alcuni studi mostrano infatti che un regolare consumo di yogurt può determinare una riduzione del rischio cardiovascolare.
  • Se però preferite seguire un regime alimentare particolarmente attento ai grassi, vi consigliamo di scegliere yogurt da latte scremato o prodotti fermentati a base di vegetali, come la soia.

Ora che tutto è pronto per la tua colazione, ti salutiamo consigliandoti una ricetta che racchiuderà tutti gli alimenti che hai letto in questo articolo, più un piccolo ingrediente extra per aggiungere un tocco di sapore: https://www.oliocuore.it/ricette/yogurt-con-curcuma-cereali-e-frutta/ Buona colazione e buona giornata! Alla prossima.

Come si abbassa il colesterolo senza le statine?

Cosa si può prendere al posto delle statine? – In alternativa alle statine, possono essere considerati gli integratori a base policosanoli, berberina, olii vegetali ricchi di omega-3, fibra alimentare (beta-glucani) e integratori di niacina, Tuttavia, è essenziale discutere con il proprio medico prima di apportare qualsiasi cambiamento alla terapia prescritta.

Quando deve essere il colesterolo per prendere le statine?

AHA /1 Colesterolo: presentate le nuove linee guida delle società americane di cardiologia di Maria Rita Montebelli 11 NOV – Nella giornata dedicata ai Veterani di guerra negli Stati Uniti, al congresso dell’ American Heart Association (AHA) in corso a Chicago, torna in scena un grande classico della prevenzione cardiovascolare: le linee guida sul trattamento del colesterolo nell’edizione aggiornata 2018. Il documento di 78 pagine, pubblicato su Circulation e su JACC, è stato redatto dalla task force dell’AHA e dell’ACC ( American College of Cardiology ), in collaborazione con varie altre società scientifiche americane; a siglare questa nuova edizione delle linee guida come primo nome è Scott Grundy, Il colesterolo elevato non fa mai bene, a qualsiasi età, perché aumenta il rischio di incorrere in un infarto o in un ictus nel corso della vita. Il primo passo verso la salute del cuore e dei vasi secondo gli esperti è dunque quello di condurre uno stile di vita adeguato, per poi ricorrere ai farmaci, secondo un approccio a gradini, qualora il rischio fosse troppo elevato e i livelli di colesterolo LDL non a target, Questa nuova edizione delle linee guida si contraddistingue per dettagliare e individualizzare il rischio dei pazienti in maniera molto più puntuale che in passato, per arrivare a personalizzare realmente le opzioni di trattamento. Una delle nuove strategie di stratificazione del rischio è rappresentata dalla valutazione del calcio coronarico (CAC score ), Le statine restano la prima scelta di trattamento per ridurre i livelli di LDL, ma nei soggetti ad alto rischio o che già abbiamo avuto un ictus o in infarto, le linee guida suggeriscono l’aggiunta anche di altre terapie non statiniche, come l’ezetimibe e gli inibitori di PCSK9. “Questo aggiornamento delle linee guida – commenta Ivor Benjamin, presidente dell’ American Heart Association – sottolinea l’importanza di uno stile di vita sano, di modificare le abitudini sbagliate, di individuare e trattare per tutta la vita i fattori di rischio per le malattie cardiovascolari aterosclrotiche. Avere il colesterolo alto, aumenta questo rischio a qualsiasi età. Ecco perché è così importante che fin da giovani si conduca una vita sana e si capisca l’importanza di tenere il colesterolo sotto controllo.” “Il trattamento dell’ipercolesterolemia non può essere a taglia unica – afferma Michael Valentine, presidente dell’ American College of Cardiology – Negli ultimi cinque anni, abbiamo imparato molte cose sulle nuove opzioni di trattamento e su quali pazienti ne possano beneficiare. Queste linee guida forniscono ai medici una roadmap e degli strumenti per aiutare i loro pazienti a comprendere e a gestire il loro rischio per vivere una vita non solo più lunga, ma in salute”. Questi i principali take home message della nuova edizione: 1. Consigliare sempre a tutti uno stile di vita salutare durante tutto il corso della vita; questo riduce il rischio di ammalarsi di patologie cardiovascolari aterosclerotiche a tutte le età. Nei più giovani, uno stile di vita sano può ridurre lo sviluppo dei fattori di rischio e rappresenta dunque la base per ridurre il rischio aterosclerotico. Nei soggetti di 20-39 anni, una valutazione del rischio facilita il dialogo sul tema prevenzione con il proprio medico e mette in evidenza l’importanza degli sforzi volti a correggere lo stile di vita. Il trattamento basato sulla correzione dello stile di vita a tutte le età è il principale intervento da perseguire per la sindrome metabolica.2. Nei soggetti con patologie cardiovascolari aterosclerotiche (ASCVD), è necessario ridurre il colesterolo LDL con una terapia a base di statine ad alta intensità o con la dose massima tollerata di statine. Più si riduce l’LDL con le statine, maggiore sarà la riduzione del rischio. Il consiglio delle linee guida è dunque di utilizzare la posologia massima tollerata di una statina per ridurre i livelli di LDL ≥ 50%.3. Nei soggetti ad altissimo rischio di patologie cardiovascolari aterosclerotiche (sono i soggetti con una storia di multipli eventi ASCVD o con un evento ASCVD e multiple condizioni ad alto rischio), il target terapeutico di LDL da raggiungere è 70 mg/dl, anche aggiungendo alla statina una terapia non statinica, come l’ ezetimibe, Nei soggetti ad altissimo rischio che presentino un colesterolo LDL ≥ 70 mg/dl, le linee guida consigliano di aggiungere alla terapia con statine ed ezetimibe anche un inibitore di PCSK9, “sebbene la safety a lungo termine (cioè oltre i 3 anni) non sia certa e questi farmaci ai prezzi attuali presentino una bassa costo-efficacia”.4. Nei soggetti con grave ipercolesterolemia primaria (valori di LDL ≥190 mg/dl), le linee guida raccomandano di iniziare la terapia con una statina ad alta intensità, anche senza calcolare il rischio di ASCVD a 10 anni. Se il livello di LDL rimane ≥100 mg/dl, il consiglio è di aggiungere ezetimibe; se l’LDL fosse ancora ≥100 mg/dl nonostante la terapia con statina ed ezetimibe, le linee guida raccomandano l’aggiunta di un inibitore di PCSK9 “sebbene la safety a lungo termine (cioè oltre i 3 anni) non sia certa e questi farmaci ai prezzi attuali presentino una bassa costo-efficacia”.5. Nei soggetti di 40-75 anni con diabete mellito e LDL ≥70 mg/dl, le linee guida raccomandano di iniziare con una statina a intensità moderata, anche senza calcolare il rischio di ASCVD a 10 anni. Nei soggetti diabetici a maggior rischio, quali quelli con multipli fattori di rischio o quelli di 50-75 anni, è ragionevole prescrivere una statina ad alta intensità per ridurre i livelli di LDL di ≥50%.6. Negli adulti di 40-75 anni valutati per la prevenzione primaria di malattie cardiovascolari aterosclerotiche, è necessario che il medico discuta con il paziente l’opportunità di iniziare una terapia con statine. La conversazione dovrà toccare tutti i principali fattori di rischio (fumo di sigaretta, ipertensione, livello di LDL, emoglobina glicata, e calcolo del rischio di ASCVD a 10 anni), la presenza di fattori in grado di peggiorare l’impatto dei fattori di rischio (vedi numero 8), i potenziali benefici di uno stile di vita sano e delle statine; i potenziali effetti indesiderati e le interazioni farmacologiche; il costo della terapia con statine; le preferenze del pazienti vanno tenute presenti, in un processo decisionale condiviso.7. Negli adulti di 40-75 anni senza diabete, con valori di LDL ≥70 mg/dl e un rischio di ASCVD a 10 anni ≥7,5%, le linee guida raccomandano di iniziare il trattamento con una statina a moderata intensità, se dopo aver ragionato con paziente di opzioni terapeutiche, il paziente abbia accettato di assumere una statina. La presenza di fattori favorenti il rischio suggerisce la terapia con statine. Se lo stato di rischio rimane incerto, un’opzione è rappresentata dalla valutazione del calcio coronarico (vedi n.9). Se è indicata la terapia con statine, l’obiettivo terapeutico è di ridurre i valori di LDL ≥ 30%; ma se il rischio a 10 anni è ≥ 20%, allora la riduzione dei valori di LDL dovrà essere ≥ 50%.8. Negli adulti di 40-75 anni senza diabete e con un rischio di ASCVD a 10 anni ‘intermedio’ (7,5% – 19,9%), la presenza di fattori favorenti il rischio suggerisce l’avvio di una terapia con statine. Per ‘ fattori favorenti il rischio’ si intendono: storia di ASCVD familiare prematura, livelli di LDL persistentemente elevati (≥ 160 mg/dl), sindrome metabolica, malattia renale cronica, storia di preeclampsia o di menopausa prematura (cioè prima dei 40 anni), disordini infiammatori cronici (come artrite reumatoide, psoriasi, o infezione da HIV); appartenenza a gruppi etnici ad alto rischio (come i sud-est asiatici), elevazione persistente dei trigliceridi (≥175 mg/dl); eventuale aumento dell’apolipoproteina B (≥ 130 mg/dl), proteina C reattiva ad elevata sensibilità ≥ 2,0 mg/dl, indice caviglia-braccio < 0,9 e lipoproteina (a) ≥50 mg/dl. La presenza di questi fattori favorenti il rischio potrebbe suggerire l'inizio di una terapia con statine nei soggetti con rischio cardiovascolare a 10 anni ‘bordeline' (tra il 5% e il 7,5%).9. Negli adulti di 40-75 anni senza diabete, con valori di LDL da ≥70 mg/dl a 189 mg/dl e un rischio di ASCVD a 10 anni intermedio (7,5% - 19,9%), se si è incerti nell'iniziare o meno una terapia con statine, si può ricorrere alla misurazione del calcio coronarico (CAC). Se il CAC è zero, allora si potrà evitare e rimandare il trattamento con statine, tranne nei fumatori, nei soggetti con diabete, e in presenza di una storia familiare importante di ASCVD prematura. Un CAC score da 1 a 99 suggerisce l'inizio di una terapia con statine, soprattutto al di sopra dei 55 anni. La terapia con statine è infine indicata in tutti i soggetti con CAC score ≥ 100.10. Valutare l'aderenza e la percentuale di risposta (rispetto ai valori basali) ai farmaci ipocolesterolemizzanti e al cambiamento di stile di vita, attraverso ripetute misurazione dei lipidi plasmatici 4-12 settimane dopo l'avvio della terapia con statine o dopo un adeguamento posologico, che andrà poi ripetuto ogni 3-12 mesi se necessario. Nei soggetti ad altissimo rischio, un valore di LDL ≥ 70 mg/dl dovrebbe portare all'aggiunta di terapie non statiniche. Le linee guida consigliano di effettuare il primo esame del colesterolo tra i 9 e gli 11 anni, poi di nuovo verso i 17-21 anni. Non esistono al momento evidenze sufficienti per dare consigli precisi sul timing del controllo del colesterolo nei giovani adulti. Maria Rita Montebelli 11 novembre 2018 © Riproduzione riservata Altri articoli in Scienza e Farmaci : AHA /1 Colesterolo: presentate le nuove linee guida delle società americane di cardiologia

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Quando si deve prendere la pastiglia per il colesterolo?

Come si assume la Simvastatina? – La Simvastatina va assunta sotto forma di compresse, per via orale, che sono somministrate preferibilmente alla sera, una volta al giorno. Il medico potrebbe inizialmente prescrivere basse dosi di Simvastatina, aumentando poi la dose gradualmente se necessario.

mal di stomaco perdita di memoria o smemoratezza costipazione stato confusionale

Il medico andrebbe subito contattato nel caso in cui questi sintomi fossero gravi o non si risolvessero. Un medico andrebbe contattato senza esitazione anche nel caso in cui l’assunzione del farmaco dia luogo a:

dolori, sensibilità o debolezza dei muscoli febbre o brividi arrossamenti vesciche gonfiore di volto, gola, lingua,, occhi, mani, piedi, o polpacci difficoltà di respirazione o di deglutizione riduzione della minzione mancanza di energia, stanchezza o debolezza perdita dell’appetito dolore nella parte alta destra dell’addome raucedine dolori articolari sensibilità alla luce

Quanto ci mettono le statine ad abbassare il colesterolo?

Come agiscono le statine – Torvast A Cosa Serve Le statine vengono assunte in compresse o capsule per via orale Le statine bloccano l’attività dell’enzima HMG – CoA reduttasi (hidrossi – metil – glutaril – coenzima A – reduttasi) necessario per la sintesi del a livello epatico. Le statine sono selettive, ovvero sono in grado di ridurre la sintesi del colesterolo LDL (quello “cattivo”), lasciando inalterata l’azione del colesterolo HDL (quello “buono”).

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